Lunedì 4 febbraio 2019 - Frosinone, stadio Benito Stirpe - Frosinone-Lazio 0-1
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4 febbraio 2019 – Frosinone, stadio Benito Stirpe - Campionato di Serie A, XXII giornata - inizio ore 19.00
FROSINONE: Sportiello, Salomon, Capuano, Krajnc (75' Ciofani), Zampano, Chibsah, Viviani (75' Sammarco), Valzania (81' Trotta), Beghetto, Ciano, Pinamonti. A disposizione: Iacobucci, Marcianò, Goldaniga, Molinaro, Verde, Maiello, Gori, Paganini. Allenatore: Baroni.
LAZIO: Strakosha, Bastos, Acerbi, Radu, Marusic, Parolo, Badelj (57' Leiva), Luis Alberto (65' Lulic), Durmisi, Caicedo (57' Berisha), Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Kalaj, Zitelli, Patric, Romulo, Cataldi, Correa, Neto. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Fabbri (Ravenna) - Assistenti Sigg. Tasso e Santoro - Quarto uomo Sig. Di Paolo - V.A.R. Sig. Mazzoleni - A.V.A.R. Sig. Passeri.
Marcatori: 36' Caicedo.
Note: ammonito al 29' Parolo, al 44' Caicedo, al 60' Leiva, al 66' Ciano tutti per gioco falloso, all'80' Strakosha per comportamento non regolamentare, al 90'+2' Durmisi per proteste. Angoli 2-2. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 15.000 circa.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, ci pensa Caicedo. Presa la Roma, è 5° posto. A Frosinone i biancocelesti con il fiato corto, decisivi l’ecuadoriano e i colpi di Luis Alberto. La squadra di casa paga i tanti errori al tiro".
Continua la "rosea": Con il cuore, con i denti e con un pizzico di fortuna. La Lazio torna così a contatto con la zona Champions, sfruttando il pareggio tra Roma e Milan e agguantando i giallorossi al quinto posto, assieme all’Atalanta. Vittoria di sofferenza per la squadra di Inzaghi ed anche un po' larga. Nel senso che il Frosinone avrebbe meritato il pareggio per il coraggio e la tenacia con cui ha messo alle corde gli ospiti nel finale della gara. Alla formazione di casa è mancato solo il gol, particolare non indifferente. A quella biancoceleste è invece mancato letteralmente il fiato nella ripresa, quando la battaglia di giovedì a San Siro si è fatta sentire in tutta la sua drammaticità. Per la Lazio trecentesima vittoria fuori casa in Serie A. Il gol realizzato prima dell'intervallo da Caicedo è bastato alla Lazio per tornare al successo in campionato, una quarantina di giorni dopo l’ultimo acuto (anche quello in trasferta, a Bologna). L’ecuadoriano era una delle cinque novità proposte da Inzaghi rispetro allo schieramento iniziale di San Siro (Bastos, Badelj, Parolo e Durmisi le altre new entry).
Mezza squadra cambiata, ma evidentemente le energie spese in Coppa Italia (mentali più che fisiche) erano state talmente tante che sarebbe servito un turn over totale. La Lazio ha retto bene fino all’intervallo, senza però raggiungere le cifre di gioco fatte vedere contro Juve e Inter. Sufficienti, comunque, a sbloccare la gara. Ancora una volta è stato Luis Alberto a fare la differenza. Senza Milinkovic (squalificato) e con un centrocampo fatto solo di faticatori il genio dello spagnolo si è potuto sprigionare ancora più nitidamente. Fino a raggiungere l’apice nell’azione che al minuto 36 ha deciso la partita: assolo di 50 metri e assist al bacio per il gol di Caicedo. L’ecuadoriano (che, con Immobile in riserva sin dall’inizio, ha dovuto reggere da solo il peso dell’attacco) avrebbe poi potuto raddoppiare in apertura di ripresa, sfruttando la respinta di Sportiello sul tiro di Parolo. Ha invece mandato la palla sopra la traversa e lì la Lazio si è fermata. Inghiottita dalla stanchezza e dalle indecisioni. Ma anche da un Frosinone che dal quel momento si è scrollato di dosso le paure (anche eccessive, forse) e ha cominciato a menare le danze. Baroni si era messo inizialmente a specchio con Inzaghi, tenendo però gli esterni bassissimi.
