Martedì 23 febbraio 2021 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Bayern Monaco 1-4
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23 febbraio 2021 – Roma, stadio Olimpico - Champions League – Ottavi di finale – Gara di andata - inizio ore 21.00
LAZIO: Reina, Patric (53' Hoedt), Acerbi, Musacchio (31' Lulic), Lazzari, Milinkovic (81' Akpa Akpro), Leiva (53' Escalante), Luis Alberto (81' Cataldi), Marusic, Correa, Immobile. A disposizione: Strakosha, Alia, Parolo, Fares, Pereira, Caicedo, Muriqi. Allenatore: S. Inzaghi.
BAYERN MONACO: Neuer, Süle, Boateng, Alaba, Davies, Kimmich, Musiala (90' Choupo-Moting), Sané (90' Sarr), Goretzka (63' Javi Martinez), Coman (75' Hernandez), Lewandowski. A disposizione: Hoffmann, Roca, Zaiser. Allenatore: Flick.
Arbitro: Sig. Grinfeeld (Israele) - Assistenti Sigg. Hassan (Israele) e Yarkoni (Israele - Quarto uomo Sig. Leibovitz (Israele) - V.A.R. Sig. Martínez Munuera (Spagna) - A.V.A.R. Sig. Reinshreiber (Israele) – Delegato UEFA Sig. Siotropos (Grecia) - Osservatore arbitro Sig. Velasco Carballo (Spagna).
Marcatori: 9' Lewandowski, 24' Musiala, 43' Sané, 47' Acerbi (aut), 49' Correa.
Note: ammonito al 51' Leiva, al 57' Correa, al 64' Marusic, al 69' Escalante, al 75' Coman tutti per gioco falloso, al 28' Luis Alberto ed al 72' Kimmich per proteste. Angoli 4-7. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: gara disputata a porte chiuse per emergenza Covid-19.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► La Gazzetta dello Sport titola: "Bayern show. Gol, velocità e gioco. Tedeschi imprendibili. Lazio travolta ma quanti errori. Musacchio serve a Lewandowsky la palla del primo gol, poi il 17enne Musiala, Sané e autogol di Acerbi. Correa segna l'inutile gol della consolazione".
Continua la "rosea": In assoluto, non ci sono dubbi sulla differenza di valori tra la Lazio e il Bayern. Ma anche alle squadre più forti del pianeta, come quella tedesca, erano spuntate nelle ultime uscite alcune rughe che potevano illudere la Lazio. Dovevano caricarla, invece l’hanno impaurita ancor di più. La banda di Inzaghi si dimostra troppo inferiore, non può mai cambiare il rapporto di forza tutto spostato verso i rossi: certe super potenze sono abituate a crescere di tono quando sale la pressione, quando non si ha davanti mezzo campionato per recuperare alcune spensieratezze. L’esito è disastroso per la Lazio e non lascia sogni per il ritorno. L’ultima volta che il Bayern era venuto all’Olimpico aveva stracciato la Roma con un 7-1. Stavolta si ferma prima, dopo il 4-0 si rilassa, senza che il match cambi. I motivi. Perché c’è troppa differenza, anche di atteggiamento. Sempre. Troppi timori della Lazio, troppa sicurezza del Bayern. Il duello nel duello è quello fra Ciro Immobile e Robert Lewandowski, la Scarpa d’oro della scorsa stagione e colui che è al momento il miglior centravanti del mondo. Il rispetto dell’azzurro, nelle parole di ammirazione, viene spostato sul campo. Lewa non si intenerisce quando Musacchio gli regala l’assist del primo gol dopo solo nove minuti. Arriva a 32 centri stagionali in 31 partite.
