Domenica 6 aprile 2025 - Bergamo, stadio Gewiss - Atalanta-Lazio 0-1
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6 aprile 2025 – Bergamo, stadio Gewiss - Campionato di Serie A, XXXI giornata - inizio ore 18.00
ATALANTA: Carnesecchi, Djimsiti, Hien, Kolasinac, Bellanova, Ederson (78' Brescianini), De Roon, Zappacosta, Cuadrado (58' De Ketelaere), Retegui (75' Maldini), Lookman (75' Samardzic). A disposizione: Rui Patricio, Rossi, Ruggeri, Pasalic, Sulemana. Allenatore: Gasperini.
LAZIO: Mandas, Lazzari, Gila, Gigot (68' Provstgaard), Nuno Tavares (35' Pellegrini), Rovella, Belahyane, Tchaouna (46' Isaksen), Dele-Bashiru, Zaccagni (68' Noslin), Dia (84' Vecino). A disposizione: Provedel, Furlanetto, Pedro, Castellanos, Hysaj, Basic, Marusic. Allenatore: Baroni.
Arbitro: Sig. Chiffi (Padova) - Assistenti: Sigg. Scatragli e Bahri - Quarto uomo: Sig. Marinelli - V.A.R.: Sig. Di Paolo - A.V.A.R.: Sig. Abisso.
Marcatori: 54' Isaksen
Note: esordio in serie A e in una competizione ufficiale con la maglia della Lazio per Oliver Provstgaard. Ammonito 40' Rovella, 77' Kolasinac, 88' Lazzari. Angoli 11 a 4. Recuperi: 4' p.t., 6' s.t.
Spettatori: 22.731, per un incasso di euro 553.680,81. Circa mille tifosi biancocelesti presenti nel settore ospiti.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► Il Corriere dello Sport titola: .
Prosegue il quotidiano sportivo romano:
• Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano: .
• Il Tempo titola: “Riscatto Lazio”. Continua il quotidiano romano: “Blitz a Bergamo. I biancocelesti si rialzano dopo un periodo nero e restano in lotta per i posti in Champions. Decide Isaksen, Atalanta piegata e sempre più in crisi. Ottima prova delle seconde linee. Esordio di Provstgaard”.
Bentornata Lazio. Nel momento peggiore tira fuori gli artigli e passa a Bergamo rilanciandosi nella lotta per i posti in Champions League (nono successo esterno in campionato e sesta posizione in classifica). E proprio grazie all'impresa biancoceleste contro un'Atalanta sempre più in crisi di gioco e di risultati, sono diventati due per la gioia di tante squadre in quell'area di classifica. Dopo tre mesi in apnea, la squadra di Baroni si ritrova al Gewiss Stadium fornendo una prestazione difensiva perfetta. Modello Napoli, stessa partita vigorosa come quella vinta al Maradona a dicembre, stesso marcatore: 0-1 gol di Isaksen. Una prova super che regala tante buone notizie a Baroni riportando la Lazio a tre punti dal terzo posto occupato proprio dai bergamaschi. Stavolta il danese decide una sfida equilibrata e piena di insidie all'inizio della ripresa. Rilancio del portiere Mandas, sponda area di Dele-Bashiru, appoggio di Isaksen nella porta di Carnesecchi: tre punti preziosi nella lotta per l'Europa e morale ritrovato in vista dei prossimi impegni. A cominciare dalla doppia sfida nei quarti di finale contro il Bodo e in mezzo c'è il derby domenica. Una settimana decisiva per le ambizioni della Lazio che ci arriva rinfrancata dalla vittoria di Bergamo.
È stato il successo delle seconde linee, colpevolmente ignorate dal tecnico biancoceleste negli ultimi tempi. Mandas (23 anni) ha fatto una parata straordinaria su Retegui poco prima del gol decisivo, è stato un gigante nella sua area di rigore aiutando una squadra che ha lavorato di reparto dall'inizio alla fine. Oltre al giovane portiere, ha convinto anche Belahyane, aiutato da uno strepitoso Rovella ma che ha saputo offrire un contributo importante per i compagni. Poi c'è Dele-Bashiru, fondamentale per l'assist e capace con i suoi strappi di tenere impegnata la stralunata difesa atalantina (Hien e Djmsiti in costante affanno sulle ripartenze della Lazio). Infine, ottimo l'esordio del “danesino” Provstgaard (20 anni) gettato nella mischia quando Gigot ha alzato bandiera bianca nel cuore di una ripresa. Da sottolineare l'ingresso di Luca Pellegrini al posto di Tavares fermato dai soliti problemi muscolari: una prova convincente che fa crescere i rimpianti per la lista Uefa dove non figura così come il collega Belahyane. Tant'è, la Lazio si riscatta, Baroni organizza una gara tatticamente perfetta e soprattutto torna a coinvolgere tutta la rosa e ne riceve una risposta importante anche per un finale di stagione che si annuncia ricco di impegni. Anche fisicamente la squadra è sembrata più brillante nonostante le assenze di Guendouzi e Castellanos. Ora testa solo a Bodo, poi il derby ma c'è da fare una partita seria per uscire dal campo norvegese con un risultato positivo.
