Domenica 30 ottobre 2022 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Salernitana 1-3

Da LazioWiki.

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30 ottobre 2022 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XII giornata - inizio ore 18.00


LAZIO: Provedel, Lazzari, Casale, Romagnoli, Marusic (77' Hysaj), Vecino, Cataldi (80' Basic), Luis Alberto (64' Milinkovic), Pedro (80' Cancellieri), Felipe Anderson, Zaccagni. A disposizione: Maximiano, Adamonis, Radu, Gila, Kamenovic, Marcos Antonio, Romero. Allenatore: Sarri.

SALERNITANA: Sepe, Gyomber (11' Bronn), Daniliuc, Fazio, Mazzocchi, Candreva, Radovanovic, Coulibaly (82' Bohinen), Bradaric (82' Vilenha), Piatek (82' Botheim), Bonazzoli (64' Dia). A disposizione: Fiorillo, Micai, Sambia, Valencia, Kastanos, Capezzi, Iervolino, Lovato, Pirola. Allenatore: Nicola.

Arbitro: Sig. Manganiello (Pinerolo - TO) - Assistenti Sigg. Alessio e Bottegoni - Quarto uomo Sig. Mariani - V.A.R. Sig. Di Bello - A.V.A.R. Sig. Longo

Marcatori: 41' Zaccagni, 51' Candreva, 68' Fazio, 76' Dia.

Note: ammonito al 56' Coulibaly ed al 73' Milinkovic per gioco falloso, al 75' Marusic per proteste, al 90'+5' Sepe, al 90'+5' Dia, al 90'+5' Cancellieri per comportamento non regolamentare. Angoli 4-5. Recuperi: 2' p.t., 6' s.t.

Spettatori: 42 mila di cui circa 26.200 abbonati, incasso non comunicato.


Alessio Romagnoli e Toma Basic
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Toma Basic
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Manuel Lazzari
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Alessio Romagnoli e Adam Marusic
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Felipe Anderson
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Pedro in azione
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Nicolò Casale
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Alessio Romagnoli
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Matias Vecino
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Luis Alberto
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Il Presidente Claudio Lotito con Gabriele Paparelli
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I calciatori convocati per la partita odierna

• Il Corriere dello Sport titola: "Manganiellata. Pesante errore dell’arbitro: giallo esagerato a Milinkovic, salterà il derby. Apre Zaccagni, poi i gol di Candreva, Fazio e Dia premiano la Salernitana. Clamoroso all’Olimpico: partita nervosa, Lazio sconfitta dai granata. Fa rabbia il cartellino a Sergej".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Urla di rabbia la Lazio, gode Salerno. Chissà da quanto tempo Iervolino sognava un colpo così bello: riuscirci all’Olimpico, di fronte a Lotito, equivale alla chiusura del cerchio. Il capolavoro lo hanno confezionato Nicola, preparandola benissimo, e sedici eroi granata con la firma di Candreva, Fazio e Dia. Primo successo esterno del campionato e in rimonta, come non succedeva da un anno. Tre gol dopo l’intervallo. Un’illusione il sinistro di Zaccagni. La Lazio si è squagliata, complice la direzione di Manganiello e l’episodio su cui ruotano le proteste. Per Sarri si tratta di uno stop pesantissimo, perché ai tre punti lasciati sul campo si è aggiunto il danno capace di far saltare il banco, i nervi e la partita: Milinkovic, in diffida e appena entrato al posto di Luis Alberto, ammonito dopo essersi liberato della palla e un contatto con Bronn. Il serbo, tenuto in panchina 65 minuti, verrà squalificato e dovrà saltare la Roma. La Lazio aveva appena preso il raddoppio da Fazio e ha finito per smarrire l’ordine tattico, la lucidità e il raziocinio: si è aggiunto, subito dopo, il tris calato da Dia. Meno 8 dal Napoli, l’aggancio dell’Inter e il possibile sorpasso di Mourinho. Modo peggiore di avvicinarsi al derby non ci poteva essere. La morale? A volte ci si può accontentare del pareggio. I biancocelesti l’hanno persa quando stavano provando a vincerla. Nel complesso, però, onore alla Salernitana: ha vinto con cinismo, senza rubare niente e alla lunga, creando diverse occasioni, ha legittimato il risultato. Si è interrotta l’imbattibilità di Provedel dopo 620 minuti. La Lazio non incassava gol dal 3 settembre, quando era stata piegata in casa dal Napoli. Appena 5 in 11 partite, ne sono arrivati 3 in 25 minuti: Candreva, con il suo pallonetto, ha fatto crollare il castello.