Un 5-3-2 più che un 3-5-2, diventato però tale nella ripresa. E trasformatosi poi nel quarto d’ora finale prima in 3-4-3, poi addirittura in 4-2-4. Quella di gettare nella mischia tutti gli attaccanti a disposizione (come ha fatto Baroni) è di solita una mossa disperata. In questo caso è stata invece lucidissima. Il tecnico del Frosinone ha capito che la Lazio non ne aveva più e che si poteva, anzi si doveva osare. Non aveva previsto, Baroni, che Pinamonti e Trotta lo tradissero (due clamorose palle-gol sciupate nel finale). Le recriminazioni insomma non mancano ai ciociari (giusta invece la decisione di negare il rigore inizialmente dato a Ciano nel primo tempo). Ma neppure la Lazio sorride pienamente. L’1-0 dello Stirpe porta infatti in dote gli infortuni muscolari di Luis Alberto e Immobile. E la squalifica di Parolo.
► Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, prese la Roma e quota Champions. Basta la rete di Caicedo. Vano l’assalto finale da parte del Frosinone per cercare il pari. Vittoria dei biancocelesti allo Stirpe. Ora la Grande Europa è a un punto".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Aggancio alla Roma con vista Champions. Con il fiatone, diversi brividi, l’ansia provocata dagli infortuni di Immobile e Luis Alberto, la Lazio ha centrato la missione e tra 48 ore, se riuscirà a battere l’Empoli nell’anticipo dell’Olimpico, tornerà al quarto posto. Blitz firmato da un gran colpo di Caicedo, il bomber di scorta, quasi mai decisivo, protagonista in negativo a Crotone, quando Inzaghi si giocò l’occasione per eliminare l’Inter la domenica prima del 20 maggio. Forse è un segno del destino. I traguardi si raggiungono anche soffrendo, combattendo, trovando risorse inattese dalla panchina. Un’ora in completo controllo, gli ultimi trenta minuti tutti o quasi in apprensione, a difendere dentro l’area per evitare il gol del Frosinone. Una prodezza di Strakosha su Trotta e un’occasione divorata da Pinamonti. Alla resa dei conti, il pareggio sarebbe stato più giusto. Proteste per il rigore concesso a Ciano (toccato da Bastos) e cancellato dal Var. L’episodio avrebbe potuto cambiare la partita dei padroni di casa. Anche Baroni era in emergenza e doveva scontare le assenze di Ghiglione, Cassata, Goldaniga e Ariaudo. Con l’ingresso di Ciofani e Trotta, ha finito con quattro punte ma l’assedio non è bastato per ritrovare il gol allo Stirpe. Ancora rinviato l’appuntamento con il primo successo interno nel nuovo stadio in Serie A.
Inzaghi ne aveva cambiati cinque dopo i supplementari di Coppa Italia con l’Inter. Le novità principali a centrocampo con Durmisi e Badelj, Parolo sostituiva Milinkovic (squalificato). L’ex viola non giocava da metà dicembre, è apparso lento e poco reattivo quando si trattava di contrastare, ma era ordinato nella fase di impostazione e Simone lo ha tolto proprio quando stava crescendo. La vera svolta della Lazio si chiama Luis Alberto. Palla al mago spagnolo, capace di inventare soluzioni, aggiungendo qualità in una posizione più arretrata. Alzava la testa, dettava i tempi, cercava l’imbucata per vie centrali. Nei primi venti minuti il gioco era ispirato dal play andaluso. Più di una volta ha trovato Caicedo in profondità. L’ecuadoriano faceva salire la Lazio. Un sinistro parato da Sportiello, un altro tentativo murato da Capuano. Immobile, invece, girava in folle. Il Frosinone si era chiuso a doppia mandata. Baroni era stato costretto a rinunciare anche a Maiello, influenzato. Viviani, al debutto, doveva prendere confidenza in regia. Valzania ha ingaggiato un bel duello con Parolo, Beghetto conteneva Marusic, Zampano non affondava con Durmisi. Ciano cuciva bene le ripartenze, quasi mai accompagnate. Il centrocampo si appoggiava ai muscoli di Chibsah. Proprio il ghanese ha indovinato il cross su cui è girato il primo tempo. Bastos si è fatto sorprendere dal taglio di Ciano, finito a terra. Fabbri ha concesso il rigore. Proteste vibranti, controllo al Var e ripensamento.
