Sabato 28 agosto 2021 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Spezia 6-1
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28 agosto 2021 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, II giornata - inizio ore 18.30
LAZIO: Reina, Lazzari (25' Marusic), Patric, Acerbi, Hysaj, Milinkovic (71' Cataldi), Leiva, Luis Alberto, Felipe Anderson (81' Romero), Immobile (81' Muriqi), Pedro (70' Moro). A disposizione: Strakosha, Adamonis, Radu, Vavro, Akpa Akpro, Escalante, Basic. Allenatore: Sarri.
SPEZIA: Zoet, Nikolaou, Erlic, Vignali (80' Antiste), Amian, S. Bastoni, Maggiore, Ferrer, Verde (59' Hristov), Gyasi, E. Colley (59' Mraz). A disposizione: Sala, Kovalenko, Podgoreanu, Zovko, Provedel. Allenatore: Thiago Motta.
Arbitro: Sig. Dionisi (L’Aquila) - Assistenti Sigg. Cipressa e Berti - Quarto uomo Sig. Paterna - V.A.R. Sig. Aureliano - A.V.A.R. Sig. Liberti.
Marcatori: 4' Verde, 5' Immobile, 15' Immobile, 45'+2' Immobile, 47' Felipe Anderson, 70' Hysaj, 85' Luis Alberto.
Note: esordio in Serie A e in una competizione ufficiale con la maglia della Lazio per Luka Romero. Al 45'+2' Immobile ha fallito un calcio di rigore. Espulso al 54' Amian per fallo da ultimo uomo. Ammonito al 45'+1' Erlic ed al 49' Gyasi entrambi per gioco falloso. Angoli 4-2. Recuperi: 3' p.t., 0' s.t.
Spettatori: 20.000 circa.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► La Gazzetta dello Sport titola: "Riecco Sarriland. Ritmo spettacolo e Immobile show. La Lazio ne fa sei. Spezia travolto e Olimpico in festa. Verde in gol e la squadra di Mota s'illude ma poi inizia la giostra biancoceleste. Ciro sbaglia pure un rigore, Amian espulso".
Continua la "rosea": Tutti in piedi per il Maurizio Sarri Show. La prima all’Olimpico del Comandante, complice anche uno Spezia troppo spavaldo, si trasforma in una recita di grande livello che regala al suo pubblico una Lazio che fa già sognare e al campionato una squadra che può andare molto lontano. Sei gol, altri 4-5 sfiorati, un rigore sprecato e momenti di gioco davvero esaltanti. La formazione biancoceleste diverte e si diverte e porta a casa un’altra vittoria, dopo quella di Empoli, che le consente di andar al pit—stop della prima sosta con l’animo leggero e il morale a mille. Oltre che a punteggio pieno. Carattere e amnesie. La creatura di Sarri sembra talmente sicura di sé da concedersi il lusso di un gol di vantaggio agli avversari. E’ un paradosso, ovviamente. Ma come a Empoli la settimana prima, anche contro lo Spezia i biancocelesti vanno sotto in apertura, alla prima azione rivale. E proprio come contro i toscani, riescono a rimediare subito, pareggiando dopo appena un minuto. Due partenze in fotocopia che sintetizzano pregi e difetti della squadra romana in questo momento di crescita.
Una formazione capace di non scomporsi alle prime avversità, di credere talmente tanto nel progetto da procedere verso la meta senza farsi influenzare dagli incidenti di percorso. Che però ci sono e vanno comunque pesati attentamente. La fase difensiva, specie nell’approccio alla gara, va registrata meglio, come l’equilibrio tra i reparti. Ma, considerando che questo gruppo si sta tatticamente reinventando dopo aver giocato per 5 anni un altro tipo di calcio c’è da essere clementi. Specie, poi, se a quelle amnesie difensive fanno seguito prestazioni travolgenti. Sarri, insomma, può essere più che soddisfitto. Il 4-3-3 copre bene il campo e crea occasioni a getto quasi continuo. E pazienza se di tanto in tanto presta anche il fianco alle velleità degli avversari. Recita corale. Sarrilandia in versione laziale comincia a prendere forma anche perché, oltre al collettivo, funzionano, e bene, anche i singoli. L’ex tecnico di Napoli e Juve sembra averli tutti rivitalizzati. Da Immobile che si concede una tripletta come nei giorni migliori (e sbaglia pure un rigore) a Luis Alberto che cancella tutti i mal di pancia estivi con tre assist e un gol, a Felipe Anderson che torna a illuminare l’Olimpico con un gol dei suoi, a Pedro che è già un punto fermo, a Hysaj che bagna l’esordio nel suo nuovo stadio con un gol.
