Domenica 26 gennaio 2025 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 1-2

Da LazioWiki.

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26 gennaio 2025 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXII giornata - inizio ore 20.45

LAZIO: Provedel, Marusic, Gila, Romagnoli, Pellegrini (66' Hysaj), Dele-Bashiru (46' Rovella), Guendouzi, Isaksen (46' Pedro), Dia (80' Noslin), Zaccagni, Castellanos. A disposizione: Mandas, Furlanetto, Gigot, Tchaouna, Castrovilli, Basic, Ibrahimovic. Allenatore: Baroni.

FIORENTINA: De Gea, Dodò (76' Parisi), Pongracic, Ranieri, Gosens, Adli (63' Comuzzo), Mandragora, Beltran, Gudmundsson (76' Sottil), Folorunsho (86' Richardson), Kean. A disposizione: Terracciano, Martinelli, Leonardelli, Valentini, Moreno, Caprini, Harder, Kouamè. Allenatore: Palladino.

Arbitro: Sig. Rapuano (Rimini) - Assistenti: Sigg. Peretti e Passeri - Quarto uomo: Sig. Sacchi - V.A.R.: Sig. Fabbri - A.V.A.R.: Sig. Meraviglia.

Marcatori: 11' Adli, 17' Beltran, 90'+2' Marusic.

Note: ammonito 62' Palladino, 63' Adli, 70' Dodò, 71' Mandragora, 90' Baroni. Espulso al 63' Adli, 90'+4' Baroni, al 90'+6' Palladino. Angoli 14-2. Recuperi: 2' p.t., 9' s.t.

Spettatori: 35.000 circa.


Fisayo Dele-Bashiru
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Gustav Isaksen
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Boulaye Dia
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Matteo Guendouzi
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Mattia Zaccagni
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Pedro
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Luca Pellegrini
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Adam Marusic
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Mario Gila
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Valentin Castellanos
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I calciatori convocati per la partita odierna

► Il Corriere dello Sport titola: “E rinata la Fiorentina”. Prosegue il quotidiano sportivo romano: “I viola sorprendono Baroni (Adli e Beltran a segno, palo di Gudmundsson), poi resistono all’assalto della Lazio: Marusic segna al 92’, Pedro colpisce il palo all’ultimo tiro. Il primo tempo segna la partita: Palladino (rientrato in corsa per la Champions) azzecca tutto e mette sotto i biancocelesti, che in un finale incandescente sfiorano la rimonta”.

La Lazio si è svegliata tardi, la Viola è risbocciata, sbancando l’Olimpico con le firme di Adli e Beltran. Due gol in 17 minuti e difesa di ferro. Marusic ha provato invano a riaprirla dentro un recupero caotico, nervoso e lunghissimo.

Finale da brividi. Una paratona di De Gea ha impedito la doppietta al montenegrino e il palo interno, all’ultimo secondo, ha respinto la sassata di Pedro. Sarebbe stato il 2-2. La palla ha danzato sulla linea senza entrare. Rapuano, al 98', ha fischiato. Erano stati espulsi Adli (condotta antisportiva, due gialli dopo il cambio in pochi secondi, un record), Baroni e Palladino per proteste. La Fiorentina non vinceva in campionato da inizio dicembre. Successo limpido, ottimo primo tempo, pura resistenza nella ripresa. Ora è di nuovo a ridosso della Juve. La Lazio può solo rimproverare se stessa. Ha perso l’occasione per staccare la concorrenza e all’Olimpico, parlando di Serie A, non riesce più a imporsi. L’ultima vittoria (sul Bologna) risale a fine novembre. Baroni ha buttato i primi 45 minuti, compromettendo la partita. Settimo ko in campionato.

