Sabato 26 settembre 2020 - Cagliari, Sardegna Arena - Cagliari-Lazio 0-2
► Stagione
26 settembre 2020 - Cagliari, Sardegna Arena - Campionato di Serie A, II giornata - inizio ore 18.00
CAGLIARI: Cragno, Faragò (80' Zappa), Klavan, Waluikiewicz, Lykogiannis (87' Tripaldelli), Nandez, Marin (70' Caligara), Rog, Sottil (80' Despodov), Simeone (80' Pavoletti), Joao Pedro. A disposizione: Aresti, Vicario, Godin, Pinna, Carboni, Pajac, Pisacane, Oliva, Ladinetti. Allenatore: Di Francesco.
LAZIO: Strakosha, Patric, Acerbi, Radu (89' Parolo), Lazzari, Milinkovic (70' Akpa Akpro), Leiva (63' Escalante), Luis Alberto (89' Cataldi), Marusic, Correa (70' Caicedo), Immobile. A disposizione: Reina, Alia, Armini, D. Anderson, Kiyine, Adekanye. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Massa (Imperia) - Assistenti Sigg. De Meo e Fiore - Quarto uomo Sig. Di Martino - V.A.R. Sig. Chiffi - A.V.A.R. Sig. Paganessi.
Marcatori: 4' Lazzari, 74' Immobile.
Note: osservato un minuto di raccoglimento in memoria dell'arbitro Daniele De Santis di Lecce vittima, insieme alla compagna, di un'aggressione. Esordio in Serie A e in una partita ufficiale con la maglia della Lazio per Gonzalo Escalante e Jean-Daniel Akpa-Akpro. Ammonito al 51' Marin ed al 61' Leiva, entrambi per gioco falloso. Angoli 4-6. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 1.000 circa in ragione delle vigenti norme anti-Covid 19.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► La Gazzetta dello Sport titola: "Partita senza storia. Lazzari e Immobile, Cagliari k.o. Brilla la Lazio formato qualità. Gol e spettacolo, i biancocelesti scordano il finale di campionato. Per Di Francesco avvio in salita".
Continua la "rosea": Domanda da cento milioni: e se la Lazio avesse giocato così nel post lockdown, invece di incartarsi e finire al quarto posto? Non esiste risposta definitiva, aspettiamo le interrogazioni di Atalanta e Inter che sono prof universitari. Qui erano esami da elementari. Ma qualche interrogativo Simone Inzaghi se l’è scrollato di dosso dopo una vigilia in cui ha sfiorato la "rottura" sindacale. La Lazio, pur con tutti i limiti di rosa e mercato, potrebbe essere tornata la Lazio. Quella che, con lo spartito classico almeno, suona che è una meraviglia. Con in più un "acquisto" inatteso, il travolgente Marusic, che a sinistra disegna il 2-0 con due fughe irresistibili concluse da Lazzari e Immobile. L’esterno che serviva. E naturalmente con la complicità del Cagliari, al momento in seria crisi d’identità. Urgono interventi profondi e Di Francesco farà bene a non perdere tempo perché, dal Benevento in su, sempre copyright "fratelli Inzaghi", quest’anno niente sembra scritto: ma l’Atalanta, domenica prossima, non è il meglio che potesse capitare in un momento così. Cagliari da resettare. O forse sì, perché obbligherà DiFra a riflettere su situazioni chiaramente insostenibili. Che senso ha insistere sul prediletto 4-3-3 senza avere interpreti adatti, cominciando da Joao Pedro che largo a sinistra s’intristisce e scompare da una manovra nella quale vuole sempre essere al centro? Anche Marin è un problema: non ha ancora fatto capire che tipo di regista sia, o se sia un regista, ma così timido toglie più che dare. E la difesa è imbarazzante sugli esterni: Godin darà una bella mano a Walukiewicz in mezzo, ma neanche lui ha il potere di moltiplicarsi a destra e sinistra, s’è visto all’Inter.