E l’elenco potrebbe continuare. Volendo si può aprire il dibattito se nasca prima l’uovo o la gallina. Se cioè i singoli brillano perché è il gioco che li esalta o viceversa. A giudicare dall’azione della seconda rete (Felipe-Luis Alberto-Immobile, tutto di prima) verrebbe da dire che è lo spartito a mettere i giocatori nelle condizioni migliori per esaltarsi. Ma ci sono poi anche le invenzioni assolute, che esulano dagli schemi, come quella che consente a Felipe Anderson di chiudere i conti a inizio ripresa con il gol del 4-1 e, qualche minuto dopo, con l’azione che costringe Amian al fallo che costa il rosso al difensore ligure. Compleanno amaro. La gara dello Spezia finisce li, quando la ripresa sarebbe ancora quasi tutta da giocare. Ed è il dato su cui riflettere, al di là della goleada finale, per Thiago Motta. Il cui compleanno (39 anni ieri) non poteva essere più amaro. E’ vero che la sua squadra è ancora un cantiere aperto, è vero che certe sconfitte contro certe squadre vanno preventivate. Resta però il dubbio che un calcio troppo coraggioso possa rivelarsi un boomerang. Fedele al suo credo, Motta chiede alla sua formazione di affrontare a viso aperto la Lazio. Il 3-4-3 compatto con cui tenta di farlo si sfilaccia però troppo presto perché il confronto, specie a centrocampo, è impari ed espone la difesa a figuracce. E buon per i liguri che Zoet eviti un passivo ancora peggiore. Il progetto di Thiago è però affascinante e merita senz’altro prove di appello. Se poi dal mercato dovesse arrivare un ulteriore aiutino il discorso potrebbe farsi ancora più interessante.
► Il Corriere dello Sport titola: "Quanta Lazio. Ciro da sballo. Immobile risponde a Verde, raddoppia, sbaglia il rigore ma subito dopo fa tris. Poi Felipe, Hysaj e Luis Alberto dilagano. Sarri debutta all'Olimpico travolgendo lo Spezia".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Sarri, Sarri canta l'Olimpico. Calcio, calcio è il grido dei laziali. Non chiedevano altro che gioco, gol (6) e spettacolo per sgolarsi e sfogarsi dopo 18 mesi. Si sono goduti la bellezza della Lazio champagne, marca Sarri. Hanno tifato in stato di "ebbrezza" brindando al baricentro più alto, agli attacchi con la difesa oltre il centrocampo (a volte si sono visti 10 uomini tra i confini dello Spezia), alla voglia di sporgersi per riacchiappare il pallone, alla tripletta del capitano-recordman Immobile (Piola del ventunesimo secolo,154 gol con la Lazio, è a -5 dall'epico Silvio). Hanno brindato alle piroette di Pedro (assist per l'1-1 di Ciro più un rigore provocato). Alle incursioni, alle coperture, ai sombrero, al gol di Felipe Anderson, il quarto del festival. Del Pipe, ala d'attacco,finanche terziono in copertura, colpiscono le migrazioni da porta a porta (5 contrasti vinti, più di tutti). I laziali si sono goduti i tre assist (contando l'angolo) e il gol di Luis Alberto (il numero 6), l'Abatino brontolone rilanciato mezzala titolare, irresistibile quando ha le lune giuste.