Doppietta. Quando vede la Lazio, Palladino svolta e cambia modulo. Al Franchi era passato nell’intervallo alla difesa a quattro rimontando dopo un primo tempo da incubo. All’Olimpico ha indovinato il piano di partenza prendendo le fasce: 4-4-2 con Folorunsho e Beltran pronti a ripiegare davanti a Dodo e Gosens. Giusta la scelta di rilanciare Pongracic. Il croato ringhiava come all’Europeo in Germania. Tutta la Viola mordeva, disegnando duelli individuali. Gli esterni hanno ripagato Palladino costruendo due gol in sei minuti. Mandragora ha soffiato palla a Marusic, imbucata di Beltran, Gosens si è inserito e sul suo cross Adli ha colpito al volo, sorprendendo Provedel. Lo 0-2 è nato sulla corsia opposta. Lancio di Pongracic (senza pressione), bravo Folorunsho, Zaccagni ha mollato Dodo, Pellegrini in scivolata, cross del brasiliano, Beltran ha incornato a porta vuota.

Solo possesso. Poca Lazio, lenta, mai capace di sveltire la manovra o pressare. Rovella in panchina, regia zoppa. La Viola era aggressiva e compatta, sotto la linea della palla. Non la serata ideale per Dele-Bashiru, più scattista che ragionatore, ma tutta la squadra biancoceleste era sotto ritmo. Per la prima volta è sembrato che Baroni avvertisse il peso dell’Europa League. Solo tre cambi (compreso il portiere) rispetto alla Real Sociedad. Mancava la spinta poderosa di Tavares, Dia e Taty intercettati ogni volta, Zaccagni si dannava invano, pallido Isaksen. Solo mischie e possesso (63%) senza vere occasioni. Il palo, invece, ha salvato Provedel sulla rovesciata di Gudmundsson evitando il possibile 0-3.

Resilienza. Dopo l’intervallo Baroni ha inserito Rovella e Pedro nel tentativo di produrre la scossa. La Lazio ha alzato il ritmo. Dentro una partita spezzettata, la Viola ha continuato a lottare su ogni pallone. Due recuperi prodigiosi di Gosens su Pedro e Rovella, Ranieri ha murato Dia, il palo ha salvato De Gea sulla spallata del senegalese. Palladino, con l’ingresso di Comuzzo, ha sposato di nuovo la difesa a tre, perdendo metri e fasce. Marusic, servito da Hysaj, l’ha riaperta in mischia. Pedro ha timbrato il palo, certificando il rilancio della Viola. Due confronti diretti, 6 punti per Palladino.


Il Messaggero titola: “La Lazio frena nella notte dei rimpianti”. Prosegue il quotidiano romano: “Inatteso ko con la Fiorentina: sbagliano tutti, a partire dal tecnico (anche espulso). Sfortunato forcing nel finale: segna Marusic nel recupero e clamoroso palo di Pedro. Decidono i gol di Adli e Beltran, pesante l’errore di Provedel. Contestata l’iniziale assenza di Rovella escluso per un lutto”.

Roma - Dalle luci abbaglianti dell’Europa all'appuntamento al buio. Ci risiamo, la Lazio crolla di nuovo. E lo fa in uno scontro diretto, nella giornata peggiore, quella in cui era attesa la fuga su Bologna e Juve al quarto posto. Invece i biancocelesti risucchiano anche la Fiorentina (ora a -3) nella corsa Champions. Andata e ritorno all'inferno, due ko. I viola di rabbia ritrovano il successo con Adli e Beltran, dopo sei gare con appena due punti, e Palladino sul patibolo. Stavolta sotto processo finisce Baroni, dopo appena quattro giorni di elogi infiniti per il trionfo europeo. Non basta la reazione della Lazio: i cambi danno una scossa, ma insieme al timbro di Marusic al 92’ e al palo di Pedro sul gong fanno aumentare il rimpianto.

