Domenica 27 settembre 1964 - Firenze, stadio comunale - Fiorentina-Lazio 1-0
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27 settembre 1964 - Campionato di Serie A 1964/65 - III giornata
FIORENTINA: Albertosi, Robotti, Marchesi, Pirovano, Guarnacci, Benaglia, Hamrin, Maschio, Orlando, Bertini, Morrone. All. Chiappella.
LAZIO: Cei, Zanetti, Dotti, Governato, Pagni, Gasperi, Renna, Mari, Piaceri, Christensen, Petris. All. Mannocci.
Arbitro: Genel (Trieste).
Marcatori: 61' Maschio. (Alcune fonti riportano autogol di Piaceri).
Note: tempo bello, terreno buono. Angoli: 4-3 per la Lazio.
Spettatori: 22.000 circa con 14.470 paganti per un incasso di £. 12.000.000.
Ventiduemila spettatori allo stadio Comunale di Firenze. Ventiduemila scontenti, compresi quelli venuti da Roma per sostenere la Lazio, perché la partita è stata noiosissima. La Fiorentina ha giocato male e ha vinto e la Lazio che se non ha giocato bene, è sembrata almeno atleticamente più in forma ed ha dimostrato un maggior vigore agonistico, è stata sconfitta. Sconfitta su punizione, per giunta, il che ha certo aumentato il giustificato malumore degli azzurri di Mannocci. Mancava Castelletti nella Fiorentina e Chiappella, come aveva annunciato alla vigilia, è stato costretto a rivoluzionare la difesa riaffidando a Marchesi il posto di terzino sinistro e a Benaglia quello di laterale della stessa parte. E' stata questa la causa del gioco mediocre della Fiorentina? Può anche darsi, ma sta di fatto che nel sestetto difensivo si sono distinti, oltre al solito Albertosi, Robotti e Guarnacci, e che a non funzionare affatto sono stati il centro campo e l'attacco: scomparso Bertini, mediocri Hamrin e Orlando, peggio ancora Morrone.
In tanta nebbia si è visto emergere Maschio, apparso il più in forma ed efficiente di tutti, ed autore dell'unico goal della giornata. La Fiorentina ha quindi improvvisamente «ritrovato» Maschio, finalmente più mobile del solito, utilissimo nelle azioni difensive, ma anche in quelle offensive. Senza di lui oggi l'incontro avrebbe avuto la sua più logica conclusione: uno zero a zero su cui nessuno avrebbe davvero potuto trovare a che ridire. Poche note di cronaca. Al 2' del primo tempo una bella azione dell'attacco viola, conclusa con un cross di Morrone raccolto di testa da Orlando (il pallone è finito in angolo) ha suscitato la speranza di una «Fiorentina tipo Barcellona». Speranza delusa: per sedici minuti non è successo più nulla, mentre le squadre si baloccavano confusamente a metà campo. Poi è toccato ai « tifosi » viola avere il primo brivido: Dotti ha servito Petris e Petris, avanzato sul centro, ha tirato fortissimo in rete. Albertosi ha sventato il pericolo. Al 35' un corner battuto da Hamrin ha creato una situazione curiosa: un difensore laziale ha respinto il tiro dello svedese, la palla e andata a Robotti e il terzino viola, fatto qualche passo avanti, ha tirato a parabola in porta. Era un tiro facile, ma Cei ha parato anche lui in due tempi e così vicino alla linea di goal che molti hanno avuto l'impressione che la Fiorentina fosse passata in vantaggio. Nella ripresa, al 16', Zanetti non trovava altro modo di fermare Morrone che prendendolo per la maglia. L'arbitro, in verità assai attento ed equanime, ha visto e ha decretato la punizione quasi dal limite. I laziali parevano un po' innervositi e mentre Maschio, incaricato del tiro, stava per battere, Renna gli è andato incontro per contrastarlo: non è riuscito nell'intento. In compenso ha coperto la piena visuale a Cei e il pallone, battuto magistralmente dall'esperto interno destro viola, è finito alle sue spalle.
Fonte: La Stampa