Prima del suo colpo era arrivato il bolide di Hysaj, secondo terzino goleador dopo Lazzari a Empoli. E' stata sarriana la Lazio, è stato sarriano il gioco, il risultato. Lo dicono i grafici (18 tiri totali, 10 in porta), le statistiche (60% di possesso palla, 108,7 chilometri percorsi), le proiezioni (9 gol nelle prime due partite e chissà quanti altri). La sintesi. Lo Spezia di Thiago Motta, dopo il clamoroso vantaggio, è stato asfaltato e mortificato. Eppure aveva colpito con Verde, dopo 3 minuti e 10 secondi, giustiziere di Lazio e Roma (2 gol ai biancocelesti, 3 ai giallorossi in carriera). Il meccanismo difensivo era saltato come a Empoli: 7 uomini di Sarri a fare pressing, Erlic, dalla difesa, ha scaricato a Bastoni. Lazzari era oltre la metà campo, era salito anche Patric (centrale difensivo al posto dell'acciaccato Luiz Felipe) per tamponare Colley, ha bucato. Il velo di Colley ha azionato Giasy. Acerbi non sapeva se chiudere o se restare centrale. Hysaj ha fatto la diagonale. Patric, rientrando, ha sbagliato di nuovo raddoppiando sulla marcatura di Acerbi su Giasy.
Il ghanese ha calciato, la respinta di Reina (corta) è valsa l'assist per Verde, arrivato fino all'uscio della porta. La Lazio ha rimesso il pallone al centro e ha colpito. Stessa dinamica: 7 uomini nella metà campo dello Spezia, il calamitoso Leiva (3 intercetti totali) ha tamponato Colley, il rimbalzo ha azionato Pedro, lesto a lanciare Ciro (cucchiaio dell1-1). Scatenati. Sarri, nel 4-3-3 dogmatico, ha scelto Patric al posto di Luiz Felipe per non dover schierare due mancini (Acerbi-Radu). Thiago Motta, nel 3-4-3, ha arretrato Amian in difesa, ha spostato Ferrer (mezzala) e Bastoni (esterno sinistro). Dopo l'1-0 ha sperato di poter reggere schermando Leiva con Gyasi, piazzando Colley e Verde a ridosso di Patric e Acerbi (120 e 112 palloni giocati). La Lazio si è scatenata, è stato come sparare sulla Croce Rossa. Felipe e Pedro s'abbassavano a centrocampo. Anche Ciro ha aiutato a recuperare palloni. Ha impressionato la loro capacità di muoversi continuamente assieme allo strapotere (tattico e di palleggio) di tutta la squadra.
Felipe è entrato nel secondo gol, modello flipper: palla per Luis Alberto, tocco di prima per Ciro e frustata. Si à fatto male Lazzari (polpaccio destro), dentro Marusic. Pedro ha guadagnato un rigore (ravvisato dal Var Aureliano, contestatissimo dopo Napoli-Venezia), fallo di Erlic sullo spagnolo. Ciro ha fallito il penalty (il quinto degli ultimi otto), parato da Zoet, ma ha incornato sull'angolo successivo (di Luis). Nel secondo tempo lo Spezia, disperato, ha regalato praterie a Felipe. Fuoricampo di Reina, sombrero di Pipe ad Amian, Zoet bucato (5-1). Stesso schema e Felipe ha costretto Amian al rosso per un fallo su chiara occasione da gol. Poi hanno colpito Hysaj (su assist del Mago) e Luis (su assist di Raul Moro). Le zolle dell'Olimpico, contestate da Sarri alla vigilia, sono sembrate di velluto.
► Il Messaggero titola: "Ciro d'oro. La Lazio di Sarri già vola. Sei gol e tanto spettacolo all’Olimpico, il lavoro del tecnico sta trasformando la squadra. Immobile fa tris in 45 minuti. Strepitoso anche Luis Alberto, che firma una rete e tre assist".
