Domenica 2 settembre 1973 - Brescia, stadio Mario Rigamonti - Brescia-Lazio 2-0

Da LazioWiki.

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2 settembre 1973 - 1777. Coppa Italia 1973/74 - Girone 2 - II giornata

BRESCIA: Galli E., Gasparini, Cagni, Del Favero, Facchi, Casati, Salvi, Bellotto, Cinquepalmi (75' Beccalossi), Franzon, Bertuzzo. A disp. Tancredi, Gamba, Castelletti, Nardello. All. Gei.

LAZIO: Pulici F., Facco (24' Inselvini), Martini L., Wilson, Oddi, Nanni (75' D'Amico), Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Manservisi. A disp. Moriggi, Mazzola. All. Maestrelli.

Arbitro: sig. Toselli di Catanzaro.

Marcatori: 46' Bellotto, 53' Bellotto.

Note: Cielo sereno, terreno erboso in buone condizioni. Al 21' Facco, rimasto a terra dopo uno scontro con un avversario, è stato trasportato fuori campo ed è uscito per una forte contusione alla caviglia destra. E' stato sostituito al 24' da Inselvini. All'8' Chinaglia ha sbagliato un calcio di rigore.

Spettatori: 11.647 paganti, per un incasso £. 24.409.500.

Il titolo del Corriere dello Sport
Il titolo de l'Unità
La formazione bresciana; il secondo in piedi da sinistra è l'ex laziale Cinquepalmi
L'ex Franco Cinquepalmi in azione controllato da Mario Facco; dietro si riconoscono Manservisi e Garlaschelli
Il rigore fallito da Chinaglia
dal Corriere dello Sport
Oddi e Cinquepalmi al termine dell'incontro
Ancora Cinquepalmi e Oddi
La classifica del girone al termine del secondo turno
dal Corriere dello Sport

► Il Corriere dello Sport in prima pagina: “Lazio: rigore fallito, Facco K.O. – Poi si arrende al Brescia (2-0)”.

L’ultima volta che la Lazio è venuta a Brescia, proprio nell'anno della scalata in A, vi era rimasta mal concia: 4 a 0, con una doppiata di un ex romanista, Nardoni. Tanto per scherzare, si diceva, perché la Lazio in formazione tipo non avrebbe dovuto temere niente da una squadretta modesta come il Brescia che lo scorso anno si è salvata per un soffio dalla C.

I giocatori laziali erano andati in campo pieni di vigore, stimolati anche dal trionfo di Gimondi per il quale avevano fatto un tifo d'inferno avanti al televisore poco prima. La realtà è stata un'altra e per alcuni versi agghiacciante. La Lazio ha perduto per 2 a 0, due gol del ventottenne Bellotto, in un secondo tempo balordo e caotico, quando nei primi quarantacinque minuti avrebbe potuto segnare due o tre gol senza fatica.

Ma non basta. Chinaglia ha tirato sul palo un rigore all’8' di gioco e Facco ha tristemente salutato tutti al 24', dopo che tre minuti prima nello scontro con un bresciano era terminato sull'erba dolorante: la caviglia destra. Due anni fa fece qualche mese di gesso. Auguriamoci che non sia una cosa grave, ma il ragazzo non può camminare, sente fitte terribili. Per ora si parla di forte contusione ma domani il responso spetta alle lastre. Speriamo bene perché si apre drammaticamente il problema della difesa biancazzurra che non può discorre neanche di Polentes.

Per la Lazio, proprio ad otto giorni dal derby, è stata una serataccia, anche se le premesse prospettavano ben altro. I due gol di Belletto in apertura di ripresa hanno tagliato le gambe agli uomini di Maestrelli, che non sono stati più capaci di organizzarsi compiutamente. Doveva essere una passeggiata, è stata una specie di via crucis, rigore sbagliato, Facco perso e poi l'uno due di Bellotto che ha sconvolto i piani di Maestrelli.

Si può dire anche che forse la Lazio ha peccato di presunzione, si è buttata all'assalto con una certa faciloneria, ha pagato per evidenti errori di copertura. Da come si era presentata, sembrava che la Lazio fosse in grado di fare un terribile e gustoso boccone del Brescia, che non sapeva come arrangiarsi, se non con interventi alla disperata.

La Lazio veniva giù a folate gagliarde, con esuberanza, Facco e Martini cercavano di collaborare aggirando lo schieramento sulle ali, Chinaglia si sentiva un leone, al 5' è stato un miracolo se non ha fatto gol, addirittura di testa. Da un duetto Re Cecconi-Frustalupi sulla destra, è venuto fuori un calibrato traversone che Chinaglia ha incornato con puntigliosa esattezza: il pallone a parabola ha superato irrimediabilmente Galli e stava entrando in porta quando Del Favero riusciva ad agganciarlo proprio sulla linea con una prodezza acrobatica, che scatenava l'entusiasmo del tifo bresciano; anche Chinaglia si meritava la sua dose di battimani.

