Domenica 25 settembre 2005 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Palermo 4-2
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25 settembre 2005 - 3.158 - Campionato di Serie A 2005/06 - V giornata
LAZIO: Peruzzi, Oddo, Siviglia, Stendardo, Zauri, Behrami (88' Belleri), Firmani, Liverani (73' Dabo), Manfredini, Pandev (80' S.Inzaghi), Rocchi. A disposizione: Sereni, Cribari, Giallombardo, Keller. Allenatore: D.Rossi.
PALERMO: Santoni, Zaccardo (85' Mutarelli), Barzagli, Terlizzi, Grosso, Santana (70' Brienza), Barone, Corini, Bonanni (46' Gonzalez), Caracciolo, Makinwa. A disposizione: Andujar, Ferri, Codrea, Pepe. Allenatore: Delneri.
Arbitro: Sig. Saccani (Mantova).
Marcatori: 36' Caracciolo, 49' Gonzalez, 58' Rocchi, 59' Pandev, 65' Manfredini, 86' Rocchi.
Note: giornata nuvolosa e poi piovosa con terreno pesante dopo il 30'. Ammoniti Grosso, Barzagli e Zaccardo per gioco scorretto, Pandev per simulazione, Firmani per comportamento non regolamentare. Il Palermo al 90' è rimasto in dieci per un infortunio a Barzagli a sostituzioni terminate. Angoli 8-7 per la Lazio. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 25.000 circa con 5.468 paganti per un incasso di 102.828 euro e 18.462 abbonati (quota 223.920 euro).
La Gazzetta dello Sport titola: "Se alla Lazio vengono i 7 minuti. Il Palermo va sul 2-0, nella ripresa il ribaltone con Rocchi, Pandev e il fondoschiena di Manfredini".
Continua la "rosea": Il calcio non è una scienza esatta, ma questo è anche il suo fascino. Alzi la mano chi dopo un'ora di Lazio-Palermo, con gli ospiti in vantaggio per 2-0, era disposto a scommettere un centesimo sui biancocelesti. Che invece segnano tre gol in sette minuti e chiudono il match addirittura sul 4-2. Partita un po', anzi molto pazza, ma verdetto che non fa una grinza, respingendo al mittente i progetti di grande squadra che a Palermo si erano materializzati nella serata magica in cui venne strapazzata l'Inter. Per immaginare la Champions League ci vuole innanzitutto un portiere vero e non il Santoni (rincalzo dell'infortunato Guardalben) visto ieri, e qualche difensore un po' meno distratto dal profumo d'azzurro Italia di Zaccardo e Barzagli. Tutti i gol della Lazio sono infatti entrati da sinistra guardando la porta del Palermo (sul quarto Zaccardo non c'era più, sostituito da Mutarelli) e questo vorrà pure dire qualcosa. Il Palermo si era trovato sul 2-0 senza meritarlo granché. Un ottimo inizio, questo sì, da "grande", durato però una decina di minuti, e poi un tran tran troppo supponente, tale che la Lazio, dapprima intimorita, metteva fuori la testa capovolgendo la trama tattica del match. Delneri è celebre, come sa bene Roberto Mancini, per il suo gioco sulle corsie esterne ? E allora eccoti Delio Rossi tenere botta a sinistra con Zauri e Manfredini e soprattutto mettere uno sull'altro a destra Behrami e Oddo, quest'ultimo in condizioni davvero da Nazionale, così da asfaltare la premiata ditta Grosso-Bonanni. La Lazio in mezzo torna con Liverani-Firmani a una coppia bene assortita (il tecnico e il muscolare), che regge il confronto con Corini e Barone, e sul piano delle situazioni pericolose, pur non inquadrando mai la porta (in compenso nella ripresa lo farà sempre: quattro su quattro), prevale ai punti.