La scelta. La novità (contestata) della serata è infatti Dele-Bashiru al posto di Rovella a centrocampo. Contro la Real Sociedad era stato ignorato il nigeriano, tanti si sarebbero aspettati rotazioni al contrario, ma un lutto del regista (sabato la morte della zia) spinge Baroni a escluderlo nella gara più importante del campionato. Solo tre variazioni biancocelesti rispetto all'undici di giovedì sera, dentro anche Provedel e Pellegrini (al posto dell'infortunato Tavares) nel 4-2-3-1. Fiorentina a specchio con il nuovo acquisto Folorunsho, Gudmundsson e Beltran dietro Kean in attacco. Taty lo sfida subito con una girata deviata da Pongracic sul fondo. I biancocelesti sembrano avere lo stesso approccio europeo, convinto e aggressivo, ma invece cadono al primo pallone perso sulla trequarti da Marusic, lento e troppo ingenuo. Beltran crossa al centro area, quasi un passaggio al volo di Adli sorprende Provedel in contro tempo e in colpevole ritardo. Il portiere indica la visuale coperta da Pellegrini, a sua volta disastroso su Dodò subito dopo. Il terzino viola entra incontrastato a destra e regala a Beltran un traversone perfetto per il raddoppio, lo specchio è completamente libero. Un altro crollo emotivo, due gol subiti (ora sono 10 nei primi 20') dopo appena 17', come nel derby del 5 gennaio. La reazione biancoceleste s'intravede solo in una conclusione sballata dalla distanza di Pellegrini e nelle corse di Guendouzi a tutto campo. De Gea è inoperoso. In contropiede la Fiorentina sfiora persino il tris con una rovesciata di Gudmundsson finita sul palo.

La reazione. Subito in campo Rovella nel secondo tempo. Dele-Bashiru esce confuso e spaesato. Pedro rileva Isaksen per tentare la rimonta a ogni costo. La Fiorentina ripiega tutta all'indietro, la Lazio prova ad aggirarla con il palleggio (possesso del 71%) alla disperata ricerca del varco giusto. Dia e Castellanos girano male e a vuoto, Zaccagni non riesce mai a trovare un guizzo. La pazienza biancoceleste dura poco, Gila fa partire due tiri sballati dalla distanza, senza senso. Palladino sembra comunque preoccupato e decide di tornare al 4-4-1-1 con Comuzzo. Adli esce e scalcia un pallone in Montemario: l’arbitro Rapuano gli sventola in panchina il secondo giallo. Proteste viola sull’episodio e anche su una sospetta carica di Castellanos ai danni De Gea, dopo un punizione di Pedro spizzata da Dia e finita sul palo.

La Lazio pressa, attacca, ma conquista solo sterili corner e soprattutto non vede mai lo specchio della porta (appena tre volte su 22 conclusioni) per andare a bersaglio. Fuori Dia, Baroni lo sostituisce con Noslin, segna Pedro quando il pallone è già oltre la linea di fondo: centro annullato e giallo. Il gol della bandiera biancoceleste arriva solo con Marusic al 92’, De Gea mura il suo piattone all’ultimo minuto, non c’è più tempo. Anzi no, c’è il clamoroso legno sul tiro al volo di Pedro sul triplice fischio. Palladino e Baroni espulsi per proteste, vince il primo sfruttando un altro inizio biancoceleste da film horror. Con trenta reti incassate e l’undicesima difesa di questo campionato (come il Genoa) sarà dura conservare il quarto posto. Manca dal 24 novembre la vittoria all’Olimpico in campionato. Terza sconfitta di seguito dopo la Coppa (Parma e Inter), è folle puntare tutto e solo sulla finale di Bilbao.


Il Tempo titola: “Frenata Champions”. Prosegue il quotidiano romano: “La Lazio cade con la Fiorentina che vince lo scontro diretto. Adli e Beltran in meno di 20 minuti poi l’assalto biancoceleste. Marusic accorcia nel finale, poi il clamoroso palo di Pedro sull’ultima azione del match”.

