Sabato 10 Agosto 2013 - London, Selhurst Park - Crystal Palace-Lazio 0-1

Da LazioWiki.

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10 agosto 2013 - Amichevole - inizio ore 16.00

CRYSTAL PALACE: Speroni, Ward (46' Dikgacoi), Gabbidon (46' Ramage), Delaney (77' Boateng), Moxey (74' Jerome Williams), Jedinak (69' Wynter), Garvan (46' O'Keefe), Jonny Williams (46' Bolasie), Dobbie (46' Grandin), Thomas (22' de Silva, 46' Gayle), Wilbraham (46' Phillips). A disposizione: Fitzsimons. Allenatore: Holloway.

LAZIO: Marchetti, Konko (64' Cavanda), Biava (46' Novaretti), Dias (46' Cana), Radu, Ledesma (46' Ederson), Biglia (64' Onazi), Candreva (88' Rozzi), Hernanes (77' A. Gonzalez), Lulic, Klose (64' Floccari). A disposizione: Bizzarri, Strakosha, Ciani, Keita. Allenatore: Petkovic.

Arbitro: Sig. Dowd - Assistenti Sigg. Kirkup e Holderness - Quarto uomo Sig. Muge.

Marcatori: 12' Klose.

Note: angoli 5-8.

Spettatori: 10.000 circa.

La pubblicazione che presenta il match
Il tecnico biancoceleste Vladimir Petkovic
Foto La Presse
Antonio Candreva in azione
Miroslav Klose
Una fase di gioco
Hernanes svetta di testa
Lucas Biglia
Un momento della gara
Miro Klose abbracciato dai compagni dopo la marcatura
Senad Lulic
Hernanes contrasta un avversario
Ogenyi Onazi
Il biglietto del match

La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, 3 registi, il gol di Klose, gran Marchetti, Juve avvisata".

Continua la "rosea": Un consiglio alla Juventus? Per il 18 agosto, se mai a qualcuno fosse balenata l'idea, è inutile servirsi delle prestazioni di un ipnoterapeuta. No, la Lazio non si ferma così. Basta chiedere a Ian Holloway, tecnico del Crystal Palace, che nei giorni scorsi ha annunciato l'ingaggio appunto di uno strizzacervelli, ex pugile. E alla stampa ha spiegato: "Visto dove è arrivato Murray grazie a Lendl?". Ecco, la Lazio del Selhurst Park non ha fatto la fine di…Djokovic a Wimbledon. Ha vinto Petkovic, ha vinto con il solito Klose e le solite parate di Marchetti, al quale basta sentire odore di Juventus per caricarsi. Ma ciò che più conta, è che il tecnico di Sarajevo ha tirato fuori dal cilindro una Lazio tutta nuova, perfetto compromesso almeno così è parso a Londra dei dubbi dei giorni scorsi sul modulo e su Hernanes. È nata la Lazio dei tre registi, chiamatela così. Una Lazio alla catalana, se a Barcellona non si offendono troppo: Ledesma, Biglia e Hernanes tutti insieme.

Ci si aspettava il 4231, ci si chiedeva se Hernanes sarebbe stato o meno titolare, nella prova generale della Supercoppa. Petkovic è invece ripartito dal 451, modulo solo numericamente simile a quello di un anno fa. In realtà la ciccia è diversa, la sostanza è cambiata eccome. Perché il modulo è presto diventato un 433 con Candreva e Lulic alti, ma soprattutto con i tre centrali di centrocampo sempre sulla stessa linea, pronti a scambiarsi posizione, alternandosi nell'andare a ricevere il pallone dai difensori. È così che la Lazio ha dominato il primo tempo, contro un Crystal Palace che festeggiava la promozione in Premier. Il gol l'ha trovato Klose, puntuale al 12' a ribattere in rete la difettosa respinta di Speroni su tiro di Candreva. E per tre volte gli uomini di Petkovic hanno sfiorato il raddoppio: tiro cross di Konko, un tapin stavolta sbagliato di Klose e una conclusione di Lulic respinta sulla linea da Moxey.

La musica è cambiata nel secondo tempo, con il ritorno al 4231: Hernanes con Biglia davanti alla difesa, Ederson trequartista. Proprio Biglia ha mancato il raddoppio al 4', ma era l'ultimo botto. In cattedra è salito il Crystal Palace, con tre occasioni clamorose mancate: due sventate da Marchetti (sul vecchio Phillips e poi su Gayle), una divorata ancora da Gayle. Che non è Tevez, questo s'è capito. Per quello sarà bene registrare qualcosa là dietro in vista della Supercoppa.


Il Corriere dello Sport titola: "Segna Klose, la difesa è un muro: battuto il Crystal Palace a Londra. A centrocampo quanta classe: Biglia incanta con Hernanes e Ledesma".

