Utente:CrystalPalace/Chinaglia Giorgio
Biografia Carriera[modifica | modifica sorgente]
Dalla nascita ad emigrante nel Galles[modifica | modifica sorgente]
Giorgio Chinaglia nasce a Carrara il 24 Gennaio 1947 in una famiglia povera, ma dignitosa, che dimora in Pontecimato, frazione di Carrara. Il padre Mario emigra nel Galles dove fa il duro lavoro in fonderia, mentre la mamma Giovanna aiuta come può la famiglia, composta anche dalla sorella Rita. Giorgio vive con la nonna Clelia, fino all'età di 6 anni, quando si riunì alla famiglia a Cardiff in Galles, dopo un viaggio con un cartello al collo che riportava l'indirizzo dove doveva andare, per paura di non pedersi. Anche lì, la famiglia Chinaglia non se la passava bene, ma il padre col suo lavoro riusciva a sfamare la famiglia che viveva in due piccole stanze pagate in affitto molto care. Il piccolo Giorgio, frequenta la scuola cattolica "St.Peter's", e la "Lady Mary grammar school"; un giorno fece la conoscenza con l'allenatore della squadra di Rugby "Lady Mary", che voleva farne un giocatore, dopo che aveva avuto referenze buone dal suo professore di educazione fisica.
Detto | Long John | |
Dati Biografici | ||
Nato il | 24/01/1947 | |
a | Massa (MS) | |
Nazionalità | Italiana | |
Altezza | 186 cm | |
Peso | 80 kg | |
Con la Lazio | ||
Dal | 1969 | |
Al | 1976 | |
Ruolo | Attaccante | |
Maglia N. | 9 | |
Record | ||
Presenze | 246 | |
209 in Campionato | ||
28 in Coppe Naz.li | ||
9 in Coppe Inter.li | ||
Reti | 123 | |
99 in Campionato | ||
13 in Coppe Naz.li | ||
11 in Coppe Inter.li | ||
Ricopre il ruolo di presidente della società dal 1983 al 1985. |
Fu il padre a dire di no, perchè un Italiano doveva giocare solo al Calcio. Così Giorgio iniziò a dari i primi calci al pallone, e con profitti migliori di quanto invece ne avesse a scuola. Addirittura fu inserito sia nella squadra di Calcio scolastica che in quella di rugby, malgrado il No del padre categorico.
Dallo Swansea alla Massese[modifica | modifica sorgente]
Intanto la famiglia Chinaglia, era riuscita a traslocare in una casa vera, e il padre, dopo anni di sacrifici, abbandonata la fabbrica, e divenuto apprezzato Chef, ed apre un ristorante, il "Mario's Bamboo Resturant" con ottimi profitti economici. il piccolo Giorgio alterna la scuola, al campo di allenamento e la sera da una mano al locale, facendo il cameriere o lavando i piatti. Ha sempre in mente il calcio e il fisico lo aiuta, segna reti a grappoli e finalmente viene notato da un'osservatore del Cardiff City che gli propone di entrare nelle giovanili della più importante squadra della città gallese previo un provino da effettuarsi al campo della società. Ma il giovane Chinaglia, rifiuta di fare il provino, ed l'opportunità salta. Entra allora in scena la seconda squadra di Cardiff, lo Swansea che lo arruola nelle giovanili, dove inizia a fare la gavetta di calciatore. Gli inizi non sono facili, perchè pur segnando e giocando bene, Chinaglia, non riesce ad entrare in prima squadra, senonchè, a causa di una decimazione dei titolari, dovuta ad infortuni e squalifiche, viene convocato ed esordisce in una gara di Football League Cup, contro il Rhotheram, quando non ha neanche 16 anni. La sua seconda apparizione avviene un anno dopo contro il forte Portsmouth, in una gara dove il giovane non toccò mai palla stretto dalla difesa avversaria formata da giocatori esperti e molto forti. Era il 1966 quando il neo presidente dello Swansea, Glen Davis, non credendo in lui gli diede lo svincolo gratuito, che nel calcio inglese significava la bocciatura della carriera di calciatore. Per chinaglia era un colpo quasi da K.O. Ma il padre, tornato in vacanza a Massa, era riuscito a trovare un accordo con la locale squadra della Massese AC che aveva acconsentito ad ingaggiare il giocatore con la promessa che dopo tre anni, se avesse sfondato, sarebbe stato ceduto ad una squadra di Serie A. La regola era che ogni giocatore italiano, tesserato all'estero in precedenza, doveva giocare 3 campionati di Serie C per poter essere tesserato come professionista.