Poca Lazio, stanca e confusa: la Fiorentina passa all'Olimpico, sfrutta la serata negativa della squadra di Baroni e infligge ai biancocelesti la settima sconfitta in campionato. La frenata Champions è dolorosa, per colpa della solita partenza da libro degli orrori condita dai gol di Adli e Beltran, inutile la rete nel finale di Marusic ma deve far riflettere il pericoloso digiuno casalingo (due pareggi e due ko nelle ultime quattro uscite). Nella Lazio a sorpresa non c'è Rovella che va in panchina. Al suo posto Baroni schiera Dele-Bashiru (Vecino non si vede da quasi tre mesi) accanto a Guendouzi. Indisponibili anche Patric, Lazzari e soprattutto Tavares, fermatosi in settimana nella gara di coppa. Fiducia alla formula più offensiva con Isaksen, Dia e Zaccagni alle spalle di Castellanos. Sull’altro fronte Palladino rilancia Pongracic per blindare la difesa che ha sofferto negli ultimi tempi (due punti in sei partite). In attacco Kean con Beltran e Gudmundsson, c'è anche l'ex Folorunsho che avrebbe potuto giocare questa sfida con la maglia biancoceleste ma la trattativa di mercato non è poi decollata. Pochi spettatori anche per colpa di prezzi folli (40 curo la curva quello più basso), circa trentacinquemila in un Olimpico troppo grande per la Lazio.

Si parte con i biancocelesti che ripetono l'approccio del derby e della sfida interna col Como: sconclusionati e arruffoni, per la Fiorentina è un gioco da ragazzi segnare due reti senza nemmeno accorgersene. Prima Adli calcia indisturbato dentro l'area di rigore e realizza un gol facile facile, poi Beltran sfrutta il cross di Dodo per lo 0-2. Ancora palo di Gudmundsson e poca Lazio confusa e sorpresa dai lanci lunghi della Fiorentina che ha studiato un piano gara diverso dal solito. All’intervallo si va tra i fischi dell'Olimpico e con la certezza che Baroni debba cambiare qualcosa per rialzarsi dal torpore in cui è caduta. Dentro Pedro e Rovella per Isaksen e Dele-Bashiru, la Lazio va a caccia dell’episodio per riaprire la gara.

Adesso è un'altra partita, la Fiorentina si arrocca in difesa, i padroni di casa vanno all’assalto con la stanchezza della gara europea nelle gambe. Palladino si chiude, dentro Comuzzo per Adli e, poco dopo, anche Sottil e Parisi. Il palo in mischia colpito dal Taty fa capire che la serata è maledetta anche per un arbitraggio di Rapuano che agevola le perdite di tempo continue dei viola. Le idee sono confuse (dentro anche Hysaj e Noslin nel finale), solo tanti cross in un'area intasata e piena di maglie rosse. Nel recupero la Lazio trova il gol dell'1-2 che aumenta la rabbia per quell'avvio e il palo al 98’ di Pedro spegne le speranze di un pari in extremis. Non era la notte giusta per portare a casa un punto. Ora la gita a Braga per chiudere al primo posto il mega girone a Europa League, poi la trasferta di Cagliari per riprendere la marcia in campionato.


La Gazzetta dello Sport titola: “Viola Park. Lazio ferma al palo”. Continua la "rosea": “Adli e Beltran in gol. Colpo Fiorentina. Che caos nel finale. Ospiti avanti, la partita si accende nel recupero: al 92’ accorcia Marusic poi Pedro al 98’ sfiora il pari. Espulsi Baroni e Palladino, che torna a vincere dopo un mese e mezzo”.

