Domenica 4 agosto 2013 - Atene, stadio Apostolos Nikolaidis - Panathinaikos-Lazio 0-0
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4 agosto 2013 - Amichevole - inizio ore 20.00
PANATHINAIKOS: Kapino (73' Koteodis), Marinakis, Koutroubis (46' Triantafilopoulos), Schildenfeld, N. Gonzalez, Mendes, Bajrami, Zeka, Abeid, Ntinas (73' Donis), Karelis (58' Berg). Allenatore: Anastasiou.
LAZIO: Marchetti (69' Bizzarri), Konko (69' Cavanda), Biava, Dias, Radu, Biglia, Ledesma (56' A. Gonzalez), Candreva (46' Hernanes), Ederson (84' Rozzi), Lulic (89' Vinicius), Floccari (89' Keita). A disposizione: Strakosha, Novaretti, Cana, Ciani, Crecco. Allenatore: Petkovic.
Arbitro: Sig. Pappas (Grecia).
Note: gara sospesa per 5 minuti circa a metà ripresa per lancio di bottigliette in campo. Nessun ammonito. Angoli 5-5. Recuperi: 0' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 10.000 circa.
Dalla Gazzetta dello Sport:
Un passo indietro rispetto a Nizza, serata però utile per la crescita atletica e temperamentale. Ad Atene, contro un Panathinaikos povero ma bello (squadra low cost quella greca causa crisi economica del club), la Lazio tiene botta contro un avversario rivelatosi più tosto del previsto. Luci ed ombre per Petkovic. Bene la tenuta difensiva, accettabile quella fisica, le pecche riguardano la manovra offensiva che stavolta non decolla: zero gol, poche occasioni da rete, difficoltà ad entrare nell'area avversaria. Senza Klose e con un Hernanes a mezzo servizio i biancocelesti combinano poco. Ma questa non è una novità. Test molto indicativo sotto il profilo ambientale, in quanto davvero poco amichevole. Complice il clima infuocato del vecchio stadio Nikolaidis (dove il Pana da quest'anno torna a giocare perché non può più permettersi l'affitto dell'Olimpico) i padroni di casa giocano come se fosse una partita vera: ritmo alto e gambe che non vengono tirate indietro. Rischia di farne le spese Radu: il romeno è toccato duro da Zeka, ma fortunatamente la caviglia regge.
Il pubblico di casa non è da meno. Incita per tutta la gara i propri giocatori e prende l'appuntamento talmente sul serio che, a metà ripresa, l'arbitro è costretto a sospendere la gara per 5 minuti perché Marchetti è oggetto di lanci di bottigliette e petardi da parte della curva. Tutta un'altra musica, insomma, rispetto agli impegni precedenti della Lazio. Il Pana dei giovani corre senza soste dall'inizio alla fine, costringendo i biancocelesti ad un lavoro molto più duro del preventivato. Non a caso la Lazio riesce a combinare le cose migliori quando i greci giocoforza tirano un po' il fiato. Accade a cavallo dei due tempi, quando arrivano anche le occasioni migliori che ha la squadra di Petkovic per sbloccare il risultato. Al gol vanno vicini prima Floccari, Lulic, Dias e infine Hernanes. L'ingresso del Profeta a inizio ripresa rende la Lazio leggermente più pimpante. Merito anche del successivo ingresso dell'altro nazionale Gonzalez che spinge Petko a tornare al caro, vecchio 4-5-1 della scorsa stagione, con la variante di Biglia play al posto di Ledesma (Gonzalez rileva proprio il capitano). I due argentini (Biglia e Ledesma) giostrano invece in tandem fino a quando la Lazio gioca col 4-2-3-1. Il doppio regista, a differenza di Nizza, convince poco, frenato dai ritmi troppo alti: la coesistenza tra i due è comunque possibile, serve solo che entrambi raggiungano il top della condizione. Preoccupa piuttosto la scarsa vena realizzativa: ancora una volta, assente Klose (rimasto a Roma a scopo precauzionale), la Lazio è rimasta a secco.