L'arrivo alla squadra Toscana non fu dei più sereni, perchè Chinaglia non era abituato ai ritiri e alla loro vita spartana, e dopo un paio di giorni scappò, lasciando basiti compagni e dirigenza. Fu il padre a riportarlo in ritiro, ammonendolo di non fare più cose del genere se ci teneva alla sua carriera di calciatore, e il giocatore lentamente si adattò alla nuova vita. L'esordio avvenne in una calda giornata di Agosto proprio contro la Lazio, in una gara terminata 2-2 dove l'attaccante segnò le due reti per i toscani. Il primo anno in terza serie, fu per Chinaglia un'ottima esperienza fatta di 32 presenze, ma solo 5 reti. Nel frattempo era arrivata anche la chiamata alle armi, e il giocatore fu aggregato alla compagnia atleti di Roma. Qui, una mattina che aveva trascorso in cella, per essere fuggito dopo il contrappello ed aver avuto uno scontro fisico con un tenente, apprende di essere stato ceduto alla neonata Internapoli, per ben 100 milioni di lire.
L'esperienza all'Internapoli[modifica | modifica sorgente]
Appena saputa la notizia, Chinaglia va su tutte le furie, si sente preso in giro, ma poi capisce ed accetta il trasferimento allettato anche da un ingaggio superiore e da dei bonus per ogni punto e rete segnata.
Nella nuova squadra incontra un'altro giocatore di origini Inglesi, Wilson con cui lega subito.
Anche qui gli inizi non solo facili, e solo dopo il cambio dell'allenatore e l'arrivo di Montez Chinaglia si sblocca e chiude la stagione 1966/67 con 10 reti.
Ora mancava solo una stagione per finire il "purgatorio" che la Lega costingeva a fare prima del grande salto, e Chinaglia si preparò al meglio desideroso di mettersi in vetrina per gli osservatori delle grandi squadre di Serie A.
E fra gli osservatori che lo avevano seguito con più assidiutà c'era Galli direttore generale della Lazio, che scrisse fiumi di note benevole su questo ragazzo a Lorenzo.
E già ad Aprile partì da Roma l'offerta di 200 milioni per Chinaglia e Wilson, che la società partenopea accettò.
Per il giocatore e il suo compagno si aprivano le porte della massima serie.
L'Internapoli, intanto si piazzava al terzo posto, dopo un campionato estenuante che lo aveva visto protagonista.
E per il giovane attaccante era arrivato anche l'amore, infatti aveva conosciuto una ragazza Italo-americana, sul lungomare di Napoli, figlia di un'ufficiale Nato: Conny Eruzione.
Fra i due era scoppiata una simpatia sempre più crescente, sfociando in un amore appassionato.
L'arrivo alla Lazio[modifica | modifica sorgente]
La scelta della Lazio era assolutamente gradita a Chinaglia, in quanto rappresentava l'ingresso alla Serie A, e per la vicinanza a Napoli, dove c'era la sua fidanzata che poteva vedere con frequenza. L'impatto con l'allenatore biancoceleste Lorenzo fu abbastanza felice, in quanto il mister credeva in lui, ma voleva prima farlo crescere tatticamente e disciplinarlo. La stoffa del grande attaccante si vide subito, e in molti si stupiscono del suo temperamento in campo, dove lotta su ogni palla e cerca la via della rete da ogni posizione. L'esordio in Campionato avviene alla seconda giornata, nella trasferta persa a Bologna per 1-0, quando all'inizio della ripresa rileva Mazzola (II). Ma è la Domenica successiva, davanti al proprio pubblico che il giovane attaccante gioca la sua prima gara da titolare, con il N.10 sulle spalle, contro il Milan. Ed è un esordio travolgente, perchè al 62°, riesce a segnare la sua prima rete in Serie A e per giunta è il gol che fissa il risultato di 1-0 per i biancazzurri. Praticamente diventa titolare inamovibile dell'attacco biancoceleste, e il 19 Ottobre 1969 nella gara vinta clamorosamente contro la Fiorentina, Campione d'Italia uscente, per 5-1, segna la sua prima tripletta in campionato, mandando i tifosi in estasi. La partenza bruciante della Lazio comporta una flessione atletica a metà campionato, e anche Chinaglia, ne risente, ma alla fine del campionato il suo score è di 28 presenze e 12 reti, che per un esordiente è un ottimo biglietto da visita, tant'è che il C.T. della Nazionale Valcareggi lo seleziona fra i 40 giocatori che possono aspirare ad andare a giocate i Mondiali del Messico. Purtroppo il giocatore non viene selezionato fra i 22, ma si consola sposando la sua fidanzata Conny.
