Mercoledì 29 agosto 1973 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Varese 1-0

Da LazioWiki.

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29 agosto 1973 - 1776. Coppa Italia 1973/74 - Girone 2 - I giornata

LAZIO: Pulici, Facco, Martini, Wilson, Oddi, Nanni (63' Inselvini), Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi (68' Mazzola (II)), Manservisi. A disp. 12 Moriggi, 13 Labrocca, 16 Chimenti. All. Maestrelli.

VARESE: Fabris, Perego (79' Valmassoi), Borghi, Riva M., Andena, Prato (73' Dehò), Gorin D., Bonafè, Calloni, Marini G., Libera. A disp. Della Corna, Di Gennaro, Vatini. All. Maroso.

Arbitro: sig. Levrero di Genova.

Marcatori: 32' Facco.

Note: Serata calda, campo in perfette condizioni. Ammoniti Frustalupi (comportamento antiregolamentare) e Borghi (gioco scorretto). Infortunio a Perego (contusione ad una caviglia), costretto a lasciare il campo al 34' della ripresa.

Spettatori: 30.000 circa (paganti 20.022 per un incasso £. 51.418.000).


Il gol di Facco
dal Corriere dello Sport
La squadra biancazzurra
La formazione biancazzurra
La formazione vista da un altro fotografo
La classifica del girone dopo il primo turno
dal Corriere dello Sport

► Il Corriere dello Sport in prima pagina: “Ottimo Facco, un po’ meno la Lazio - Decisa da un suo gol la gara col Varese (1-0) - Due pali di Chinaglia e Garlaschelli - Due strepitosi interventi di Pulici - Nel 2° tempo, Frustalupi e Nanni sostituiti da Mazzola e Inselvini”.

La Lazio ha sbuffato a lungo sotto l'incalzare di giovanotti che nessuno conosceva e che nessuno poteva prevedere già così ben assestati nello scacchiere. Nei primi venti minuti gli stessi giocatori di Maestrelli devono aver sospettato che i quattro incontri amichevoli che avevano preceduto l'apertura ufficiale della stagione (tutte vittorie, 14 gol, una pioggia di consensi), erano stati un'illusione.

Anche il pubblico, sedutosi sulle tribune dell’Olimpico pregustando un bottino sontuoso, era rimasto piuttosto perplesso di fronte ad una squadra che appena tre giorni prima, contro il Genoa, aveva acceso ambizioni e fantasie. Bastavano pochi minuti, però, perché si manifestassero le vere cause di un regresso troppo repentino per essere frutto di lacune congenite. In primo luogo, il contributo minimo che Frustalupi portava alla squadra, a conferma - seppure ve ne fosse bisogno - che il “regista” è elemento essenziale alla manovra laziale.

Messo in campo all'ultimo momento ancora sofferente per la contrattura inguinale, Frustalupi si è espresso nettamente al di sotto del suo rendimento abituale, fallendo una percentuale altissima di suggerimenti e mancando palesemente in fase di copertura. Al suo fianco, anche Nanni si spegneva presto, costringendo Re Cecconi, Martini e Manservisi ad un lavoro straordinario. Un centrocampo conciato così male, veniva saltato di slancio dai ragazzini di Maroso, con immaginabili ripercussioni sulla efficienza della manovra offensiva ed un impegno severissimo per la difesa.

Fortuna che Pulici ha parato anche quello che nessuno avrebbe mai potuto imporgli di parare e che Facco, a conferma dei progressi sensibili fatti registrare in questo inizio di stagione, ad una eccellente prestazione difensiva ha saputo unire la prodezza che bene o male ha portato a casa i due punti programmati. Gli artefici principali della vittoria sono stati loro. il primo effettuando almeno due interventi da grande portiere (aria di Monaco?), il secondo elevandosi più in alto di tutti a colpire di testa un pallone che Nanni aveva calciato dalla bandierina del calcio d'angolo.

