Martedì 18 maggio 2021 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Torino 0-0
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18 maggio 2021 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXV giornata (recupero) - inizio ore 20,30
► L'originaria gara non disputata per mancata presentazione del Torino
LAZIO: Strakosha, Marusic, Luiz Felipe (68' Patric), Radu (75' Parolo), Lazzari, Akpa Akpro (75' Pereira), Leiva (68' Escalante), Luis Alberto, Fares (61' Lulic), Muriqi, Immobile. A disposizione: Reina, Alia, Armini, Cataldi. Allenatore: S. Inzaghi.
TORINO: Sirigu, Izzo, Nkoulou, Bremer, Singo, Rincon (86' Baselli), Mandragora, Lukic, Ansaldi, Sanabria (86' Zaza), Belotti (93' Verdi). A disposizione: Milinkovic, Ujkani, Buongiorno, Lyanco, Rodriguez, Vojvoda, Linetty, Bonazzoli. Allenatore: Nicola.
Arbitro: Sig. Fabbri (Ravenna) - Assistenti Sigg. Tegoni e Cecconi - Quarto uomo Sig. Dionisi - V.A.R. Sig. Aureliano - A.V.A.R. Sig. Liberti.
Note: ammonito al 27' Strakosha per comportamento non regolamentare, al 50' Luis Alberto, al 61' Luiz Felipe, all'81' Pereira tutti per gioco falloso. All'84 Immobile ha fallito un calcio di rigore. Angoli 3-0. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.
Spettatori: gara disputata a porte chiuse per emergenza Covid-19.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► La Gazzetta dello Sport titola: "Il Toro ora fa festa. Pali ed emozioni, è pari con la Lazio: missione compiuta. Benevento in B. Partita combattuta fino alla fine: legno di Sanabria, rigore sbagliato da Immobile e occasione finale per Lazzari".
Continua la "rosea": Toro in salvo: missione compiuta. Simone Inzaghi non ce l’ha fatta a dare l’ultima chance salvezza a Pippo. Al termine di una battaglia, emozionante e incerta fino al 97’, la squadra granata, magicamente rivitalizzata e ricaricata da Nicola ha imposto il pari, spedendo di riflesso in B quel Benevento che ospiterà domenica. Partita che a questo punto non vale più, ma per i campani è stato più determinante non tanto questo 0-0 ma il loro pareggio col Crotone, arrivato al 93’... Potendo contare su due risultati su tre, il Toro è sceso in campo con la ferma determinazione dei tempi migliori e attraverso una prestazione anema e core, e nei dettagli tecnici super soprattutto da parte dei difensori, dal portiere Sirigu al centrale Nkoulou, onnipresente nelle numerose mischie accese dai biancocelesti i granata hanno centrato l’obbiettivo. Aiutati da due pali colpiti nel rovente finale del match, il primo da Immobile su rigore e l’altro giusto agli sgoccioli della contesa da Lazzari, gli uomini di Nicola hanno strappato il punto che occorreva davvero con i denti. Ma se il tiro beffardo di Sanabria a metà ripresa (70’) non si fosse spento sul palo, con Strakosha battuto, probabilmente l’universo granata sarebbe arrivato al 95’ poi diventato 97’, con una situazione...cardiocircolatoria meno critica.
La tempesta. Il confronto si è infiammato dopo l’intervallo. Nella prima parte le due squadre si sono molto rispettate. La Lazio non riusciva ad alzare il ritmo dei suoi attacchi e il Toro non aveva nessun interesse di andare a stuzzicare il can che dorme. Però nel recupero Immobile colpiva sotto porta in diagonale: 1-0. Cancellato dall’arbitro che aveva ravvisato un’azione fallosa dell’attaccante nel contrasto con Nkoulou che stava chiudendo su di lui. Episodio che scaldava gli animi della panchina biancoceleste, con Inzaghi che protestava ad alta voce all’indirizzo di Aureliano, l’arbitro deputato al Var. Così rientrava in campo una Lazio ancora indispettita e molto più decisa a vincere. Al 48’ c’è un primo tentativo: Sirigu vola a deviare in angolo il destro dal limite di Luis Alberto. E’ il segnale che darà il via a un assedio interrotto di rado dai due avanti di Nicola perché la spinta dei centrocampisti si è esaurita in fretta: tutti e cinque hanno preferito attestarsi (o sono stati costretti dagli avversari) davanti alla linea dei tre difensori.
