Giovedì 10 aprile 2025 - Bodø, Aspmyra Stadion - Bodø Glimt-Lazio 2-0

Da LazioWiki.

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10 aprile 2025 – Bodø (Norvegia), Aspmyra Stadion - Europa League – Quarti di finale – Gara di andata - inizio ore 18.45


BODØ/GLIMT: Haikin, Sjovold, Gundersen, Bjortuft, Bjorkan, Evjen, Berg, Saltnes (86' Brunstad Fet), Blomberg (86' Maatta), Hogh (80' Helmersen), Hauge. A disposizione: Lund, Brondbo, Nielsen, Moe, Sorli, Hansen. Allenatore: Knutsen.

LAZIO: Mandas, Hysaj (46' Lazzari), Gila, Romagnoli, Marusic, Vecino, Guendouzi, Isaksen (80' Tchaouna), Pedro (63' Castellanos), Zaccagni (80' Noslin) Dia (46' Dele-Bashiru). A disposizione: Provedel, Furlanetto, Gigot. Allenatore: Baroni.

Arbitro: Sig. Oliver (inghilterra) - Assistenti Sigg. Burt e Mainwaring - Quarto uomo Sig. Madley - V.A.R. Sig. Gillett - A.V.A.R. Sig. Attwell – Delegato UEFA Sig. - Osservatore arbitro Sig.

Marcatori: 46' Saltnes, 70' Saltnes

Note: ammonito 34' Zaccagni, 73' Castellanos, 90'+1' Romagnoli . Angoli 1 a 4. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 8.200.


I calciatori convocati per la partita odierna

► Il Corriere dello Sport titola:


Il Messaggero titola:.


Il Tempo titola: “Lazio dominata”. Continua il quotidiano romano: “Biancocelesti presi a pallonate dal Bodo Glimt nell’andata dei quarti di finale. Doppietta di Saltnes e tris fallito solo per le parate di Mandas. Ora serve un’impresa giovedì all’Olimpico per passare il turno”.

Altro che passeggiata al Polo Nord. La Lazio subisce una lezione di calcio dal Bodo Glimt: finisce 2-O per puro caso, solo le parate di Mandas e gli errori sotto porta degli scatenati norvegesi regalano una ipotetica speranza di rimonta giovedì prossimo all'Olimpico. Un brusco ritorno alla realtà per la squadra di Baroni dopo il fuorviante successo di Bergamo che aveva fatto pensare a un ritorno ai fasti autunnali. Nulla di questo, squadra lunga, incapace di gestire la serataccia, giocatori fuori posizione per novanta minuti. La doppietta di Saltnes non rende giustizia ai padroni di casa che sul campo del Aspmyra Stadion si confermano ammazza-grandi. I biancocelesti sono stati infilzati dagli avversari più tonici e perfetti sulla loro superficie prediletta.

Primo tempo orribile, dominio totale dei norvegesi che fanno vedere che, va ammesso, non sono arrivati ai quarti per caso. E non è questione di campo sintetico o temperatura polare ma di superiorità tattica. La squadra di Knutsen arriva sempre prima sul pallone, ruota intorno al regista Berg e si appoggia agli esterni Blomberg e Hauge oltre che al bomber Hogh (sette reti finora in coppa). La banda di Baroni pressa alto ma in mezzo Vecino e Pedro soffrono il dinamismo dei dirimpettai che sfiorano almeno in tre occasioni il vantaggio: tiro di Hauge e deviazione di Mandas, conclusione di Berg bloccata dal portiere laziale poi fortunato sul tap-in di Blomberg clamorosamente al lato. E la Lazio? Una ripartenza potenziale sprecata da Isaksen e un colpo di testa di Marusic respinto da Haikin. Tutto qui, si va all'intervallo senza reti ed è questa l'unica buona notizia che, però resiste poco. Baroni ne cambia due, dentro Lazzari e Dele-Bashiru al posto degli spenti Hysaj e Dia. Non basta perché, dopo nemmeno due minuti, il Bodo va in vantaggio: Saltnes chiude l'ennesima ripartenza dei padroni di casa dopo l'errore di posizione di Dele-Bashiru e Vecino in mezzo al campo.

Il secondo tempo è anche peggio, Saltnes raddoppia dopo un'azione di Hauge alla Cristiano Ronaldo senza che nessuno provi a fermarlo. Lo stesso incursore norvegese rischia di portarsi a casa il pallone ma Mandas salva ancora il risultato. Entrano anche Castellanos, Noslin e Tchaouna anche perché il nodo delle liste sbagliate a gennaio viene al pettine. Non mettere dentro Belahyane e Pellegrini è stato un suicidio che si paga caro. Ma torniamo alla gara: c'è da celebrare l'ennesimo miracolo di Mandas che nel recupero evita il tris del Bodo di Bjortuft e tiene in gioco una squadra dominata senza attenuanti. Ora il derby prima di provarci giovedì prossimo all'Olimpico: serve un'impresa, lo stadio amico può aiutare ma ci sarà bisogno di un'altra Lazio.


