Mercoledì 21 settembre 2005 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Milan-Lazio 2-0
Turno precedente - Turno successivo
21 settembre 2005 - 3.157 - Campionato di Serie A 2005/06 - IV giornata
MILAN: Dida, Cafu, Nesta (85' Costacurta), Stam, Kaladze, Ambrosini, Pirlo, Seedorf (75' Gattuso), Kaká, Shevchenko, Vieri (82' Serginho). A disposizione: Kalac, Vogel, Rui Costa, Gilardino. Allenatore: Ancelotti.
LAZIO: Sereni, Oddo, Siviglia, Stendardo, Zauri, Behrami (46' Pandev), Dabo, Liverani (75' Baronio), Giallombardo (46' C.Manfredini), Di Canio, Rocchi. A disposizione: Ballotta, Belleri, Cribari, Firmani. Allenatore: D.Rossi.
Arbitro: Sig. Messina (Bergamo).
Marcatori: 12' Shevchenko, 14' Kaká.
Note: serata fresca, terreno in buone condizioni. La Lazio nel finale di gara è rimasta in dieci uomini per un infortunio a Baronio, appena entrato, ed a sostituzioni terminate. Ammonito Siviglia. Angoli 5-2 per il Milan. Recuperi: 0' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 57.778 con 7.330 paganti e 50.448 abbonati per un incasso complessivo di 963.542,50 euro.
La Gazzetta dello Sport titola: "Sheva e Kakà la musica giusta. Shevchenko+Kakà: Ancelotti si ricarica. Il Milan passa sulla Lazio: il tecnico è più sereno".
Continua la "rosea": E' un po' come quando, per risvegliare un malato grave, gli fai ascoltare la musica che ha più cara. Al momento, Sheva e Kakà sono la miglior musica possibile di Ancelotti. Eccoli: un gol per uno in un paio di minuti e il Milan si risveglia dopo il coccolone di Marassi. E' la vittoria che serviva per impedire che la crepa sul parabrezza rossonero si ramificasse ulteriormente. Tre punti per scrollarsi di dosso l'affanno e tirare dritto. Insieme ai tre punti è arrivato un numero che nonostante l'apparenza (uno zero) significa molto, è il miglior ricostituente per un reparto debilitato dalle critiche: 0 gol subiti. Al Milan non succedeva in una partita ufficiale dal 26 aprile scorso: Milan-Psv Eindhoven 2-0. Da allora, in 11 partite ufficiali, 19 reti prese, molte delle quali sulle famigerate palle inattive. L'emorragia, finalmente, è stata arrestata. Ma come fanno spesso i medici che raccomandano prudenza ai convalescenti, sarà bene precisare che non tutta l'esibizione del Milan è stata una dimostrazione di salute e sarà bene dare alla Lazio le responsabilità per una partita che, di fatto, si è risolta in un quarto d'ora. Rispetto a domenica, Delio Rossi sostituisce gli esterni di centrocampo, spiccatamente offensivi (Pandev-Manfredini), con due elementi più prudenti: Behrami e Giallombardo. Accorgimento comprensibile, il Milan non è il Treviso. Ma con Giallombardo, sempre basso, che si occupa solo della fase difensiva e Oddo che fa lo stesso a destra, ai lati della diga Stendardo-Siviglia-Zauri, significa di fatto difendersi in cinque e predisporsi pericolosamente all'assalto dei virtuosi solisti del Milan.
Difficilmente il palleggio di Liverani riesce ad allungare la squadra e tutto quello che strappa il volenteroso ma isolato Di Canio è una manciata di cross. Ancelotti ha dosato il turnover con la meticolosità di un farmacista: uno per reparto. Nesta in difesa per l'infortunato Maldini; a centrocampo, Ambrosini per Gattuso che assaggia la terza panchina in quattro giornate di campionato; in attacco, Vieri che mette a sedere Gilardino dopo il suo primo gol. Sheva e Kakà, invece, li tiene inchiodati al campo e fa benone. Decidono loro. Comincia l'ucraino al 12'. E la Lazio non può dire che non se lo aspettava: Sheva si presentò all'Italia con una meravigliosa tripletta all'Olimpico nel '99 e da allora quando vede Lazio segna. Eccolo, al 12', dicevamo. Nel muro dei 5 laziali schiacciati davanti a Sereni, Sheva sceglie quello con le leve più lunghe: Stendardo. Lo punta, lo cancella con una finta e tuona in rete. Troppo tardi Rossi invertirà il lungo Stendardo con Siviglia, più agile per rispondere nel breve alle sfide di Sheva. Due minuti dopo, la difesa laziale pasticcia in massa consentendo al traversone basso di Pirlo di raggiungere Kakà che lo spinge in rete. Storia chiusa. Riassumendo: un gol nato da azione individuale; e uno agevolato dai pasticci altrui, con Pirlo che si trovava a crossare dall'insolita posizione di ala destra. Questo per dire che, al momento, ciò che manca di più al Milan è il flusso naturale del suo gioco, la proverbiale prova d'orchestra che ha dato fama mondiale alla creatura di Ancelotti. Le azioni che un tempo nascevano dalle idee di Pirlo, si ramificavano sulle fasce (o nell'ultimo tocco di un Kakà) per diventare palle gol per il terminale offensivo (pensiamo ai tanti gol di Pippo Inzaghi), ora diventano pericolose, per lo più, per le invenzioni geniali dei singoli, a cominciare da Sheva e Kakà.