Meglio di un’aspirina. Per la seconda volta la Fiorentina malata trova la medicina giusta nella sfida con la Lazio. All’andata ottenne il primo successo dopo un inizio con 3 punti in 4 giornate. E ieri ha riscoperto la vittoria che mancava dall’8 dicembre e che con un tremebondo finale ha messo in discussione. La Lazio, colpita due volte e quasi affondata nel primo tempo, non aveva mai tirato in porta fino al 92’, poi ha segnato e colpito un palo clamoroso, ma deve accettare il verdetto: quarto k.o. negli ultimi dieci turni e il dubbio legato alle scelte del suo allenatore, che, rispetto al solito, non ha fatto turnover dopo l’impegno europeo schierando otto undicesimi della formazione titolare di giovedì. Palladino ha nuovamente sorpreso Baroni dal punto di vista tattico e la chiave della sfida è proprio qui. Se all’andata aveva schierato per la prima volta la difesa a quattro, ieri ha disegnato un 4-4-2 molto intelligente e ben eseguito nelle due fasi. L’intento difensivo era la chiusura delle corsie laterali, ossia la zona di campo in cui la Lazio costruisce solitamente il gioco e dove semina per raccogliere le vittorie. Folorunsho a destra e Beltran a sinistra sono sempre stati molto attenti a coprire le discese dei terzini e a raddoppiare sulle ali. Gudmundsson, invece, stazionava vicino a Kean per sfruttare gli spazi in ripartenza. Quando il possesso era viola, Dodo e Gosens si sovrapponevano agli esterni di centrocampo creando superiorità numerica e andando al cross.

Idee chiare. Si è intuito subito che la gara sarebbe stata ben diversa da quanto ci si attendeva. La Fiorentina copre bene tutto il campo e la circolazione della Lazio è lenta e prevedibile. Gudmundsson calcia alto da lontano: nessuna paura per Provedel, ma la sensazione che i viola non si limiteranno a contenere. E infatti all’11’ ecco il gol che spiega il lato A del piano di Palladino: la Lazio prova a salire sulla destra, ma Marusic, opportunamente chiuso sulla linea laterale, si fa scippare il pallone che Gudmundsson e Beltran recapitano a Gosens: cross dal fondo e volée vincente di Adli, non seguito da nessuno. Il raddoppio, al 17’, racconta il lato B della strategia della Fiorentina: lancio a destra su Folorunsho che aspetta la sovrapposizione di Dodo. Dribbling secco su Pellegrini e cross perfetto sulla testa di Beltran. E la Fiorentina ha fatto così bene i compiti da sfiorare il tris e quindi il k.o. tecnico prima dell’intervallo (34’): altra fuga con cross di Dodo, torre di Kean e mezza girata di Gudmundsson sul palo. La Lazio reagisce creando qualche mischia, ma torna negli spogliatoi senza aver mai centrato la porta di De Gea.

Reazione tardiva. Baroni pesca subito dalla panchina Rovella e Pedro in cerca di idee ed energie. Ma è una serata in cui, a parte la volontà, c’è ben poco: tanti angoli, nessuna conclusione. Palladino, che ritrova un ottimo Pongracic, cambia gli esterni mettendo a destra Comuzzo terzino e Dodo davanti a lui (poi chiuderà Sottil come ala) e a sinistra Parisi coperto da Gosens. La Lazio si innervosisce per le perdite di tempo, ma il responsabile del caos finale è soprattutto l’arbitro Rapuano, incapace di gestire la gara e autore di molti errori. Adli viene espulso dopo essere stato sostituito perché, già ammonito, calcia via un pallone. Anche ai due tecnici verrà mostrato il cartellino rosso. I sei minuti aggiuntivi (poi diventati otto) non sono proporzionati al tempo perso, ma fino a quando anche in Italia non verranno introdotti i maxi-recuperi che vediamo in Premier League assisteremo sempre di più a certe scene.

Il nervosismo trasmette comunque l’ultima scarica di adrenalina alla Lazio che al 47’ segna con Marusic (torre di Romagnoli: in area piccola ci sono tre laziali e sette viola, stile presepe vivente), al 50’ costringe De Gea all’unica vera parata della serata ancora su Marusic e al 53’ colpisce un palo interno con Pedro mentre il portiere osserva terrorizzato la traiettoria del pallone: fuori. La Fiorentina così festeggia e adesso il gruppetto delle squadre in lotta per il quarto posto (e in attesa di scoprire se anche il quinto regalerà il biglietto per la Champions) è abbastanza compatto. Lazio, Juve, Fiorentina, Milan e Bologna sono iscritte alla volata e la Roma aspetta qualche rallentamento per coltivare il suo sogno. Sarà una primavera molto calda.




La formazione biancoceleste:

La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Marco Baroni ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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