Giovedì 23 gennaio 2025 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Real Sociedad 3-1

Da LazioWiki.

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23 gennaio 2025 – Roma, stadio Olimpico - Europa League – Fase Campionato, VII giornata - inizio ore 21.00


LAZIO: Mandas, Marusic, Gila, Romagnoli, Nuno Tavares (43' Dele-Bashiru), Guendouzi, Rovella, Isaksen (55' Noslin), Dia (76' Balde), Zaccagni (55' Tchaouna), Castellanos (46' Pedro). A disposizione: Provedel, Furlanetto, Zazza. Allenatore: Baroni.

REAL SOCIEDAD: Remiro, Aramburu, Zubimendi (46' Elustondo), Aguerd (70' Pacheco), Munoz, Kubo (46' Barrenetxa), Zubimendi, Mendez (35' Lopez), Oyarzabal (46' Marin), Sucic, Becker. A disposizione: Marrero, Odriozola, Oskarsson, Olasagasti, Gomez, Turrientes, Martin. Allenatore: Alguacil.

Arbitro: Sig. Visser (Belgio) - Assistenti Sigg. Vanyzere e Nijssen - Quarto uomo Sig. Bourdeaud'hui - V.A.R. Sig. Dieperink (Olanda) - A.V.A.R. Sig. Higler (Olanda) – Delegato UEFA Sig. - Osservatore arbitro Sig.

Marcatori: 5' Gila, 32' Zaccagni, 34' Castellanos, 82' Barrenetxea

Note: esordio in una competizione ufficiale con la maglia della Lazio per Mahamadou Balde. Ammonito 7' Rovella, 12' Munoz, 39' Zubimendi, 53' Zaccagni. Espulso al 30' Munoz per doppia ammonizione. Angoli 3 a 3. Recuperi: 3' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 25 mila circa.


La formazione
L'esordiente Mahamadou Balde

I calciatori convocati per la partita odierna

► Il Corriere dello Sport titola: “La capolista se ne va”. “La Lazio annienta la Real Sociedad (in 10 per un’ora) con uno splendido primo tempo: Gila, Zaccagni e Castellanos a segno. Tavares, assist e infortunio”

Standing ovation, tutti in piedi per la Lazio, regina di Europa League. Che spettacolo, un godimento assoluto. Tre gol per spedire al tappeto la Real Sociedad, primo posto blindato con 19 punti e una differenza reti (+13) di fatto irraggiungibile per Bilbao e Francoforte, le inseguitrici a quota 16, negli ultimi 90 minuti. Deve succedere qualcosa di inimmaginabile per ribaltare la classifica.

Manca solo il timbro della matematica per celebrare il capolavoro di Baroni, entrato nella scia dell’Atalanta di Gasperini, campione uscente a Dublino. Un’impresa pazzesca e impensabile solo pochi mesi fa, senza trascurare il passo avanti per il ranking italiano, punti buoni nel duello con le spagnole per guadagnare la quinta squadra nella prossima Champions. La Lazio si è garantita gli ottavi con un turno di anticipo, trasformando in un’amichevole la trasferta di Braga. Solo Coppa Italia e Serie A a febbraio. Di Europa League se ne riparlerà a marzo, ma oggi immaginare un cammino sino alla finale di Bilbao non è un’utopia.

Partita vera, ma divertentissima, nei primi 45 minuti. I baschi, sotto di tre gol e in dieci, si sono arresi, salvando l’onore nel finale.

Che partenza. La Real Sociedad si era presentata a petto in fuori, palleggiando e pressando “alto” sino a disturbare Mandas. La Lazio, al primo assalto, l’ha sbloccata. Ci ha pensato Gila a sparare in rete dopo la punizione di Tavares e il duello aereo del Taty. Bravissimo l’ex Real Madrid, un gigante in difesa, trascinante e coraggioso nelle uscite con la palla incollata al piede.