Ciro invece è tenero quando gli capita la sua occasione, anche se siamo già sul 2-0, dopo un rigore negato a Milinkovic, e il primo tempo sta per finire: tira su una gamba di Alaba, non in rete. Piccole grandi differenze anche in questo caso. In tre reti dei rossi ci sono altrettanti errori colossali dei laziali: prima Musacchio, poi la coppia Leiva-Patric, quindi l’autorete di Acerbi. Allora il Bayern quasi s’indispettisce, nel raddoppio mette in mostra tutta la sua qualità, i tempi perfetti, saper attirare più avversari verso la palla per scaricare sul compagno libero. Sul palcoscenico europeo i bavaresi si sentono a proprio agio come sul divano di casa, la Lazio invece si fa piccola. Lazio senza scampo. Fra gli accorgimenti della Lazio, spesso c’è l’ordine di alzare Luis Alberto o Milinkovic sulla trequarti per togliersi dalle protezioni del centrocampo rivale, costringere qualche difensore a uscire o a venir preso sul tempo per l’inserimento. Ma la mossa riesce raramente perché i laziali soffrono molto la prima pressione avversaria. Impiegano quasi venti minuti a uscire qualche volta con linearità, puntando sugli esterni. Sono soltanto rari scampoli di mancata sottomissione. Con il Bayern che lascia campo tra porta e linea difensiva, le corse sui lati o le sponde delle punte dovrebbero favorire le incursioni, ma i tedeschi non si fanno sorprendere e restano compatti quando arretrano insieme.
Hanno qualche debolezza sul lato destro, però limitano i danni a qualche fastidio. Inzaghi vede i suoi bassi, non possono giocare sulla riconquista perché non riescono a strappare i palloni. Così non si mettono in moto le verticalizzazioni o i lanci. Dopo mezz’ora cambia Musacchio con Lulic, mandando Marusic in difesa, ma Sané continua ad essere imprendibile, anche quando vola per il contropiede del poker, arrivato a inizio ripresa con l’autorete di Acerbi. La rete di Correa, subito dopo, serve solo per non restare proprio a zero. Bayern sovrano. L’emergenza del Bayern, senza quattro possibili titolari, è stata ben cantata in questi giorni anche da Flick, ma proprio non si vede. Il ruolo chiave da coprire è quello di Müller, di solito presente ovunque: spalla della punta, soccorso dei mediani, lo chiamano radio per quanto grida e chiama il pressing. Nei territori del tedesco, il tecnico prova con Musiala, 17 anni e 363 giorni, che sembra messo lì soltanto per soffocare Leiva ma ha i colpi, si sa in Germania, e con la rete del 2-0 diventa il più giovane marcatore in Champions di una squadra tedesca e come giocatore inglese. Il Bayern è aggressivo subito, toglie certezze ai rivali, non li lascia pensare. E’ veloce di testa e di gambe. Le volate di Coman e Sané, autore del 3-0, la tranquillità di Kimmich, molto più che un mediano, anche qualche volo di Neuer, portano il Bayern in carrozza alla vittoria numero 17 nelle ultime 18 eurogare, l’altra è un pari. Per la Lazio è la prima sconfitta in questa Champions, meritata e troppo brutta. Una lezione che può lasciare tracce sgradite.
► Il Corriere dello Sport titola: "Lazio indifesa. Il Bayern è un ciclone. I biancocelesti crollano subito: timidezza ed errori clamorosi. Il gol di Lewandowski apre l’incubo, di Correa la rete dell’orgoglio. Un disgraziato retropassaggio di Musacchio spiana la strada ai campioni d’Europa all’Olimpico, poi segnano il giovanissimo Musiala e Sané. Acerbi completa la serata no infilando la propria porta".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: E' finita ancora prima di cominciare a divertirsi. La Lazio, invitata al gran ballo della Champions, neppure è scesa in pista. Bloccata dalla paura, annichilita dai marziani del Bayern Monaco e meno male che i tedeschi si sono fermati o quasi dopo l’autorete di Acerbi, altrimenti la goleada avrebbe potuto assumere dimensioni da record. L'l-4 certifica la missione impossibile da ribaltare il 17 marzo in Baviera. Divario abissale. Troppo forti i campioni d’Europa e del mondo per immaginare di poterli infastidire. Le assenze di Muller, Gnabry, Pavard, Tolisso e Douglas Costa, unite alle amnesie delle ultime partite, si sono trasformate in un’illusione, spenta dopo pochi minuti. E’ stato già tanto superare il girone. Non si poteva pretendere di mettere sotto i mostri bavaresi. Il rimpianto è legato agli errori, alla serata di luna storta. Il Bayern ha fatto il Bayern, feroce nella riconquista della palla nonostante la difesa altissima, letale nel palleggio eseguito con una tecnica sublime e ad altissima velocità. Giocano quasi a calcetto. La Lazio no: ha balbettato, si è espressa al di sotto delle proprie possibilità, non ha funzionato niente, neppure il palleggio arretrato con Reina. Può succedere. Sono lezioni, esperienze salutari per la crescita di giocatori e società.