• La Gazzetta dello Sport titola: “Scatto Lazio, la Dea è a terra”. Continua il quotidiano: “Atalanta altro ko. Isaksen, rilancio per la Champions. Nerazzurri al terzo stop consecutivo. Il gol del danese vale il -1 da Bologna e Juventus".
È sparita l’Atalanta ed è sparita allo Stadium di Torino, la notte della grande illusione, il 9 marzo: un 4-0 che aveva alimentato il pensiero infuocato di uno scudetto impossibile e provando a saltarci sopra la squadra di Gasperini si è improvvisamente sgonfiata. Come se avesse finito per bruciare se stessa, più che quel sogno. Il problema è che sta rischiando seriamente di bruciare anche l’obiettivo Champions League: la Juve si è avvicinata ieri (anche se è in svantaggio negli scontri diretti), il Bologna in teoria può sorpassarla stasera. Ma, con altre sette partite da giocare, ancor più che la classifica preoccupa la sua caduta verticale: di risultati, di rendimento, di tenuta mentale più che fisica, anche se pure stavolta non ha ritrovato la brillantezza che negli anni passati la faceva volare in primavera.
Fiducia. Lazio Ieri, nella sfida fra malaticce, ha affrontato una squadra quasi più in crisi di lei, sicuramente con altrettanti problemi di organico. Ma proprio nel giorno dell’ultima chiamata, la Lazio è stata più chirurgica quando ha avuto la sua chance per segnare e più ordinata nella gestione del vantaggio. E di una vittoria che ora le consente di fare di nuovo pensieri europei interessanti (quali si vedrà, intanto ora ha scontri diretti migliori, in caso di arrivo a pari punti con l’Atalanta), ma soprattutto di presentarsi alla doppia sfida dei quarti di Europa League e al derby con tutt’altra fiducia. Baroni, che a Bergamo aveva già esultato con Lecce e Verona, ha avuto il merito di proporre una Lazio finalmente solida dietro (solo alla 6a gara su 31 senza prendere gol) e sicuramente più lucida di quanto lo sia stata l’Atalanta nel cercare di rimettere perlomeno in equilibrio la partita.
Senza spunti. Dopo il gol di Isaksen ha avuto più di 40’ per cercare il pareggio, ma proprio nella ripresa si è visto il suo lato più oscuro, quello di una squadra che ha perso ferocia e soprattutto pulizia delle sue soluzioni offensive e ha chiuso un’altra gara con il portiere migliore in campo. Al di là di una buona chance per Retegui (che ha tirato un po’ addosso a Mandas, senza riuscire ad angolare abbastanza) sullo 0-0, una volta sotto la Dea ha avvicinato spesso l’area, ma senza mai trovare la giocata vincente: solo un tiro morbido di Zappacosta e nel finale un colpo di testa fuori di Brescianini. All’andata all’Olimpico fu lui a raddrizzarla al minuto 88, rinviando in extremis la sconfitta, ma non l’inizio di una flessione che forse è iniziata proprio lì.
Il cambio stregato. Di sicuro dalla fine di dicembre (per la precisione il 22, con la vittoria sull’Empoli) quello che era un incantesimo è diventato il tabù del Gewiss. Da più di vent’anni (2004) non succedeva all’Atalanta di non segnare per quattro partite di fila in casa, dove ha bruciato sette occasioni senza vincere, quasi sfidando la pazienza dei tifosi. Da più di dieci anni (2014) non faceva zero punti per tre partite consecutive in campionato, e senza trovare la via del gol. Ieri con la beffa di “perdere” Lookman per un cambio sbagliato, perché doveva uscire Ederson e non lui. Ma è difficile e soprattutto inutile dire cosa sarebbe cambiato: sicuramente si è avuta la conferma delle difficoltà che oggi ha la squadra di Gasperini se non si sblocca presto, e non c’era riuscita neanche in coda a un primo tempo che si era chiuso senza uno straccio di tiro in porta del secondo e del terzo attacco del campionato. La partita bruciava, e per 45’ era stato chiarissimo.
Un altro errore. Poco efficace stavolta il Cuadrado alto a destra, con Bellanova alle sue spalle anche per limitare Tavares, che si era visto a Torino; poco pungenti il tourbillon di posizioni dei quattro uomini offensivi di Baroni e le ripartenze laziali. Classica gara da “chi segna per primo vince” e lo ha fatto la Lazio, ma solo grazie ad un altro errore - come con l’Inter e la Fiorentina - che ha fatto svoltare in peggio la gara dell’Atalanta. Ancora di Hien: su lancio lungo di Mandas, lo svedese ha perso il contatto con Dele-Bashiru e la visuale della palla, pagando un’incomprensione con Kolasinac, che scivolando ha aggiunto incertezza a incertezza. Il bosniaco a sua volta ha lasciato Isaksen libero di sfruttare l’invito del nigeriano (che alla Dea aveva già fatto male segnando all’Olimpico), per il 16° gol di un subentrato. Quelli che stanno mancando terribilmente a Gasperini. Ma non solo quello.
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Marco Baroni ha convocato i seguenti calciatori:
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