Il Brescia è subito rimasto intontito dalle spumeggianti scorrerie laziali. Frustalupi orchestrava il gioco con saggezza, pur nei limiti dinamici che gli si possono giustificare, considerato il recente infortunio. Re Cecconi galoppava con spavalda prepotenza, Nanni aspettava l'occasione per sferrare qualche tiro dalla sua posizione preferita, Garlaschelli metteva scompiglio nelle vicinanze di Galli. Chinaglia smaniava: in tribuna c'era Vicini, inviato di Valcareggi, che voleva dare un'occhiata proprio a Chinaglia, a Pulici, a Wilson e a Re Cecconi.

Insomma, per almeno una decina di minuti, il pubblico ha trattenuto il respiro, oppure ha espresso soddisfazione per i pericoli scongiurati, perché al 7' Garlaschelli è tirato a terra con un braccio da Salvi: avrebbe potuto esserci il rigore, che però Toselli concedeva un minuto dopo all’8’, quando un cross teso di Chinaglia, dalla destra. veniva intercettato con il braccio, in tuffo, dal libero Del Favero. Stavolta Toselli non aveva dubbi, Chinaglia si aggiustava il pallone sul dischetto e sparacchiava un tiro non molto forte ma angolatissimo, fuori dalla portata di Galli. Purtroppo, la palla batteva sull'interno del palo, alla destra del portiere, e tornava in campo preda della difesa locale, mentre Chinaglia si metteva la testa fra le mani.

Non erano passati che otto minuti, eppure la Lazio avrebbe potuto essere già in vantaggio di almeno due gol, solo avesse avuto un pizzico di fortuna. Certo, il rigore sbagliato da Chinaglia ha frenato un po' lo slancio, la euforia si è smorzata, ma non per questo la Lazio ha rinunciato a premere sull'acceleratore, anche se cominciavano ad intravvedersi scompensi nella retroguardia troppo spesso risucchiata in avanti dalla facilità con cui fluiva l'azione verso la rete avversaria. Oddi controllava Cinquepalmi (il “duello di borgata”) con sufficiente sicurezza, anche se il ragazzo di Centocelle mostrava se non altro una confortante velocità di esecuzione, con le poche palle che riusciva a giocare; Facco non sempre ce la faceva a controllare lo sgusciante Bertucco; Martini con Salvi era quello che soffriva di più, perché il minuscolo capitano del Brescia pareva avene addosso il mercurio, era dappertutto e generava qualche confusione nelle vicinanze di Pulici e anche a centrocampo, dove Martini non sempre poteva seguirlo con efficacia. Re Cecconi se la vedeva con Casati e Nanni con Bollotto, ma una decina di minuti le marcature fra i quattro venivano invertite, con Frustalupi si misurava Franzon. Pulici si disimpegnava ugualmente, nelle poche volte che il Brescia aveva il coraggio di mettere il naso fuori dalla finestra, anche se sui traversoni alti la difesa della Lazio denunciava talune perplessità, senz'altro determinate dai ritardi nella registrazione.

Quando Facco è uscito trascinandosi dietro la gamba destra ed è entrato Inselvini, che in pratica è stato sempre un centrocampista, la linea dei terzini ha manifestato nuove incertezze. Mentre Facco era ai bordi del campo, Bertuzzo, sfuggito a Wilson, impegnava seriamente Pulici. Insomma, da quel momento, pur mostrandosi superiore come squadra e come individualità, la Lazio ha avvertito parecchie contrarietà, anche se al 30' solo la bravura e la tempestività di Galli hanno impedito che Chinaglia, con una randellata portentosa dai 16 metri, siglasse l'ancora meritato vantaggio per la propria squadra.

È stata l'ultima vera occasione biancazzurra (Galli ha alzato di un soffio col palmo di una mano la palla sulla traversa), perché il Brescia ha gradualmente aumentato le sue azioni di disturbo, pur senza creare eccezionali circostanze favorevoli. Il tempo è finito sullo 0 a 0. La Lazio dopo i primi 20 minuti folgoranti aveva ceduto ad una specie di rassegnazione, le crepe più evidenti si erano verificate nella retroguardia, senz’altro troppo allegramente sbilanciata in avanti.