La prova è che anche ieri Pirlo ha faticato a tenere le redini del gioco (la palla gli arriva molto meno rispetto al passato) e che Vieri, come Gilardino, ha lavorato più di sponda che come esecutore. Ancelotti dovrà trovare la strada per arrivare al suo centravanti d'area, non sempre il gol potrà arrivare dalle irruzioni di Kakà o dal movimento laterale di Sheva. E anche la serata di ieri lo ha indicato: quel centravanti dev'essere Gilardino. Pericolosa solo con Zauri, sfuggito a Nesta, e con una punizione di Oddo, la Lazio cambia gli esterni nella ripresa, ricordandosi dell'opzione offensiva (Pandev-Manfredini) che però offre pochino e, anzi, consente al Milan ghiotti spazi per ripartire. Infatti le palle gol per il Milan fioccano. Quando alla mezz'ora Baronio si strappa e lascia i compagni in 10 cala il sipario. L'ultimo atto è il Milan che resta con una punta sola. Esce Vieri, ma Ancelotti non lo sostituisce col Gila, come prevederebbero le regole della Real Casa. Forse è il suo messaggio all'interno e all'esterno, dopo aver visto crescere il suo Milan: sono ancora vivo, e lo sarò modo mio.
La Repubblica titola: "Partita risolta nel giro di due minuti nel primo tempo. Inefficace il pressing degli ospiti, Dida poco impegnato. Vittoria scaccia crisi per il Milan. Sheva e Kakà stendono la Lazio".
Continua il quotidiano: Il Milan non ha finalmente subìto gol dopo una lunga striscia negativa e ha messo a frutto il fiuto del gol di Shevchenko e Kakà nel giro di due minuti. La Lazio, che si è presentata con una gabbia strettissima, una volta subìto il gol (al 12') è crollata, ha subìto il secondo e poi ha vanamente tentato di attaccare. Il Milan, che era dato in difficoltà nel reparto difensivo, andava semmai aggredito, non strangolato, perché la squadra rossonera segna sempre qualche gol. Quest'errore di prospettiva ha spiazzato i biancocelesti, che han perso prima di cominciare. Delio Rossi, avendo studiato il Milan, ha approntato un apparato difensivo molto articolato: Di Canio in pressing su Pirlo per impedirgli di ragionare, Dabo su Kakà, Stendardo su Vieri, Giallombardo ad aspettare Cafu, molto pressing, squadra cortissima. Il tutto per asfissiare la squadra di Ancelotti, molto criticata dopo la sconfitta di Marassi. Tutto l'apparato ha retto per soli 12': Kakà e Pirlo si son portati a spasso i loro cerberi e i rossoneri hanno aggirato il fitto dispositivo biancoceleste. Delio Rossi non aveva previsto il fatto che nei duelli uomo contro uomo i rossoneri avrebbero vinto e così quando sulla sinistra Shevhenko ha ricevuto, ha fronteggiato in area Stendardo, lo ha dribblato e ha infilato di destro con un proietto che si è insaccato sul primo palo senza che Sereni (molto incerto) facesse una piega, il castello tattico della Lazio si è sbriciolato miseramente.
Anzi, nel giro di due minuti il Milan ha raddoppiato. Pirlo ha seminato Di Canio, è andato sulla destra, ha messo al centro per Vieri che non è riuscito a interevenire, Sereni ha parato male perdendo la palla e Kakà, sbucato da chissà dove, ha infilato da due passi. A questo punto i biancocelesti si sono svegliati, Rocchi approfittato di un errore della difesa rossonera, ma ha tirato su Dida in uscita e poco dopo Shevchenko (al 25') solo in area di rigore ha tirato centralmente. La Lazio in realtà si è spinta poi in avanti e Oddo, su una delle tre punizioni tirate nel primo tempo, al 32' ha impegnato seriamente Dida. Ma è stata un'offensiva all'acqua di rose. Seedorf in chiusura di primo tempo con un bolide da trenta metri ha quasi sorpreso Sereni. Rossi nella ripresa ha cambiato i mediocri esterni, ma il Milan ha continuato a tartassare la Lazio: al 2' Shevchenko ha sparato su Sereni da buona posizione. Solo Cafu non è sembrato in gran serata fra i rossoneri, tutti gli altri hanno giocato una buona partita, interpretando inizialmente bene la partita. La Lazio nella ripresa ha tentato di andare a segno, esponendosi tuttavia al contropiede. Al 12' Oddo ha sparato al volo di destro e Dida è riuscito a deviare. Una bellissima rovesciata di Vieri al 13' su respinta di Sereni a seguito di una fiondata di Cafu è finita di poco alta. Al 41' un tiro di Kakà è stato respinto in tuffo da Sereni e poi Ambrosini ha sparato alto. Insomma, la Lazio benché più equilibrata, rispetto al primo tempo, non è riuscita a insidiare la squadra di Ancelotti che ha vinto allontanando i fantasmi di una possibile crisi. Ha perso Baronio, appena entrato, per un acciacco muscolare ed è tornata a casa molto delusa. Forse ha preteso troppo ed è stata ridimensionata.