La partita si è infiammata subito. Una lama affilata il sinistro di Susic. Il croato che Tare voleva portare alla Lazio prima ha quasi indovinato l’incrocio e poi ha timbrato il palo. Solita specialità, tiro sull’angolo opposto. Remiro era uscito benissimo su Dia, Mendez ha respinto sulla linea il colpo di testa di Castellanos e Gila ha centrato il palo. Tre palle gol.

Tris. Gli spagnoli giravano intorno a Zubimendi, un radar, corti e compatti, con la linea alta. Velocissimo Kubo, il giapponese. La Lazio rispondeva con il suo tipico gioco verticale, ripartenze accecanti. La svolta alla mezz’ora. Isaksen, il più discusso, è stato decisivo. Ha costretto due volte al cartellino giallo Munoz, espulso. Subito dopo ha disegnato l’assist per il raddoppio di Zaccagni. Tavares irresistibile, passaggio all’indietro del danese, il capitano ha preso la mira e ha imbucato sul palo più lontano.

La Real Sociedad, in inferiorità, ha beccato un altro gol nel giro di due minuti. Il tris da applausi lo ha servito il Taty, di testa in avvitamento. Sembrava Santillana del Real Madrid. Bellissimo, con il contagiri, il cross di Tavares.

Ko. Sul più bello, a un sospiro dall’intervallo, il portoghese si è stirato. È entrato Dele-Bashiru accanto a Rovella e ha arretrato Guendouzi terzino, spostando Marusic. Il gelo è calato sull’Olimpico mentre in Curva Nord (forse per l’inchiesta legata agli scontri della notte scorsa al Rione Monti) avevano tolto gli striscioni. Alguacil ha pensato alla Liga, togliendo i più forti (Zubimendi, Kubo, Oyarzabal). Baroni ha sganciato Pedro, Noslin, Tchaouna, poi anche il giovanissimo Balde, fratellino di Keita, al debutto. Pedro, l’eterno fuoriclasse, ha centrato la traversa. Barrenetxea ha firmato il gol della bandiera senza rovinare la festa della Lazio.


Il Messaggero titola: “Lazio padrona in Europa è sempre festa”. “Travolge la Real Sociedad (un’ora in 10), è prima nel girone e conquista gli ottavi”.

Roma - Primo posto ipotecato, il secondo è già aritmetico come gli ottavi di marzo. Ora solo l'Atletico Bilbao potrebbe riprendere in vetta la Lazio, ma ha otto reti in meno. Battuta l'altra “terribile” spagnola, la Real Sociedad, con un siluro iberico. Super Mario Gila apre le danze e poi, in superiorità numerica dal 30', Zaccagni e Castellanos chiudono l'incontro.

Applausi alla cavalcata di Baroni in questa Europa League e alla sua smania di chiudere subito il discorso in casa, prima dell'ultimo turno. Solo le lacrime di Tavares spezzano il sorriso perché aggravano l'emergenza biancoceleste in vista del campionato, con Lazzari e Patric ancora out. L'Olimpico trattiene il fiato per il terzino, ma subito dopo rimane ammutolito per solidarietà ad alcuni ultras fermati, dopo gli incidenti di mercoledì notte a Monti, nel centro storico. Non c'entrano nulla Nuno o il risultato.

Approccio super. Con nove elementi indisponibili fra squalificati (Pellegrini e Gigot), infortunati (Patric, Lazzari e Vecino) e fuori lista (Hysaj, Basic, Castrovilli e Ibra), Baroni conferma i titolarissimi (eccezion fatta per Mandas, ancora imbattuto) in ogni reparto. Difesa obbligata con i reduci Marusic, Gila, Romagnoli e Tavares, identici a Verona centrocampo e attacco.

La Lazio attende paziente la Real Sociedad, schierata con il 4-1-4-1 e subito in pressing offensivo. Ma alla prima punizione in area di Tavares, c'è la splendida torre del Taty all'indietro, e Gila scaraventa un missile all'incrocio. Replay di Firenze per il primo gol europeo in carriera del difensore spagnolo. Secondo centro di fila nei primi 5', undicesimo stagionale per i biancocelesti sugli sviluppi di un calcio piazzato.

