Mercoledì 15 luglio 2020 - Udine, Dacia Arena - Udinese-Lazio 0-0
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15 luglio 2020 - Udine, Dacia Arena - Campionato di Serie A, XXXIII giornata - inizio ore 21.45
UDINESE: Musso, De Maio, Nuytinck (83' Samir), Becao, Stryger Larsen, Fofana, Jajalo (45'+1' Walace), De Paul, Sema (68' Ter Avest), Okaka (68' Teodorczyk), Lasagna. A disposizione: Nicolas, Perisan, Troost-Ekong, Mazzolo, Palumbo, Ballarini, Zeegelaar, Nestorovski. Allenatore: Gotti.
LAZIO: Strakosha, Luiz Felipe (74' Cataldi), Acerbi, Radu (51' Bastos), Lazzari (79' D. Anderson), Milinkovic-Savic, Parolo, Luis Alberto, Jony (51' Lukaku), Caicedo (79' Adekanye), Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Vavro, Armini, Jorge Silva, Falbo, André Anderson. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Abisso (Palermo) - Assistenti Sigg. Tolfo e Rocca - Quarto uomo Sig. Serra - V.A.R. Sig. Massa - A.V.A.R. Sig. Mondin.
Note: ammonito al 3' Okaka, al 15' Caicedo, al 39' Luiz Felipe, al Stryger Larsen tutti per gioco falloso, all'83' Luis Alberto per proteste. Angoli 4-5. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.
Spettatori: - .
► I calciatori convocati per la partita odierna
► La Gazzetta dello Sport titola: "Udinese e Lazio spuntate. Meglio non farsi male... Friulani e biancocelesti condizionati dal momento-no. Schermaglie a centrocampo senza l’acuto in attacco.
Continua la "rosea": Un punto per uno che accontenta (poco) entrambe. Udinese e Lazio non si fanno male, non perché non abbiano voglia di farlo, ma per il semplice motivo che di più in questo momento non possono. Il pareggio è salutato con una certa soddisfazione dall’Udinese che, grazie alla sconfitta del Lecce, porta a più sette il vantaggio sulla terzultima e vede quindi più vicino il traguardo della salvezza. Alla Lazio invece il punticino serve solo ad interrompere la striscia di sconfitte consecutive (che si ferma a tre) e ad accorciare la distanza dalla matematica qualificazione in Champions League. Ma i biancocelesti perdono l’ennesima occasione di guadagnare punti sulla Juve e scivolano pure al terzo posto (che oggi, se l’Inter vince, diventa quarto). Lazio spuntata. Meglio la Lazio nel primo tempo, più viva l’Udinese nella ripresa. Entrambe le squadre partono timide, frenate dai rispettivi condizionamenti psicologici. La squadra di Simone Inzaghi arriva da tre sconfitte consecutive e da tensioni interne derivanti dall’improvviso crollo del post lockdown. L’Udinese è ancora sotto choc per la sconfitta interna con la Sampdoria che ha complicato i piani salvezza. Così, almeno all’inizio, le squadre si annusano senza affondare il colpo. Il modulo speculare, 3-5-2 per entrambe, contribuisce ad allungare la fase di studio.
A provare ad uscire dal guscio per prima è la Lazio. Con uno schema semplice, che è anche uno dei pochi a disposizione in questo momento della squadra di Inzaghi: palla a Lazzari che è tra i pochi biancocelesti ad essere in discrete condizioni. L’esterno scodella palle che non vengono capitalizzate e ci prova in proprio in un paio di circostanze (sulla seconda è molto bravo Musso). La Lazio però non è solo Lazzari, anche Luis Alberto crea gioco in mezzo, ma alla manovra dei biancocelesti manca sempre l’acuto, la giocata decisiva. E’ anche una questione di velocità. La palla gira, ma non come dovrebbe. E gli attaccanti non sono precisi come nei mesi invernali. Immobile ci prova in un paio di circostanze, ma non è serata. E pure Luis Alberto in versione finalizzatore non è come quando indossa le vesti di suggeritore. L’Udinese si arrocca davanti alla sua area e spera di farla franca. Ma quando può fa male con le ripartenze. Così le occasioni non mancano per i friulani: vanno vicino al gol Lasagna e soprattutto Stryger Larsen. Gara bloccata. Ma è soprattutto nella parte iniziale della ripresa che la squadra di Gotti sembra poter prendere il sopravvento. La Lazio torna in campo distratta, l’Udinese è invece subito sul pezzo. E sfiora il vantaggio con Lasagna in due occasioni.