Lorenzo e la retrocessione in serie B[modifica | modifica sorgente]
L'esplosione di Chinaglia, nel panorama del calcio Italiano, si deve in gran parte al fiuto di Lorenzo, nel lanciare il giocatore, e questo l'attaccante lo sa, e ripaga l'allenatore con una grande stima. La stagione 1970/71 che doveva essere quella della definitiva consacrazione, però, parte male e la squadra si trova a combattere subito per non retrocedere. Chinaglia, lotta come un leone, in campo, ma la squadra non gira e alla fine arriva penultima con inevitabile retrocessione in Serie B e soprattutto con l'esonero, peraltro già più volte annunciato durante la stagione, e poi ritirato per le pressioni della tifoseria, di Lorenzo. Per il giovane attaccante, è un duro colpo e chiede alla società di essere ceduto, ma si ritrova deferito e multato davanti alla lega, dove il neo Direttore Sportivo Sbardella lo aveva portato per le dichiarazione rese alla stampa. Non gli andava giù di giocare nel campionato cadetto, ma soprattutto senza Lorenzo, sostituito nel frattempo dal giovane allenatore Maestrelli che lui non conosceva. Intanto incombevano le finali della Coppa delle Alpi e i giocatori raggiunsero la Svizzera, per giocare le partite conclusive di questo prestigioso torneo, mentre i giornali sportivi parlavano di un'offerta della Juventus, del Torino e del Milan per l'attaccante biancoceleste che sembrava sul punto di essere ceduto per ricostruire,col ricavato, la squadra per ritentare la promozione nella massima serie.
L'incontro con Maestrelli, La serie A, la Nazionale[modifica | modifica sorgente]
Una sera di Giugno, a Chinaglia si presenta davanti Maestrelli, che con modi affabili gli illustra tutto di un fiato il suo progetto per riportare la Lazio nell'olimpo del calcio, e in quel progetto Lui, l'attaccante, è il cardine principale. Senza di lui tutto crolla e sarà più difficile. Chinaglia non replica, non ne ha il tempo, ma è colpito dal modo di fare del nuovo allenatore biancoceleste. Durante la fase finale della Coppa delle Alpi, Chinaglia è colpito da una forte influenza e non si sente di giocare, ma è lo stesso Maestrelli a spronarlo e spremendogli del succo di limone in gola lo manda in campo, giusto il tempo di segnare una tripletta in 45 minuti.
La Lazio vince il torneo mentre Lenzini rifiuta tutte le offerte per l'attaccante, che si prepara a giocare la terza stagione in maglia biancazzurra, la prima in seconda divisione. Chinaglia, è felice di essere rimasto, perchè i metodi di Maestrelli lo entusiasmano, e soprattutto la sua umanità nel trattare con la squadra. In Coppa Italia Chinaglia e compagni battono la Roma 1-0, e passano il turno. Il campionato cadetto si rileva duro, e Maestrelli è alle prese con soventi contestazioni capitanate da tifosi nostalgici di Lorenzo. Chinaglia conosce anche la prima espulsione, a Reggio Emilia, in una gara persa 1-0, ma non ne ha colpe, in quanto l'arbitro è ingannato da una sceneggiata del portiere Boranga, che fa finta di essere colpito. Comunque lui segna e scende in campo anche con 8 punti di sutura a una tibia. E la Lazio riesce a centrare il secondo posto e la promozione, e inaspettatamente arriva anche la convocazione della Nazionale in Tourneè nei balcani. Chinaglia raggiunge la Nazionale la sera della matematica promozione in A, e il 21 Giugno 1972 esordisce segnando la rete del definito pareggio contro la bulgaria. Per un giocatore di Serie B è un record niente male esordire e segnare in maglia azzurra. Naturalmente si scatenano le grandi squadre per ingaggiarlo, arrivando ad offrire quasi un miliardo di Lire, cifra stratosferica per l'epoca, ma ormai Chinaglia ha nella pelle questa squadra e questa maglia, e Lenzini rispedisce al mittente tutte le offerte.
