Mercoledì 22 agosto 1973 - Frosinone, stadio Comunale - Frosinone-Lazio 0-5
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22 agosto 1973 - Amichevole pre-campionato 1973/74
FROSINONE: Recchia (67' Luciani), Filipponi (46' Cipriani), Massari, Verde, Montresor (46' Borrelli), Jannarilli (46' Caroletta), Masiello, Battista, Brunello, Monaco (80' Sorrentino), Palanca (85' Carbone). All. Mannocci.
LAZIO: Pulici, Facco, Martini (46' Petrelli), Wilson (46' Tinaburri), Inselvini, Nanni (46' Borgo), Garlaschelli (46' Chimenti), Re Cecconi (46' Labrocca), Chinaglia (71' Tripodi), Frustalupi (46' Mazzola), Manservisi (46' D'Amico). All. Maestrelli.
Arbitro: Esposito di Torre Annunziata (NA).
Marcatori: 25' Chinaglia, 38' Filipponi (aut), 40' Garlaschelli, 54' Petrelli, 76' Inselvini.
Spettatori: Stadio quasi esaurito: presenti oltre 8.000 spettatori, con folta rappresentanza laziale, per un incasso di circa 13 milioni di lire.
Note: Serata calda, terreno in buone condizioni, illuminazione discreta. Amichevole disputata nel quadro dell'accordo relativo al passaggio di Alberto Caroletta dalla Lazio al Frosinone.
Il Corriere dello Sport in prima pagina: "Chinaglia e D'Amico illuminano la LAZIO - Cinquina a Frosinone - Primo gol stagionale di Garlaschelli - Messa a fuoco !a nuova tormula d'attacco ed il sincronismo degli scambi".
Frosinone - Come a Viareggio, la Lazio arranca nel primo quarto d'ora per poi prendere un passo sciolto, spedito; come a Viareggio, la squadra titolare (quella del primo tempo) una volta trovate misure e posizioni giuste, macina gli avversari sotto la ruota dei gol; come a Viareggio, apre Chinaglia con un calcio di punizione al tritolo e c'è di mezzo un autogol.
Si allarga l'area dei cannonieri: a Chinaglia e Chimenti - i giustizieri delle prime due partite - si aggiunge la terza punta di Maestrelli, Garlaschelli. Buon segno, Garlaschelli brinda con il gol a capo di una prestazione che segna progressi sensibili rispetto alle prove di esordio. La sua intesa con Chinaglia - nell'interpretazione della nuova formula di attacco - è il rilievo maggiormente positivo della serata.
Le due punte stanno mettendo a fuoco il sincronismo resosi indispensabile con l'avanzamento della posizione del centravanti. Chinaglia e Garlaschelli hanno fatto ballare la rumba alla difesa frusinate con frenetici scambi di ruolo.
Intuibili, da quest'ultimo rilievo, le frequenti digressioni di Chinaglia sulle fasce laterali, presupposto numero uno al ruolo in un certo senso nuovo che egli ha assunto di uomo da ultima spiaggia. Operando con maggiore frequenza in zona-gol, Chinaglia trova stimoli che aveva smarrito nelle sfiancanti rincorse a centrocampo, più svelto nel dribbling, più agile, inquadra la porta con maggiore disinvoltura. Si è specializzato nelle punizioni dirette: è anche questo un segno di fiducia e di concentrazione. A Viareggio segnò entrambe le reti su calci piazzati, prima da trenta, poi da venti metri; stasera ha cominciato al 20' impegnando Recchia in una acrobatica deviazione sotto la traversa e finendo col fare centro cinque minuti dopo con una rasoiata a pelo d'erba, avendogli Frustalupi “acchittato” il pallone.
A Chinaglia si deve perdonare quel pizzico di egoismo (in una occasione, stasera, ha negato a Garlaschelli una sicura palla-gol) che è un po' il fiore all'occhiello dei cannonieri di razza. Tanto più che il suo non è un individualismo insistito, ma anzi piuttosto rarefatto. L'abbiamo visto cercare con frequenza la collaborazione di Nanni, sia nel dare che nell'avere: né trascura i centrocampisti, con i terzini che si inseriscono di sorpresa sulle fasce laterali, anzi li serve con lunghe e precise sciabolate che affettano la difesa.