Il gol è giunto dopo 31 minuti di gioco frammentario, sgraziato, seppure veicolo di forti emozioni. Chinaglia si era disperato e aveva fatto disperare la platea al 16' scagliando un violentissimo pallone contro il palo; pochi istanti prima, era stato Martini ad azzeccare un fendente da lunga distanza che Fabris riusciva in acrobazia a deviare sopra la traversa; il Varese aveva fatto ammutolire lo stadio al 7’ con un tiro di Calloni che sorvolava a bassissima quota la porta di Pulici e al 25’ quando Facco arrivava con la punta di un piede a scongiurare una conclusione a botta sicura di Libera.

Il sollievo del vantaggio raggiunto, però, non riusciva che a limare l'impaccio laziale. Sotto la spinta delle due ottime mezze ali Bonafé (regista) e Marini (podista) e le lodevolissime iniziative del “tornante” Gorin e della punta Libera (i duelli tra quest'ultimo e Facco hanno costituito il motivo tecnicamente più apprezzabile della partita), il Varese continuava a ribattere colpo su colpo. Ancora Facco salvava in “estirada” su Libera al 44', dopo che un affondo di Chinaglia era stato sventato in egual maniera da Andena.

Nell'intervallo, si aveva l'impressione che la Lazio si fosse arrangiata con alcune eccellenti prestazioni individuali, senza però mai offrire la sensazione di una indiscussa superiorità nei confronti del giovane antagonista. Facco, Re Cecconi e Martini avevano coperto le magagne dei compagni assumendosi incombenze non sempre strettamente pertinenti. Martini, già impegnato severamente nel controllo dell'attivissimo Gorin, aveva confortato sul pieno recupero dell'antica dinamica, rivelando persino insospettabili doti di tiratore.

Soltanto nella ripresa, quando il Varese cominciava ad accusare il peso della fatica e fors'anche di un certo scoramento, la partita si stabilizzava sui binari previsti. Pur non esprimendo quella manovra elegante e redditizia per la quale altre volte si era segnalata, la Lazio, assumendo decisamente il comando delle operazioni, soprattutto giovandosi delle travolgenti iniziative di Re Cecconi (una battuta di Scopigno in tribuna: “Interessante quel ragazzo biondo…”).

Re Cecconi correva in ogni angolo del campo in cui si accendesse un focolaio di gioco. Era addirittura presente sulla linea di porta, al secondo minuto, per ribattere un tiro effettuato in mezza rovesciata da Bonafè sul quale Pulici non aveva proprio avuto la possibilità di intervenire; sugli sviluppi di questa azione, comunque, il portiere firmava il risultato con una strepitosa respinta volante su colpo di testa da tre o quattro metri di Libera; Pulici si ripeteva, o quasi, all11’, inchiodando a terra una fucilata di Marini liberatosi in dribbling.

Queste occasioni fallite in apertura di ripresa segnavano in pratica la resa del Varese. Calato di tono Bonafè, troppo occupato Marini ad inseguire quel dannato maratoneta di Re Cecconi, la geometria dei lombardi - apparsa nel primo tempo assai ben disegnata - cominciava a perdere armonia. La Lazio si riversava con buona Iena nella metà campo varesina alla ricerca di un gol doppiamente prezioso: per mettere al sicuro la vittoria e poter contare - nell'eventualità di un arrivo simultaneo con la Roma sul traguardo finale - su una buona differenza reti. Non ci riusciva per sfortuna al 15' (traversa di Garlaschelli su traversone radente di Chinaglia) e al 20' (Chinaglia a Garlaschelli, dribbling e tiro ben indirizzato ribattuto dalla schiena del centravanti!); per la bravura di Andena che al 26' recuperava appena in tempo per deviare in corner una conclusione di Chinaglia e infine per una indecisione del cannoniere laziale che al 3I' preferiva aggiustarsi il pallone anziché indirizzarlo subito, come avrebbe potuto, verso la rete.