In salita. Lo scotto della Champions, che sino a ieri neppure era stato calcolato, pagato in partenza. Troppa la differenza di fisico, di palleggio, di velocità, di tecnica, a cui aggiungere l’avvio timido e il campo bagnato in eccesso prima del riscaldamento. Errore strategico o casualità? Il dubbio resta. Una nuvola d’acqua si è alzata sul retro-passaggio di Musacchio verso Reina che ha dato l’avvio alla mattanza tedesca. Lewandowski si è avventato come un falco sulla palla, ha aggirato il portiere spagnolo e ha depositato a porta vuota. Erano passati solo 9 minuti. Una doccia gelata per il piano di Inzaghi, che aveva chiesto a Marusic di restare più arretrato per sostenere l’ex milanista nella marcatura di Sané. Anche Lazzari doveva lavorare a sostegno di Patric. Linea difensiva a cinque, ma la Lazio si è trovata subito schiacciata e faticava a ribaltare 11 gioco. Flick, questa volta, voleva che il Bayern entrasse subito in partita e i suoi giocatori lo hanno accontentato, cancellando le mollezze viste con Eintracht e Arminia. Niente rigore. Il colpo di grazia lo ha dato l’arbitro israeliano Grinfeeld, incapace di concedere al 18’ un penalty chiarissimo per il tackle di Boateng su Milinkovic. Era il secondo episodio su cui è girata in negativo la serata della Lazio, condita da errori evitabili e un eccesso di frenesia. Il Bayern, invece, si è disteso, cominciando a palleggiare come sa. Davies ha saltato Milinkovic, Leiva è uscito su Goretzka, il baby Musiala dal limite ha preso la mira e infilato Reina. L’inizio della fine, mentre Inzaghi cominciava la girandola della difesa: fuori Musacchio, dentro Lulic, Marusic terzo centrale. A un sospiro dall’intervallo, è arrivato il terzo gol, agevolato da Leiva e Patric. Si sono ostaoolati e lo spagnolo ha perso palla, lanciando Coman: dribbling su Aoerbi e tocco di Sané a porta vuota dopo la respinta di Reina.
Poker. Distrazioni imperdonabili. Come il contropiede concesso, subito dopo l’intervallo, con angolo a favore e senza nessuno in copertura. Sané è scappato, sprint micidiale e cross su cui Aoerbi è inciampato: 0-4. La Lazio ha avuto almeno la forza di reagire e non cedere alla rassegnazione. Il gol di Correa, dribbling e tocco a beffare Neuer dopo l’assist di Luis Alberto, ha salvato l’onore. Inzaghi ha inserito Escalante per Leiva e Hoedt per Patric, Marusic si è spostato a destra e Acerbi è tornato a sinistra. Altri errori dietro, qualche tentativo davanti, ma era diventata un’amichevole. Il Bayern aveva rallentato, azionando la modalità gestione.
► Il Messaggero online titola: "Lazio-Bayern 1-4: all'Olimpico è poker tedesco. Di Correa il gol della bandiera biancoceleste".
