Mercoledì 12 settembre 1973 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Como 3-0
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12 settembre 1973 - Amichevole pre-campionato 1973/74
LAZIO: Pulici (46' Moriggi), Petrelli (83' Tinaburri), Martini (46' Inselvini), Wilson, Oddi (77' Labrocca), Nanni (46' Borgo), Garlaschelli (77' Tripodi), Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi (46' D'Amico), Manservisi (46' Chimenti). All. Maestrelli.
COMO: Rigamonti, Callioni (71' Boldini), Melgrati (65' Gamba), Savoia, Cattaneo, Casone (85' Gatti), Curi (46' Catarci), Correnti, Traini, Pozzato (46' Vannini), Russo (71 R.Rossi). All. Marchioro.
Arbitro: Sig. Frasso.
Marcatori: 6' Chinaglia, 33' Frustalupi, 48' Chimenti.
Note: bella serata. non troppo calda. campo ottimo. Nessun incidente di rilievo.
Spettatori: paganti 7.417 per un incasso di 10.457.000 lire..
► Il Corriere dello Sport titola: “Lazio in salute diverte e segna – 3-0 nell’amichevole contro il Como - Un gol di Chinaglia su punizione, dopo 5 minuti di gioco, ha facilitato le cose - Le altre reti di Frustalupi e del giovane Chimenti”
La Lazio aveva fame di gol. In tutta la Coppa Italia (tre partite già disputate) ne aveva segnati solo uno, per di più ad opera di un terzino, Facco, e su azione da calcio d'angolo. L'amichevole di ieri sera col Como doveva servire proprio per interrompere il digiuno e non far nascere un problema quando mancano ancora parecchi giorni all'avvio del campionato.
Ebbene, dopo appena cinque minuti, la Lazio si è tolta il pensiero. Per un fallo commesso da Casone su Nanni, l'arbitro Frasso ha concesso un calcio di punizione dal limite. Una volta tanto, cosa che in partita ufficiale avviene pochissime volte, la distanza regolamentare della barriera è stata rispettata, e Giorgio Chinaglia, cui la palla è stata leggermente toccata da Frustalupi, ha potuto prendere la mira. Il bolide rasoterra si è incuneato in un piccolo varco lasciato aperto e la palla si è insaccata all'angolino.
Un gol di potenza, ma soprattutto di precisione, prezioso non tanto perché ha sbloccato la partita e l'ha avviata per la Lazio su binari di assoluta facilità, quanto per la tranquillità che potrà dare a Chinaglia in questi giorni di pausa prima dell'esordio di mercoledì prossimo in Coppa UEFA contro gli svizzeri del Sion. Perché, lo sapete tutti, se Chinaglia non segna non dorme la notte.
Trovatosi In svantaggio dopo così poco tempo, il Como è stato costretto ad una condotta di gara non eccessivamente guardinga, sicché lo spazio per gli attaccanti laziali, quello spazio cercato invano domenica scorsa nel derby, non è mancato quasi mai. La squadra lombarda, oltretutto, ha avuto il merito di non dimenticare in alcun momento (salvo un paio di interventi duri di Melgrati su Garlaschelli) che la partita era amichevole, sicché la Lazio ha potuto lavorare in tutta scioltezza. Sono state imbastite molte azioni non velocissime ma già somiglianti a quelle dello scorso anno, i tiri in porta finiti a lato di poco si sono sprecati, in più di un'occasione lo scarso pubblico presente ha applaudito con una certa convinzione.
Un collaudo dunque positivo, che non è stato probante solo per quanto riguarda la tenuta alla distanza della squadra. Non perché i laziali si siano afflosciati strada facendo, quanto per il fatto che Maestrelli ha tenuto in campo per tutti i novanta minuti soltanto tre giocatori, Wilson, Re Cecconi e naturalmente Chinaglia, il quale anche se una partita durasse sei ore non accetterebbe di lasciare il campo per penultimo. Così, nel corso della ripresa, sono stati schierati tutti gli altri elementi della rosa, esclusion fatta per il solo Mazzola II, il quale, non avendo ancora firmato il contratto (è l'unica posizione ancora da chiarire. dopo l'accordo con Petrelli) evidentemente non se l'è sentita di giocare.