Solo Luis Alberto. Questa volta, al contrario di Bergamo, Sarri ha pagato l’assenza di Immobile e forse lo sforzo di Europa League con il Midtjylland nonostante avesse cambiato sei titolari. L’andamento lento della Lazio, incapace di alzare il ritmo e il livello di aggressività, per mezz’ora ha addormentato il gioco. La Salernitana, disegnata benissimo da Nicola, teneva il campo senza soffrire e con qualità. Candreva interno aggiunge palleggio e idee, Mazzocchi e Bradaric non solo reggevano Marusic e Lazzari, ma riuscivano a spingere, come è apparso in modo evidente nella ripresa. Felipe centravanti produce per gli altri, ma vede poco la porta. Un solo tiro, |come a Bergamo, e il gol annullato per fuorigioco nell’unica occasione in cui, lanciato da Cataldi, è riuscito a scappare in profondità. La Lazio si è accesa quando Luis Alberto ha deciso di illuminare l’attacco: il primo pallone buono lo ha servito a Pedro e Sepe è stato salvato dal palo. Al secondo tentativo, complice il buco di Bronn, ha mandato in porta Zaccagni.

Tripletta. I rimpianti di Sarri sono legati al raddoppio fallito da Vecino al primo minuto della ripresa. L’uruguaiano, vero centravanti mascherato della Lazio (3 tiri e 3 occasioni, il più pericoloso), è stato murato da Sepe a due passi dalla porta. Sul 2-0 si sarebbe sviluppata un’altra trama. Ancora più grave il pareggio mancato a porta vuota o quasi. L’ex Inter va perdonato: fa un lavoro triplo e senza Ciro è l’incursore deputato a riempire l’area. Candreva aveva riequilibrato il risultato, approfittando del triplice errore del sistema difensivo laziale. Luis Alberto in ritardo su Mazzocchi, Marusic e Romagnoli scavalcati, Provedel fuori dai pali. La Lazio ha sbandato. Un avvertimento il diagonale di Coulibaly. Male la difesa, troppo schiacciata, sul cross di Candreva. Fazio, ex romanista, non ha perdonato Provedel. Si era fatto male Bonazzoli e Nicola si è giocato un buon cambio. Fuga di Bradaric e il senegalese Dia, facendosi trovare smarcato sul secondo palo, ha chiuso il conto. Quinto gol per l’ex Villarreal e Salerno in festa.


Il Messaggero titola: "Lazio a pezzi. Perde partita e Milinkovic. Candreva, Fazio e Dia ribaltano la rete di Zaccagni. La Salernitana sbanca l’Olimpico e Sergej prende un giallo assurdo che gli farà saltare il derby".

Prosegue il quotidiano romano: Peggio di ogni peggior presagio: Milinkovic fuori al derby e Lazio ko. Rabbia e delirio all’Olimpico. Ululati, insulti della Nord all’arbitro Manganiello, che non ci pensa un attimo a estrarre il giallo killer a Milinkovic, diffidato e subentrato a Luis Alberto sul pareggio. Terribile, questo scherzo del destino: Sarri sostituisce il Mago - nonostante l’assist per Zaccagni per il vantaggio – e sprofonda nei contropiedi della Salernitana, sino a quel momento ferma al catenaccio. Dopo l’ammonizione del Sergente d’oro, i biancocelesti crollano in un nervosismo isterico, subiscono pure il terzo gol e scivolano al quarto posto. A fine incontro succede di tutto anche nel tunnel dello spogliatoio: il ds Tare e i giocatori contro la terna arbitrale, Lotito furioso. Ma ora guai a farsi annientare pure dal contraccolpo psicologico.

