Giovedì 10 novembre 2022 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Monza 1-0

Da LazioWiki.

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10 novembre 2022 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XIV giornata - inizio ore 20.45


LAZIO: Provedel, Lazzari (27' Marusic), Casale, Romagnoli, Hysaj, Milinkovic, Marcos Antonio (60' Cataldi), Vecino (60' Basic), Cancellieri (46' Romero), Felipe Anderson, Pedro (86' Immobile). A disposizione: Maximiano, Adamonis, Radu, Gila, Kamenovic, Luis Alberto, Bertini. Allenatore: Sarri.

MONZA: Di Gregorio, Izzo (79' Carboni), Donati (58' Marlon), Caldirola, Ciurria, Machin (58' Rovella), Ranocchia, Carlos Augusto, Colpani (72' Caprari), Pessina, Petagna (69' Gytkjaer). A disposizione: Cragno, Sorrentino, Barberis, Valoti, Birindelli, Ferrarini, Antov, Bondo, D’Alessandro, Vignato. Allenatore: Palladino.

Arbitro: Sig. Santoro (Messina) - Assistenti Sigg. Mastrodonato e Mokhtar - Quarto uomo Sig. Maresca - V.A.R. Sig. Banti - A.V.A.R. Sig. Chiffi.

Marcatori: 69' Romero.

Note: ammonito al 45'+1 Donati, al 63' Casale ed al 75' Marusic tutti per gioco falloso. Angoli 4-3. Recuperi: 2 ' p.t., 4 ' s.t.

Spettatori: 35.000 circa, incasso non comunicato.


Una fase di gioco
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Sergej Milinkovic-Savic
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Elseid Hysaj
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Pedro in azione
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Danilo Cataldi
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Luka Romero
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Felipe Anderson
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Marcos Antonio
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La rete-vittoria di Luka Romero
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L'esultanza del baby talento biancoceleste con Pedro
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Un'immagine della formazione biancoceleste
Luka Romero e l'aquila Olimpia

I calciatori convocati per la partita odierna

• Il Corriere dello Sport titola: "Lassù c'è anche la Lazio. La favola di Romero: entra e stende il Monza, adesso i biancocelesti sono secondi, a -8 dal Napoli. E si rivede Immobile, entrato nel finale. Dopo il derby arriva un altro successo, faticoso, che proietta Sarri all’inseguimento di Spalletti. Tre punti grazie a un giovane talento (non ancora diciottenne) che si prende la scena: sua la rete decisiva. Annullato invece un gol a Petagna".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un guizzo di Romero, funambolo argentino, manda in orbita la Lazio. Si è avventato su quel pallone con la fame, la rabbia, la voglia del tipico talento sudamericano, non ancora diciottenne e dal sinistro fatato. Di rapina, da opportunista, ha segnato un gol "alla Paolo Rossi", bruciando sul tempo Izzo e Carlos Augusto, facendo esplodere l’Olimpico dopo settanta minuti di attese, sospiri e qualche apprensione. Palla in rete, per la gioia di Lotito che nei giorni scorsi ha raggiunto l’intesa per il rinnovo del baby ex Maiorca, sganciato dopo l’intervallo al posto di Cancellieri, un’altra volta deludente. Mossa decisiva. Sarri così ha piegato il Monza ed è salito a quota 30 punti, agganciando il Milan al secondo posto. Vittoria sofferta, sudata, ma dopo il derby contava allungare la serie. Ora Mau si potrà ripresentare all’Allianz con due lunghezze di vantaggio, spaventando la Juve. La sfida con Allegri chiuderà in chiave Champions la prima parte del campionato, sinora dominato da Napoli.

Poca intensità. Meglio il Monza nei primi 60 minuti. Senza Pablo Mari, Sensi e Mota Carvalho, Palladino ha lasciato fuori dai titolari anche Caprari, Rovella e Marlon. Forse stava pensando alla Salernitana. Sarri, dopo il derby, ha ritoccato il centrocampo senza le risposte adeguate. Milinkovic, prossimo al volo verso il Qatar, è apparso sotto ritmo, distante dal solito rendimento. Vecino non poteva avere il passo del derby e Marcos Antonio, rispetto a Cataldi, non ha la stessa sicurezza. Davanti mancava Zaccagni e la Lazio ha faticato a lungo, non riuscendo a prendere il controllo della partita, anzi consegnando palla ai brianzoli. Ritirarsi indietro sembra quasi diventata un’abitudine. Questa volta, però, era impossibile replicare il livello di intensità, di applicazione feroce e di corsa esibita di fronte alla Roma. Si è aggiunto il ko di Lazzari, costretto a uscire dopo 25 minuti per uno stiramento al polpaccio.