Non c'è dunque spiegazione né ombra di schema tattico nel gol che prima dell'intervallo porta sull'1-0 il Palermo. Quando si segna come fa Caracciolo su rinvio del proprio portiere e dormita dell'altrui difesa (in particolare Stendardo), c'è poco da chiamare in causa la capacità degli allenatori. C'è peraltro lo zampino di Delneri nel 2-0, che subito dopo l'intervallo sembra chiudere il match. Quel Bonanni frastornato lo ha visto anche lui. Doccia e dentro Gonzalez, che va sulla corsia di destra mentre Santana passa su quella opposta. Detto e fatto, ecco proprio Gonzalez sfruttare le qualità aeree di Caracciolo e un non si sa quanto voluto assist di Makinwa per battere Peruzzi per la seconda volta. Di Canio non c'è causa indisposizione dell'ultimora, Pandev è un fantasma, Rocchi corre a più non posso ma invano, per la Lazio sembra finita. Lo deve pensare pure Delio Rossi, che fa scaldare Simone Inzaghi e si appresta a farlo entrare al posto di Behrami o Manfredini, per giocarsi tutto col 4-3-3. Non ce ne è bisogno. Rossi non ha fatto i conti con Santoni e anche con Culovic, quel giocatore che la scorsa settimana si sono elegantemente contesi Galliani e Moggi e che invece si è scoperto avere i connotati di Manfredini. Tutto in sette minuti, senza quasi che il Palermo capisca cosa succede: Santoni ha un piede solo, il sinistro. Cerca di usarlo in modo improprio in una uscita che richiederebbe invece il comodo uso del destro, il risultato è un liscio che manda diritto in porta Rocchi. Meno di un minuto e sempre Rocchi, il migliore, manda in porta il redivivo Pandev, in quella zona dove tra Zaccardo e Barzagli passerebbe ormai un'intera armata. È sempre lì, da quelle parti, che nasce la punizione laterale che Oddo spara nel mucchio, trovando la parte del corpo di Manfredini dove non batte di solito il sole, ma il pallone stavolta sì. C'è una diffusa incredulità per questo ribaltone. Il primo a destarsi dall'incubo è Delneri che manda in campo Brienza per il troppo effimero Santana. Mossa forse tardiva, visto come l'ultimo arrivato offre a Caracciolo la palla del 3-3, bruciata alta.
Anche Grosso s'affaccia in avanti e sfiora il palo, ma quelle che si aprono alla Lazio e ai subentrati Dabo e Inzaghi (per Liverani e Pandev) sono autentiche autostrade. Sono proprio loro due a imboccare quella giusta, sempre dalla stessa parte dove frattanto Barzagli è rimasto solo. Il tagliando sull'assist di Dabo lo timbra Rocchi, a porta vuota. Non sarà una grande Lazio, ma ha cuore, temperamento e un tecnico che sa leggere le partite. Il Delio Rossi che rovina sul prato fradicio, sommerso dall'abbraccio dei suoi ragazzi appena dopo il 4-2, è un bello spot. Prova a minimizzare ("non è stata la vittoria più bella, perché le vittorie sono tutte belle"), ma Delio Rossi mente. La sua "invasione di campo" per abbracciare Rocchi dopo il gol del 4-2 è la testimonianza lampante che quello sul Palermo non è stato un successo come altri. "E' anche la dimostrazione che, senza tacchetti, sul terreno di gioco fai fatica a stare in piedi...", scherza il tecnico. Che, poi, torna serio e racconta il film di una giornata davvero particolare. "Il nostro merito è stato quello di crederci sempre, anche quando eravamo sotto di due gol pur senza meritarlo. Ma il dio del calcio ci ha reso giustizia. Abbiamo vinto con il cuore, ma anche anche con la testa e con la tecnica. Abbiamo giocato bene già nel primo tempo, poi nella ripresa è scattato qualcosa dentro: ci voleva una Lazio sontuosa per realizzare una rimonta del genere". Raggiante anche il presidente Claudio Lotito: "Vittoria importante e meritata. E' questa la Lazio che voglio perché si esprime con carattere e determinazione. Il lavoro del tecnico comincia a vedersi". Il patron, ancora una volta, è stato contestato da parte della tifoseria: "Sono solo una sparuta minoranza", è il suo lapidario commento.
Gigi Delneri va subito al cuore della sconfitta. "Abbiamo reagito male dopo il 2-1 della Lazio - dice il tecnico rosanero - e siamo riusciti a prendere 3 reti in contropiede. C'è stato un calo di attenzione che il Palermo non deve mai avere. All'Olimpico si può perdere, ma non come abbiamo fatto noi. Abbiamo buttato via qualcosa d'importante visto che vincevamo 2-0. L'errore di Santoni? Nel calcio può capitare, è stato un brutto errore ma gli ho detto di stare sereno e di far tesoro di quanto accaduto. In altre occasioni ci aveva salvato". Un Palermo che esce ridimensionato dall'Olimpico e che deve eliminare certi blackout nei momenti cruciali del match. "Dal gol di Rocchi per noi sono cominciati minuti di sofferenza e ci sono stati in effetti dei blackout che già si erano visti con Parma e Inter. Se la cosa si ripete evidentemente qualcosa non va. Peccato, perché fino al 15' della ripresa avevamo fatto un'ottima partita. Palermo ridimensionato? No, non dovevamo essere noi dietro la Juve. Siamo una squadra di media-alta classifica. Non credo che dopo questo ko ci saranno ripercussioni in coppa Uefa".