Il passaggio nel finale al 4-3-1-2, con Joao Pedro trequartista e due punte (Pavoletti-Despodov), lascia supporre un aggiustamento all’orizzonte. Ma niente illusioni: Simeone deve darsi una svegliata e Nandez, al contrario, una calmata per non prosciugarsi in un tempo. Lazio da migliorare. Tutte questioni che, Inzaghi, mago della preparazione, deve aver studiato bene. Non è un caso il gol immediato (3’27”) con discesa a sinistra e cambio di gioco a destra: Marusic-Lazzari, esterno-esterno, e Cagliari imbambolato in mezzo. Pochi come la Lazio sanno essere impietosi sugli errori altrui. Ma pochi rivali perseverano così. Invece il Cagliari ha continuato a lanciarsi in avanti con poca testa e molta casualità, facile da fermare, offrendosi alle ripartenze della Lazio in praterie deserte. La mira di Immobile e Milinkovic e le parate di Cragno hanno evitato guai peggiori. Non ha tutti i torti Inzaghi quando chiede "aiuto" al mercato: qualche ricambio in più del passato c’è, ma la qualità di Milinkovic (ieri momenti da tempi belli), di Luis Alberto in crescita, dello stesso Immobile sotto rete, non ha alter ego. E presumere di spremere sempre gli stessi, con la Champions poi, sarebbe folle. Certo anche qualche piano-B tattico non guasterebbe, ma l’ex Inzaghino, ora fratello maggiore della panchina, è alla stagione della svolta e delle grandi risposte. Come la sua Lazio.
► Il Corriere dello Sport titola: "E' tornata la vecchia Lazio. Cagliari ko. Inzaghi domina il primo tempo senza nuovi acquisti: Lazzari sblocca subito, nella ripresa arriva il raddoppio firmato da Immobile. Marusic a sinistra fa due assist. Di Francesco mai in partita. Si rivede la squadra che aveva tenuto testa alla Juve sino al lockdown di marzo".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Riecco la vera Lazio. Era sparita nel post lockdown, inghiottita dal sogno scudetto e dagli infortuni. E’ riapparsa ieri pomeriggio alla Sardegna Arena per stendere il Cagliari con la doppietta firmata da Lazzari e Immobile e per consentire a Simone Inzaghi di lanciare un altro avviso a Lotito in attesa dei confronti più duri con Atalanta e Inter. Nella stagione del ritorno in Champions sarebbe un peccato fermarsi così, accontentarsi e non investire qualche soldo in più per chiudere altre due o tre operazioni giuste in entrara. Suonerebbe come una rinuncia, perché la squadra è forte e si sta ritrovando, ma servono le alternative per reggere una stagione intera su più fronti. E il crollo di inizio luglio, quando mancavano troppi titolari, lo ha dimostrato. Chissà se da qui al 5 ottobre anche Giulini regalerà altri rinforzi al Cagliari. Godin, appena arrivato, ha rinviato il debutto e Pavoletti viaggia spedito verso il pieno recupero dopo un anno di stop. Al resto dovrà pensare Di Francesco, devoto al 4—3-3 e troppo scoperto sulle corsie. Faragò è stato travolto da Marusic e Lykogiannis da Lazzari. La partita è stata indirizzata e decisa dal divario abissale sulle fasce e ovviamente dal tasso di qualità superiore della Lazio, subito padrona del gioco.
Fasce. Inzaghi ha ritrovato la sua creatura con il recupero di Leiva come equilibratore tattico e tornando dopo un’eternità a schierare la formazione titolare, fatta eccezione per Luiz Felipe (rimpiazzato da Patric) e il solito Lulic, sostituito da Marusic in attesa di Fares, il cui acquisto non è ancora stato formalizzato. Se Milinkovic ha faticato a carburare, Luis Alberto ha acceso la luce con le solite giocate e la pressione altissima degli esterni, abbinata all’assenza totale di Sottil e Joao Pedro nella fase difensiva, ha permesso dopo 4 minuti alla Lazio di trovare il gol che Inzaghi reclama da sempre. Cross di Marusic e tocco di Lazzari, una frittata totale della difesa rossoblù, cucinata all’inizio dalla scivolata di Faragò. Bellissimo il primo tempo della Lazio, dominante nel pressing e scatenata in velocità. Doveva chiudere il conto, ma è mancato troppe volte l’ultimo passaggio a Lazzari, Cragno è uscito bene su Milinkovic e poi si è disteso sul diagonale di Immobile. Scena muta del Cagliari, perdente nei duelli sulla linea mediana e con troppa libertà di palleggio concessa a Leiva. Marin, il play, era costretto ad "alzarsi" per andare a disturbarlo. King Ciro. Bagliori di vecchia Lazio, quella che nel passato campionato aveva incantato e tenuto testa alla Juve sino a febbraio, per 45 minuti. Inevitabile la flessione atletica, con il vento a sfavore, nella ripresa. E poi l’episo dio favorevole che ti guadagni giocando bene.