Cinque gol in tre partite costituiscono un bottino rilevante anche avendo di fronte avversari di categoria inferiore. Sassolese, Viareggio e Frosinone hanno però offerto collaudi probanti, attraverso i quali la Lazio ha potuto filtrare una condizione vicinissima a quella giusta per affrontare i prossimi impegni di Coppa.
Soltanto la lievitazione del centrocampo appare un tantino più ritardata rispetto agli altri reparti. Frustalupi offre tesori di gioco, Nanni assolve già molto bene al doppio compito di ultimo suggeritore e di terzo “cecchino”, ma Re Cecconi è ancora fermo sulle gambe (colpa del risentimento muscolare o di un rodaggio incompiuto?), dal che viene spesso a mancare la spinta sulla verticale destra. Oltre tutto, Martini si ostina ad occupare zone di campo che non gli competono, a tutto detrimento dell'ordine e della fluidità di manovra. Maestrelli viene chiamato a sciogliere soltanto questi due nodi. Per il resto. può guardare al prossimo futuro con estrema serenità.
Sono venuti da Roma con bandiere e strumenti musicali per gustare in anteprima la Lazio. Tremila tifosi non hanno potuto attendere l'esordio casalingo di domenica prossima contro il Genoa, offrendo subito la sensazione che anche quest'anno alla Lazio non mancherà un solenne contributo di entusiasmo.
La cornice è stata completata dai laziali della Ciociaria, accorsi a gremire lo stadio. Quasi novemila persone hanno fatto un baccano d'inferno, ma non sono state deluse. La squadra ha ricambiato offrendo cinque gol e spunti di gioco apprezzabilissimi. L'orchestra, insomma, ha suonato in buona armonia e con toni appropriati. I solisti più attesi - Chinaglia, Frustalupi, Wilson, Pulici - non hanno commesso “stecche”. Facco se l’è cavata molto bene sia come stopper (sostituiva Oddi, che all'ultimo momento non ha potuto schierarsi in campo per un dolore alla coscia destra), che nel ruolo inedito di libero assunto nella ripresa; un esperimento interessante e suscettibile di “replay”, nel caso in cui dovesse mancare Wilson e perdurando l'indisponibilità di Polentes.
Inselvini, sinceramente, è piaciuto più nel secondo tempo nel ruolo di mediano che nel primo in quello di terzino (nonostante il numero 5 sulla maglia, ha giocato sull'ala sinistra). All'inizio di partita (11' e 14') ha commesso due svarioni (prima si è fatto beffare da Palanca, che per sua fortuna ha sciupato la conclusione, poi lo stesso Palanca gli ha strappato dai piedi un pallone ben recuperato) che hanno pregiudicato il suo rendimento. È apparso a suo agio soltanto quando ha avuto occasione di sganciarsi, facendolo con estrema velocità e raziocinio. Il gol di Garlaschelli è nato da una sua iniziativa. Nella ripresa, portatosi in area di rigore avversaria, ha persino firmato una pregevole marcatura. Infine, Manservisi. Ha toccato pochissimi palloni. mostrando però di sapersi rendere assai utile anche quando l'azione è lontana. È furbo nello smarcarsi, solerte nel portare via avversari e compagni e nel creare varchi improvvisi.
Nella ripresa, la Lazio ha cambiato completamente volto. Si è rivisto Petrelli, tornato all'ovile con l'intenzione di rimanervi. Grande impegno nei primi minuti e gran gol su invito di Chinaglia; poi una leggera flessione alla distanza, dovuta probabilmente all'interruzione degli allenamenti.