Fuorigioco. Palladino aveva capito come mettere in difficoltà i biancocelesti. Palla indietro per far salire i mediani di Sarri e improvvisa verticalizzazione sul fronte opposto. La combinazione è riuscita diverse volte, soprattutto sul centro-destra, grazie all’acume di Pessina, alla propulsione di Colpani e al volume sviluppato da Ciurria. Così è arrivato il gol di Petagna, abilissimo a colpire di tacco, eludendo la marcatura di Casale: l’ex centravanti rossonero aveva un piede in fuorigioco, off side non percebile a occhio nudo e la Lazio è stata salvata dal controllo Var quando la palla era già a centrocampo. Lo spavento ha cambiato appena l’inerzia e in questo tipo di partite Sarri avverte ancora di più l’assenza di un centravanti vero. Pedro ha creato due o tre volte superiorità, ma sui suoi cross mancava un riferimento in area. Felipe, nell’unica circostanza in cui ha guadagnato la profondità, è riuscito a servire il pallone giusto all’indietro per sbloccarla: Vecino, arrivando in corsa e con la porta spalancata, non ha inquadrato lo specchio. Colpani e Machin, dall’altra parte, hanno fatto venire i brividi a Provedel. Il Monza dava la sensazione di poter passare.

Gol e abbraccio. Impalpabile Cancellieri, cambiato dopo l’intervallo con Romero. Dopo un quarto d’ora Palladino ha inserito Marlon e Rovella. Il Monza stava finendo il suo palleggio. Sarri ha sganciato Basic e Cataldi, ricevendo una spinta diversa. Il cambio di marcia e di passo a centrocampo è stato immediato. Decisivo l’impulso del croato, entrato nell’azione del gol. Raid a sinistra chiuso dal cross, Di Gregorio ha respinto il diagonale di Pedro, Romero ha messo in rete. L’Olimpico è esploso mentre il piccolo argentino è andato verso la panchina per abbracciare Luis Alberto, rimasto un’altra volta fuori e ormai distante dalla Lazio. Sorrideva anche Ciro, entrato negli ultimi cinque minuti e quasi pronto per la Juve.


Il Messaggero titola: "Sulle ali di Romero. Il baby argentino sblocca una partita che il Monza aveva reso molto difficile. La Lazio vola al 2° posto con il Milan e domenica sfida la Juve a Torino".

Prosegue il quotidiano romano: Avere 18 anni (ma tra una settimana), sbucare dentro l’Olimpico in una partita complicata, di quelle in cui gli adulti combinano poco, e addirittura segnare il gol della vittoria al Monza, che solleva la Lazio al secondo posto: chissà che sensazioni indimenticabili, c’è quasi da invidiarle, per il piccolo argentino Luka Romero, che quando incassa la testa nelle spalle e sprinta ricorda tanto la Divina Pulce, ma è solo la fisionomia, per carità. È lui, il più piccolo della truppa, al primo gol da grande, ma col fondamentale contributo di Sarri in panchina e del Grande Vecchio Pedro, uno che di Messi se ne intende, a regalare alla Lazio la nona vittoria e l’ebbrezza dell’altissima classifica. Anche se è stata una faticaccia, e un’altra vittoria di cortomuso, la seconda di seguito: e dire che i sarriani, fin qui, avevano sempre vinto con almeno due gol di scarto. Dev’essere un altro segnale di crescita. E in fondo, a guardare questo campionato, dopo il Napoli la squadra che ha convinto di più è proprio quella del Comandante.