Nella ripresa, quando ancora ci si aspettava che la Lazio concretasse il suo pur declinante predominio, è venuto il gol a freddo di Bellotto al primo minuto che ha tagliato le gambe ai romani. Salvi ha rimesso a centro da destra, la difesa al è fatta cogliere impreparata, Re Cecconi non è riuscito a bloccare sul limite dell'area Bellotto, il quale, pur avendo perso il primo aggancio della palla, è stato egualmente in grado di toccarla allungando il piede, mentre Pulici si era deciso ad uscire. Il pallonetto ha scavalcato il portiere ed è entrato nella rete. 1-0 ed è stato il delirio.

Sette minuti dopo, ancora Bollotto, sfuggito a Re Cecconi (ma chi è questo Bellotto, un mostro?) è piombato sul limite dell'area ed in piena libertà ha scaraventato il pallone dietro le spalle di Pulici, centrando il “sette”.

La Lazio ha poi battuto la testa contro un muro. Due gol erano troppi da rimontare, anche perché bisognava fare attenzione a non farsi sorprendere più. Chinaglia si è trovato immobilizzato nel centro dell'area bresciana, opportunamente infoltita. La possibilità di manovra è diventata limitatissima, perché a quel punto non era difficile reggere, tirando i remi in barca e accorciando tutti gli spazi, cosa che puntualmente questo coraggioso e disinvolto Brescia ha fatto, riuscendo poi, in contropiede, a colpire anche un palo con Beccalossi al 33'.


La Stampa titola: "Lazio presuntuosa, il Brescia la punisce - Sorprendente successo (2-0) delle Rondinelle - Troppi registi fra i biancazzurri - Bellotto ha siglato le due reti per i lombardi".

Risultato a sorpresa allo stadio Rigamonti: un Brescia ricco di volontà ha battuto con un secco 2 a 0 una Lazio che praticamente vive ancora sull'onda dell'individualità dei suoi uomini migliori dello scorso campionato. La compagine di Maestrelli è lontana dalla condizione migliore. Re Cecconi, Chinaglia, Wilson, Frustalupi vogliono fare i registi, ma non legano con i compagni. La squadra lombarda, invece, benché presenti ancora alcune deficienze, ha dimostrato di possedere dei buoni attaccanti. Franzon, a centrocampo, è stato un vero regista mentre una rivelazione è stato Cinquepalmi, che l'anno scorso militava nelle file laziali. Bellotto, mezz'ala, è stato l'uomo-gol della giornata; Salvi, come sempre, il jolly del gioco. I difetti del Brescia sono in difesa, ma va anche detto che lo stopper Facchi e l'esperto Casati hanno dovuto prodigarsi nel controllo di Chinaglia e Nanni.

L'incontro ha avuto, se così si può dire, due volti: i primi 45 minuti sono stati dei laziali, i secondi dei padroni di casa. Le emozioni sono iniziate subito: al 5' Chinaglia deviava di testa un ottimo pallone offertogli da Garlaschelli: il libero Del Favero salvava sulla linea. Due minuti dopo, i laziali perdevano l'occasione che avrebbe potuto cambiare l'indirizzo alla partita. Del Favero cadendo toccava con una mano il pallone: l'arbitro concedeva il rigore, peraltro assai discutibile. Lo batteva Chinaglia, ma la palla finiva sul palo e Cagni liberava mandando in angolo. L'ala sinistra Bertuzzo, al 23', aveva una buona palla, ma la sciupava mandandola fra le mani di Pulici. Alla mezz'ora ancora Chinaglia uscito sulla destra, si rendeva pericoloso, ma Galli liberava.

Nel secondo tempo cambiava volto la partita. Era il Brescia che scattava e proprio al primo minuto segnava: allungo di Salvi per Bellotto; l'interno si giocava due avversari, vinceva un rimpallo, quindi da circa sette metri batteva Pulici con un pallonetto. La squadra di Maestrelli, colpita nel vivo, si lanciava al contrattacco, ma era ancora il Brescia con Bellotto che all'8', sfuggito sulla destra, dal limite dell'area tirava una cannonata che si infilava nel sette alla sinistra del portiere laziale.

L'ex bresciano Inselvini, che al 22' del primo tempo aveva sostituito il terzino Facco rimasto infortunato (si parla addirittura di una frattura), al 30' tirava a rete, ma Galli ancora una volta, d'intuito, parava. Il Brescia a questo punto si difendeva e cercava di contenere gli attacchi del laziali, ma alla mezz'ora passava nuovamente al contrattacco, e Beccalossi, subentrato a Cinquepalmi, colpiva il palo a portiere battuto. Da questo momento la partita non aveva più storia.