Da Il Tempo:
Lazio imballata, poco gioco e squadra ancora alla ricerca della propria identità. Il test di Atene contro il Panathinaikos si chiude senza reti e un passo indietro rispetto alla prova più brillante di Nizza. Petkovic prova tutti i moduli possibili con una sola certezza, la difesa a quattro. L'assenza di Klose pesa sempre come un macigno nonostante l'impegno di Floccari e degli altri fantasisti e non è un caso che davanti si cotruisce complessivamente troppo poco. Non si doveva pretendere molto di più, è calcio d'estate ma, a due settimane dalla sfida contro la Juventus che vale la Supercoppa, non resta che sperare nella crescita dei nazionali (Candreva e Gonzalez soprattutto) apparsi molto indietro rispetto al resto della truppa. Si parte col 4-2-3-1 per verificare i progressi della coppa Ledesma-Biglia, Hernanes comincia in panchina mentre Kozak e Klose sono rimasti a casa il primo in attesa di cessione, il secondo per non affaticarsi troppo. Primi dieci minuti di studio poi un clamoroso errore di Konko rischia di mandare in porta Zeca. Il "Pana" pressa, la Lazio va in affanno anche se dopo il primo quarto d'ora Ledesma comincia a dirigere l'orchestra con Biglia che resta troppo defilato.
Candreva inventa, Floccari fallisce di testa un gol facile facile. Cresce il centrocampo con Ederson e Lulic (clamoroso il piattone in bocca al portiere greco dal dischetto di rigore) ma si rischia troppo dietro dove Biava e Dias si aggrappano all'esperienza. Così Marchetti deve esibire il meglio del repertorio per salvare lo 0-0 su un fendente velenoso di Bajrami. Ripresa con Hernanes al posto di Candreva e poco dopo Gonzalez per Ledesma (torna il 4-1-4-1). I tifosi greci bersagliano Marchetti con bottigliette e petardi: gara interrotta e cinque minuti di stop per calmare la curva greca. Poi traversa di Dinas, tanto possesso palla della Lazio che però non sfonda nonostante l'ingresso di Bizzarri, Cavanda, Gonzalez, Rozzi (ha scelto il numero nove, maglia molto pesante), Keita e Vinicius. Finisce 0-0 con i greci soddisfatti e la banda di Petkovic che deve crescere molto nei prossimi quattordici giorni. Floccari si accontenta e vede miglioramenti: "Il Panathinaikos è una squadra molto veloce, è stata dura ma questi test servono per arrivare nel migliore dei modi alla Supercoppa. Dobbiamo crescere tanto sotto l'aspetto fisico, vedrete che saremo pronti per la Juventus".
Dal Corriere dello Sport:
Senza Klose e con gli esterni in serata poco brillante o in ritardo di forma, la Lazio non ha trovato il gol ed è stata fermata dal Panathinaikos, che non è più una delle grandi di Grecia: del passato glorioso i verdi oggi conservano soltanto il nome e una tifoseria indiavolata. Partita sospesa cinque minuti, nel cuore della ripresa, per lancio di oggetti verso Marchetti, preso di mira dagli ultras del Gate 13. E' finita in pareggio e alla fine si può considerare un risultato giusto. Gli episodi avrebbero potuto condannare la squadra di Petkovic, che può considerare questa amichevole un test confortante verso la finale di Supercoppa. Ha avuto delle buone risposte dalla difesa e da un gruppo che ha saputo tenere il campo nonostante i greci viaggiassero ad una velocità superiore. E' mancato qualcosa negli ultimi trenta-quaranta metri, ma le gambe erano pesanti e Floccari, isolatissimo, è stato poco servito. La Lazio ha costruito le occasioni migliori quando è riuscita ad accompagnare l'azione con più giocatori. Non avendo la condizione sufficiente, ha cercato soltanto di gestire il gioco.