La beffa di Napoli e il viaggio premio negli U.S.A.[modifica | modifica sorgente]
Tornato di nuovo a giocare nella massima serie, Chinaglia, si appresta a vivere una stagione tranquilla. La società, dopo numerosi sforzi in campagna acquisti, chiede una salvezza tranquilla, obiettivo che sembra alla portata dei biancazzurri. Ma il precampionato e sopratutto la Coppa Italia non portano segnali positivi. La squadra non decolla e gioca male, Maestrelli è nell'occhio del ciclone, ma con l'inizio del campionato tutto si trasforma e i biancazzurri iniziano a macinare bel gioco e ottimi risultati. arrivando a comandare la classifica, fra la sorpresa di tutto il panorama calcistico non solo italiano. Ormai fa parte del clan azzurro in pianta stabile, giornali e rotocalchi lo mettono in copertina,e lo cercano per intervistarlo. Negli spogliatoi, Chinaglia è ormai il leader incontrastato, anche se la squadra è divisa in clan: da una parte Lui e Wilson, dall'altra Martini. Volano botte ed insulti a Tor Di Quinto, ma quando scendono in campo sono tutti un sol uomo. Mai toccare un giocatore biancazzurro, come succede nella gara coi partenopei, il 21 Gennaio1973, quando sia in campo che negli spogliatoi scoppia il putiferio fra Rimnbano e Vavassori, da una parte e Chinaglia e Wilson, con schiaffi e calci, e con i due napoletani che le promettono al ritorno. Il campionato,dopo una flessione, riprende con la Lazio sempre in lotta per lo Scudetto. Il Sabato Santo del 1973, nel big match contro il Milan Long John (L'appellativo datogli dai tifosi) spezza addirittura due falangi al portiere rossonero Belli, mandandolo in ospedale mentre lui esulta per la rete del raddoppio appena segnata. Ma il sogno tricolore di Chinaglia e compagni si spegne all'89° minuto dell'ultima giornata, quando a Napoli, in un clima rovente, la Lazio subisce la rete della sconfitta, e la Juventus vince uno Scudetto molto chiaccherato. E' una delusione cocente, che in parte viene mitigata dalla Tourneè negli U.S.A. dove si giocano alcune amichevoli tra cui una con il Santos di Pelè. I giocatori sono accompagnati dalle mogli, e passeggiare per le strade di New York, riaccende in Conny la nostalgia degli states e la voglia di tornare a vivere laggiù. Anche long John è affascinato dalla megalopoli, ma al momento pensa solo a vendicare il terzo posto della stagione passata, e non avrà pace finchè non ci riuscirà.
Lo scudetto conquistato a suon di rabbia e reti[modifica | modifica sorgente]
Il campionato 1973/74 inizia nel migliore dei modi, per una Lazio favorita per lo Scudetto, con due vittorie nelle prime due giornate. La voglia di rivincita è tanta, ma non è facile mantenere il passo delle squadre più titolate. Chinaglia, segna e fa segnare, ha un nuovo partner in attacco, un ragazzo del vivaio molto promettente D'Amico e in campo è una furia. E' suo il sigillo al derby di andata, con una palla abilmente rubata al portiere giallorosso Conti, che inutilmente protestava. Segna reti decisive al Napoli, e a Cagliari, ma sbaglia un rigore contro i viola. In allenamento non vuole mai perdere la partita del giovedì a costo di giocare con i fari delle macchine accesi. E Maestrelli cercava di accontentarlo perchè ne conosceva l'esuberanza. A Natale la Lazio è prima in classifica e viaggia verso il titolo. E' una furia il 17 Febbraio 1974 contro la Juventus, quando segna una doppietta e trascina i biancazzurri alla vittoria in una gara epica. Ma è anche capace di prendere a ceffoni Maraschi reo, da ex, di aver segnato la rete della sconfitta a Genova contro la Sampdoria, o a calci nel sedere D'Amico reo di averlo sbeffegiato. E' guascone, trascinatore, attaccabrighe, come nel derby di ritorno, quando inizia a punzecchiare la curva giallorossa prima della gara, alzando un piede in segno di mira, e finendo,uscendo dal campo tra i lacrimogeni, lanci di sassi, pezzi di suppellettili, dopo che in campo aveva fomentato il pubblico esultando alla sua maniera sotto la curva sud. Per alcune settimane, dovette rifugiarsi in casa di Maestrelli, per sfuggire alla furia dei tifosi giallorossi che lo aspettavano sotto casa.
La domenica successiva contro i partenopei, gioca, forse, la più bella gara della sua carriera. Segna una tripletta, rimontando e annullando per tre volte il vantaggio dei napoletani. Per fermarlo, in campo, gli rompono la maglia, ma è imprendibile, e alla fine anche uno stadio ostico deve inchinarsi alla sua magnificenza. Contro il Verona impone a tutti di rientrare in campo, per aspettare l'avversario, in vantaggio 2-1, in formazione schierata. Nel secondo tempo la Lazio vincerà 4-2, e per lui si prospetta anche il titolo di capocannoniere, per cui lotta spalla a spalla con l'interista Boninsegna. Chinaglia e compagni si apprestato a coronare il loro sogno il 12 Maggio 1974 quando, in uno stadio gremito ben oltre il limite della capienza, la Lazio si gioca il tricolore contro il Foggia. La partita è nervosa, e la squadra sente troppo il risultato, ma al 60° un sacrosanto rigore per un fallo di mano, offre all'attaccante laziale la palla del match point che significa Scudetto. Chinaglia, è emozionato, chiude gli occhi e tira, segnando alla destra di Trentini, tra il delirio della folla. Mezz'ora più tardi lui e la Lazio si laureano Campione d'Italia, dando vita a festeggiamenti senza precedenti che si concludono solo all'alba.