Rovella fa mezzo fallo su Sucic e l'arbitro belga Visser è severissimo: sventola un giallo, che gli costerà la trasferta di Braga (era diffidato). Zaccagni e Isaksen si accentrano e mettono in difficoltà le linee basche, Remiro stoppa un assolo strepitoso di Dia sul primo palo. È Brais Mendez a salvare invece sulla linea una capocciata di Castellanos. Sulla respinta Gila colpisce il legno e non trova il raddoppio.

Approccio super della Lazio fra accelerate e possesso, e perfetta gestione del ritmo. Eppure la Real Sociedad non molla e riprende campo: un arcobaleno improvviso di Sucic si stampa sul sette e fa intuire il pericolo. Gila si esalta per le standing ovation dell'Olimpico a ogni intervento, si lancia in attacco e lascia un buco: Becker non riesce a punire Mandas con un piattone mogio.

Come d'incanto, però, Muñoz aiuta la Lazio con un intervento folle a piedi uniti su Isaksen, sapendo di essere già ammonito. Il danese sale in cattedra e regala a Zaccagni un rigore in movimento. Per il capitano ottava rete in tutte le competizioni, la seconda di seguito. Tavares innesca la torsione in area di Castellanos per il 3-0: decimo timbro stagionale per l'argentino, che non segnava su azione dal primo dicembre, a Parma in campionato.

Nuno ritrova l'assist (il nono, ma il primo in questo torneo) dopo 3 mesi (il 31 ottobre a Como), ma poi si accascia a terra nello scatto successivo toccandosi l'adduttore sinistro: da capire l'entità dello stiramento. A parte il Primavera Zazza, Baroni non ha cambi dietro: così arretra Guendouzi terzino destro, sposta Marusic a sinistra e inserisce Dele-Bashiru a centrocampo.

Il silenzio. Il secondo tempo è senza emozioni e soprattutto senza tifo. La Real Sociedad alza bandiera bianca, si rinchiude tutta dietro per evitare un peggior passivo. Baroni può pensare immediatamente alla gara di domenica a Firenze e inserisce subito Pedro al posto di Castellanos. Quindi tocca a Noslin e Tchaouna rilevare Isaksen e Zaccagni (anche lui ammonito, salterà l’ultimo turno europeo).

Numero di Tj e traversa di Pedro. Fuori Dia, nel finale gloria anche per l’ex Primavera Balde, attaccante classe 2004. Gli spagnoli trovano il gol della bandiera in contropiede con il subentrato Barrenetxea, ma non conta nulla, sembra un allenamento. Nemmeno silenzio ferma il boato finale per la festa della Lazio.


Il Tempo titola: “Lazio spettacolo”. “All’Olimpico finisce 3-1. I biancocelesti stendono la Real Sociedad e blindano il primato. Apre Gila poi le reti di Zaccagni e Castellanos in soli 34 minuti. Spagnoli in dieci uomini dalla mezz’ora, inutile il gol nel finale di Barrenetxea”

La Lazio si tiene stretto il primo posto in Europa League, batte agevolmente la Real Sociedad e certifica l’ingresso agli ottavi senza passare per i playoff. Segnano Gila, Zaccagni e Castellanos (a digiuno dal 21 dicembre), poco cambia il gol nel finale di Barrenetxea.

Biancocelesti perfetti, agevolati dalla superiorità conquistata alla mezz’ora da Isaksen: un cammino fantastico e ora, dopo la tappa di Braga, appuntamento il 6 e 13 marzo per gli ottavi.

Baroni sceglie la Lazio migliore, dentro tutti i titolari senza il turn-over utilizzato nelle precedenti uscite. In Europa. Cambia solo il portiere, c’è Mandas con Provedel in panchina insieme con Furlanetto, due Primavera (Zazza e Balde) più i reduci Dele Bashiru, Pedro, Noslin e Tchaouna.