Prosegue il quotidiano romano: All'Olimpico il Bayern Monaco serve il poker. Eliminando, di fatto, la Lazio dalla Champions League. Dominio tedesco, agevolato dagli errori individuali della squadra di Inzaghi. Ma di fronte agli uomini di Flick, la truppa biancoceleste avrebbe potuto ben poco in ogni caso. La partita s'è chiusa già nel primo tempo: al 45' i campioni d'Europa e del Mondo erano avanti 0-3 grazie alle reti di Lewandowski - errore clamoroso di Musacchio - di Musiala e Sanè. A inizio ripresa l'autorete di Acerbi e il gol di Correa hanno fissato il risultato. Da quel momento poche emozioni e partita che si è trascinata fino al termine. La Lazio ci ha provato, senza dubbio. Ma la differenza tecnica e atletica in campo è stata evidente. È vero che il match ha preso la piega giusta per il Bayern sin da subito, ma è altrettanto vero che i valori visti in campo sono diametralmente opposti. Il cammino della Lazio in Champions finirà in Germania. Nemmeno pensabile cercare di andare a ribaltare un risultato così netto. Il Bayern è oggettivamente troppo forte per questa squadra nonostante le assenze pesantissime che avevano sicuramente fatto pensare ad una Lazio diversa questa sera. Che forse avrebbe potuto azzannare la partita con un po' più di coraggio. Ma il retropassaggio suicida di Musacchio che ha spaccato la gara ha sicuramente tagliato le gambe ai biancocelesti. Che salutano virtualmente agli ottavi la massima competizione europea ma che hanno l'obbligo di riprovarci l'anno prossimo. Adesso l'obiettivo diventa uno e solo: piazzarsi tra le prime quattro in campionato.
► Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:
Lazio-Bayern 1-4: tedeschi a un passo dai quarti. Nell’andata degli ottavi, i detentori si impongono 4-1 in trasferta e ipotecano la qualificazione: sblocca Lewandowski, poi segnano Musiala e Sané prima dell’autorete di Acerbi. Di Correa il gol della bandiera. Il Bayern Monaco non dà scampo alla Lazio e mette un piede e mezzo nei quarti di UEFA Champions League.
All’Olimpico, nell’andata degli ottavi, i campioni in carica battono con un netto 4-1 la squadra di Simone Inzaghi, che riesce solo a trovare il gol della bandiera con Joaquín Correa. Contro un’avversaria che si è aggiudicata due delle ultime nove edizioni del trofeo, raggiungendo inoltre una finale e quattro volte la semifinale, i Biancocelesti hanno avuto un avvio shock e sono stati costretti a inseguire dopo meno di dieci minuti. La squadra di Hans-Dieter Flick, che ha praticamente vinto tutto nel 2020, ha fatto scontare alla Lazio quasi ogni errore, tornando in Germania con un margine più che rassicurante in vista della sfida di ritorno del 17 marzo. L’incontro prende subito una decisa impronta dopo nove minuti. Il difensore argentino Mateo Musacchio, con un avventato retropassaggio, serve involontariamente Robert Lewandowski, che salta l’ex Pepe Reina e mette in rete di sinistro a porta sguarnita: per il bomber polacco è il quarto gol in cinque partite in questa UEFA Champions League. Per la Lazio è una mazzata, perché al 23’ arriva il raddoppio dei bavaresi.
L’autore è l’inglese Jamal Musiala - 18 anni venerdì - che con una conclusione chirurgica trova il suo primo gol in UEFA Champions League e diventa il più giovane marcatore del Bayern Monaco nella competizione. Inzaghi corre ai ripari e toglie l’ex milanista Musacchio, rimpiazzato da Senad Lulić, ma è ancora la squadra di Flick a passare con Leroy Sané, che ribadisce in rete dopo la parata di Reina su Kingsley Coman. Per i Biancocelesti è da incubo anche l’inizio della ripresa, visto che dopo due minuti Francesco Acerbi devia in modo maldestro il pallone nella sua porta sul centro basso di Sané, lesto a saltare Patric. La Lazio ha comunque una reazione e trova il gol con il "Tucu" Correa, bravo a superare Manuel Neuer dopo essere stato servito da Luis Alberto sul filo dell’offside. Ci provano Ciro Immobile, David Alaba con una punizione tagliata e ancora Lewandowski, che impegna Reina, ma il risultato non cambia più. Il Bayern Monaco si riscatta dopo il ko con l’Eintracht Francoforte in Bundesliga, per la Lazio di Inzaghi è una sconfitta che sembra compromettere il futuro in UEFA Champions League.
► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Se proprio doveva cadere l'imbattibilità, il fatto che questo avvenga per mano dei campioni in carica (e freschi vincitori del Mondiale per Club) rende il tutto solo leggermente meno amaro per la Lazio. Che si presentava a questo match da imbattuta in Champions League, proprio come i ben più blasonati rivali. Un cammino impeccabile aveva portato la Lazio agli ottavi, ma di fronte al Bayern Monaco non ha potuto far altro che piegarsi. Sarebbe servita una prestazione perfetta per tentare l'impresa, sperando al contempo in una prova opaca degli avversari. Invece i biancocelesti hanno sbagliato troppo e i tedeschi, implacabili, hanno colpito e infierito, come spiegato da Reina: "La loro pressione è stata fatta bene e dall'inizio, noi abbiamo commesso qualche errore tecnico di troppo nel palleggio e nei passaggi, per provare a prendere una posizione di vantaggio e superare la prima linea di pressing. Questo è il nostro modo di giocare, a volte paga, altre no, lo sappiamo. Certo che quando si è in difficoltà, a volte giocare due-tre palloni lunghi per cambiare la frenesia della partita ci farebbe bene. Ci potrebbe consentire di evitare degli sbagli. Perché quando questi accadono contro una squadra così forte vieni punito. A questo livello funziona così".
Esperienza. A incidere, probabilmente, anche l'inesperienza della Lazio in Champions League: "Siamo una squadra che da vent'anni non giocava la fase finale di questo torneo. Ci sono ragazzi che hanno disputato pochissime partite in questa competizione. E davanti a noi c'era il Bayern, cioè la squadra più forte al mondo. Quando si sbaglia l'approccio alla partita contro questi rivali lo paghi a caro prezzo. Per quanto ci fossero voglia e grinta prima del fischio d'inizio, poi tutto questo devi metterlo in campo e fare di tutto per non commettere degli errori. Se ti spari nel piede da solo, poi è chiaro che tutto vada in salita dall'inizio. La squadra non è abituata e diventa complicato recuperare una partita del genere. Si tratta di sfide che non c’entrano niente con il campionato. Abbiamo pagato anche questa inesperienza". E adesso la testa deve subito andare sul campionato, per evitare che la delusione per questo risultato possa incidere anche lì: "Dobbiamo essere bravi - ha continuato Reina - a mettere questa partita alle spalle, perché con il momento di forma che avevamo nelle ultime settimane non possiamo permetterci di farci condizionare. Si può sbagliare contro una squadra come il Bayern, ma abbiamo l’obbligo di ripartire subito".
Lotito. Prima della partita, il presidente Lotito aveva sottolineato l'importanza di affrontare un avversario del blasone del Bayern Monaco, a prescindere dal risultato: "Ha un gran significato perché certifica la crescita intrapresa dal 19 luglio 2004, quando rilevai il club. Confrontarsi con la squadra che ha vinto il Mondiale per Club vuol dire che stiamo percorrendo un tragitto che mi auguro possa proseguire nel tempo. Il nostro modello, con le dovute proporzioni, è simile a quello dei tedeschi". Poi su Inzaghi: "Non ci sono mai state tensioni. Confronti dialettici si, come avviene in una famiglia tra padre e figlio. Le mie considerazioni le faccio con un dialogo stimolante, per fare sempre meglio".
Galleria di immagini sulle reti della gara | ||
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:
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