Dopo pochi minuti, Caicedo ha trovato un bellissimo gol. Errore di Chibsah a centrocampo, Badelj ha toccato per Luis Alberto, apertura in diagonale. Krajnc e Salamon sono stati risucchiati dal taglio prepotente dell’ecuadoriano: stop e sassata sotto la traversa. La Lazio, invece di cercare il raddoppio, è finita al quarto d’ora della ripresa, stravolta dal doppio cambio di Inzaghi. Fuori Badelj e Caicedo. Leiva ha preso il giallo appena entrato e ne è rimasto condizionato. Una punta in meno e Berisha per contrastare Chibsah, ma l’ex Salisburgo è leggerissimo, andava a sbattere e cadeva a terra. Come se non bastasse, Luis Alberto ha chiesto il cambio. Correa non stava bene e Inzaghi ha inserito Lulic, spaesato da seconda punta. La sua squadra, imbottita di terzini, non è più ripartita. Gli ultimi venti minuti sono diventati un incubo. Baroni ha tolto Krajnc, Valzania e Viviani. Con Sammarco, Ciofani e Trotta tutti avanti e 4-2-4. La Lazio ansimando è arrivata in fondo. Immobile, in pieno recupero, è finito ko senza beccare il giallo che almeno gli avrebbe consentito di scontare la squalifica. Ora si dovrà fermare restando in diffida.
► Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Avanti soffrendo, ma avanti: "Abbiamo sofferto tutti insieme. E’ stata una vittoria importantissima per la classifica, sono questi i successi più pesanti. Ho fatto i complimenti ai ragazzi, uno per uno. L’avevo detto in riunione, "sarà una gara difficile, da giocare fino al 94'". Ora pensiamo all’Empoli, rigiocheremo giovedì, il calendario non ci aiuta". E’ andata com’è andata, importa poco. Agganciata la Roma, meno uno dal Milan e dal quarto posto Champions. E’ questo che conta, è questo che vale per Inzaghi dopo la battaglia di Frosinone, finita senza benzina, con i resti, con Immobile e Luis Alberto a rischio stiramento, con tanti guai in vista dell’Empoli. Si rigioca dopodomani per via del rugby (Italia in campo sabato all’Olimpico) e di un calendario centrifugato solo per la Lazio. Inzaghi s’è lamentato: "Non abbiamo tempo visto che all’Olimpico sabato ci sarà il rugby. Ci aspetta un calendario fitto, è difficile giocare giovedì dopo aver disputato una partita così. Avremmo preferito giocare sabato contro l’Empoli. Dobbiamo affrontare una gara dopo l’altra senza fare calcoli". Sulle concorrenti Champions non s’è sbilanciato: "Davanti ci sono squadre attrezzate e fare un nome su chi è da temere di più mi è difficile. L’Atalanta e il Milan non hanno l’Europa, hanno più tempo per prepararsi".
