Domenica 9 marzo 1986 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-L.R. Vicenza 3-4

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Stagione

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9 marzo 1986 - 2271 - Campionato di Serie B 1985/86 - XXVI giornata - calcio d'inizio ore 15

LAZIO: Malgioglio, Podavini, Calisti, Galbiati, Calcaterra, Magnocavallo, Toti, Vinazzani, (24’ Fonte), Dell'Anno, Caso, (76’ A.Damiani), Garlini. A disp. Ielpo, Spinozzi, D'Amico. All. Simoni.

L.R.VICENZA: Mattiazzo, Bertozzi, Pasciullo, Montani, Mazzeni, Mascheroni, Savino, Fortunato, Messersì (74' Filippi), Nicolini, Rondon (70' Schincaglia). A disp. Dal Bianco, Cerilli, Pallavicini. All. Giorgi.

Arbitro: Sig. Magni (Bergamo).

Marcatori: 14' Toti, 35' Garlini (rig), 44' Rondon, 55' Rondon, 66' Garlini (rig), 73' Nicolini (rig), 80' Montani.

Note: pomeriggio sereno, terreno buono. Ammoniti Galbiati (fallo), Fonte e Rondon. Angoli 8-3 per il Vicenza. Esordio in serie B per Alessandro Damiani.

Spettatori: paganti 20.909 per un incasso di £. 219.367.000; abbonati 9.415 quota 142.895.000.


Il biglietto della gara
L'esultanza di Alessandro Toti dopo il gol
La seconda rete di Rondon
La seconda rete di Rondon
Il rigore di Nicolini
Una fase della gara

Il Tempo titola: "Morta la speranza, salvo l'onore". "La prima sconfitta casalinga tronca sul nascere i propositi di rimonta di una Lazio comunque viva. Sette reti, tre rigori, bel Vicenza: decide una papera di Malgioglio".

E' un addio mesto ma non umiliante. Una resa con l'onore delle armi. La Lazio, grande favorita del campionato cadetto, passa idealmente il testimone promozione a un Vicenza che ha adesso più che mai alla portata il fenomenale balzo dalla C alla A in due stagioni. Per i biancocelesti di Simoni è la prima sconfitta casalinga della stagione proprio nel primo degli scontri diretti interni, insomma sul trampolino di lancio. Ma non basta: il portiere Malgioglio, beccato dai propri tifosi, si macchia del più grave oltraggio alla maglia sputandoci sopra. La società lo mette subito fuori rosa ma non basta a placare la giustificata ira del pubblico umiliato.

Sette gol. I trentamila dell'Olimpico sono usciti col cuore in tumulto. Incontro vibrante, veloce, tatticamente ben giocato ma con gravi colpe delle difese. La Lazio lo ha tenuto in mano per 40 minuti, pizzicando Mattiazzo con Caso e Garlini, prima di passare con lo splendido sinistro di Toti, oggi finalmente professionista dopo dodici presenze in B, che ha centrato dal vertice sinistro dell'area l'angolo alto opposto. Eravamo appena al quarto d'ora ma i biancocelesti non accennavano a rallentare e raddoppiavano con Garlini dal dischetto per fallo netto subito da Dell'Anno, che poco dopo, con un magnifico spunto sulla sinistra, per poco non provocava l'autogol di Bertozzi, salvato da una prodezza di Mattiazzo.

Ma la Lazio qui rallentava colpevolmente lasciando il finale di tempo agli avversari: Malgioglio si opponeva con bravura a Fortunato e Montani, guizzava su una ribattuta a colpo sicuro di Bertozzi, ma doveva capitolare davanti a Rondon, sfuggito bene a Calcaterra su invito di Savino.

I biancocelesti sembravano di nuovo pimpanti in avvio di ripresa con una conclusione pericolosa di Calisti ma dopo dieci minuti ancora Rondon gelava lo stadio saltando indisturbato di testa a impattare il cross del liberissimo Messersì. Poi un rigore per parte per interventi di dubbia rilevanza e realizzati con tiro all'angolino prima da Garlini e poi da Nicolini, botta e risposta nel giro di sette minuti.

Sembrava finita e invece la papera di Malgioglio, che chiudeva in bruttezza una buona partita, condannava la Lazio a una sconfitta pesante: tutti a guardare l'incubo Rondon che lascia il campo, quando Montani s'invola indisturbato per una ventina di metri prima di scagliare dal limite il pallone dei due punti sotto il corpo del portiere, prima goffo e poi scriteriato nella reazione ai legittimi fischi. Sfortuna e presunzione: il cocktail fatale stavolta ai biancocelesti.