Tutto in discesa. Ancora lui, Manganiello, prima di un derby decisivo. Scottato proprio dall’ammonizione dello stesso arbitro all’unico diffidato (Zaccagni) dell’anno scorso, Sarri decide all’ultimo di risparmiare Milinkovic, almeno all’inizio. Per la prima volta dal suo sbarco senza Sergej e Immobile, il tecnico rilancia Luis Alberto (dopo due panchine di seguito) con Vecino e Cataldi a centrocampo. La Lazio però costruisce la prima chance con Marusic sull’esterno: azione identica al gol di Coppa, Felipe Anderson fa la sponda per il piattone di Zaccagni impreciso. L’ex Verona fa stirare Gyomber al secondo scatto successivo: al suo posto Bronn. Il 3-5-2 di Nicola resta identico: cerca ampiezza con Mazzocchi e Bradaric, le mezzali Candreva e Coulinaly hanno il compito di accorciare e raddoppiare su Zaccagni e Pedro. La Salernitana corre tantissimo e si chiude dietro. Isolati, Bonazzoli e Piatek non trovano mezzo guizzo in mezzo a quella che, sino a ieri, era la miglior difesa del campionato. Buca quella granata, Felipe Anderson, segna al volo, ma sul lancio di Cataldi è in fuorigioco con un frammento di ginocchio. La Lazio forza troppo la giocata in profondità, Sarri invoca maggior fraseggio. L’unico lampo in mezzo a un muro umano è un contropiede su un recupero di Vecino: Luis Alberto verticalizza per Pedro, che scalfisce il palo, a Sepe battuto. Ancora il Mago però trova un altro binario perfetto per lo scatto di Zaccagni, che beffa il portiere granata sotto le gambe e sblocca l’incontro. Dopo due panchine di seguito, primo assist dello spagnolo in questo campionato, il 49° in Italia, come nessun altro. Quinto gol invece del ragazzo romagnolo (da ottobre solo Osimhen ha segnato di più) e record con la maglia della Lazio.

Beffa e tracollo. Padronanza assoluta biancoceleste, totale controllo sino al primo gong. Così nello spogliatoio Sarri chiede di alzare ulteriormente il baricentro, vuole dare il colpo di grazia, ma Vecino si fa murare da un metro il 2-0. Errore pesantissimo, perché su una ripartenza i biancocelesti incassano il pareggio: su un lancio morbido di Mazzocchi, Marusic va a farfalle, Candreva appoggia lo stop e, con un pallonetto, sorprende Provedel, che esaurisce la sua imbattibilità a 620’ con la Lazio. Primo gol da ex per Antonio, che propizia anche una conclusione velenosa di Coulibaly subito dopo. All’ennesima palla persa da croce e delizia Luis Alberto, Sarri fa alzare Milinkovic e ordina il cambio. Beffato, la Salernitana lo punisce con il raddoppio. Ancora un cross di Candreva arriva sui piedi di Fazio: calcio pulitissimo del difensore, che aveva già segnato con la Roma in un derby del 2018. Su un regalo di Radovanovic, Vecino svirgola di nuovo a un passo. Ed ecco il macigno, non era quotato. Puntuale, chirurgica, arriva l’ammonizione a Milinkovic da parte di Manganiello: scivolata di Bronn, il serbo è in corsa e lascia il piede a martello, ma sembra un normale scontro di gioco. Sergej si vede sventolare il cartellino, diventa tutto rosso, l’Olimpico di fuoco. Lotito in tribuna è sotto choc, ha lo sguardo perso nel vuoto. La partita diventa un ring, piove un giallo dietro l’altro. La Lazio è nel caos, si lamenta pure per un fallo di mano di Piatek su un passaggio di Cataldi, da cui Coulibaly riparte per chiudere l’incontro. Bradaric lascia Casale sul posto e mette un cioccolatino sul secondo palo: in tackle Dia entra in rete con la palla e tutto il corpo. Non si gioca più, il finale è un parapiglia continuo, risse che scoppiano e manate che volano. Non è uno spettacolo. E pensare che nel pre-gara era stata consegnata una targa a Gabriele e Giulia Paparelli, figlio e nipote di Vincenzo, il tifoso ucciso da un razzo il 28 ottobre del 1979 all’Olimpico. Torniamo calmi, è calcio. Anche se dopo il nervosismo, la Lazio precipita nello sconforto.


Il Tempo titola: "Lazio furiosa. I biancocelesti si fanno rimontare e battere dalla Salernitana. Milinkovic entra e viene ammonito ingiustamente: salta il derby. Si ferma dopo sei partite e mezza la lunga imbattibilità di Provedel: crollo fisico e mentale".