Un gol, un palo e una traversa costituiscono indubbiamente un bottino meno lauto del previsto, ma non per questo disprezzabile. Quando Frustalupi si sarà ristabilito dal malanno inguinale e Nanni ritroverà un passo più svelto, la ruota della Lazio dovrebbe riprendere a girare per il verso giusto. Per ora, accontentiamoci dei due punti, che in fondo rispettano il programma tracciato da Maestrelli; accontentiamoci del definitivo ritorno di Re Cecconi e Martini alla forma migliore, il che garantisce alla squadra una costante dinamica; della solidità espressa dalla difesa, con Pulici, Facco e Oddi (CalIoni, chi l'ha mai visto?) su livelli di eccellenza, e Wilson un po' sotto il consueto rendimento, non dimenticando però che il libero ci ha un tantino... viziati; dell'accorto lavoro di Manservisi, che si vsede poco ma è sempre al fianco del compagno bisognoso di sostegno; del disinvolto inserimento di Inselvini e Mazzola, tenendo presente che il loro ingresso è coinciso con la fase più confusa e stanca della partita.

Garlaschelli è cresciuto notevolmente nella ripresa (sta diventando una strana abitudine: anche contro il Genoa si ridestò dopo l'intervallo), il suo compagno di reparto Chinaglia ha colto un palo, sfiorato un paio di gol, effettuato servizi preziosi (rilevanti due aperture di trenta metri su Re Cecconi ala destra e il passaggio a Garlaschelli nell'episodio della traversa) che gli offrono ampiamente la sufficienza pur nella prima giornata di “magra”.

Tra le cause della prestazione non certo esaltante della Lazio non bisogna comunque dimenticare l'ottima disposizione del Varese, squadra dalla manovra limpida (finché il fiato ha retto), rapida, stringata. II centrocampo ha macinato gioco “pulito” per oltre quaranta minuti, l’attacco ha saputo portare minacce serissime alle quali soltanto un Pulici in serata di grazia poteva opporsi con successo. La difesa ha denunciato qualche scompenso, mostrando impaccio soprattutto sui palloni alti. È piaciuto Andena, inflessibile custode di Chinaglia, ma il portiere Fabris ed il giovane libero Riva non hanno mai offerto una sensazione di sicurezza. Il Varese si è comunque rivelato formazione assai interessante, soprattutto per la bassa età collettiva e gli elementi giovani che sta maturando. In primo luogo, la mezz'ala Marini, di cui dovremmo sentir parlare spesso sia nel prosieguo della Coppa che nel prossimo campionato di B.

Con una direzione attenta ed imparziale, l'arbitro Levrero si è fatto perdonare la gazzarra provocata un paio di mesi fa al Flaminio in occasione della finale di Coppa Italia “Semipro” fra Avellino e Alessandria. Ha giustamente ammonito Frustalupi e Borghi, ha applicato con astuzia la regola dai vantaggio, ha saputo riportare subito la partita sui binari giusti quando, nel finale del primo tempo, gli animi si erano accesi. Un giovane da tener presente anche per confronti più importanti.


► Nell'articolo de La Stampa: "Facco di testa (1 a 0) decide Lazio-Varese".

Roma - Facco di testa al 32' ha sbloccato il risultato in una partita che incominciava a diventare piuttosto imbarazzante per la Lazio. I biancazzurri sono scesi all'Olimpico nel primo impegno "serio" dopo la pausa estiva, ben decisi a vincere contro un Varese che nello scontro non sembrava poter far valere altre carte oltre ad una preparazione atletica già in stadio avanzato. La squadra lombarda infatti è stata la prima, fra quelle di A e di B, ad entrare in allenamento. Alla prova dei fatti il Varese si è rivelato un osso assai più duro del previsto: duri nel contrasti, pronti a lanciarsi in contropiede, i rossi si sono difesi strenuamente (anche con qualche scorrettezza).

La prima grande occasione è per gli ospiti, ma Callonl ben servito da Bonafé manda fuori a fil di palo. Un'altra grossa occasione sempre per Callonl, quasi allo scadere del primo tempo, non ha miglior risultato. Nanni, lanciato da Re Cecconi, al 4', tenta il gol, ma il suo tiro è ribattuto. Il primo brivido ai ventimila spettatori lo procura Martini che recupera un palone respinto dalla barriera su punizione di Chinaglia e indirizza a rete: Fabris devia in corner, è il 16'. Due minuti più tardi è Chinaglia a costringere ad una deviazione all'interno del palo il portiere varesino.

Poi, finalmente, al 32' l'assedio porta i suoi frutti e Facco insacca in tuffo.