Rispetto all'amichevole in Costa Azzurra, Petkovic s'è affidato alla coppia collaudata Biava-Dias sulla linea difensiva, ha sostituito Klose (lasciato a casa) con Floccari e inserito Candreva al posto di Mauri, squalificato dalla Disciplinare. L'azzurro è stato l'unico dei nazionali a trovare posto nel blocco dei titolari, ma dopo la fiammata di Nizza e qualche altro giorno di preparazione pesante le gambe sono diventate all'improvviso di piombo. Solita qualità nel palleggio, solo un filo di gas negli allunghi, così la Lazio per buoni venti minuti ha sofferto la vivacità e la freschezza dei giovani greci. Il Panathinaikos, travolto dalla crisi finanziaria e costretto a chiedere sostegno ai suoi tifosi, invasati e appassionati come sempre anche nel vecchio stadio Nikolaidis, ha smobilitato e ceduto tutti i suoi pezzi migliori, puntando su qualche ragazzo. Ci hanno messo subito ritmo, aggressività e pressing per provare a sorprendere la squadra biancoceleste, non proprio ispirata in avvio. Biglia più veloce di Ledesma nel recupero palla e nel ribaltare l’azione, ma tutta la Lazio è apparsa statica, con una marcia in meno nella corsa, facendo immaginare (o confermando) quanto sia indispensabile il dinamismo di Onazi e Gonzalez in mezzo al campo. Bajrami ha puntato Radu a ripetizione, Zeca s'infilava nei corridoi liberi con troppo facilità. Il capitano del Pana, approfittando di un retropassaggio sbagliato da Konko, dopo sei minuti s'è trovato solo davanti a Marchetti, lo ha superato in velocità e poi inspiegabilmente non ha tirato a porta vuota, ma ha provato a rimettere al centro dell'area, divorandosi un gol già fatto.
Sotto pressione la Lazio ha concesso solo un tiro di sinistro a Karelis (smanacciato da Marchetti) e non ha sbandato, sorreggendosi grazie all'organizzazione difensiva e ad una migliore qualità. Appena Ederson e Candreva sono entrati in partita, i greci hanno cominciato a scricchiolare. Floccari non ha inquadrato di testa la porta da posizione ravvicinata e poi Kapino, portiere della Grecia al Mondiale Under 20, ha respinto il destro di Lulic: era quasi un rigore in movimento. Dopo l'intervallo Petkovic ha tolto Candreva e ha inserito Hernanes, spostando Ederson sulla fascia destra. L'ingresso del Profeta ha alzato subito il livello e ha regalato imprevedibilità alla manovra. Accarezza il pallone, lo addomestica in un metro, i suoi sono ricami di classe purissima. Con l'ingresso di Gonzalez per Ledesma, la Lazio ha abbandonato il 4-2-3-1 per tornare al 4-1-4-1, marchio di fabbrica conosciuto, con Biglia in regia. Gli ultras del Panathinaikos, scatenati come fosse una partita ufficiale, hanno preso di mira Marchetti. Il lancio di oggetti e lo scoppio di alcuni petardi ha costretto l'arbitro a sospendere la partita per cinque minuti. L'azzurro non voleva più rientrare tra i pali. Quando è ripreso il gioco, Petkovic lo ha sostituito con Bizzarri e ne ha approfittato per mettere dentro anche Cavanda. Ma la Lazio ormai era già con la testa sul charter di ritorno. Floccari da buona posizione non è riuscito a trovare l'angolo di sinistro, Dias ha salvato sulla linea, Ntinas con un tiro-cross dalla fascia ha scavalcato Bizzarri, colpendo la traversa. Tutti a casa. Anzi in ritiro a Fiuggi, dove la squadra si proietterà verso la Supercoppa.