Continua il quotidiano sportivo romano: Come a Nizza. Un gol di Klose e due prodezze di Marchetti, a fuochi spenti, per conservare il risultato nel finale confuso. Piegate le aquile del Crystal Palace. La Lazio ha vinto a Londra l'ultima amichevole di preparazione alla finale di Supercoppa, offrendo segnali di crescita e la sensazione di essere quasi pronta per la Juve. E' mancato il colpo del ko, ma per un'ora buona la squadra di Petkovic è stata padrona del campo e ha dimostrato progressi nella manovra offensiva, conservando la consueta tenuta difensiva. Ha un centrocampo super la Lazio e ieri al Selhurst Park, lo stesso stadio dove la banda Chinaglia aveva giocato nel torneo anglo-italiano del '73, Petkovic ha messo in campo tutti i suoi palleggiatori, aggiungendo Hernanes a Biglia e Ledesma. Il Profeta si è illuminato a intermittenza, il capitano ha sgobbato come al solito, ma tra le vecchie colonne della squadra biancoceleste ha colpito soprattutto la classe del play arrivato dall'Anderlecht, essenziale nel far girare il pallone e con i tempi giusti in qualsiasi zona del campo, ci fosse da addormentare il gioco o da inserirsi in avanti per accompagnare l'azione. E' un centrocampista totale, si è anche sacrificato per convivere con gli altri due, dimostrando autorevolezza e personalità. Ha scalato in fretta le gerarchie e di sicuro troverà posto tra i titolari domenica scalzando Onazi e Gonzalez, che tornerà dal Giappone solo un giorno prima della finale di Supercoppa.

Petkovic ha dissipato qualsiasi interrogativo risolvendo il ballottaggio con Ederson a favore di Hernanes, così ha rinunciato al 4-2-3-1 provato nei giorni scorsi a Fiuggi. S'è rivista una Lazio molto simile a quella della stagione passata: Ledesma davanti alla difesa, il Profeta mezz'ala sinistra e Biglia sul versante opposto. Tre playmaker, neppure un cursore. L'argentino ha dimostrato subito di essere il più dinamico tra i tre registi della squadra biancoceleste, che spesso si scambiavano le posizioni. Modulo ibrido e ballerino, perché il classico 4-1-4-1 spesso si è trasformato nel 4-3-3 con Candreva e Lulic più vicini a Klose e pronti a rientrare. Chiaro l'obiettivo di Petkovic: regalare maggiore profondità all'attacco. Il centrocampo è stato messo sotto pressione solo in avvio dal Crystal Palace. Muscoli e corsa, ma poco costrutto per gli inglesi, neopromossi in Premier. Meglio le aquile della Lazio, capaci di esprimere una qualità enorme nel palleggio. Sono bastati pochi minuti per prendere il controllo della partita e al dodicesimo è arrivato puntuale il gol di Klose. Sberla di Candreva dai venti metri, Speroni non ha trattenuto e il tedesco con un tap-in ha depositato in rete. La Lazio non si è fermata, governava il pallone a suo piacimento e sono fioccate altre occasioni: Konko ha quasi segnato da posizione impossibile, Hernanes ci ha provato dalla distanza, Candreva ha peccato d'egoismo non servendo Klose e sugli sviluppi della stessa azione il tiro di Lulic è stato respinto sulla linea. Dietro, nessun rischio.

Dopo l'intervallo Petkovic ha tolto Ledesma e ha inserito Ederson, abbassando Hernanes sulla stessa linea di Biglia, passando al 4-2-3-1. L'argentino si è trovato subito la palla buona per il raddoppio, ma è stato murato da Speroni. Sono entrati Onazi, Cavanda, Floccari e poi anche Gonzalez. Dietro, senza Biava e Dias, è stata commessa qualche leggerezza e la partita negli ultimi venti minuti s'è trasformata in un allenamento. Il Crystal Palace era proiettato all'assalto nel tentativo di pareggiare, la Lazio si è arroccata. Gayle, che si era mangiato un gol a porta quasi vuota, non aveva fatto i conti con Marchetti, abilissimo in uscita a respingere il suo diagonale. Il portierone laziale, subito dopo, si è disteso in tuffo e ha messo in angolo il colpo di testa ravvicinato di Phillips. Un solo gol subìto nelle ultime cinque amichevoli (comprese Spezia e Siena) e un messaggio a Tevez: per i bianconeri sarà dura segnare all'Olimpico.