Errori e svagatezza. Quella del dopo-derby è una Lazio sgrammaticata, sventatella, frou frou, come era difficile attendersi a quattro giorni dall’1-0 sulla Roma: eppure si dice che certe vittorie mettano le ali, ma sarà uno dei tanti luoghi comuni di cui viviamo. Invece non le riesce di aggredire partita e avversario, a lungo rimane in una terra di mezzo, né impetuosa nella discese, né solida nelle chiusure di squadra, con una temperatura generale bassa. Gli scarabocchi iniziali già fanno intuire le paturnie che verranno. Marcos Antonio, che proprio non è ancora entrato nel ruolo e nel personaggio di regista, sbaglia un paio di palloni per pura svagatezza. Provedel, su un innocuo tiro destinato fuori, pasticcia e mette in corner. Eppure il Monza è qui in una versione-B, con Machìn alla prima partita da titolare, Petagnone che non lo è quasi mai, l’avventuroso Donati in difesa, Rovella in panchina pensando allo scontro con la Salernitana di domenica, Mota Carvalho rimasto proprio a casa. Ma il Monza gioca al calcio, tocca e va con passaggi precisi e mai rischiosi, trovando sempre riferimenti, ispirato da dietro da un Pessina lucido in regia, e davanti da Colpani che è ovunque (pare sia il preferito di Berlusconi).

Prima del 12’, la Lazio assiste addirittura a due minuti di possesso palla ospite, che si concludono col gol di tacco di Petagna (assist di Colpani) che però è in fuorigioco di un alluce, e non se ne fa niente. Solo lì la Lazio si scuote, ma va a strappi insicuri, non le riesce di muovere la difesa avversaria. La catena di destra non funziona: Milinkovic didascalico e troppo freddo, il ragazzo Cancellieri che proprio non entra in partita, mai trovando spazi e tempi perpenetrare come dovrebbe, e potrebbe. Mentre Felipe Anderson non si districa (solo una volta compie il movimento giusto a uscire per ricevere palla), funzionano solo un paio di sferragliate di Lazzari, lui sì che prova a entrare, ma si arrenderà ben presto (25’) a un guaio muscolare (oggi esami, 2022 quasi finito) al polpaccio. In assenza di Luis Alberto, l’unico magnificamente in palla è Pedro, che arriva due volte a tre metri dal portiere, e un’altra prepara il cross dopo una serie di doppi passi e finte, ma Vecino non arriva alla deviazione di testa. L’uruguagio costruisce l’unica vera opportunità dopo uno scambio con Felipe (36’) ma apre troppo il compasso del destro e conclude fuori. Il tempo si chiude con un paio di folate in contropiede del Monza, che dimostra di saper stare in campo, e promette problemi anche nella ripresa.

Le sostituzioni spostano. Sembrerebbe la partita adatta per Luis Alberto, invece il Mago rimarrà in panchina, mentre anche stavolta Sarri dimostra di avere sotto controllo la situazione, e la lucidità nel leggere la gara con le sostituzioni. Butta subito dentro Luka Romero, che dà immediato brio, anche se con tracce di fervida confusionarietà, poi il tecnico irrobustisce il centrocampo con Cataldi e Basic. La Lazio via via è più densa e si impadronisce del territorio, il Monza sembra di colpo arrendevole. Non è gara da grandi occasioni da gol, ne basterebbe solo una, e infatti arriva. Rompe gli argini Basic a sinistra e trova il fondo e il cross radente, quel demonio di Pedro lo gira di prima intenzione in porta, Di Gregorio strozza la parata e respinge corto, piomba Luka Romero e schiaffa il sinistro sotto la traversa. Basta quello. Poi sarà difesa del fortino, e qualche puntura in contropiede, oltre al rientro di Immobile, ed è ciò che serve a questa Lazio esattissima, forse persino spietata, che abbiamo visto nelle ultime due partite. Hai capito, l’integralista Sarri.


Il Tempo titola: "Favola Romero. Un gol del giovane argentino regala a Sarri il secondo posto. Nono clean sheet stagionale e nel finale rientra Immobile. l biancocelesti soffrono nel primo tempo poi si prendono la partita con una buona ripresa".