La Lazio soffre soprattutto sul versante sinistro, dove Jony e Radu non riescono a garantire la necessaria copertura. Così Inzaghi corre ai ripari togliendo entrambi per inserire Lukaku e Bastos. A sinistra viene dirottato Acerbi, con Luiz Felipe che si sposta al centro e Bastos che va a destra. Il nuovo assetto riporta equilibrio e spegne la foga dei padroni di casa. La Lazio prova ad approfittarne, ma non è serata. Troppa distanza tra i reparti, poca lucidità negli ultimi venti metri. Anche perché, molto saggiamente, l’Udinese dopo aver capito di non poter osare, si riposiziona davanti alla sua area come nel primo tempo e non lascia passare un ago. Basti pensare che la conclusione più pericolosa dei laziali nella ripresa è di un difensore, Bastos, con un tiro dalla distanza. Così il piano di Gotti di portare a casa almeno un punto si compie. Ed anzi, nel finale, i padroni di casa sfiorano pure la vittoria con De Paul che, in pieno recupero, colpisce il palo esterno. Ma alla fine il risultato è giusto così: nessuna delle due meritava di perdere e nessuna meritava di vincere.
► Il Corriere dello Sport titola: "La Lazio non riparte. La salva Strakosha. La squadra di Inzaghi rischia di subire alla Dacia Arena la quarta sconfitta di fila. Soltanto Lazzari riesce a essere pericoloso: con la Juve che frena è l’ennesima occasione sprecata".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un’altra occasione buttata. Era l’ultima chiamata per lo scudetto a pochi giorni dall’appuntamento dell’Allianz Stadium, ma il Sassuolo ha imposto il pari alla Juve e la Lazio non è riuscita ad approfittarne per accorciare le distanze dai campioni d’Italia e riaprire il campionato. Inzaghi resta a meno 8 da Sarri, è stato scavalcato da Gasperini e questa sera rischia di essere superato da Conte. Lo 0—0 con l’Udinese suona come una condanna e alla resa dei conti è andata di lusso, considerando le parate di Strakosha su Lasagna e il palo colpito da De Paul al 95’. Per un soffio non è arrivata la quarta sconfitta consecutiva, appena un punto nelle ultime quattro giornate. La Juve, rallentando, ha scavato il solco. Ecco il paradosso. Era complicato pretendere lo scudetto, ma nessuno poteva prevedere che la Lazio sparisse in questo modo. Un tracollo mai visto e non giustificabile solo con le assenze. Dal punto di vista atletico, tolte Brescia e Spal, sembra tra le peggiori squadre del campionato post-covid. Spenti. Giusto indagare sulle cause, capire come e perché la preparazione non abbia funzionato e si sia prodotta l’emergenza oltre al limite (conosciuto) di una panchina non adeguata per lo scudetto. Stralunati, stanchi, sulle gambe. Luis Alberto ha illuminato per mezz’ora appena, Milinkovic corre senza produrre i suoi colpi geniali, Immobile è sparito. Sono i big, quelli che facevano la differenza, a raccontare il calo della banda Inzaghi. Troppo pesanti le assenze di Leiva, Lulic, Correa, Marusic e Patric per un gruppo che aveva tirato fuori la perfezione sino a febbraio.
Ora sono irriconoscibili. Manca brillantezza e l’impegno dimostrato sotto la pioggia del Friuli non è bastato per piegare l’Udinese, decisa a portare a casa un altro risultato buono per avvicinarsi alla salvezza. Spinta. Sotto il diluvio la Lazio ha preso subito il comando delle operazioni, ma erano evidenti lo strascico psicologico delle ultime tre sconfitte (Milan, Lecce, Sassuolo) e la scarsa brillantezza di una squadra fisica, piena di centimetri e di muscoli. Undici tiri, appena 2 nello specchio all’intervallo. La mira sbagliata di Milinkovic, anche Luis Alberto non ha concluso nello stesso modo in cui aveva inventato soluzioni di passaggio districandosi nel traffico creato da Jajalo e Fofana. Apprezzabile il duello tra i due numeri 10 della stessa scuderia spagnola. Se l’andaluso ha cercato di riaccendere la magia della Lazio, l’Udinese si appoggiava ai lanci e al cambio di passo di De Paul per ribaltare l’azione e spaventare Radu, Acerbi e Luiz Felipe. Il trio arretrato di Inzaghi era messo sotto pressione e in allerta dagli allunghi di Lasagna e Okaka, temibili in progressione. Chiaro il tema tattico studiato da Gotti: mettere i suoi due attaccanti nelle condizioni di andare all’uno contro uno. La Lazio, prendendosi il rischio del tre contro due, ha concesso pochissimo ai friulani, pericolosi solo quando Jony ha bucato la diagonale e Becao ha tentato il tiro al volo, sventato in angolo da Strakosha.