I Mondiali del 1974[modifica | modifica sorgente]
Chinaglia si laurea anche capocannoniere con 24 reti, un record per un giocatore biancazzurro fino ad allora, e pochi giorni dopo riceve la convocazione per andare in Germania per i Mondiali.
Il Commissario tecnico Valcareggi, aveva inserito alcuni giocatori laziali fra i 40 preselezionati:Martini, Oddi, Re Cecconi, Pulici, Wilson e lo stesso Chinaglia.
Martini si era gravemente infortunato ad una spalla il giorno dello scudetto e quindi era fuorigioco, ma si sperava nella convocazione negli altri.
Invece furono solo in due, oltre Chinaglia, ad essere convocati: Re Cecconi e Wilson, gli altri a casa a vederla in Televisione.
Chinaglia non credeva ai suoi occhi: "Non capisco come la Lazio, Campione d'Italia, possa essere rappresentata da soli 3 giocatori....pazzesco", tuonava alla stampa, dove gli facevano eco le dichiarazioni, non proprio positive di Re Cecconi Wilson e del napoletano Juliano, che accusava il Ct: di non considerare i giocatori delle squadre meridionali.
Non era proprio uno spogliatoio unito, e Chinaglia non le mandava a dire ad ogni occasione buona.
In quella polveriera, si arriva a giocare la prima gara contro l'Haiti, squadra che non dovrebbe rappresentare un ostacolo.
Chinaglia è in campo dal primo minuto, ma i palloni non arrivano, i centrocampisti non smistano palloni giocabili per gli avanti e lui si perde nella mediocrità generale.
A inizio della ripresa un contropiede di Sanon, porta incredibilmente in vantaggio gli antillani: lo spettro della Corea aleggia su Monaco.
Fortunatamente arriva sia il pareggio che il vantaggio italiano nel giro di 18 minuti.
Haiti ha un evidente calo fisico, ma al 69° Valcareggi richiama Chinaglia in panchina per sostituirlo con Anastasi.
Le telecamere inquadrano Long John evidentemente contrariato che esce dal campo.
Poco prima di arrivare sulla pista di atletica senza guardare in faccia il Ct, con la mano fa come il segno di mandarlo via, e poi parte un Vaff...... in diretta mondiale.
Negli spogliatoi, butta per terra tutte le bottiglie che trova, e ci vogliono molte persone per calmare la sua rabbia.
Ormai il fatto è di dominio pubblico.
I giornali, all'indomani fanno titoli di fuoco contro di Lui.
Allodi e Carraro vogliono cacciarlo via già la sera stessa, Lui dice di essere ben contento di andarsene, ma poi il buon senso prevale.
Fanno arrivare Maestrelli in aereotaxi da Roma per farlo ragionare, e come al solito ci riesce.
Chinaglia si scusa in una conferenza stampa messa su in fretta e furia dall'entourage della nazionale, ma niente ormai sarà come prima.
Infatti, viene escluso nella gara pareggiata con l'Argentina, ma a sorpresa rientra in quella con la Polonia, che vedrà l'Italia perdere 2-1 ed uscire dal mondiale.
Gli danno la colpa dell'eliminazione, ma la verità è che quella nazionale era ormai bollita, con troppi giocatori anziani e demotivati che lasceranno la Nazionale, dove nel frattempo è stato chiamato una vecchia conoscenza della storia Laziale: Bernardini.
Fischi negli stadi[modifica | modifica sorgente]
Rientrato in Italia, Chinaglia si rifugia in famiglia lontano da tutto e da tutti. Lo rivedono solo il giorno dell'inizio del ritiro a Pievepelago. La Lazio deve difendere il tricolore, e le premesse per bissare il successo della stagione appena trascorsa ci sono tutte. La squalifica in Coppa dei Campioni permette di concentrarsi sul Campionato, che parte con ottimi risultati, ma per Chinaglia, ogni trasferta è una salva di fischi ed insulti da parte dei tifosi avversari che non gli perdonano le vicende del Mondiale. Inoltre, pseudotifosi giallorossi, minacciano più volte la moglie, che ad un certo punto si trasferisce a New York, per stare tranquilla.
Insomma, non è un momento tranquillo, e anche la squadra, dopo un'inizio promettente, subisce un calo e si distanzia dalla vetta della classifica. Chinaglia soffre molto questa situazione, perchè è convinto che l'ostilità dei tifosi avversari, sia stata una montatura della stampa del nord, indispettita per i suoi continui rifiuti di andare a giocare sia con le milanesi che con le torinesi. Si sente il classico Capro espiatorio per un fallimento ai mondiali di cui non si sente assolutamente in colpa, ma ne paga le conseguenze su tutti i campi di calcio che calca.