Prosegue il quotidiano romano: Sporca e catitiva: secondo 1-0 stavolta contro un buon Monza e la Lazio vola al secondo posto in classifica nonostante la stanchezza per un derby che aveva svuotato la squadra. Decide il più giovane della truppa, Luka Romero nel cuore della ripresa, alla prima rete ufficiale per lui che ancora deve compiere 18 anno. Tre punti di platino prima della sfida di Torino contro la Juve tra solo 72 ore per ribadire la candidatura biancoceleste a un posto in Champions League. Sarri ne cambia quattro rispetto al derby un po' per necessità, un po' per scelta: dentro Hysaj (Marusic va in panchina), Marcos Antonio (Cataldi paga lo sforzo fisico con la Roma), Milinkovic al rientro dalla squalifica e Cancellieri al posto dell'infortunato Zaccagni. Si rivede Immobile che si accomoda vicino al sua tecnico in attesa di tornare ad aiutare la squadra in campo. Dall’altra parte Palladino schiera i migliori tra cui Pessina e Petagna senza fare calcoli in vista della sfida di domenica con la Salernitana che mette in palio punti pesanti per la salvezza. Arbitra il giovane siciliano Santoro davanti a 35.000 spettatori (dopo |la vittoria nel derby il club sperava in qualche tifoso in più). Si parte col volo di Olimpia che atterra in tribuna Tevere e, dopo tredici minuti, la stadio viene gelato dal colpo di tacco di Petagna che infila Provedel.

Gol bellissimo ma, per fortuna dei biancocelesti, il Var Banti si accorge di un fuorigioco millimetrico dell'attaccante brianzolo: rete annullata. La Lazio fatica tanto, Marcos Antonio non riesce a cucire il gioco, Milinkovic cerca Lazzari per sfondare sulla destra ma il laterale si ferma per un problema al polpaccio. Meno di mezz'ora in cui solo Pedro accende la manovra compassata e prevedibile della banda di Sarri costretto a sprecare il primo slot dei cambi per inserire Marusic per Lazzari. Anderson finisce nella morsa di Izzo e Caldirola e solo in un'occasione riesce a servire un pallone d’oro che Vecino spara fuori. Si soffre, Colpani fa venire i brividi a Provedel al tramonto di un primo tempo anonimo. Si ricomincia con Romero al posto di uno spento Cancellieri per provare a dare brillantezza agli assalti alla porta del Monza. Un fattore imprevisto in una partita equilibrata che stenta a decollare. Sarri inserisce anche Basic e Cataldi per dare la scossa e proprio il centrocampista croato rifinisce per Pedro che spara verso Di Gregorio: il portiere ospite respinge male, Romero ci mette il sinistro e fa impazzire l'Olimpico. Il vantaggio mette le ali alla Lazio, siamo al 69’ e c’è spazio solo per il rientro di Immobile. Palladino ci prova con Caprari e Gytkyaer, niente da fare: finisce 1-0 e la festa continua.


La Gazzetta dello Sport titola: "Romero! La Lazio vola. Entra e segna il 17enne. Porta Sarri al 2° posto con il Diavolo. Dopo il derby i biancocelesti continuano a correre contro il Monza: l’argentino è decisivo e si rivede anche Immobile. Raggiunto il Milan, domenica c’è la Juve".

Continua la "rosea": La prima volta non si scorda mai. E Luka Romero, a una settimana dal traguardo dei 18 anni, questo gol, il primo in Serie A, se lo porterà nel cuore. È lui il match winner che consente a Sarri di venire a capo di una partita rognosa, complicata, in cui il Monza non demerita fino a quando a un certo punto della ripresa comincia a soffrire una certa stanchezza e lascia campo alla Lazio. Una Lazio che però fatica fino all’attimo fuggente della partita: il tiro di Pedro ben imbeccato da Basic non è controllato da Di Gregorio e il giovanissimo messicano-spagnolo-argentino (è anche nella lista dei pre-convocati di Scaloni anche se difficilmente andrà in Qatar) si avventa sul pallone e sblocca il match portando i biancocelesti al di là del guado e soprattutto al secondo posto alla pari con il Milan.