Prosegue il quotidiano romano: Crollo fisico e mentale. La Lazio prende tre gol in un pomeriggio che assomiglia alla notte di Halloween seppure con un giorno d'anticipo, si butta via contro la modesta Salernitana anche per colpa di un arbitro, Manganiello, che distrugge i sogni di una stagione di vertice. Ammonisce ingiustamente Milinkovic sul punteggio di 1-2 e la squadra si affloscia ben sapendo che Sergej non potrà giocare contro la Roma. Quasi una crisi isterica collettiva anche dei 40.000 dell'Olimpico che tutto si aspettavano meno di vedere le streghe nella sfida contro l'odiato ex club del presidente Lotito. Se poi aggiungiamo che i gol della rimonta granata dopo il gol iniziale di Zaccagni li hanno segnati Candreva, con un delizioso pallonetto, e l'ex romanista Fazio in una delle rare incursioni offensive, ecco spiegata una domenica bestiale (terza rete di Dia) per la Lazio spompata da tante partite ravvicinate e menomata da un terreno di gioco vergognoso: stavolta si è stirato Gyomber dopo pochi minuti. È girato tutto male, troppo male, ma pesa tantissimo la direzione di gara capace di bissare la perla della passata stagione. Manganiello fa due su due, guarda caso, la scorsa stagione si era presentato alla vigilia del derby di ritorno (una coincidenza sfortunata ) e aveva fatto squalificare per la stracittadina Zaccagni per una dubbia simulazione.

Stavolta il bis, un errore grave in mezzo a una gara diretta male senza punire il gioco duro degli avversari. Adesso Sarri può dire di aver capito cosa significhi allenare la Lazio, un club vessato da sempre nei momenti decisivi da una classe arbitrale a volte persecutoria. E dire che il tecnico toscano aveva avuto qualche sospetto tanto da non schierare Milinkovic proprio per la diffida. La squa- dra, sempre orfana di Immobile, aveva risposto anche bene per un tempo dominando il gioco grazie alla rete di Zaccagni su genialata di Luis Alberto. Nicola ha scelto catenaccio organizzato come è giusto che sia per chi deve lottare per la salvezza, ha sofferto e poi colpito di rimessa. Nella ripresa il calo fisico, complice il gol del 2-0 fallito da Vecino davanti al portiere Sepe. Poi il pari di Candreva, la scelta di far entrare Milinkovic, la rete dell'1-2, il mancato pari di Vecino e il giallo di Sergej che ha devastato le certezze della Lazio che era in partita e poteva ancora riprendere almeno un punto: il sigillo di Dia è arrivato dopo l'ennesima ripartema. Non era serata, la Salernitana fa lo scherzetto, Sarri è furioso per la seconda sconfitta interna (la Campania è indigesta, Napoli e Salernitana) e per aver subito tre reti in novanta minuti dopo averne incassate cinque in undici gare (Provedel bucato dopo 620’). Stanchezza e Manganiello, un cocktail letale che fa scivolare la Lazio in classifica e spegne, al momento, le a mbizioni Champions.


La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio crolla e attacca. Ribaltone Milinkovic. Niente derby per un giallo fantasma. Sergej è diffidato, Sarri lo risparmia e lo inserisce solo sull’1-1. Gol capolavoro di Candreva. Secondo ko per i biancocelesti".

Continua la "rosea": Una Salernitana da sogno sbanca l’Olimpico e fa rotolare la Lazio all’inferno proprio nella settimana che porta al derby. Successo storico che manda in visibilio una città intera che sentiva la sfida alla Lazio dell’ex patron Lotito quasi come un derby. La fa sua, la squadra granata, al termine di una partita preparata alla perfezione da Nicola e gestita nel migliore dei modi ai suoi giocatori, bravi a restare sul pezzo e a reagire con determinazione e lucidità anche dopo aver chiuso in svantaggio il primo tempo. Tutto male per la Lazio, che crolla dopo una serie utile di nove partite (tra campionato e coppa), perde l’imbattibilità (che si ferma a 620 minuti) e in un colpo solo incassa più della metà (3) dei gol (5) che aveva subito in campionato nelle prime undici giornate.