Tratte dal quotidiano sportivo romano, alcune dichiarazioni post-gara:
Un gol in tre partite. Porta la firma di Klose, una capocciata d'autore per stendere il Nizza e cantare al ritorno della Lazio in Costa Azzurra. A digiuno con il Siena e anche con il Panathinaikos ieri sera ad Atene. Ha sempre segnato poco la squadra biancoceleste e per riuscirci deve portare tutti i suoi migliori centrocampisti in condizione. Ieri sera mancava il cambio di passo. Arriverà con il tempo. Lucido Floccari nell'analisi. E' questa la strada, un percorso obbligato, una tappa di avvicinamento alla finale di Supercoppa con la Juventus del 18 agosto. La squadra biancoceleste ha confermato pregi e difetti conosciuti. Tiene bene il campo, difende con ordine, concede pochissimo agli avversari, fatica a trovare spazio e creare gioco negli ultimi trenta metri. Questa partita ricorda l'amichevole di un anno fa, si giocava nello stesso giorno, il 4 agosto, a Smirne con il Galatasaray. Diverso soltanto il risultato. Vinsero 1-0 i turchi, la Lazio interpretò una discreta partita senza riuscire a far male in attacco. Mancava Klose anche in quella circostanza e il peso del tedesco spesso, negli ultimi due anni, ha fatto passare in secondo piano alcune difficoltà. Se Candreva e Lulic non hanno la condizione sufficiente per cambiare passo e creare la superiorità numerica, se Mauri non mette il pallone giusto nel corridoio buono e adesso chissà quanto mancherà, è complicatissimo arrivare in porta. Petkovic, però, potrà superare in fretta limiti fisiologici ad agosto. C'è una condizione da perfezionare e una velocità da ritrovare, Ederson sta rinascendo e presto potrà inserire Felipe Anderson, un altro trequartista di grande inventiva. Troverà risorse per sbloccare l'attacco, anche se è abbastanza scontato ripetere quanto si sapeva.
Un'altra punta di peso, accanto a Klose e Floccari, servirebbe alla Lazio per sperare davvero di competere per la Champions. Pensando alla Supercoppa, Ederson ha trovato degli spunti positivi. "Non abbiamo giocato ai nostri livelli, ma penso che la Lazio sia quasi al punto giusto. Ci sono altri dieci giorni per lavorare. Ci faremo trovare pronti per la Juventus". L'analisi di Floccari è stata più articolata. "E' stata una partita vera, tosta, difficile. Ci hanno messo in difficoltà i greci non solo perché sono in buona condizione e più avanti di noi nella preparazione, ma anche per le loro caratteristiche. Avevano diversi giocatori brevilinei, sguscianti e rapidissimi" ha raccontato Floccari, tenuto in campo da Petkovic per quasi tutta la partita. La Lazio crescerà, il centravanti calabrese ne è convinto. Ad Atene ha tenuto duro, dimostrando compattezza nella fase difensiva e nervi saldi. Pioveva di tutto in campo dalla curva degli ultras greci, non è stato semplice arrivare in fondo alla partita. "E' stato un test importante anche dal punto di vista ambientale. Almeno ci potrà servire per avvicinarci al clima di una partita vera, di una finale come la Supercoppa con la Juventus". Si sa tutto della Lazio e questa amichevole è servita per capire a che punto si trova.
"Noi ci conosciamo. Partiamo con un vantaggio. Sappiamo quello che dobbiamo fare e cosa per migliorare la condizione e i movimenti sul campo. Per tornare al top dovremo crescere sotto l'aspetto fisico e psicologico". Non manca tanto, ma c'è ancora tempo per rodare la squadra. Floccari e tutti gli altri sanno quali sono i movimenti e le condizioni da ritrovare per consentire alla Lazio di raggiungere i migliori standard di rendimento. Il gruppo non è cambiato, i meccanismi sono collaudati, bisogna far ripartire la catena. "La squadra sta bene, ma non può essere considerata ancora nella condizione ottimale. Questo è soltanto il percorso che dobbiamo fare. E' un percorso obbligato. La strada è giusta, questa amichevole è servita per migliorare la forma, sono convinto che tra due settimane con la Juventus saremo al top".
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