Il guizzo di Sanabria. Dopo la prima occasione, la spinta laziale si fa subito imponente e incessante. E Nkoulou sventa un gol già fatto distendendosi come fosse il portiere sulla conclusione ravvicinata di Muriqi. Un’altra occasione che pareva dentro la salva Ansaldi murando il tiro di Akpa Akpro a due metri dalla linea bianca. Tra una respinta e l’altra, il Toro riesce ad allentare un po’ la pressione grazie a Sanabria. Che pur giocando praticamente da solo, cioè senza poter contare sull’appoggio del centrocampo, riesce a confezionare due azioni molto insidiose. Sulla prima il tiro viene neutralizzato in tuffo da Strakosha, la seconda invece sarebbe letale se solo il tiro scoccato al termine di una incursione in piena area, propiziata da Belotti, fosse stato dieci centimetri più preciso, quelli occorrenti ad evitare che venisse respinto dal palo. La replica laziale è immediata e Lazzari colpisce l’esterno della rete da ottima posizione. Poi ancora Sirigu al proscenio: devia con la punta del piede un diagonale del neo entrato Lulic destinato nell’angolino. L’assedio conclusivo. Col trascorrere dei minuti il Toro si dedica esclusivamente a chiudere ogni spazio mentre Inzaghi spende tutte le carte nel tentativo di sgretolare il muro avversario. L’impegno dei suoi uomini è strenuo, la Lazio gioca come se dovesse andare in Champions: un rullo. Il Toro si attesta in trincea ma qualche varco si crea. Sirigu ancora bravo su una volée di Escalante, poi l’episodio-svolta. Su un contrasto tra Nkoulou e Immobile, l’arbitro fischia rigore. Poi cancella perché si pensa al fuorigioco, infine cancella il fuorigioco e ridà il rigore. All’84’ Immobile va sul dischetto: palo pieno e sulla ribattuta Pereira fallisce un comodo tap-in. C’è una seconda possibilità per i biancocelesti, in pieno recupero, e capita a Lazzari: tiro ancora sul palo. Era la serata del Toro.
► Il Corriere dello Sport titola: "Immobile al palo. Toro salvo. Ciro fallisce un calcio di rigore. Simone non riesce a regalare a Pippo un’ultima chance. Partita di grande tensione. Rissa in campo nel finale di gara e urla in tribuna".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Destino crudele, la beffa delle beffe. Simone Inzaghi, senza volerlo, ha spedito in B il Benevento di suo fratello Pippo. Niente spareggio negli ultimi 90' di campionato. Lotito, fuori dalla Champions, ha assistito alla festa salvezza del Torino. Cairo si è preso il punto che serviva all’Olimpico e nella partita della discordia, giocata dopo più di due mesi e ben tre processi. Calcoli sbagliati, la Lazio dopo il rinvio disposto dal giudice sportivo avrebbe fatto bene a giocarla quando era ancora a pieno organico e in corsa per il quarto posto. E’ successo di tutto, è finita in rissa in campo, tra urla e insulti in tribuna autorità: il presidente granata stava guadagnando l’uscita ed è tornato indietro per rispondere. Tensione altissima. Allo scempio hanno contribuito l’arbitro Fabbri e Aureliano al Var, disastrosi. Un gol annullato a Immobile e il palo colpito dal centravanti azzurro sul rigore meno evidente della serata. Ne mancano due su Muriqi, il secondo oltre il 95': il kosovaro è stato affondato da Bremer e Lazzari, di testa in tuffo, ha colpito un altro palo. Sirigu, neanche sa come, si è ritrovato la palla tra i piedi. Una mischia dietro l’altra, assalto continuo. La Lazio, dentro un finale pazzesco, le ha tentate tutte per provare a sfondare il muro granata. Simone ha pagato le assenze di Acerbi, Milinkovic, Correa e Caicedo. Una ferita non trovare il gol per salvare Pippo e non vincere la tredicesima di fila in casa, anche perché potrebbe essere stata la sua ultima partita all’Olimpico: rinnovo in bilico.