Prosegue il quotidiano romano: Profuma di Sarri, questa Lazio. E pure sul prato rattoppato dell'Olimpico sboccia Ciro capitano. A fine gara trascina tutta la squadra sotto la Curva a fare lo spogliarello: il re è nudo, finalmente di nuovo ai suoi piedi il popolo. In questo stadio aveva segnato due reti all'Europeo, alla prima in casa della Lazio è scatenato. Aveva timbrato il tabellino a Empoli dal dischetto, una settimana dopo Immobile sbaglia il penalty ("Mi rode aver cambiato la direzione all'ultimo"), ma quadruplica comunque il suo bottino. In due giornate dà il segnale di volersi riprendere la Scarpa d'oro dopo un anno sabbatico. Al di là di ciò che succederà oggi in campionato, si candida già come capocannoniere solitario. Prima lo scavetto, poi il piattone angolato, infine la capocciata sotto l'incrocio. Ribaltato pure lo Spezia con una tripletta in un tempo: "La dedico alla squadra e ai tifosi. Con loro per me è tutto diverso e mi emoziono". E ora è sempre più vicino un altro record: 154esimo centro con questa maglia addosso, il mito Piola dista appena cinque gol. Di questo passo, imminente il sorpasso. Ma ciò che più conta per Ciro è ritrovare il pubblico: i cori lo galvanizzano, si vede in campo. Immobile ha lo sguardo indemonlato, corre in lungo in largo, è il simbolo e l’esempio. Non è vero che nel 4-3-3 non è a suo agio, Sarri lo ha già trasformato nel punto di riferimento: "Si sa che con lui gli attaccanti segnano tanto". Perché Pedro e Felipe Anderson, ali a piede invertito, lo cercano e lo servono. Aspettando un altro esterno di grido, questo tridente è già da urlo. Senza dimenticare i tre assist e il gol a forma di cuore del ritrovato Luis Alberto.
Rimonta. Replay di Empoli in un minuto. La Lazio ricomincia all'attacco, ma al primo contropiede va sotto. Lazzari (uscito poi per Marusic) è fuori posizione, Giasy punta Acerbi, entra in area e fa partire il giro tra lui e Patric, a sorpresa al posto di Radu (Luiz Felipe finisce in tribuna) titolare dall'inizio. Reina respinge al lato, Verde ribadisce dentro. Immediato cambio di fronte. Leiva riconquista palla e scarica per Pedro, che trova il filtrante giusto per Ciro e il suo pallonetto. Che caratteraccio, anche nel bis di piattone angolato con scarico all’indietro di Luis Alberto. Lo spagnolo e Milinkovic sono marcati da Thiago Motta a uomo, così all'inizio inventano sempre Anderson e Pedro: stupenda una triangolazione ampia con l’ex giallorosso poi murato. Ancora quest’ultimo al 43' conquista il rigore (scalciato da Erlic), assegnato dall’arbitro Dionisi al Var e deviato da Zoet a Ciro. Proprio sugli sviluppi del corner, però, Luis Alberto trova la testa del bomber, che vola sotto la Nord emozionato e sciolto in un abbraccio infinito con l'assist-man iberico. Goleada. C’è ancora qualche buco, il palleggio va oleato, ma in un 6-1 c'è tanto Sarrismo. I tocchi di prima, il tiki taka di Maurizio, la rinascita del Pipe de oro Anderson al ritorno all’Olimpico. Non segnava dal 20 maggio 2018, giorno dello spareggio perso con l'Inter per la Champions: chissà non sia anche questo un segno del destino. Una manciata di secondi della ripresa e il brasiliano sfrutta un rilancio dalla porta di Reina con una sorta di sombrero: disinnescato Amian, volata sino in area. Zoet spiazzato e ringraziamenti al cielo. Lo stesso difensore poco dopo trattiene Felipe da ultimo uomo e viene espulso. E allora esagera, la Lazio: Luis Alberto prima concede a Hysaj il pokerissimo al debutto, poi lui stesso sigilla la sua prestazione top con un siluro all’angolino. Assist di Raul Moro (subentrato a Pedro), già osannato dagli spalti per un dribbling infinito nell'area dello Spezia con tiro murato all'ultimo.