La malattia dell'amato amico allenatore[modifica | modifica sorgente]
Nel febbraio 1975, Chinaglia, nota che Maestrelli non è più in forma come prima. L'allenatore lo rassicura che è solo stress, e Chinaglia, pensa che sia combattuto dal fatto di lasciare la Lazio e andare ad allenare la nazionale, come il presidente Artemio Franchi vorrebbe, per rilanciarla. Ma la verità è ben lontana, e dopo la trasferta di Bologna, l'amato allenatore entra in clinica per accertamenti. Chinaglia si reca ogni giorno nella clinica dove è ricoverato, sollevandolo di morale e per nulla preoccupato delle cause, che reputa dovute ad affaticamento come raccontato dall'allenatore stesso. Prima della gara col Torino, invece arriva la ferale notizia che Maestrelli ha un cancro esteso al fegato con nessuna probabilità di sopravvivenza. Chinaglia lo apprende negli spogliatoi e crolla a piangere. Sia per Lui che per la squadra il campionato finisce li, anche se c'è da onorare le ultime partite. Non passa giorno che Chinaglia, e la squadra vadano a confortarlo in clinica. Non si rassegna all'idea di vedere consumato dal malel'allenatore che più di tutti lo ha capito e formato,sia come giocatore sia come uomo. A fine stagione, parte per gli U.S.A. per raggiungere la famiglia, confortato anche dal un lieve miglioramento di Maestrelli.
Le sirene americane[modifica | modifica sorgente]
La moglie di Conny si era trasferita definitivamente nel New Jersey, stufa della vita a Roma, dove anche fare la spesa era diventato difficile per le continue angherie di alcuni tifosi non laziali. che l'avevano esasperata. Chinaglia aveva accettato l'idea, e anche lui meditava di stabilirsi dopo la carriera negli States.
Il calcio negli Stati Uniti, era a livello dilettantistico, ma alcuni club avevano provato ad alzare il tono e l'interesse, allora scarso, per il Soccer. Tra questi club c'era il Cosmos New York che aveva ingaggiato addirittura Pelè e stava creando una squadra di vecchie e nuove glorie ancora in grado di giocare divinamente. Una mattina, mentre era in casa, Chinaglia venne raggiunto da una telefonata di Beppe Pinton consulente della squadra dell' Hartford, che gli propone di giocare un'amichevole con la maglia di quella squadra contro la selezione Polacca. Chinaglia accetta, e la Lazio da l'autorizzazione previa assicurazione contro gli infortuni da 2 milioni di Dollari. Per Chinaglia, giocare quella gara è un successo mediatico, infatti stampa e Tv si erano occupati di lui con servizi e trasmessioni inusuali per un calciatore negli States. Intanto Per l'esordio di Pelè nei Cosmos, Chinaglia, desideroso di assistervi, si rivolse al Presidente della squadra Clive Toye per avere un biglietto. Questi lo invitò ad assistere alla partita assieme a lui. Durante la gara, i due si parlarono,e Chinaglia espresse inaspettatamente il desiderio di giocare con i Cosmos, anticipando il rientro negli Usa e potendo quindi stare di più con la famiglia che gli mancava tanto.Quindi si diedero appuntamento per l'indomani nella sede della Warner Bros, per parlare della faccenda che secondo Toye si poteva fare. All'indomani, i 2 arrivarono rapidamente ad un accordo, poi si recarono dal presidente della Warner, Steve Ross, anch'egli entusiasta della faccenda. L'unico ostacolo era rappresentato dalla Lazio, e sopratutto da Lenzini, che andò su tutte le furie e negò ogni possibilità di accordo. Chinaglia arrivò ad acquistare una pagina del Corriere dello Sport per spiegare ai tifosi che lui voleva tornare dalla famiglia, ma servì a poco.
Ritorno a Roma e le discussioni con Corsini[modifica | modifica sorgente]
A fine Agosto 1975 dovette fare ritorno in Italia, per non incorrere a sanzioni e squalifiche che il presidente della Lazio aveva minacciato di effettuare, in caso non si fosse presentato. A Fiumicino lo accolsero migliaia di tifosi, e riusci acommuoversi, ma amara fu la realtà che trovò a Tor Di Quinto. Maestrelli stremato dalla malattia non era più l'allenatore della Lazio sostituito da Giulio Corsini un personaggio all'opposto del Maestro, che si atteggiava a segente di ferro, e che aveva voluto rinnovare la squadra smembrando quella che due anni prima aveva vinto lo scudetto. I due su scontrano immediatamente, non si sopportano a pelle e Chinaglia non lo manda a dire. La squadra va male, rimane impelagata nella zona retrocessione. Corsini accusa Chinaglia di remargli contro, Chinaglia a sua volta lo accusa di non capire nulla di calcio.