Come detto giocano i titolari, ad esempio a centrocampo la coppia Rovella e Guendouzi, più l’attacco formato da Isaksen, Dia e Zaccagni dietro a Castellanos. Nonostante i problemi fisici in campo pure Tavares più per mancanza di alternative tra squalifiche infortuni che per scelta (errore pagato a caro prezzo). I baschi puntano sull’attaccante Oyarzabal e sulla difesa, la migliore della Liga spagnola con solo 13 reti incassate. Arbitra il belga Visser davanti a trentamila spettatori, con 500 tifosi della Real Sociedad. Dopo i fatti dell’altra notte con gli scontri tra le opposte tifoserie, l’atmosfera non è proprio serena all’Olimpico.

La Lazio fa sul serio, pressa a tutto campo e si lancia all’assalto della porta spagnola. Gila in mischia, dopo un angolo di Zaccagni, fa secco il portiere Remiro. Poi ancora palo sempre del centrale biancoceleste e occasione sprecata da Dia in diagonale. Un monologo, un dominio interrotto solo dal palo di Sucic, unico squillo del primo tempo degli ospiti.

La squadra di Baroni annusa il raddoppio dopo che la Real Sociedad resta in dieci per l’ingenua espulsione di Aihen Munoz (doppio giallo). Al 32’ Zaccagni segna su assist del danese (buona prova) e centoventi secondi ancora Castellanos svetta di testa sul cross di Tavares per il 3-0 al minuto trentaquattro.

Tre gol di vantaggio e l’uomo in più ma la Lazio continua a spingere e paga un conto carissimo: si blocca il portoghese sull’ennesimo allungo. Entra Dele Bashiru con Guendouzi costretto a fare il terzino destro.

Dopo l’intervallo Baroni inserisce subito Pedro per Castellanos, cambia anche il tecnico spagnolo Algiacil ci prova con Marin, Elustondo e Barrenetxea. Nel frattempo la Nord smette di cantare, la Tevere ritira gli striscioni per arresti e diffide nei riguardi dei tifosi coinvolti nei fatti della sera prima. Escono anche Isaksen e Zaccagni (ammonito poco prima salta Braga), dentro Noslin e Tchaouna.

Poi solo accademia, il palo di Pedro e l’esordio del giovane Balde, fratello di Keita prima e il gol spagnolo prima del fischio finale. Ora la Fiorentina tra solo settantadue ore con la consapevolezza di non aver sprecato troppe energie in vista di una sfida fondamentale per la corsa alla Champions.


La Gazzetta dello Sport titola: “Lazio show conquista gli ottavi”. “Gila, Zaccagni e Castellanos. E’ sempre più prima. La squadra di Baroni dà spettacolo e schianta la Real Sociedad rimasta in 10 al 30’: biancocelesti a +3 su Athletic ed Eintracht”.

Beh, che cosa si è messa in testa la Lazio? Per come si è messa, se non è la favorita dell’Europa League, la squadra di Marco Baroni è comunque attualmente la migliore della competizione. Lo certifica la classifica che la vede saldamente in classifica: gli ottavi sono conquistati e con ogni probabilità da prima testa di serie a meno di cataclismi in termini di gol all’ultima giornata, con i biancocelesti a Braga.

Lo certifica soprattutto, però, l’autorevolezza con cui la Lazio si sbarazza di un altro avversario teoricamente complicato come la Real Sociedad, e come aveva già fatto con Dinamo Kiev, Nizza, Twente, Porto e Ajax, in un cammino di fatto immacolato e solo “sporcato” dal pari bianco con il Ludogorets.