A qualcuno il Como può aver dato l'impressione di non essere stato avversario difficile, almeno facendo il paragone con altre squadre di B già affrontate, in forma ufficiale, dalla Lazio. Ma non bisogna esagerare. Se è vero che, come abbiamo sottolineato, il Como non ha mai dimenticato che la tenzone era amichevole (tra le due società esistono del resto rapporti molto cordiali dopo lo scambio Garlaschelli-Catarci, non bisogna trascurare che la squadra diretta dal giovane allenatore Marchioro è imbattuta nel suo girone di Coppa Italia. Dunque, non era un avversario di tutto comodo e del resto ha saputo mettere in mostra delle individualità (in special modo Passato e Casone) davvero interessanti.
Il fatto è che la Lazio è apparsa in netto progresso rispetto al derby. Trovatasi a giocare in condizioni ambientali molto più semplici, ha sfruttato il vantaggio per ricordarsi e mettere spesso in pratica gli schemi che lo scorso anno le fruttarono il magnifico campionato. Soprattutto è piaciuta la costanza con la quale ogni giocatore, una volta conquistata la palla, ha cercato di ragionare senza affidare nulla al caso. Essendo stato ritrovato l'ordine nella manovra, anche se la Lazio attuale non può raggiungere i limiti massimi di velocità che le erano abituali nello scorso campionato, ne è scaturita una gran mole di gioco e soprattutto una gran quantità di tiri in porta.
A parte le tre conclusioni di cui al tabellino, nel corso dei novanta minuti abbiamo contato almeno nove tiri che potevano avere sorte migliore, tre di Garlaschelli, altrettanti di Nanni, una a testa di Chinaglia, Martini e Inselvini. Per contro, in fase di conclusione, è da segnalare un solo grosso errore, commesso da Chinaglia dopo 11' di gioco, quando il centravanti, partito da lontano alla sua maniera preferita, ha superato in dribbling largo prima Cattaneo e poi il libero Savoia, ma ha voluto esagerare nel numero di alta scuola tentando di aggirare anche il portiere, ma finendo invece per perdere la palla.
Tutto questo sta a significare che, essendo aumentata di parecchio la produzione di gioco, si sta aggiustando anche la mira nell'ultima fase. Dunque, di pari passo con la condizione atletica, aumenta anche la lucidità. Esaminando la squadra nel suo complesso, si può concludere che le prospettive per l'esordio in Coppa UEFA, contro il Sion, sono incoraggianti.
Per quanto riguarda i singoli reparti, saremmo tentati di tirar fuori il superlativo per la prestazione della difesa. Non lo facciamo proprio tenendo presente che il Como i maggiori limiti li ha mostrati nel reparto di punta. Vi basti comunque sapere che, nel corso del primo tempo, Pulici è stato costretto ad intervenire solo due volte, al 19' su tiro da lontano del terzino Callioni, parato in due tempi ma in tutta sicurezza, ed al 32' quando si è dovuto gettare a valanga sui piedi di Russo che era stato ben lanciato da Casone. Sorte non peggiore è toccata a Moriggi chiamato sul serio in causa solo ed un quarto d'ora dalla fine da un pericoloso colpo di testa dello stopper Cattaneo. E la risposta del numero dodici laziale è stata perentoria.
Tutto questo è successo anzitutto perché Oddi ha letteralmente nascosto il pallone a Traini, centravanti alla ricerca di un'annata riscatto dopo le delusioni tornane. Lo stopper laziale è apparso forse, tra i laziali, il più vicino allo standard migliore. Con tate sicurezza davanti, è nell'occasione aumentata la precisione degli interventi di Wilson, mentre del ritrovato morale ai è avvalso l'applauditissimo (i tifosi sanno esser grati, e molti non s'erano dimenticati di un certo Prati) Petrelli, oltretutto agevolato dall'inconsistenza dell'ala sinistra Russo, elemento prima trattato e poi rifiutato dalla Lazio nello scorso mese di giugno.
Martini ha giocato alla sua maniera, vale a dire conquistandosi il pallone e cercando poi l'inserimento che in un'occasione lo ha portato vicinissimo al gol. A centrocampo, nel corso delle avanzate al galoppo, si è trovato particolarmente d'accordo con Re Cecconi, iscritto, come lui, allo stesso club di maratoneti. Quest’ultimo non ha mai forzato il ritmo, continuando a lavorare con i limiti imposti dal rodaggio, ma palesando una precisione di almeno un venti per cento superiore a quella del derby.