Il 16 Novembre 1975 nell'intervallo del derby che la Lazio sta perdendo per 1-0, i due si scontrano ferocemente negli spogliatoi. Corsini a brutto muso avvisa Chinaglia che "Finchè io sarò l'allenatore tu non andrai mai negli Usa a vedere la famiglia" Chinaglia risponde che "I patti con la società sono che io vada negli USA una volta al mese, non ti impicciare" Ma l'allenatore tiene duro, Chinaglia scoppia a piangere di rabbia, ma aquesto punto la squadra viene incontro al giocatore attaccando Corsini. Chinaglia non sta a guardare e per poco non impicca l'allenatore con una mano che lo solleva dal pavimento. Ci vogliono dirigenti e inservienti per evitare una tragedia. Ma ormai è ammutinamento in difesa del giocatore che torna in campo e segna la rete del pareggio sotto un diluvio. La sera stessa parte per New York. La domenica seguente, la Lazio perde ad Ascoli e Corsini viene esonerato. Ritorna a sorpresa Maestrelli, che pare recuperato miracolosamente. .
L'Addio alla Lazio[modifica | modifica sorgente]
Chinaglia si calma, ma ormai è deciso a lasciare la Lazio, a costo di smettere con il calcio. Lenzini deve cedere per non perdere soldi, e la sera del 25 Aprile 1975, dopo aver giocato la sua ultima gara in biancazzurro contro il Torino,parte definitivamente per andare a giocare nei Cosmos New York, chiudendo così la sua avventura laziale. Il giocatore ormai è deciso, non può e non vuole tornare indietro, troppo stanco di fare su e giù per vedere la famiglia, e troppo stanco della stampa italiana che muove il dito contro di lui, ogni qualvolta si trovi in situazioni spiacenti o giochi non bene. Per evitare che i tifosi della Lazio gli impediscano di partire, decide di prendere un aereotaxi dall'aereoporto dell'urbe, diretto a Genova. Da qui, un'altro aereo lo porterà a Parigi, dove finalmente volerà verso New York. Durante il viaggio piange, perchè 7 anni di Lazio non si possono scordare in un attimo. Ma ora lo aspetta "O'Rey" Pelè suo nuovo compagno di squadra e una nuova squadra.
I Cosmos New York[modifica | modifica sorgente]
Chinaglia, si trovò ad affrontare il Soccer americano con un bagaglio d'esperienza elevato. Tutto fu molto facile, perchè i difensori americani non erano così arcigni come quelli del campionato italiano e segnare per lui era facilissimo. L'intesa con Pelè fu all'inizio un pò faticosa, ma poi i due si capirono e giocarono azioni fantastiche. L'esordio contro il Los Angeles di George Best, fu un trionfo: 2 reti di Chinaglia e 6-0 finale. Al suo primo anno segna 19 reti, un buon inizio. Raggiunto dalla notizia della morte di Maestrelli, ritorna a Roma per i funerali, accompagnando la bara piangendo. Poche settimane viene gelato dalla notizia della morte dell'ex compagno Re Cecconi, ma questa volta non se la sente di tornare, troppo dolore. Gioca e vince campionati coi Cosmos,classifiche dei marcatori, va in tourneè in tutto il mondo, e gioca anche contro la Lazio, accolto con affetto dai tifosi. Anche negli affari, si fa largo, e a New York, si costruisce un piccolo impero finanziario. Nel suo ufficio, c'è sempre un gagliardetto della Lazio. Nel 1978 cerca di convincere l'amico di sempre Wilson, a raggiungerlo negli Usa, ma dopo alcune partite quest'ultimo preferisce tornare a casa. Diviene il più popolare giocatore di soccer in America surclassando gente del calibro di Neeskeens, Beckembauer, Carlos Alberto.
Il fallimento da presidente[modifica | modifica sorgente]
Passano gli anni, e Chinaglia ormai è un mito negli Stati Uniti, anche se fino ad allora il Soccer non è entrato nei cuori degli americani. Le squadre si rimedinsionano, gli sponsor languono e gli stadi si svuotano. La Nasl, la lega americana entra in crisi. Chinaglia, nel 1983 ha 36 anni, e la carriera ahonistica sta volgendo al termine. Una mattina di fine Maggio, sta ascoltando la radiocronaca di Milan Lazio partita di Serie B che vede i biancazzurri soccombere 5-1. E' la goccia che fa traboccare il vaso, per Lui rimasto Laziale e tifoso, non resta che tornare: Da presidente. Malgrado il parere contrario della famiglia, chiama collaboratori e avvocati vari, e in gran segreto contatta il presidente della Lazio Gian Chiaron Casoni, per chiedere la disponibiltà a cedergli il controllo della maggioranza. La risposta è positiva e la Domenica successiva prima di Lazio Atalanta, il Corriere dello Sport pubblica la notizia dell'interessamento dell'ex bomber a rilevare la società. Allo stadio accorrono in 60.000 ognuno con una bandiera o una sciarpa elettrizzati e portano la Lazio a vincere 2-1 ed ad un passo dalla promozione. La sera, durante la trasmissione sportiva Gol di Notte nel canale privato Teleroma 56, condotta dal popolare Michele Plastino, non si parla d'altro, anche se non si hanno grandi conferme. Ospite un'altro popolare anchorman laziale Gianni Elsner ad un certo punto arriva la telefonata di Chinaglia in diretta che conferma tutto. I tifosi della Lazio possono iniziare a sognare dopo anni bui. Poche settimane dopo, a promozione avvenuta, Chinaglia sbarca a Roma da presidente tra il tripudio della folla. La Lazio è sua per 2 miliardi di lire.