Grave l’errore di Simeone, a porta vuota, dopo il destro di Joao Pedro respinto centrale da Strakosha. Dentro la sofferenza, hanno pesato la lucidità di Simone Inzaghi e due buoni cambi. Perché Escalante ha rimpiazzato con semplicità e sicurezza un argine come Leiva (appena ammonito) e ha impressionato il dinamismo di Akpa Akpro, l'ivoriano (ex capitano del Tolosa) appena promosso dalla Salernitana. Quei due, tenendo Luis Alberto regista a tutto campo, hanno permesso alla Lazio di gestire e difendere con maggiore tranquillità in attesa di trovare il raddoppio a un sospiro dalla mezz’ora. Patric ha innescato il contropiede di Marusic, Faragò è uscito a vuoto, passaggio indietro verso Immobile, salito a rimorchio. La Scarpa d’Oro ha preso la mira e ha piazzato il pallone di piatto nell’angolo più lontano. Un colpo da biliardo per mettere al sicuro la vittoria ripresentandosi da protagonista e nello stesso modo in cui aveva lasciato, ovvero segnando. Sono 136 gol in Serie A e 126 (comprese le Coppe) con la Lazio per King Ciro, a cui basteranno altre due reti per scavalcare Signori e lanciare l’inseguimento a Piola.
► Il Messaggero online così racconta la partita:
Per andare in Paradiso devi avere le ali. E la Lazio ne ha due che la fanno volare in alto: Lazzari e Marusic. Buona la prima per Inzaghi che batte per 2-0 il Cagliari. E Simone in attesa di altri arrivi dal mercato si gode la vecchia guardia. Marusic sembra addirittura ringiovanito. Senza problemi alla schiena è un altro giocatore. Chissà che non possa essere proprio lui uno dei volti nuovi. Migliore in campo alla Sardegna Arena. Due assist, nel secondo ci mette anche uno scatto da centometrista. Apre Lazzari chiude Immobile. L’esterno realizza anche la rete che vale una cena. Già perché nello spogliatoio biancoceleste c’è una regola: ogni gol di quinto su quinto (ossia su assist dell’ala opposta) quello che segna paga. Tra l’altro il suo è il gol più veloce (3 minuti e 27 secondi) della Lazio in Serie A dalla rete di Marusic (un minuto e 40 secondi) dello scorso febbraio contro il Genoa. Per Lazzari è stato anche il primo centro in campionato con la maglia della Lazio (unico gol in Europa League il 24 ottobre a Glasgow). Non segnava da ben 71 gare. Chi invece non ha perso il "vizio" è Ciro. La Scarpa d’Oro ha ricominciato il nuovo torneo esattamente come aveva concluso, quasi due mesi fa, il vecchio: segnando (l’ultima rete proprio alla 38ª giornata dello scorso campionato contro il Napoli). E lo ha fatto alla sua maniera: tocco beffardo a giro di destro. Rete numero 126 con i biancocelesti. Sette reti negli ultimi otto esordi stagionali in Serie A, di cui tre negli ultimi due debutti in campionato. I Re che aspirano a rubargli il trono di miglior cannoniere d’Italia e d’Europa sono avvertiti.
Vecchia guardia. A Cagliari Inzaghi schiera nove undicesimi della formazione che lo scorso anno vinse con la clamorosa rimonta passata alla storia. Fuori solo Luiz Felipe e Lulic, per i già noti problemi. Dentro Patric e Marusic che come detto è stato determinante. La Lazio vince e convince. Rispetto alle amichevoli pre campionato è cresciuta a livello fisico anche se manca ancora un po’. Ha avuto un vistoso calo all’inizio del secondo tempo che poteva anche costarle caro se Simeone non si fosse divorato il pari solo davanti a Strakosha. Ma nonostante tutto i biancocelesti hanno dimostrato di essere superiori in quantità e qualità. Il Cagliari è un cantiere aperto e Di Francesco dovrà lavorare molto per dare una identità alla squadra. Un punto in due gare. Male soprattutto in fase d’impostazione del gioco. Pesa anche il fatto che Joao Pedro sia stato costretto a fare un lavoro più difensivo. La Lazio è partita a mille e ha subito capitalizzato ma poi si è un po’ smarrita. O meglio è tornato a galla il solito problema di non chiudere prima le partite. Milinkovic prima, Correa poi si mangiano il raddoppio. Ma va detto che a stoppare i laziali ci si mette anche Cragno con due ottime parate. Questione di testa. Il merito dei ragazzi di Inzaghi è stato quello di "resistere" nel momento più difficile e sferrare il colpo del ko al momento giusto. A dare una grossa mano sono stati anche i cambi: Escalante al posto di Leiva e Akpa Akpro per Milinkovic. Non a caso il gol di Immobile è arrivato pochi minuti dopo la doppia sostituzione. Serviva una "scossa" d’energia e i due l’hanno data. La vittoria di ieri serve soprattutto per il morale. In una stagione piena di impegni e "unica" nel suo genere servirà la testa più delle gambe. Non bisognerà commettere l’errore fatto post lockdown. Le pressioni andranno gestite, una gara alla volta. E la Champions non dovrà essere un peso. Anzi bisgnerà sfruttarla per crescere ancora. Sarebbe fosse riscendere da quel gradino salito con tanta fatica.
► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Tutto in famiglia, tutto in diretta tv. Due bambini felici, Simone e Pippo, fratelli d’arte. E’ stato il loro sabato, hanno guidato Lazio e Benevento in simultanea e sono stati intervistati in sincro a fine partita. Uno in collegamento da Cagliari, uno da Genova. Simone ha fatto i complimenti a Pippo: "Sul 2-0 mi hanno detto che il Benevento vinceva 3-2. Complimenti a Pippo, era più difficile la sua partita da neopromossi, lo vedremo in A per tanti anni. Ci uniscono la passione, il sacrificio. Sono felice per i nostri genitori, si saranno divisi le partite". Pippo ha fatto i complimenti a Simone: "Noi stavamo perdendo 1-0 e sul tabellone ho visto che aveva segnato Lazzari. Simone è un esempio per tutti gli allenatori per ciò che sta facendo, c’è solo da imparare". Simone e Pippo in fratellanza. Sono gli stessi di sempre, i bambini dell’album di famiglia, gli attaccanti delle figurine da calciatori, delle corse dopo i gol segnati, si ripetono da allenatori. E’ stato un sabato "inzaghiano", tutto loro. Hanno fatto piangere di gioia papà Giancarlo, collegato da San Nicolò (Piacenza) con Diretta Gol per seguirli attraverso le finestre aperte dal canale di Sky. Anche mamma Marina ha scelto lo stesso canale, ma si è collegata da una tv diversa. Non guardano mai insieme le partite, anche se si giocano in giorni, orari o campionati diversi. Neppure il ritorno in A di Pippo ha cambiato le abitudini scaramantiche. Giancarlo e Marina per festeggiare il doppio colpaccio esterno hanno stappato una bottiglia di champagne, era sotto ghiaccio dal pomeriggio "in previsione di due pareggi". E’stato Simone a videochiamare pu primo a casa, era appena entrato nello spogliatoio della Sardegna Arena.
Ma è stato Pippo, autore della seconda chiamata, a svelare il retroscena: "Dico a Simone che ho provato a chiamare a casa e papà piangeva, non capivo cosa diceva. E’ stata una giornata bellissima per entrambi". Simone ha vinto in scioltezza: "La Lazio è una squadra con grandissimi valori, i ragazzi hanno un attaccamento speciale alla maglia, questa vittoria non mi sorprende". Pippo ha orchestrato la rimonta con i cambi, azzardando con gli attaccanti: "Se hai questa testa puoi fare rimonte così, ma il percorso è lungo. Mi hanno fatto molto piacere i complimenti di Ranieri. Ho avuto tutto dal calcio, potrei anche stare a casa. Ma allenare mi piace a prescindere dalla categoria". Gli Inzaghi harmo parlato di tutto. Simone ha un po' "invidiato" a Pippo gli acquisti chiesti e ottenuti: "La società gli ha messo a disposizione i giocatori richiesti". S’aspetta almeno un colpo: "E’ stato un buon inizio. Sono contento, Escalante e Akpa Akpro sono entrati molto bene, ci hanno aiutato. Gli altri li conosciamo, sappiamo cosa possono darmi. Abbiamo rotazioni a centrocampo e in attacco, non in difesa". Il diesse Tare ha annunciato l’incontro per il rinnovo a fine mercato, finalmente Simone ha parlato di contratto, finora non era accaduto: "Perché non ho ancora prolungato? Il presidente è molto impegnato tra mercato e aziende. Lo ha detto Tare, ci sarà tutto il tempo pu farlo e ognuno farà le proprie valutazioni. Adesso pensiamo all’Atalanta, match complicato". Simone e Pippo preparano i recuperi di mercoledì contro Atalanta e Inter. La Lazio giocherà alle 20,45, il Benevento alle 18. A casa Inzaghi si potrà fare zapping comodamente, scaramanticamente e separatamente.
Galleria di immagini sulle reti della gara | ||
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:
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