Più avanti, mentre Frustalupi ha rifinito da par suo, realizzando anche un gol da vecchio marpione (passaggio fintato due volte e tiro secco sotto la traversa dal limite dell'area), Nanni ha provato e riprovato il vecchio numero del duello volante con Chinaglia. Quasi sempre un piede avversario è riuscito ad interrompere la trama. Segno che l'automatismo e la velocità d'esecuzione devono ancora migliorare. Manservisi è stato molto lineare nel coprire il vuoto aperto dagli avanzamenti di Nanni, e non ha nulla da farsi rimproverare.
Chinaglia, caricato dal gol iniziale, è stato qualche volta tradito dalla smania di strafare, tuttavia la sua prestazione è da considerare positiva per la perentorietà con cui ha saputo sfruttare al volo un paio di ottimi suggerimenti di Frustalupi nel primo tempo e di D'Amico nella ripresa. Nella seconda occasione, senza un intervento da tergo di Cattaneo, che forse avrebbe meritato il calcio di rigore (ma si era sul 3-0, dunque Frasso ha tirato a campare), stava per concludere nella sua maniera migliore. Un Chinaglia che deve ancora lavorare molto per sveltirsi, che forse deve indulgere un po’ meno al preziosismo, specialmente quando Garlaschelli e Nanni sono nei suoi pressi, ma che già è all'ottanta per cento il vero... Chinaglia.
Le uniche note negative devono essere avanzate per la prova di Garlaschelli, grigia ed incolore come quella di domenica nel derby. Evidentemente è proprio vero che gli serve un rodaggio più lungo rispetto agli altri. Non fosse così, ci sarebbe da preoccuparsi, perché l’ex comasco per il momento è l'ombra del magnifico giocatore della prima parte del campionato scorso. Nella ripresa c'è stata la beneficiata delle riserve, con il robusto Chimenti subito in evidenza per il gol segnato in apertura di ripresa. Dopo il ragazzo ha fatto pochino, ma il suo mestiere è solo quello di tirare in porta. Potremo riparlarne quando avrà smaltito un altro paio di chili. Visti in campo anche due gemelli dei titolari, il diligente mediano Borgo, cui bisognerà mettere un fiocco al braccio per distinguerlo da Re Cecconi, ed il terzino Inselvini, che corre quanto Martini. Niente male i due, specialmente il secondo.
D'Amico ha cercato di fare il regista con la mentalità da prima squadra, vale a dire sfrondando il suo gioco da preziosità inutili. Ci è riuscito quasi sempre, ed ha raccolto la sua fetta d'applausi. Della sicurezza di Moriggi abbiamo detto, gli altri hanno giocato troppo poco perché li si possa giudicare.
Il Como ha fatto vedere un Pozzato davvero interessante, un interno che ancor prima di fermare il pallone alza la testa e decide dove smistarlo. L'ex milanista Casone si è distinto per la potenza dei suoi tiri finiti a lato di poco: visto quanto tirano gli altri attaccanti, vedrete che Marchioro sarà costretto a portarlo in avanti. In difesa molto buono è apparso Callioni, mentre di Cattaneo (dopo Como-Inter) avevamo letto cose delle quali ieri sera non abbiamo trovato riscontro.
Il gol di Chinaglia ve lo abbiano già descritto. La replica di Frustalupi, discesa di venti metri sino al limite, passaggio fintato prima a Garlaschelli poi a Chinaglia, quindi tiro secco sotto la traversa, rimbalzato in fondo alla rete, è venuta al 33’. “Ciccio” Chimenti, infine, ha siglato il risultato al 3' della ripresa, quando è giunto puntualissimo di testa a deviare il cross di Chinaglia. Fiuto da rete il ragazzo ne ha. Peccato che non sia troppo veloce, a vederlo dalla tribuna ricorda Cinesinho. Ma poiché non deve diventare titolare in un mese, Maestrelli potrà “lavorarlo” in tutta tranquillità.
► La Gazzetta dello Sport titola: “La Lazio solo a sprazzi ma il Como è scialbo (3-0) – Amichevole per pochi intimi all’Olimpico - Nella ripresa, con i rincalzi, si è visto qualche cosa di più e di meglio grazie a D'Amico, Inselvini e Chimenti”.
Riecco la Lazio, zavorrata di problemi veri e presunti. Riecco la Lazio dentro una serata ancora estiva per una partita ancora di taglio sperimentale, in uno stadio dominato da grandi macchie di silenzio. Il Como dei pareggi ordinari e straordinari (Sampdoria, Inter, Parma) diffonde una suspense relativa in una città che tre giorni or sono è sembrata trasferirsi interamente all'Olimpico per Il derby. Così, anche sotto lo stimolo del prezzi popolari, molti abitué disertano, preferendo magari il match in TV e Maestrelli, riaccostandosi alla sua pan-china, ha quasi la sensazione di aver ordinato una partita a porte chiuse proprio per annullare tranquillamente preoccupanti disfunzioni.