La Repubblica titola: "I biancocelesti passano dallo 0-2 al 4-2 della vittoria. La difesa siciliana ha subìto tre gol in sette minuti. Lazio show, vittoria con rimonta. Al Palermo restano i rimpianti".
Continua il quotidiano: Che rimonta quella della Lazio, e che occasione perduta per il Palermo che, in vantaggio per 2-0, ha subito ben tre gol in sette minuti e ha chiuso prendendo anche il quarto. I rosanero si mangeranno i gomiti per quello che è successo: un'ora di dominio abbastanza marcato e poi il crollo, per una serie di errori della difesa, la cosiddetta "difesa azzurra" che si è fatta bucare sulla destra e grazie a qualche temeraria uscita di Santoni e certe esitazioni di Zaccardo e del settore destro della squadra rosanero. Insomma, i biancocelesti, che dovevano far dimenticare la sconfitta di San Siro, hanno recuperato prima con Rocchi e Pandev e poi hanno piazzato il 3-2 un po' fortunosamente con Manfredini, prima del colpo di grazia di Rocchi. E dire che il Palermo aveva impressionato bene, aveva tenuto il campo con autorità, aveva colto al volo le occasioni offerte dalla Lazio con Caracciolo (primo gol stagionale) e Gonzalez con due azioni di contropiede ben elaborate (seconda rete). La squadra di Delneri infatti ha cominciato premendo sull'acceleratore e per dieci minuti ha messo a dura prova la difesa biancoceleste. I rosanero non sono andati efficacemente al tiro e, dopo una fase di gioco molto combattuta, la squadra di Rossi ha preso in mano il pallino cozzando tuttavia contro il muro palermitano. Ben organizzata, la difesa di Delneri non ha permesso per mezzora ai laziali di andare al tiro. Poi si è messo a piovere a dirotto, al 32' Santoni (molte uscite, alcune perigliose) su azione Liverani-Rocchi ha salvato di piede.
Poco dopo l'attaccante non è arrivato su una pericolosa palla di Oddo da destra. A questo punto, la Lazio si è fatta sorprendere (36') in maniera puerile su un lungo rilancio di Santoni: è partito centralmente Caracciolo, la palla ha battuto a terra, Stendando non è intervenuto, Zauri si è fatto battere in velocità e l'ex bresciano ha superato con un pallonetto Peruzzi. E' stato il primo gol (un gol atteso da cinque giornate) dell'attaccante rosanero. La Lazio, furibonda, si è buttata in avanti e al 39' Stendardo ha tolto a Rocchi la palla del pareggio spedendo fuori. Un pericoloso tentativo di Santana e un bell'intervento dello stesso su traversone di Oddo hanno caratterizzato gli ultimi minuti di una partita molto dura e intensa. All'inizio della ripresa, inserito Gonzalez al posto di Bonanni, il Palermo è andato in gol col nuovo arrivato dopo una bella azione di Caracciolo in combutta con Makinwa che ha messo una palla d'oro sui piedi di Gonzalez che non l'ha fallita. Poi il crollo, inatteso, improvviso: dopo un salvataggio di Peruzzi. Nel giro di sette minuti tre gol della Lazio: al 13' per un'uscita avventata sulla destra di Santoni. Rocchi si è avventato sulla palla e ha messo nella porta vuota. Un minuto dopo quando Rocchi ha dato a Pandev sulla sinistra, Zaccardo è rimasto a guardare e il macedone ha insaccato. Ancora: al 20', su una punizione di Oddo da sinistra, nel mucchio Manfredini devia fortunosamente. E il risultato è stato ribaltato.
A questo punto, con l'ingresso di Brienza, il Palermo ha cercato di raddrizzare il risultato: ci hanno provato Caracciolo, lo stesso Brienza, Grosso. Niente. Fatalmente è arrivato invece il quarto gol laziale: Inzaghi ha ricevuto sulla sinistra, ha controllato, si è inserito Dabo che è andato via e ha dato a Rocchi che ha messo nella porta vuota. Per la Lazio è stato il trionfo, per il Palermo un colpo al morale difficile da assorbire.