Montesano Enrico

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Enrico Montesano

Nato a Roma il 7 giugno 1945 e nipote d'arte, Enrico Montesano, grandissimo tifoso della Lazio debutta nel 1966 come attore-imitatore nel piccolo Teatro Goldoni a fianco dell'allora noto umorista Vittorio Metz. La commedia, oggi non più rappresentata, si chiamava "Humor Nero". Nella stagione 67/68, con la collaborazione di Leone Mancini e Maurizio Costanzo, inizia la sua attività di cabaret al Puff, il celebre teatrino di Lando Fiorini situato nella suggestiva Trastevere. Vi rimane per due stagioni, tutte coronate da ottimo riscontri di pubblico e di critica che cominciava a scoprire così un comico istintivo, passionale, trascinante ma anche colto e sottile. Una miscela difficilmente riproducibile tanto che Montesano è a buon diritto forse l'unico campione del genere.

Naturalmente il neonato, ma ormai dilagante piccolo schermo, non poteva ignorarlo (e lui non esserne fatalmente attratto), sicché debutta in televisione nel 1968 in "Che domenica Amici" di Castellano e Pipolo per la regia di Vito Molinari. Dal 1968 al 1970 passa al Bagaglino in Vicolo della Campanella dove ha modo di recitare al fianco di un'icona della romanità, Gabriella Ferri. Ritorna al Puff nella stagione 71/72 con uno spettacolo di cui è anche autore: "Homo Cras?". Poi è di nuovo al Bagaglino, nella storica sede del salone Margherita, con Maria Grazia Buccella. Con "C'eravamo tanto amati" e "Repu", testi e regia di Castellacci e Pingitore, tiene cartellone per due stagioni. In questo periodo sono famose le scommesse con Lando Fiorini, in occasioni dei Derby, come quella del giro in mutande al Gianicolo per chi avesse perso la partita. E Fiorini dovette pagare pegno grazie alle vittorie della banda Maestrelli.

Viene invitato spesso a Tor Di Quinto e a volte partecipa alle partitelle di allenamento dei biancazzurri, uscendone sempre malconcio per le "amichevoli" botte rimediate da Wilson, Oddi e soci. Dell'attività radiofonica, molto ricca anch'essa, ricordiamo almeno le tre serie di "Gran Varietà" in cui lancia i personaggi di Dudù e Cocò, della romantica donna inglese e di "Torquato il pensionato". Ma è sempre la televisione a dominare nella sua attività, così realizza, nel 1973, uno special di due ore dal titolo "Io non c'entro" con Maria Grazia Buccella. Seguono "Dove sta Zazà" nel 1974 e "Mazzabubù" nel 1975 con Gabriella Ferri. Malgrado il lavoro lo impegni molto, non manca mai di seguire la Lazio in tribuna e lo è anche il 12 maggio 1974 quando, grazie al rigore trasformato da Chinaglia la Lazio si laurea Campione d'Italia.

Con "Quantunque io", di cui è coautore dei testi con Ferruccio Fantone, inaugura con successo nel 1977 una nuova formula di varietà televisivo che rinuncia ai classici apporti della grande orchestra e del grande balletto per puntare su gag fulminanti, caricature, brevi sketch, personaggi e satira politica e di costume. Con questo spettacolo la nuova rete RAI 2 ottiene il premio TV Montreux. Ormai, divenuto popolarissimo, è pronto per affrontare la terrificante serata del sabato sera, banco di prova durissimo per chiunque, che lo porta a condurre uno spettacolo "classico" come "Fantastico" nella stagione 1988/89 per poi essere, sei anni dopo e finita quell'esperienza, autore interprete e regista della innovativa sit-com "Pazza Famiglia" bissata l'anno successivo con "Pazza Famiglia 2" ottenendo il medesimo gradimento e successo di ascolto.

Enrico Montesano è anche una presenza costante del cinema italiano. Ha girato più di 50 film tra i quali ricordiamo "Amore vuol dire gelosia" di Mauro Severino, il cult "Febbre da cavallo" di Steno, "Il marito in collegio" di Maurizio Lucidi, "Stato Interessante" di Sergio Nasca, "Pane burro e marmellata" e "Aragosta a colazione" di Giorgio Capitani, "Il Ladrone" e "Qua la mano" di Pasquale Festa Campanile, "Camera d'albergo" di Mario Monicelli, "Il conte Tacchia" di Corbucci, "I due carabinieri" e "Uomini duri". Debutta nella regia con il film "A me mi piace", che gli procura anche un David di Donatello come miglior regista esordiente. Ma non è l'unica statuetta della sua carriera: ha ricevuto anche tre David speciali per l'interpretazione dei suoi film e un Nastro d'argento. Per il teatro ha ottenuto due premi IDI (Istituto del Dramma Italiano) per "Bravo!" nel 1980/81 e "Beati Voi!" nel 1992/93. La sua attività teatrale, fra l'altro, non è circoscritta ai due sopracitati lavori ma è iniziata con "Rugantino" nella stagione 78/79 ed è proseguita proficuamente con "Se il Tempo fosse un Gambero", "Cercasi tenore" e "Meno male che c'è Maria!" con Barbara d'Urso, tutte per la regia di Pietro Garinei. Ancora in teatro "L'uomo la Bestia e la Virtù" e il suo monologo "Trash - non si butta via niente". Un vero vulcano che difficilmente si potrà spegnere. E' lui a presentare il 21 maggio 2000 la festa per il 2° Scudetto della Lazio unitamente ad Anna Falchi davanti ad oltre 90.000 spettatori.





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