L'avvio sembra semplificare subito le cose per la Lazio: non passano 6' che, per un fallo di Casone su Nanni, l'arbitro Frasso assegna una punizione dal limite dell'area. Frustalupi tocca lateralmente e Chinaglia indovina un rasoterra che s'infila alla destra di Rigamonti. I pochi presenti, finora abbastanza intorpiditi, cominciano a scaldarsi, ma avranno modo di annoiarsi ancora per le lunghe pause che la partita via via includerà.
Contro il Como, Maestrelli chiede al suo attacco soprattutto di bussare a gol, e agli uomini che ancora stentano, di progredire rapidamente per mettere a tacere i primi denigratori. Stasera si gioca soprattutto per Garlaschelli che proprio nel Como avviò la sua fortuna e l'ala, che l'anno scorso fu determinante al campionato del boom, dopo i precedenti opachi di stagione, cerca di muoversi con grande generosità, responsabilizzato dall'avvenimento, ma in effetti con poco costrutto.
Servono dunque gol prodotti da un gioco verticale, servirebbe il solito filtro a centrocampo ed il ritmo che rese nobile la Lazio soltanto fino a pochi mesi fa: ma tutto questo, al momento sembra un'utopia. Passaggi troppo corti, Frustalupi e Re Cecconi ancora in non perfette condizioni che ritardano il gioco e si sbizzarriscono soltanto in fazzoletti di campo, Chinaglia che, innervositosi, sbraccia tornando indietro, Nanni che cerca soluzioni personali, sbattendo tiri da troppo lontano, senza cercare il dialogo con le punte avanzate. Il Como, del resto, colpito a freddo dal gol, presenta un gioco a rilento e le sue soluzioni offensive del tutto sporadiche e affidate ad alcuni tiri da lontano di Traini e Russo. Il ritmo è abbastanza blando e proprio per questo la Lazio forse dovrebbe far vedere di più, dovrebbe accelerare.
Dopo il gol si può annotare di saliente solo un'azione personale di Chinaglia che salta Savoia, ma il portiere respinge il pallone in uscita. Poi scorrono minuti senza che accada niente, solo un gioco laterale e sonnacchioso spezzettato di continuo. Al 25' Martini rompe la monotonia: con la consueta generosità il cursore scende sulla sinistra, infila un paio di uomini e conclude con un grande tiro che Rigamonti ribatte. Subito dopo Nanni centra dalla sinistra e Garlaschelli incorna bene di testa e il pallone sorvola la traversa.
Al 32' la Lazio esce un poco dal suo torpore: da un doppio sbaglio di Re Cecconi e Pozzato, Frustalupi ne approfitta per scattare in avanti sulla destra dopo aver vinto un rimpallo: il centrocampista potrebbe passare a Chinaglia oppure a Manservisi ma preferisce fare tutto da solo e dopo aver dribblato Savoia tira una grande botta di sinistro imparabile sotto la traversa. È il due a zero, ma il pubblico in effetti non sembra molto soddisfatto per il modo in cui la Lazio sta conducendo la partita.
Considerazioni prima dell’avvicendamento di alcuni titolari: la Lazio è sottotono, frequentemente involuta, condizionata dal momento chiaramente opaco (è solo questione di preparazione?) di alcune delle vecchie strutture portanti e cioè Frustalupi, Nanni, Manservisi e Garlaschelli. Anche Re Cecconi al momento è solo sufficiente e non ottimo come quasi sempre era lo scorso anno. Degli altri si può dire che Chinaglia alterna cose egregie a eccessivi personalismi ritardando qualche volta la azione, e tornando all'indietro invece di smarcarsi sulle fasce laterali. In conclusione, della squadra il migliore in assoluto sembra Martini.
Si riparte nella ripresa e sparisce la formazione base, ma paradossalmente la Lazio diverte di più anche in considerazione del fatto che il Como è sempre più scucito e inconcludente, sorpassando raramente la metà campo.
L'impegno dei nuovi Inselvini, Chimenti, Borgo e D'Amico frutta subito il terzo gol: è il 3' e da un allungo di D'Amico, Chinaglia affonda sulla destra, supera in velocità Cattaneo e crossa a rientrare per Chimenti che in tuffo devia di testa in rete.