Ciro e Luka. Il calcio è strano, ci sono dei momenti in cui cura fino ai dettagli la trama. E così proprio un paio di minuti prima del gol di Romero, c’era stato un segnale neanche troppo in codice che la serata non sarebbe stata così povera di emozioni e avrebbe preso una direzione favorevole a chi giocava in casa. Ciro Immobile si è infatti alzato dalla panchina e ha cominciato a scaldarsi accompagnato da un applauso quasi liberatorio dell’Olimpico che ritrovava il suo cannoniere fermato dall’infortunio del 16 ottobre, quella malefica fitta alla coscia che ha rubato alla Lazio poco meno di un mese di prestazioni del suo uomo migliore. Ma il gol di Romero ha rinviato evidentemente per un po’ il momento del ritorno. Ciro, però, questo prevedeva il percorso del recupero completo, è entrato a quattro minuti dal novantesimo per dare il cambio a Pedro. E così la serata della Lazio ha cambiato pelle in un pugno di minuti. Perché quel gruzzoletto di minuti è una prenotazione per la sfida alla Juve che sarà l’ultima del campionato prima della sosta ai box per il Mondiale. Una sfida che forse proprio per questo conterà ancora di più.

Altro Monza. Il Monza, che continua a restare a digiuno di sera (ha conquistato tutti i suoi 13 punti nelle partite del primo pomeriggio), è stato davvero tutta un’altra cosa rispetto a quanto avevamo visto proprio all’Olimpico nel precedente viaggio romano nel giorno della doppietta di Dybala. Davvero un’altra squadra quella organizzata da Palladino, che nel primo tempo ha anche spaventato Sarri con un pregevole gol di tacco di Petagna annullato dalla Var per fuorigioco. Ma grazie alla vivacità di Colpani, autore di due conclusioni insidiose insieme con un colpo di testa di Izzo, la squadra si è mossa con disinvoltura con pochissimi momenti di ansia e Pessina a fare da vigile urbano sulla linea di centrocampo a distribuire palloni vista la dolorosa assenza di Sensi. In questa fase la Lazio ha faticato: un gioco di prestigio di Felipe Anderson, un paio di conclusioni di Milinkovic che poi si è fatto vedere poco, soprattutto una serie di proposte di Pedro, il più pericoloso anche nella sua capacità di svariare e di creare qualche problema a un Monza per il resto corto e ben assestato. Ma soprattutto una sensazione già provata in alcuni momenti: la presenza di un fantasma, l’assenza di Immobile, la cui presenza avrebbe potuto sbloccare la partita prima. Proprio a dieci minuti dal gong del primo tempo ne abbiamo avuto una dimostrazione esplicita: Vecino ha fallito una favorevolissima occasione in corsa su un assist al bacio di Felipe Anderson. E così si è andati al riposo con la convinzione che il Monza fosse in grado di resistere e di continuare a giocarsela alla pari.

E ora la Juve. La serata, ancora una volta purtroppo riempita anche in alcuni tratti dai cori antisemiti già ascoltati nel derby, si è accesa dopo i primi minuti della ripresa. Un quarto d’ora interlocutorio ma in cui la Lazio ha come preparato l’assalto decisivo fino al momento Romero, entrato in campo all’inizio della ripresa al posto di Cancellieri alla prima prova dal primo minuto. Luka ha prima fatto le prove generali trovando lo spazio per un tiro a giro che finiva altissimo sulla traversa. Tutti a dire velleitario o presuntuoso, ma neanche il tempo di finire questo tipo di parole e arrivava il momento che risolveva la partita. Issando la Lazio fino al secondo posto dietro il Napoli capolavoro Spalletti. Ora, però, arriva un altro esame tosto: la Juve. Forse però con un Immobile in più. E non è poco.


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Sguardo da bambino, felicità difficilmente camuffabile. Luka Romero sfila a fine partita per la passerella conclusiva, lo fa trasformandosi per l'occasione da falconiere e portando a spasso sul suo braccio sinistro l'aquila Olympia. È questa l'istantanea che racchiude meglio la partita di ieri, è lui l'uomo copertina della Lazio che ha deciso un match complicato, contro un avversario difficile da superare. Ha scelto il momento giusto per sbloccarsi, regalandosi a poco più di una settimana dal suo 18esimo compleanno un ricordo che non dimenticherà mai: "Questo è il miglior regalo del mondo. Più o meno me lo sognavo così questo momento, decisivo per i tre punti finali e davanti alla gente laziale, in uno Stadio Olimpico pieno di gente. Sono molto felice, è un'emozione enorme, non me lo sarei mai immaginato. Voglio salutare mia madre e mio fratello che mi stanno guardando da Maiorca".