Pazzi del tecnico. Nel finale dentro pure Muriqi e Luka Romero, quinto spagnolo biancoceleste sul terreno. Parla però toscano, questa Lazio: "Non dobbiamo illuderci per due partite, dobbiamo crescere ancora molto". Eppure i ventiduemila dell’Olimpico sono pazzi del nuovo tecnico. Mentre Sarri è in piedi a sgolarsi, invocano un suo saluto: lui si gira e lo fa col sorriso. A fine gara va vicino alla Nord e applaude per l'appoggio: "Sono sorpreso, il popolo biancoceleste è straordinario". Entusiasmante la sua prima sinfonia all'Olimpico, emozionante già prima del fischio d'inizio per il significato del ritorno alla vita di ogni seggiolino. Mai così sentito e forte l'inno della Lazio cantato dal pubblico. Olympia in cielo, una bambina che saluta a centrocampo. Andrea Casta suona col violino "C'era una volta il West". C'è di nuovo l'Olimpico. Degnissimo, vivo.
► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Tris di primizie, quarantacinque minuti di fuoco, l'intero repertorio in mostra: l'attacco alla profondità, il tiro da fuori, il colpo di testa. Ciro show, la giostra del gol è ripartita. Monta in sella l'entusiasmo, Immobile cavalca la storia degli ultra-bomber. Si avvicina ai mostri sacri della Serie A con passi da gigante. I suoi numeri fanno paura, nessuno è al sicuro figuriamoci il malcapitato Spezia. La squadra di Thiago Motta ha avuto l'ardire di passare in vantaggio e scatenare l'ira del centravanti della Nazionale. Si è portato via il primo pallone della stagione: di chi, se non sua, la tripletta inaugurale del campionato? "Il merito va diviso equamente coi compagni perché mi mettono nelle condizioni di esprimermi al massimo. Dedico a loro questa tripletta", ha spiegato al triplice fischio. Somma reti e vittorie, non gli basta mica: "Peccato per il rigore, in quel momento mi sono detto tantissime cose... l'anno scorso ne avevo sbagliati quattro, non mi andava di riniziare così. Ho cambiato all'ultimo l'angolo di tiro e questo non paga. Mi rode un po', mi dà veramente fastidio fallire dagli undici metri". Accontentarlo è impossibile. E dire che in carriera non aveva mai segnato nelle due giornate di apertura. Da urlo. Aggiornare i numeri, please: 154 gol totali con la Lazio, è arrivato a -5 da Piola, il bomber dei bomber. In Serie A sono diventati 159 (considerando anche le precedenti esperienze con Genoa e Torino), staccati Riva, Mancini e Filippo Inzaghi (156), superato pure Toni (157). Prossimo obiettivo Boninsegna (163). Tutti avvertiti, non si pone limiti. Gli hanno chiesto del record di 36 timbri di Higuain con Sarri (condiviso), un pensiero gli ha attraversato la mente: "Ho iniziato a lavorare con il mister con grande entusiasmo, i suoi attaccanti hanno sempre fatto tantissimi gol, questo mi ha stimolato ancora di più. Non vedevo l'ora di conoscerlo e cominciare questo percorso insieme".
Per adesso media inglese: 1 gol fuori casa e 3 all'Olimpico. Il ritorno sugli spalti dei tifosi è stato un incentivo da aggiungere, uno stimolo ritrovato a un anno e mezzo di distanza: "Con la gente è ancora più bello, ci mancavano veramente tanto, abbiamo bisogno di loro. Devono essere sempre in tanti perché sarà un campionato difficile. Ci serve il loro supporto". Applausi. Dopo la sostituzione (minuto 81) si è meritato la standing ovation dei laziali: "La Curva è uno spettacolo, spero che piano piano le cose si aggiustino e che possano venire sempre più persone allo stadio. Il calcio è questo, è emozionarsi vedendo il pubblico". Capitano e trascinatore, leader tecnico e carismatico a prescindere dall'allenatore in panchina. Il suo ritmo è sempre stato tambureggiante. Sta vivendo un'estate da protagonista prolungata, accumula soddisfazioni, ne impila una sopra all'altra, non vuole interrompere i festeggiamenti iniziati in azzurro: "Ho vinto l'Europeo insieme ad altri 25 pazzi, sono contento di aver ripreso in questo modo con la Lazio". Famelico Immobile, stomaco pieno di successi e titoli da cannoniere. Eppure non si sazia. Ha ricominciato a banchettare nella nuova stagione, servito subito un tris di primizie. E siamo solo alla seconda.
Galleria di immagini sulle reti della gara | ||
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
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