Nel prosieguo, tra i subentrati si mettono in evidenza ancora D'Amico, rifinitore egregio, che scodella palloni interessanti per Chinaglia e Chimenti, e poi Inselvini, puntuale e preciso nel rifornimento. Il risultato però non cambia più, anche perché Rigamonti si produce in alcuni provvidenziali interventi.
► l'Unità titola: "Facile successo della Lazio: 3-0 - Nell'amichevole col Como all'Olimpico - Le reti per i biancazzurri segnate da Chinaglia, Frustalupi e Chimenti".
Davanti a pochi affezionati spettatori (circa diecimila di cui 7.417 paganti per un incasso di 10.457.000 lire) la Lazio ha superato la giovane compagine del Como, nell'incontro disputato ieri sera sul terreno dello stadio Olimpico. La squadra lombarda si è rivelata molto meno temibile di quanto non facesse supporre la serie di tre pareggi consecutivi ottenuti contro la Sampdoria, l'Inter e il Parma, quindi ogni valutazione del gioco biancoazzurro va subordinata alla consistenza, soltanto a tratti apprezzabile, dell'avversaria. Maestrelli, d'altra parte, non sembra assillato da particolari problemi di formazione. Già dall'inizio della stagione il tecnico laziale ha rispolverato nei suoi undici undicesimi la compagine giunta terza al traguardo dello scorso torneo ed il recente infortunio di Facco è stato subito compensato dallo splendido rendimento offerto da Petrelli, chiamato a sostituire il biondo terzino nel derby.
Semmai, c'è soltanto bisogno di tempo per permettere ai vari giocatori di ritrovare il fondo atletico, la velocità di base, in una parola la condizione fisica, della stagione passata. Ed ecco, quindi, che anche la partita di ieri sera col Como acquista il suo significato. Chinaglia, Wilson, Re Cecconi, vale a dire gli elementi dotati di una muscolatura più possente degli altri, hanno messo all'attivo altri novanta efficaci minuti di gioco, mentre, nello stesso tempo si è data l'opportunità di inserirsi nel clima della prima squadra ad un nugolo di ragazzotti di belle speranze, (ben otto, infatti, sono state le sostituzioni operate da Maestrelli nella seconda parte della gara).
Un punto interrogativo, comunque, sembra affacciarsi all'orizzonte dell'allenatore. Si tratta di Nanni. Il bel centrocampista, che solo qualche mese fa faceva parlare di sé come di un candidato alla maglia azzurra, oggi stenta maledettamente a trovare la giusta carburazione, tanto che, dopo aver penato come mai nel derby per contrastare il passo a Rocca, ieri ha perso quasi tutti i duelli con Pozzato. Per quanto riguarda le altre prestazioni, da segnalare l'ottima vena messa in mostra dal regista Frustalupi, autore, fra l'altro, della seconda marcatura, e la buona prova del giovane D'Amico che, in più di un'occasione, si è fatto apprezzare per il gioco pulito e ricco di intuizioni geniali. Anche Chimenti può considerarsi soddisfatto; sulla prestazione del neo biancazzurro pesano alcuni peccati di egoismo, commessi a risultato ormai acquisito ma non per questo meno gravi.
Gli altri si sono tenuti tutti su di un livello di sufficienza, valutata, ripetiamo, la scarsa consistenza del Como, meno Garlaschelli, che contro i suoi ex compagni di squadra non è riuscito ad esprimersi ai suoi soliti livelli. Le poche occasioni capitate alla piccola ala biancazzurra, anzi, sono state frettolosamente sprecate con tiri sul fondo.
Ed ora scorriamo le note di cronaca relative alle tre marcature. Appena sei minuti dopo il fischio iniziale del sig. Frasso, Chinaglia aveva già fulminato Rigamonti con uno dei suoi soliti tiri dal limite dell'area, sfruttando un passaggio di Frustalupi su punizione dal limite. Ancora Frustalupi in evidenza al 33', quando, rubato un bel pallone al tandem comasco Savoia-Correnti, faceva tutto da solo ed infilava in uscita l'estremo difensore lombardo, dopo aver saltato come birilli due avversari. La terza marcatura porta, come detto, la firma del giovane Chimenti che, al 3' del secondo tempo, vale a dire appena sceso in campo per rilevare Manservisi, si faceva trovare puntuale all'appuntamento col preciso cross a rientrare di Chinaglia, col quale Giorgione aveva "tagliato" tutta la difesa avversaria.