I baschi vengono liquidati in trentacinque minuti di grande calcio, andando subito in vantaggio con Gila e poi approfittando immediatamente dell’espulsione di Aihen Munoz alla mezzora. In tre minuti la partita è chiusa, sigillata dai colpi di Zaccagni e Castellanos. Ma già prima erano state più numerose le opportunità del raddoppio rispetto a quelle del pareggio. L’unico neo della gara è l’infortunio di Nuno Tavares, uscito prima dell’intervallo, con Guendouzi spostato terzino destro: una piccola complicazione della partita, vista la squalifica di Pellegrini e l’ineleggibilità europea di Hysaj, ma non a lungo termine.

Soluzioni. L’impianto laziale è collaudato e con la Real Sociedad ha dimostrato di saper interpretare anche uno spartito diverso. Alguacil aveva preparato una gara dal baricentro alto, con un quattro più uno avanzato a bloccare alla fonte la costruzione dei biancocelesti. Un modo per tenere i pericoli lontani, visto che in fase difensiva la Real è tutt’altro che irreprensibile.

E lo dimostra alla prima occasione, su uno spiovente da punizione laterale allontanato male e capitalizzato in mischia da Gila. L’aggressione in effetti complica le abituali risalite mobili che passano dai piedi di Rovella e Guendouzi, ma la Lazio trova comunque corridoi verticali grazie alle ricezioni “fuori-dentro” di Isaksen a destra e Zaccagni a sinistra, dove Nuno Tavares sfrutta il campo sull’esterno.

Prima del quarto d’ora, Isaksen ispira con un filtrante Dia, fermato da una grande parata di Remiro; sull’angolo successivo, Brais Mendez salva sulla linea una capocciata di Castellanos e sul tap-in Gila stampa sul palo. Le minacce basche arrivano solo da destra, dove Kubo è attivo e trova collaborazione in Sucic: palo pieno con sinistro a giro a metà tempo. Il segnale dell’ingresso in partita, alimentato da una fuga di Becker conclusa da un tiro troppo debole.

Arrestata dal rosso. L’uno contro uno per sfuggire alla pressione della Real è fondamentale e Isaksen è il miglior interprete: il danese carica presto Munoz di un giallo e poi alla mezzora gli fa prendere anche il secondo. La latitanza di Alguacil in panchina è fatale: il tecnico dei baschi arretra Zubimendi in mezzo alla difesa, ma la risistemazione è precaria e la Lazio è feroce. Subito il raddoppio di Zaccagni, frutto del lavoro di Isaksen: da ala destra chiude l’uno-due con Nuno Tavares sul vertice sinistro dell’area in modo da rifinire per il 10.

È la fluidità della Lazio, un marchio di fabbrica. Come il colpo di testa di Castellanos su cross di Tavares due minuti dopo. Tre a zero: spettacolo.

Muro Alguacil corre ai ripari con Javi Lopez per Brais poi di fatto svuota di senso la ripresa della Real, perché dopo l’intervallo toglie i suoi due campioni d’Europa, l’impalpabile Oyarzabal e il soffice Zubimendi, e la minaccia Kubo. La Real srotola due linee, da cinque e da quattro, senza attaccanti.

Per la Lazio inizia un secondo tempo di assedio, ma priva dell’ariete Castellanos che fa spazio a Pedro. Baroni risparmia le energie, come fa in seguito con Isaksen e Zaccagni, fino a far debuttare anche il 21enne Balde (accompagnato dai boati della Curva Nord a ogni tocco).

I biancocelesti non hanno l’urgenza del gol e nemmeno la paura dei contrattacchi, possono allenarsi contro un blocco basso, ed è come se giocassero a pallamano: un lungo possesso sull’arco della trequarti, alla paziente ricerca del varco in area. La Real oppone un muro: Pedro lo perfora aiutato da Noslin, traversa, altre occasioni sono bloccate o fuori misura. Ci sta un po’ di pigrizia e disattenzione, che addirittura porta al gol basco con Barrenetxea. Poco male. L’aquila Olympia non vola più, la Lazio invece sì.


► Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:





La formazione biancoceleste:

La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Marco Baroni ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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