Psicodramma Milinkovic. Ma, soprattutto, la squadra di Sarri perde Milinkovic Savic per il derby di domenica prossima. Era diffidato il serbo, così il tecnico - per non correre rischi, ma anche per farlo rifiatare un po’ decide di lasciarlo in panchina. Per poi gettarlo nella mischia a metà ripresa, quando la partita già si è complicata (si è sull’1-1), anche se il peggio deve ancora venire. Ed il peggio arriva anche perché oltre ai gol del sorpasso dei campani si materializza pure il cartellino giallo che farà perdere la stracittadina a Milinkovic. Ma se la Lazio fa di tutto per meritarsi i gol (che giustamente la puniscono), l’ammonizione del serbo è un errore dell’arbitro Manganiello che valuta male il contrasto del giocatore della Lazio con Bronn. Episodio che manderà a fine partita su tutte le furie Maurizio Sarri e del quale si parlerà sicuramente a lungo in questi giorni. Il tecnico, però, sbollita la rabbia, farà bene anche a riflettere sui limiti su cui si incarta la sua formazione. E dei quali è ovviamente responsabile. Il balletto su Milinkovic (certo, col senno di poi è facile parlare) si rivela un boomerang, visto che il giocatore non ci sarà contro la Roma e in pratica non c'è stato neppure contro la Salernitana. E, per quanto la squadra biancoceleste abbia anche altri giocatori di talento, privarla di uno dei suoi due uomini più decisivi quando l’altro (Ciro Immobile) già non c’è si rivela un rischio eccessivo. Anche perché il tridente leggero, bello e decisivo a Bergamo una settimana fa, inevitabilmente paga dazio contro una squadra meno forte dell’Atalanta, ma più coriacea. Che non si vergogna di difendersi anche con cinque uomini e non concede alcuno spazio.

Tattica perfetta. Nicola in effetti vince la partita prima ancora di giocarla. Perché azzecca alla perfezione il piano partita. Che non viene neppure scalfito da quel quarto d’ora finale del primo tempo in cui la Lazio prende (si pensa, sbagliando, in maniera definitiva) il sopravvento. La squadra campana è un elastico che chiude tutti gli spazi dietro, ma non rinuncia a mai a riproporsi in avanti. Lo specchio della prova dei granata è il secondo gol. Si è sull’1-1, risultato già ottimo per i campani. Logica vorrebbe che, a quel punto, pensino solo a difenderlo. E invece la rete del sorpasso arriva grazie a due centrali difensivi: Daniliuc addomestica il cross di Candreva, Fazio lo trasforma nel gol del sorpasso. La Salernitana la vince grazie ad un’applicazione rigorosa delle consegne dell’allenatore, alla tenacia di tutti i suoi giocatori (nessuno escluso) ed anche alla mossa di Nicola che fa saltare il banco. L’allenatore sposta Candreva mezzala (utilizzarlo a tutta fascia sarebbe stato rischioso contro la Lazio) e mette sugli esterni Mazzocchi (spostandolo a destra) e Bradaric. Il gol che riequilibra la gara dopo il vantaggio di Zaccagni poco prima dell’intervallo arriva proprio da una combinazione Mazzocchi-Candreva (con tocco sotto da applausi dell’ex laziale). Poi a rendere ancora più rotonda la vittoria arriverà poi pure il terzo gol grazie al subentrato Dia, che capitalizza un’ottima iniziativa dell’altro esterno granata, Bradaric.

Nel momento sbagliato. Seconda sconfitta in campionato (e terza stagionale) per la Lazio. Arriva nel momento peggiore. Perché matura, inattesa, in una partita nella quale pochi si sarebbero aspettati il tracollo e perché allunga ombre minacciose sulla settimana più delicata di questa prima parte della stagione. Giovedì i biancocelesti si giocano a Rotterdam la qualificazione al turno successivo in Europa League e domenica c’è il derby, da affrontare senza Milinkovic e (a meno di miracoli) Immobile. La continuità, che Sarri non si stanca mai di evocare, resta ancora il limite da superare di una formazione che, nel giro di una settimana, passa dalle stelle (la prova con l’Atalanta) alle stalle (il k.o di ieri).