A destra. Come era successo nelle ultime partite, i biancocelesti si sono appoggiati quasi esclusivamente alla spinta di Lazzari, l’unico forse a non essere stato travolto dall’inspiegabile flessione atletica. Se Parolo e Milinkovic, sul filo della sufficienza, erano almeno ordinati e tenevano incollata la squadra, Inzaghi non ha avuto risposte convincenti dalla coppia d’attacco. Quasi nullo Caicedo, intimidito subito da Abisso con un cartellino assai discutibile. Pochi segnali da Immobile, alla ricerca di se stesso e di un gol liberatorio. Il bomber della Lazio, che per mezz’ora era sembrato invisibile, si è acceso appena dopo aver girato al volo sul cross di Lazzari. Equilibrio. Idee annebbiate, errori di misura, confusione. L'avvio della ripresa è stato da brividi. La Lazio sembrava aver già speso tutto. Su un passaggio sbagliato di Milinkovic la prima palla buona per Lasagna. Luiz Felipe di petto ha salvato un gol fatto. L’attaccante dell'Udinese si è divorato un’altra occasione scappando in contropiede al brasiliano, ma non è riuscito a battere Strakosha in uscita. L’albanese si è superato sul tentativo da fuori di De Paul. Gotti aveva perso Jajalo, rimpiazzato da Walace. Inzaghi ha richiamato Radu e Jony sganciando Bastos e Jordan Lukaku. La sfuriata dell’Udinese si è esaurita in un quarto d’ora e la Lazio ha ripreso a ruminare il suo gioco, andava avanti per inerzie e generosità, ma era troppo lenta e compassata. Luiz Felipe è uscito per i crampi. Inzaghi ha inserito Cataldi e ha arretrato Parolo come centrale della difesa a tre. Gli ultimi due cambi sono stati Djavan Anderson e Adekanye. Proprio del nigeriano, a tre minuti dalla fine, l’unico vero tiro della Lazio. Impossibile schiodare il risultato e dare un altro senso alla sfida con la Juve. Almeno il palo colpito da De Paul ha evitato l’umiliazione.
► Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Inzaghi fa il conto alla rovescia, è per la Champions. E’ meglio che commentare la discesa scudetto, oggi la Lazio rischierà di retrocedere al quarto posto. Ma è a meno 4 punti dal grande ritorno in Europa, per Simone sono 3 quelli mancanti: "Abbiamo provato in tutti i modi a vincere soprattutto nel primo tempo. Poi nella ripresa è subentrata la stanchezza. L'Udinese è stata pericolosa con De Paul, Lasagna e Okaka in ripartenza, ma avremmo dovuto vincere. Ci mancano tre punti per la qualificazione in Champions League che manca dal 2007, sono 13 anni. Lunedì ci aspetta un’altra partita difficile contro la Juventus, dobbiamo guarda avanti e centrare il nostro obiettivo principale". Il calo. Simone ha perso la vera Lazio, non l’ha ritrovata neppure ieri: "Sappiamo cosa abbiamo dovuto passare dalla ripresa del campionato. Non posso dire nulla a questi ragazzi che hanno vinto una Supercoppa e si sono giocati lo scudetto fino a qualche giornata fa, alla Lazio non accadeva da 20 anni, è rimasta in gioco per quasi tutto il campionato. In partite del genere giocatori come Leiva e Marusic avrebbero fatto molto comodo. Il lockdown evidentemente ci ha tolto parecchio. Siamo la terza squadra che corre di più, ma giocando sempre con gli stessi uomini ci manca un po’ di lucidità. Sbagliamo gol che prima non avremmo mai sbagliato, avevamo la miglior difesa, ora non più. Facevamo gol facilmente, ora di meno. Non è per creare alibi, ma è normale che ci manchi la lucidità. Abbiamo sbagliato tante scelte che prima non avremmo sbagliato".
Simone ha parlato dei casi scoppiati in settimana, dei confronti con Lotito, dei dissidi tra staff sanitario e nutrizionista. Ha provato a gettare acqua sul fuoco: "Il presidente è una persona obiettiva, guarda la realtà, è sempre stato presente tutto l’anno. Sono state create situazioni ad arte, non ci sono problemi". Di mercato già si parla in società: "Sì, già ne stiamo parlando. Mi sarei accontentato di avere, dopo il lockdown, i 6 giocatori che stanno a casa per problemi fisici. Per giocarmi questo finale di campionato al massimo avrei avuto bisogno di rotazioni che sono mancate. E' venuta meno la lucidità, era fondamentale". Simone ha provato a lanciare la sfida alla Juventus, è proibitiva. Ma i bianconeri stanno soffrendo, sono perforabili. Il problema è che Simone non recupera nessuno degli infortunati, ha riavuto Luiz Felipe, non basta. I problemi sono a centrocampo: "I Marusic, i Lulic, i Leiva sono giocatori che ci avrebbero aiutato dall’inizio e in corsa. Ripeto, la squadra ha dato tutto, la pausa ci ha rovinati. Andiamo avanti, pensiamo a concludere degnamente questo campionato. Lo meritiamo per quanto abbiamo fatto vedere per gran parte della stagione". La Champions è lo scudetto della Lazio, andrà festeggiata. Il rimpianto del tricolore è forte considerando gli inciampi della Juve. Ma sono stati maggiori quelli dei biancocelesti, quanti passi falsi, sono rimpianti.
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:
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