Delle riserve, ha destato impressione eccellente anche il giovane Borgo. Se non fosse biondo, faresti fatica a seguirlo. Tale è la frequenza con cui vola da una parte all’altra del campo. La dinamica è la sua caratteristica più marcata, ma sa correre con cervello e marca bene, e si inserisce appropriatamente, e recupera con velocità e determinazione straordinaria. Chimenti è bravino, pulito, ma ancora troppo tento e - stasera - persino sorprendentemente egoista, laddove non ha ancora la stoffa ed i trascorsi di un Chinaglia per esserlo. La Brocca si è disimpegnato con onore alle costole del migliore attaccante del Frosinone, anche Tinaburri se l'è cavata bene. Mazzola ha offerto spunti da “cervellone” che non sempre, purtroppo, sono stati captati dai giovani compagni. Ma persino un uomo della sua esperienza ha dovuto cedere la bacchetta di direttore d'orchestra a D'Amico, impegnatissimo a smentire Maestrelli dichiaratosi piuttosto scettico (forse ad arte) sulla grinta e la “tenuta” del ragazzo.
Raramente avevamo visto D'Amico battersi con tanto ardore, catapultarsi su ogni avversario in possesso del pallone fino a provocare un numero considerevole di punizioni. Nella sua zona (non sempre vi è rimasto: ha corso dove si accendeva ogni focolaio di gioco) ha dettato temi da leccarsi i baffi: suggerimenti da trenta metri al millimetro, palle da gol dal limite dell'area di rigore, una delle quali ha fruttato ad Inselvini l’ultima marcatura. Prestazione rilevantissima, la sua, soprattutto perché fatta di ingredienti nuovi, proprio quelli di cui gli si rimproverava la mancanza. Tripodi, l'ultimo entrato al posto di Chinaglia, ha sfruttato il breve tempo a disposizione per sottolineare la buona scuola già rivelata nelle partitine di Pievepelago.
Il Frosinone di Umberto Mannocci - vecchio nocchiere laziale - ha avuto il merito di costringere la Lazio ad un impegno da campionato. Squadra robusta assai, nonostante le assenze di tre titolari (Vescovi, Buttino e Spaziani) bloccati dal servizio militare. Mannocci giura che Spaziani, un terzino, è un campioncino in erba. Ha fatto spicco il centravanti Brunello, più giovane di quel che la sua “pelata” vorrebbe dimostrare. 26 anni, trattato nello scorso luglio proprio dalla Lazio E' un ragazzo in costante movimento, molto abile nel gioco aereo, prontissimo nel tiro e nello smarcamento. Con lui ha legato bene Palanca, acquistato dal Camerino, un osso durissimo per Inselvini. Insomma, è un tandem di attacco che dovrebbe cavar fuori parecchi gol.
A centrocampo, Monaco ha diretto le operazioni con acume. È un elemento assai quotato, il Frosinone ne ha pagato 25 milioni la comproprietà con la Massese. Masiello, italo-inglese prelevato dall'Almas, è apparso ancora lontano dal rendimento cui aveva abituato i suoi estimatori romani. La difesa è apparsa un tantino a disagio di fronte alle punte laziali. Soprattutto la coppia centrale (Montresor-lannarilli) va rivista in fretta. Dei terzini, Filipponi se l'è cavata molto bene.
Alle spalle di tutti, ha fatto ancora una volta buona guardia l'intramontabile Recchia, 38 anni, anch'egli un ex laziale. Sulla punizione di Chinaglia che vi abbiamo già descritto ha mostrato la flessibilità di reni di un ragazzino.
I gol. 25': Re Cecconi esegue il suo pezzo di bravura pescando Nanni smarcato a 40 metri di distanza: stop del mediano atterrato, al momento del tiro, da lannarilli: Frustalupi tocca a Chinaglia evitando la barriera, gran botta rasoterra nell'angolino alla destra di Recchia. 38': scende in dribbling Chinaglia, filtra tra le maglie della difesa, interviene alla disperata Filipponi, che però colpisce male spedendo un pallonetto nell'angolino alto alla destra del portiere. 40': incursione di Inselvini, contrasto, Nanni riceve un pallone ballonzolante ai limite dell'area, pronta la “bomba” del mediano che picchia violentemente sotto la traversa, rimbalza a terra, e per Garlaschelli è un gioco da ragazzi controllarla e depositarla in rete.
Ripresa. 9': D'Amico-Chinaglia, giravolta del centravanti che a volo smarca Petrelli arrembante sulla sinistra, tiro in corsa che fulmina Recchia. 31': calcio d'angolo battuto corto da Borgo su D'Amico, pronto smistamento su Inselvini che al volo scuote la rete.