Predestinato. Ma lo aspettava, eccome. A Formello lo attendevano un po' tutti, per veder sbocciare finalmente quel talento arrivato dalla Spagna nel luglio del 2021 con aspettative importanti e tante recensioni di spessore. Il predestinato, così lo hanno etichettato addetti ai lavori, osservatori, scout. Ci si aspetta moltissimo da questo argentino, seppur nato a Durango, in Messico, neanche 18 anni fa. Si è sbloccato con una zampata mancina sottomisura dopo la parata di Di Gregorio sul tiro al volo di Pedro. Si è avventato su quel pallone vagante prima di tutti ed è riuscito a trasformarlo in oro. Un gol a suo modo storico, perché nessun 2004 prima di lui ne aveva segnato uno in Serie A. E che lo rende il secondo marcatore più giovane della storia della Lazio in campionato dietro ad Alessandro Capponi (17 anni, 4 mesi e 7 giorni), il primo considerando solo il dopoguerra, superando così il precedente primato di Marco Di Vaio (18 anni, 4 mesi e 5 giorni). Lui ci è riuscito a 17 anni, 11 mesi e 23 giorni, scrivendo così una pagina di storia della squadra biancoleste (e "albiceleste", dal momento che è pure l'argentino più precoce, superando Dybala che in Palermo-Sampdoria aveva segnato a 18 anni, 11 mesi e 27 giorni).

Profezia. Ora tutti sperano ne possa scrivere molte altre in futuro, anche se le sue parole di qualche settimana fa in cui chiedeva più spazio avevano fatto un po' preoccupare i tifosi. Adesso però sta trovando maggiore continuità e i risultati si stanno vedendo: "Penso di sì, mi piace quando entri in campo e senti tutta la gente che ti sta vicina. Sarri è molto importante per me. E sono contento soprattutto per come mi trattano i compagni. Tutti mi danno sempre consigli ed è fondamentale percepire il loro appoggio, mi fa sentire bene". Proprio poco prima di entrare, ci ha pensato Luis Alberto a indottrinarlo e dispensargli qualche ultimo consiglio: "Mi ha detto di calciare in porta, di giocare come faccio in allenamento. Lui è un amico molto speciale, così come Pedro e gli altri. Sono davvero felice, tutti mi stanno aiutando". E adesso dovrà essere lui a continuare ad aiutare la Lazio, magari già dalla prossima gara contro la Juventus: "Stiamo lavorando bene, ora dobbiamo continuare così e vincere anche domenica".

• Dalla Gazzetta dello Sport:

Maurizio Sarri si coccola i tre punti che portano la Lazio al secondo posto. "A livello mentale, questa era la gara più difficile perché avevamo speso tante energie mentali e fisiche nel derby. Per noi era la sesta partita in 18 giorni. - commenta il tecnico biancoceleste -. Così abbiamo faticato nel primo tempo. Poi nella ripresa siamo riusciti a vincerla ma la classifica ha una valenza relativa. A livello tattico, alla squadra prima della gara gli ho detto cose normali, ma sotto altri aspetti, ho detto che occorreva umiltà e giocare senza superficialità". La sfida con la Juventus di domenica? "E’ solo una gara importante, ma non decisiva perché ci sono ancora 23 partite da giocare. Può solamente influire un po’ nella la lotta Champions". Romero? "Lui ha già esordito a 16 anni in Spagna, ma non parlo volentieri di lui in questo momento perché sta crescendo molto e, in questi casi, meno se ne parla meglio è per farlo rimanere concentrato. Però devo dire che ha la testa giusta". E il Mondiale che fermerà i campionati: "Questa sosta è un insulto al calcio. Si finisce per taroccare i campionati nazionali". Il ritorno di Immobile? "Voleva entrare ma noi avevamo un solo slot. Dovevo aspettare il momento giusto per evitare di rimanere senza cambi". Palladino ok. Nonostante la sconfitta, soddisfatto Raffaele Palladino, tecnico del Monza: "Abbiamo messo in difficoltà la Lazio, sono felice per la prestazione dei miei ragazzi. Non siamo stati lucidi nel mettere in porta il compagno, ma mi piace prendere il lato positivo delle cose".



La rete-vittoria di Luka Romero



La formazione biancoceleste:
Provedel, Casale, Milinkovic-Savic, Romagnoli, Vecino, Cancellieri;
Hysaj, Lazzari, Pedro, Felipe Anderson, Marcos Antonio
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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