Dal Messaggero:

Petkovic ha scelto la Lazio che affronterà la Juventus in Supercoppa. Le indicazioni, emerse anche nel ritiro di Fiuggi, sono state confermate. Si va verso il 4-2-3-1 al quale il tecnico ha cominciato a pensare con l'arrivo di Biglia che sarà l'unica novità rispetto alla passata stagione. La difesa è quella collaudata davanti a Marchetti, con Konko e Radu esterni e il tandem di "vecchietti" Biava-Dias, decisamente più affidabile rispetto a quella schierata nella ripresa e composto da Cana e Novaretti. La vera novità tattica è rappresentata dalla coppia di mediani argentini, Ledesma-Biglia, molto valida in fase d'interdizione, in grado di assicurare alla difesa una maggiore protezione. L'allenatore vuole una Lazio più coperta e allora questo modulo è certamente una garanzia anche perché, con loro in campo nel primo tempo, la squadra ha giocato bene, creando parecchio e subendo poco contro il Crystal Palace, formazione neopromossa in Premier League. La Lazio è praticamente la stessa, anche come identità di gioco, sviluppato soprattutto sulle corsie esterne, dove Candreva e Lulic, che ha effettuato tutta la preparazione, sono apparsi in ottime condizioni. Le fasce, con Konko e Candreva a destra, e Radu e Lulic a sinistra, sono la vera risorsa da sfruttare. A centrocampo c'è ancora un grande Hernanes, autore di giocate pregevoli, che ribadisce il ruolo di leader. Il brasiliano è un elemento dal quale non si può prescindere, per assicurare qualità ed estro a tutta la manovra biancoceleste.

La Lazio vista nel primo è apparsa già pronta ad affrontare la Juventus e può ripartire da sicurezze importanti. Sia nello spartito imparato a memoria, sia negli interpreti che sono arrivati a una condizione atletica notevole. Ovviamente, per assicurare più filtro, Petkovic dovrà sacrificare qualcosa in attacco ed Ederson è destinato a rimanere fuori. Entrato nella ripresa, è sembrato meno brillante del solito. Se il tecnico bosniaco aveva un dubbio tattico, tra il 4-2-3-1 e il 4-1-3-1-1, con Ederson alle spalle di Klose, la partita di Londra dovrebbe averlo convinto in favore della prima ipotesi tattica. Che, con ogni probabilità, vedremo confermata anche domenica prossima, in occasione della Supercoppa. Il tedesco dovrà ancora sopportare quasi tutto il peso offensivo: nelle ultime 4 amichevoli la Lazio ha segnato appena 2 reti, entrambe con il tedesco (Nizza e Crystal Palace). Un campione che fa reparto da solo ma non sempre potrà risultare decisivo e che, contro difese forti come quella bianconera, potrebbe incontrare delle difficoltà. Toccherà a gli esterni Candreva e Lulic e, soprattutto, a Hernanes trovare gli spazi per gli inserimenti in zona tiro. E nel discorso potrebbe entrare anche Biglia che, nella ripresa, si è presentato da solo davanti al portiere, sprecando la clamorosa opportunità. Con i numerosi cambi la squadra ha perso in forza e qualità e la scelta di arretrare la posizione di Hernanes non ha dato risultati. Ma la Lazio vera ha dimostrato personalità e gioco, perciò l'ottimismo per la Supercoppa è giustificato.


Tratte dal quotidiano sportivo romano, alcune dichiarazioni post-gara:

In attesa dei progressi di Novaretti, di capire se Dias tornerà ai livelli della sua prima stagione con la Lazio e se Cana riuscirà a diventare il leader della difesa, Biava continua a essere il centrale preferito di Petkovic. Toccherà al vecchio Peppino, come lo chiamano affettuosamente nello spogliatoio, tenere Tevez. Da una parte l'Apache, la stella argentina arrivata dal Manchester City e dalla Premier. Dall'altra il mestiere e l'abilità dello stopper venuto su dalla gavetta. Scherzava il 26 maggio, accarezzando la medaglia d'oro del derby con la Roma. "E pensare che ne avevo vinta già una con l'AlbinoLeffe, ma era la Coppa Italia di serie C" raccontò in una serata fantastica. Domenica prossima passeranno anche e soprattutto dal suo duello con Tevez le possibilità di battere la Juventus e vincere la Supercoppa. "Non so ancora se giocherò, ma se toccherà a me cercherò di dare il mio contributo. E poi lo dico sempre. Per bloccare attaccanti così forti, per difendere bene, è decisivo il lavoro di squadra". Nelle formazioni estive, quelle che si leggono sotto gli ombrelloni, Biava non entra. E' un classico. Ma puntualmente il suo nome riemerge con le partite ufficiali e dietro la certezza della Lazio è ancora legata al suo rendimento. Lui e Dias sono le colonne. "Possiamo contare su una buona intesa perché ci conosciamo bene, giochiamo insieme da tre anni e mezzo. Ma le cose vanno bene anche quando si tratta di giocare accanto a Cana oppure a Ciani. E poi c'è Diego Novaretti, sono convinto che quest'anno ci darà una grande mano" ha sottolineato Biava, che già durante il ritiro di Auronzo di Cadore aveva usato parole molto positive nei confronti dell’argentino ex Toluca.