Purtroppo nessuno gli aveva detto che c'era un buco di 13 miliardi da coprire, ma non si perde d'animo. Acquista il nazionale brasiliano Batista e dalla Juventus Laudrup, più altri giocatori e conferma sia Giordano sia Manfredonia. Malgrado sia una buona squadra, la salvezza arriva solo all'ultima giornata, dopo aver esonerato Morrone sostituito da Carosi. Prende anche una sonora squalifica per aver tentato di aggredire ad ombrellate l'arbitro Menicucci durante un Lazio Udinese, reo di aver fatto proseguire il gioco oltre il 65° e fatto pareggiare i friulani. Per la stagione 1984/85 ha un piano molto preciso: vendere Giordano e Manfredonia alla Juventus, per incassare un bel pò di soldi per rimpinguare le casse e acquistare l'emergente attaccante Briaschi. Ma il piano salta perchè sia Manfredonia che Giordano rifiutano di passare alla squadra bianconera. I tre litigano e lo spogliatoi si spacca. Il risuktato è che la Lazio finisce penultima, retrocede e la società è sull'orlo del fallimento. Chinaglia è costretto a cedere la società prima a Franco Chimenti, a cui subentreranno poi i fratelli Calleri e Renato Bocchi. Tradito dagli amici, mal consigliato dai soci, dopo due anni e mezzo abbandona la Lazio da sconfitto.
Anni tranquilli[modifica | modifica sorgente]
Tornato negli Usa, Chinaglia si trasferisce in Florida dove apre un ristorante, assieme alla nuova compagna. Sono anni tranquilli, mentre il Soccer riprende vigore ed interesse anche negli States. Si occupa di calcio, ma ogni tanto ritorna in Italia, dove ottiene un contratto da opinionista e commentatore di partite, in televisione. Il carattere irrequieto, lo porta spesso in polemica, ma il nuovo ruolo gli piace anche se gli va stretto. Diventa presidente del Foggia e del Lanciano, ma le due esperienze si esauriscono presto. La Lazio di Cragnotti comincia a vincere in Italia ed Europa. Spesso si accosta il suo nome a qualche ruolo dirigenziale o addirittura alla presidenza, ma non se ne fa nulla. Fra il patron e chinaglia non c'è feeling. Partecipa alla serata del centenario della società il 9 Gennaio 2000 tra l'ovazione dei 90.000 presenti, malgrado una temperatura rigida. Poi il ritorno in Florida.
Le ultime vicende giudiziarie[modifica | modifica sorgente]
Il nome di Chinaglia riappare all'inprovviso all'inizio del 2006, quando si espone come portavoce di una cordata che vuole rilevare il controllo della Lazio dal presidente Lotito. Afferma che dietro c'è una importante multinazionale farmaceutica ungherese, e tiene alcune conferenze stampa. Ma il presidente della Lazio non vuole saperne di cedere il controllo e per questo Chinaglia fa ritorno a casa. Pochi mesi dopo, viene raggiunto da un'ordine di arresto in contumacia, assieme ad altre persone, per aggiotaggio e altri reati. Pare che dietro non c'era nessuna multinazionale, ma solo un giro di riciclaggio di denaro sporco. Lui si è dichiarato innocente ed estraneo ai capi d'imputazione. Sarà la giustizia a chiarire la vicenda. Intanto il 28 Novembre 2007 la Consob multava l'ex giocatore emettendo questo comunicato La Consob ha multato Giorgio Chinaglia per 4,2 mln "per condotte manipolative poste in essere in relazione ai titoli delle SS Lazio spa" e per "procurato ritardo all'esercizio delle funzioni di vigilanza della Consob". La commissione ha inoltre disposto una sanzione amministrativa accessoria nei confronti di Chinaglia che prevede la perdita temporanea dei "requisiti di onorabilita' e incapacita'" ad assumere incarichi di amministrazione, direzione e controllo, per un periodo di 18 mesi.