La Gazzetta dello Sport titola: “Flop Lazio. Che lezione a Bodo”. Continua la “rosea”: “Dominio norvegese. Baroni sbaglia ma non affonda. I biancocelesti prendono “solo” 2 gol: la rimonta è possibile però servirà un altro spirito”.

La legge del Bodo colpisce ancora. E ancora. Implacabile. Due gol diversi, bellissimi, ispirati dal fuoriclasse Hauge, uno che farà soffrire Spalletti a Oslo, e firmati Saltnes, mezzala goleador irresistibile. Potevano essere tranquillamente quattro o cinque se lo stesso Saltnes, Hauge e Blomberg, i migliori, non fossero stati imprecisi sottoporta, e se Mandas non si fosse superato. I norvegesi hanno dominato per novanta minuti. La Lazio poteva crollare, poteva uscire a pezzi dallo stadio dove il Bodo ne ha vinte nove su dieci in queste coppe: invece è ancora in corsa per la semifinale. Uno 0-2 si può recuperare. Fuori dal suo fortino il Bodo non è così prepotente, però servirà un’altra Lazio, non quella inguardabile del circolo polare artico, congelata nella testa e nelle gambe, messa sotto senza mai reagire, ripartire o impostare un’azione un minimo pericolosa, esclusa la chance all’ultimissimo di Tchaouna. Non è chiaro fin quanto fosse una strategia di partenza e quanto il Bodo abbia schiacciato Baroni. Ma se all’Olimpico la Lazio non parte a mille per vincere, altro che qualificazione, e non parliamo di ranking Uefa e di quinta in Champions.

Non solo ambiente. Si sapeva comunque che sarebbe stata una sofferenza. Nessuno, dal Porto al Besiktas, è venuto quassù a vedere l’aurora boreale. Condizioni climatiche estreme, con quattro stagioni in un giorno, dalla bufera notturna che ha fatto temere il rinvio al sole del pomeriggio. Campo sintetico e annaffiato per far scorrere il gioco verticale e veloce palla a terra. Stadio minuscolo che canta dall’inizio alla fine. Comprensibile che l’atmosfera metta tutti in soggezione, ma sarebbe semplicistico classificare il tutto alla voce ambiente. Tutt’altro. Il Bodo è una signora squadra che Knutsen ha disegnato con principi di gioco tanto semplici quanto efficaci. La tecnica è buona, se non eccellente parlando di Hauge e Blomberg. C’è da capire perché non riesca a esprimersi con altrettanta arroganza fuori e perché la Lazio non sia mai riuscita a rispondere a tono. Mai una volta.

Bodo messo bene. Probabilmente l’idea era gestire il loro prevedibile assalto, tenerli distanti e tentare le ripartenze. Piano fallito subito, quando il 4-3-3 del Bodo s’è impossessato della metà laziale senza quasi uscirne più. Pressing alto per riconquistare palla e subito verticalizzazioni rapide. C’è qualche limite, a dirla tutta: quando attacca, il Bodo lascia dietro l’ottimo play Berg, l’altro nazionale, e avanza le due mezzali, Saltnes ed Evjen, a disegnare un 4-1-2-3 “lungo” tra difesa e attacco. Si poteva approfittare del vuoto tra le linee, invece la mediana laziale è andata sotto la neve: Vecino e Guendouzi si allargavano per seguire le mezzali, ma non riuscivano mai a fare filtro, mentre il movimentismo dei norvegesi colpiva dalle fasce al centro. Benissimo a destra Blomberg, ala-mediano, e super Hauge a sinistra, ala con colpi da trequartista. In mezzo Hogh, fintissimo centravanti che gioca di fisico, arretra e apre spazi sulle fasce.

Quante occasioni. La Lazio s’è fatta irretire da queste triangolazioni verticali che liberavano sempre l’uomo al centro dell’area. Per un tempo se l’è cavata, anche se Hysaj è stato martirizzato da Hauge e Marusic non riusciva a seguire dovunque Blomberg. In più Isaksen era un fantasma che andava sostituito molto prima, Dia centravanti non difendeva una palla, Pedro e Zaccagni non andavano oltre lo scatto prima di essere neutralizzati. Baroni ha provato a dare la scossa cambiando nell’intervallo Dia e Hysaj con Dele-Bashiru e Lazzari, e spostando Pedro centravanti, ma non c’è stato neanche il tempo di organizzarsi. Solo Guendouzi lottava. Il Bodo è andato subito in gol con azione Hauge-Blomberg-Saltnes. È stato il via alla sfilata di sette/otto occasioni, sbagliate o parate, tranne il secondo gol: slalom alla Messi di Hauge, con pallonetto per Saltnes che d’esterno infilava Mandas con altra palla alta. Per come s’era messa è quasi andata bene. Difficile però che la storia si ripeta. O la Lazio cambia o addio.


► Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:

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La formazione biancoceleste:

La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Marco Baroni ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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