Si avvicina la finale di Supercoppa e la Lazio ha dimostrato di essere in crescita rispetto alle precedenti amichevoli. "Non siamo ancora al 100 per cento, non saprei indicare quanto manca al top della condizione, ma l'importante sarebbe stare meglio dei bianconeri. Manca un'altra settimana di lavoro. Credo che saremo pronti per la Juventus". Spezia, Siena, Nizza, Panathinaikos e Crystal Palace. Un solo gol al passivo in cinque amichevoli. La difesa funziona. "Siamo sulla buona strada, lo abbiamo dimostrato anche in questa partita. Le squadre inglesi corrono, è stato un buon test. E poi sfruttiamo il vantaggio di conoscerci bene. L'estate scorsa Petkovic era appena arrivato, ora sappiamo cosa vuole, lo capiamo, stiamo lavorando sulle certezze e sono stati inseriti diversi nuovi giocatori. La difesa sta rispondendo bene, ma credo ci sia ancora da migliorare". Il tecnico di Sarajevo ha provato diversi moduli, passando dai due mediani davanti alla difesa ai tre centrocampisti. Biava, sul tema tattico, non s'è sbilanciato. "Come dice Petkovic contano di più i concetti. Se poi i centrocampisti sono due o tre non cambia. L'importante è che siano fatti i movimenti giusti per tenere compatta la squadra".

Si aspetta una partita dura con i bianconeri. "Sarà la solita Juve, che non ti lascia respirare. Nelle semifinali di Coppa Italia siamo riusciti a eliminarli, giocando alla pari. In campionato, nella partita d'andata, abbiamo strappato un pareggio. Speriamo di proseguire in questo trend positivo". Le sconfitte americane dei bianconeri non traggano in inganno. "Sarebbe stato meglio se le avessero vinte tutte e magari perdevano per la prima volta con la Lazio. Tutte queste sconfitte non mi piacciono, perché rappresentano uno stimolo, la Juve si potrebbe svegliare in Supercoppa. Le partite d'estate non contano". Ma il 18 agosto è dietro l'angolo. E toccherà a Biava fermare Tevez.


Dalla Gazzetta dello Sport:

Più luci che ombre: con questo sapore in bocca la Lazio è rientrata ieri sera da Londra. Dopo aver battuto il Crystal Palace, sì. Ma soprattutto, dopo aver probabilmente trovato la quadratura tattica aspettando la Supercoppa. Era l'ultimo test prima della Juventus: è nata la Lazio dei tre registi, Hernanes è tornato di importanza centrale e la difesa ha di nuovo chiuso imbattuta. Erano i tre punti interrogativi di Petkovic prima del viaggio londinese. E le risposte sono state tutto sommato positive. "Siamo contenti della prestazione — ha detto Ederson —, ci stiamo preparando bene per la Juventus. Quel trofeo lo vogliamo". Occhio, però. Perché per lo zero nella casella delle reti incassate va dato merito a Federico Marchetti, già in forma... Juventus. "È straordinario, spesso ci salva", ha scherzato Giuseppe Biava dopo il match del Selhurst Park. E sì perché nella ripresa, in verità, là dietro c'è stato poco da ridere. Se nel primo tempo Biava e Dias hanno concesso le briciole all'attacco inglese, altrettanto non si può dire della coppia Cana-Novaretti, che ha concesso tre occasioni clamorose a una neopromossa non certo ambiziosa in Premier League.

"Ma è importante non aver incassato gol, cosa che nelle ultime amichevoli ci è capitata spesso (una sola rete subita nella ultime cinque partite, ndr) — ancora Biava —. Peraltro la gara non è stata semplice. Io e Dias insieme? Ci conosciamo alla perfezione, ma vi dico una cosa: occhio a Novaretti, si è già inserito. Come reparto sappiamo di dover migliorare, questo è certo, anche perché di fronte presto avremo a che fare con un attacco forte come quello della Juventus". E presto significa una settimana, con un certo Tevez da marcare: "Ma un giocatore così si ferma con il lavoro di squadra, non con quello del singolo — aggiunge il difensore lombardo —. In ogni caso siamo sulla buona strada. Arriviamo alla Supercoppa con molte certezze, questa è una Lazio conscia della propria forza, non come un anno fa quando iniziavamo un percorso diverso. Con la Juventus sarà un match difficile, ovvio. Ma la scorsa stagione contro i bianconeri ce la siamo cavata, no?". E anche da quei ricordi si ripartirà domani pomeriggio, ore 18, a Formello. Senza i nazionali, di ritorno a Formello tra il 15 e il 16 agosto. Ma con un pensiero fisso per la testa.



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