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Si tappa la bocca: "In 50 anni di calcio non avevo mai visto ammonire un giocatore in possesso del pallone. Episodio sconcertante. Se dico cosa penso mi danno sei mesi di squalifica. Potete immaginarlo, lasciamo perdere". Maurizio Sarri si autocensura commentando il giallo a Milinkovic, è facile intuire i suoi pensieri vibranti. Ce l’ha con l’arbitro Manganiello, lo stesso che l’anno scorso aveva ammonito Zaccagni (in diffida) prima del derby di ritorno: "E anche lì ci voleva fantasia per dare simulazione...". Mau evita di essere irriverente, ma l’analisi del caso è brusca: "Non è un cartellino generoso, non era neanche fallo. Milinkovic ha giocato la palla, è stato l’avversario ad entrare in ritardo, a mettergli il piede sotto, e Sergej non poteva fare altro che pestarglielo". Allo schock per il giallo a Sergej ha fatto seguito lo shock per le parole del quarto uomo Mariani: "Mi ha detto che stavano guardando l’episodio al Var per vedere se c’erano estremi per il rosso". Sarri ha chiesto imparzialità. Non ha nominato la Roma e il caso Karsdorp-Irrati (il testa a testa con l’arbitro dopo Roma-Napoli), ne ha fatto un riferimento indiretto: "Ho visto un giocatore mettere la mani addosso all’arbitro senza essere squalificato. Ci basterebbe avere lo stesso trattamento, anche meno".

La partita. Sarri è stato sincero, si è pentito di aver risparmiato Milinkovic: "Tornassi indietro lo farei giocare dall’inizio, tanto più cerchi di gestire certe situazioni, più vengono questi casini". Non l’ha tenuto fuori solo per la diffida, anche per il calendario: "Un po’ per entrambe le cose. Veniva da 90’ di fila, c’era questo aspetto della diffida. Raramente avevo fatto scelte di questo tipo, ma il derby ti entra un po’ nell’anima. Pensandoci ora, mi comporterei diversamente". Ha scelto Luis Alberto nonostante la luna storta dei giorni scorsi: "Viene da un periodo in cui ha fatto meno allenamenti, qualcuno in sofferenza. Ho visto che dopo 50-55' ha cominciato a perdere qualche pallone di troppo, come se si fosse stancato. L’ingresso di un giocatore dalle potenzialità offensive come Milinkovic ci poteva garantire qualcosa in più, ma ormai s’era persa la testa". Sarri ha visto crollare la Lazio dopo l’1-1: "Abbiamo fatto una buona partita fino all’1-1, eravamo talmente in controllo che l’ultima cosa che la squadra si aspettava era prendere gol. A quel punto la reazione è stata nervosa, non da squadra. Questo ci ha fatto perdere tutti gli equilibri, ci avevamo messo un anno per metterli a posto". È saltato ogni piano: "Molto probabilmente abbiamo dato la partita per vinta, c’è stata una reazione confusionaria che ci ha portato a perdere ordine. La partita non è cambiata nella fase iniziale del secondo tempo. È chiaro che l’arbitraggio non ha contribuito a mantenere serena la gara, ma si deve avere la forza di andare contro tutti e tutto".

Il derby. Ora c’è il Feyenoord, poi il derby senza il Sergente: "Il derby? Ci penseremo, prima bisogna rimetterci a posto perché abbiamo preso un brutto colpo. Bisogna pensare a come riordinare le idee. Se so già cosa fare? No. Dobbiamo andare in Olanda a strappare la qualificazione". Sarri vuole capire una cosa più di tutte: "Voglio capire perché abbiamo avuto una reazione mentale così scomposta. In campo eravamo 11 dadi tirati a caso. Ognuno voleva risolvere la storia per conto suo". Mau ha ringraziato i tifosi, hanno accolto la squadra sotto la Nord applaudendola: "I tifosi sono uno spettacolo, mi dispiace sia venuta fuori una partita così. Tenere l’Olimpico pieno è un dovere, dobbiamo meritarcelo".



Galleria di immagini sulle reti della gara
La rete di Mattia Zaccagni
Il pareggio granata
Il tiro vincente per la rete dell'1-2
Il definitivo 1-3



La formazione biancoceleste:
Provedel, Casale, Romagnoli, Vecino, Marusic, Luis Alberto;
Pedro, Lazzari, Felipe Anderson, Cataldi, Zaccagni
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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