Tutti dietro. Nicola ha tenuto il pullman granata davanti a Sirigu per 95 minuti. Giusto così. Voleva e cercava un pareggio. Rincon appiccicato a Luis Alberto e Lukic più libero di avanzare per alimentare le ripartenze a rimorchio di Sanabria e Belotti. Bene gli esterni, più Ansaldi di Singo. La Lazio ha provato subito a indirizzare la partita. L'anima e lo spirito si vedevano, le occasioni meno, 70 per cento di possesso palla senza il guizzo risolutivo. Centrocampo ridotto alle geometrie di Leiva e all’asso spagnolo, innervosito dalla marcatura di Rincon. Se passi dalla classe di Milinkovic a un podista come Akpa, la differenza c’è e si vede. Inzaghi, quest’anno, lo ha sempre preferito a Parolo, perché gli mancava dinamismo. Si è visto quanto sia mancato un difensore veloce come Luiz Felipe. Marusic non è andato male, ma il guadagno non c’è stato. Fares non ha dimostrato di essere da Lazio e Lulic, dopo un anno di stop e tre interventi chirurgici, non poteva dare di più. In campo si è alzata la temperatura. Strakosha stava prendendo per il collo Sanabria. Rincon e Luis Alberto battibeccavano e in pieno recupero è sbottato Inzaghi, furioso con il Var.
Ripresa. La Lazio è rimasta in partita con pazienza, anzi aumentando la pressione. Ha guadagnato altro campo, schiacciando i granata. Erano tutti dietro a difendersi con un solo obiettivo, far trascorrere i minuti. Sirigu ha toccato in angolo il destro a giro di Luis Alberto, Nkoulou ha stoppato Muriqi a botta sicura. L’ex Fenerbahce, sbilanciato da Ansaldi, ha poi gridato la prima volta al rigore. Vibranti le proteste di Ciro, il suo gol era stato annullato per un tocco impercettibile: due pesi e due misure. Quando Luiz Felipe si è fermato (di nuovo caviglia?), Inzaghi ha sganciato Patric, poi è entrato Parolo per Radu. Un palo lo ha colpito anche Sanabria nell’unica occasione in cui il Toro si è affacciato. Una bolgia nel finale. Rigore fallito da Immobile e Pereira, a porta vuota, incapace di metterla dentro. Le prodezze di Sirigu su Escalante e Lulic, palloni lanciati in area (33 cross totali) senza trovare il colpo di testa di Muriqi, affondato all’ultimo assalto. Dietro è spuntato Lazzari, un nano. Sirigu fuori causa, ma quel palo ha respinto il sogno del Benevento e tenuto il Toro in A.
► Il Messaggero online titola: "Lazio-Torino 0-0: il pari salva i granata, retrocede il Benevento. Finale ad alta tensione".
Prosegue il quotidiano romano: Si salva il Torino. Con lo zero a zero finale dell'Olimpico. Retrocede il Benevento di Pippo Inzaghi, che però non può rimproverare proprio nulla al fratello Simone: la Lazio ci ha provato fino all'ultimo istante a regalare un'ultima opportunità ai campani. Ma Immobile dal dischetto ha colpito il palo ed è toccata la stessa sorte a Lazzari al minuto 96. Non c'è stato niente da fare per i biancocelesti, che hanno cercato in tutti i modi di fare un regalo anche al proprio allenatore. Che sicuramente ci teneva. Rimane in Serie A quindi la squadra di Cairo, in tribuna, che alla fine si è lasciato andare in un lungo abbraccio con i suoi collaboratori. Proprio nel momento in cui in campo è andata in scena una mezza rissa tra le due squadre. Tutto sedato dopo pochi istanti. Ma è il segno che la Lazio ci teneva eccome. Nicola quindi può esultare. Retrocede, dopo solo una stagione, la truppa del presidente Vigorito. Che, però, deve fare mea culpa dopo il pareggio di domenica contro il Crotone in casa. Lì praticamente si sono perse tutte le speranze. La formazione di Simone Inzaghi chiude in casa con un pareggio. Domenica si andrà ad affrontare in trasferta il Sassuolo senza nemmeno Luis Alberto, Pereira e Luiz Felipe. Tutti diffidati, stasera sono stati ammoniti. Ma ormai la stagione non ha più nulla da dire. È tempo solamente di pensare alle vacanze. Anche se prima c'è il nodo proprio legato al tecnico da risolvere. Il rinnovo ancora non è stato firmato. Saranno giorni decisivi per riuscire a trovare un accordo con Lotito.
► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Si danna l’anima, parla da fratello afflitto prima che da allenatore e uomo di calcio: "Mi dispiace per la retrocessione di Pippo, del Benevento e per la nostra mancata vittoria. Questo è il calcio, ma ho ringraziato i giocatori uno ad uno perché abbiamo fatto una grande partita, purtroppo non siamo riusciti a buttarla dentro. Ai ragazzi non posso dire nulla perché ce l’abbiamo messa tutta. Il Torino ha fatto la gara che doveva fare, è stata una partita bellissima, anche un spot per il calcio, sia Lazio che Toro si sono battute fino all'ultimo". Nessuno, ieri, si sarebbe voluto trovare nei panni di Simone Inzaghi. Ha vissuto la partita peggiore, la più dannata da quando allena. C’è il rischio che sia stata l’ultima all’Olimpico e assieme al suo futuro c’era in ballo la serie A del fratello Pippo. Ha fatto fuoco e fiamme in panchina: "Ero concentrato su quello che dovevo fare in campo, non sul rinnovo. Il mio futuro? Ci vedremo la prossima settimana con la società". Il diesse Tare, nel prepartita, ha detto che Inzaghi "sa cosa pensiamo noi e noi sappiamo cosa pensa lui". A Simone è stato chiesto cosa intendesse il direttore sportivo, ecco come ha interpretato le sue parole. Inzaghi, rispetto al passato, ha lanciato segnali di avvicinamento, concilianti, sempre che bastino per continuare insieme: "Tare senz’altro ha parlato in positivo. Con Igli ho un rapporto quasi di fratellanza e ho un ottimo rapporto col presidente. Sono con lui dal 2004, ieri (lunedì, ndr) in ritiro ha avuto parole importanti per questo gruppo. "Tra noi non ci saranno mai dissidi, in nessun modo".
Contro il Var. Inzaghi, in partita, dopo il gol annullato a Immobile, se l’è presa con l’arbitro Fabbri (raggirurto a centrocampo all’intervallo) e soprattutto con Aureliano, ilV ar. Simone, girandosi verso la sua panchina, quando ha capito che il gol poteva essere convalidato, ha urlato "Aureliano, Aureliano, con te al Var ne abbiamo perse sei!". Inzaghi, ritrovata la calma, ha commentato l’episodio a cui si sono aggiunti due rigori negati: "Le immagini sono chiare. I parametri non sono uguali in Italia e all’estero, non mi va di stare qui a parlare dell’arbitro, sono rammaricato per le motivazioni che avevamo e anche per le nostre assenze che però non si sono viste. Hanno fatto tutti molto bene, anche chi è subentrato. Ho fatto i complimenti a tutti". Siamo ai titoli di coda di una stagione estenuante, infinita: "Questa è stata una stagione lunghissima, ne abbiamo fatte praticamente due. Adesso manca l’ultima partita, dovrò fare la conta fra infortuni e squalifiche però daremo il massimo. Sarà un ultimo impegno da affrontare nel migliore dei modi". Luis Alberto sarà squalificato, anche Luiz Felipe, per lui si teme un nuovo infortunio alla caviglia, è uscito dolorante, ha applicato la borsa del ghiaccio: "Anche Radu ha avuto un problemino - ha raccontato Inzaghi - arriveremo in emergenza alla partita col Sassuolo ma in quest’ultimo periodo siamo abituati. Da allenatore, lo ripeto, ho visto un grande impegno da parte dei ragazzi. Purtroppo è successo di tutto, i pali, il rigore sbagliato, il gol regolare annullato. Gli episodi non sono stati a nostro favore, chiudiamo la stagione andando in Europa per il quinto anno consecutivo. L'unico rarmnarico è il derby di ritorno. Andiamo avanti a testa alta, contenti di quello che abbiamo fatto. Cercheremo di chiudere al meglio il campionato".
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:
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