La stanchezza. Giovedì la battaglia di San Siro con l’Inter, interminabile. Ieri il blitz nell’arena di Frosinone, boccheggiando. Inzaghi s’aspettava il calo: "Il Frosinone ha chiuso con 4 attaccanti di peso ed era difficile difendere, è stato bravo Strakosha. Nel secondo tempo è venuta fuori un po’ di stanchezza, era prevedibile dopo la Coppa Italia. Abbiamo chiuso una bella settimana, ci prepariamo per giovedì. Cercheremo di recuperare energie". Inzaghi ha recitato il bollettino di "guerra" a fine partita. Immobile ha sentito pizzicare un flessore, Luis Alberto era uscito per un crampo e si teme l’interessamento degli adduttori, Correa aveva lamentato fastidi nella rifinitura, era in panchina solo per partecipazione emotiva: "Immobile - ha raccontato Simone - mi ha detto che ha sentito una leggera pizzicata, per giovedì sarà in forte dubbio con Luis Alberto. Avevamo finito i cambi, non l’ho potuto sostituire, abbiamo chiuso in dieci. E Correa è da valutare. Ci sarà Parolo squalificato, recupero Milinkovic. Spero di recuperare Ciro, Luis e il Tucu il prima possibile". Inzaghi non ha cercato alibi, gli infortuni muscolari non sono stati causati dal campo secco di Frosinone, per lui le colpe sono altre: "Il campo non era stato bagnato, era un po’ secco, ma da qui a dire che è stato la causa degli infortuni ce ne passa, a volte sono altre le dinamiche che li provocano". Il graffio. Inzaghi ha ringraziato Caicedo per quanto l’abbia sostituito e lui si sia arrabbiato: "Sono molto contento di lui, è una pedina importante, ogni volta che lo chiamo in causa cerca di dare il meglio, è apprezzato da tutti". Inzaghi ha iniziato a integrare gli uomini della panchina: "Il gruppo deve fare la differenza, lottiamo su tre fronti. Sono molto contento di Badelj e Durmisi, ora toccherà a Romulo. Berisha? Gli infortuni l’hanno penalizzato. Ha grandi qualità. Tutti loro ci aiuteranno da qui alla fine".
Una vittoria sporca. Missione compiuta. Era quello che voleva la Lazio, ben sapendo di poter scontare lo sforzo dei 120 minuti di Coppa Italia a San Siro con l’Inter, calcolando le assenze di Correa (infortunato) e Milinkovic (squalificato), considerando l’urto del Frosinone, in arrivo dal colpo di Bologna e con la cattiveria tipica di chi cerca la salvezza. La squadra biancoceleste ha portato a casa il successo difendendo con i denti il gol di Caicedo, aggrappandosi al senso di sacrificio dell’intero gruppo, all’esperienza dei senatori. Marco Parolo non aveva incantato nel primo tempo ma alla resa dei conti, come al solito, è stato uno dei migliori. Ha congelato e gestito con saggezza un paio di palloni delicatissimi nel finale di partita, è riuscito ad arrivare in fondo nonostante fosse ammonito. Inventato il primo giallo da Fabbri, ha rischiato con quel calcio involontario a Valzania che gli aveva portato via la palla. Prima di rientrare negli spogliatoi, si è fermato a bordo campo ai microfoni di Sky Sport. Ecco la sua analisi. Il centrocampista di Gallarate ha sottolineato lo spirito di sacrificio della Lazio e spiegato come sia mancato il colpo del ko per chiudere la partita in anticipo: "Nel primo tempo abbiamo legittimato il vantaggio, nella ripresa c’era un po’ di stanchezza e non abbiamo sfruttato gli spazi. Ciro era stanco, ci è mancata la voglia di ripartire e trovare il secondo gol. Siamo stati bravi a soffrire, era successo anche con l’Inter. Ma contava solo vincere e accorciare la classifica. Lo spirito c’è stato, complimenti a tutti".
Marco ha preso il giallo, era in diffida e ora dovrà fermarsi per scontare un turno di squalifica. Salterà l’anticipo di giovedì sera con l’Empoli provocato dal Sei Nazioni di rugby. Una partita fondamentale per il futuro della Lazio, quasi certamente costretta a fare a meno di Immobile e Luis Alberto. "Peccato per i due affaticamenti, speriamo non si tratti di nulla di grave. Ora pensiamo a giovedì, sarà una partita cruciale per la nostra corsa Champions. Dobbiamo imparare a chiudere le partite per stare più tranquilli: la corsa è lunga, vincere fa morale" ha sottolineato di nuovo. Prima di imporsi a Frosinone, la Lazio aveva vinto solo 2 partite nelle ultime 10 giornate. Ha ripreso a correre e infilare risultati positivi. Un aspetto sottolineato dal diesse albanese Tare già prima della partita ai microfoni di Sky Sport. "La vittoria con l’Inter e anche la sconfitta contro la Juve ci hanno fatto capire che le qualità ci sono. Siamo sulla strada giusta. Questa è una grande occasione per agganciare il gruppo che lotta per la Champions League". Ci voleva una partita sporca per vincere allo Stirpe. Tare lo aveva previsto. "Dobbiamo sapere che davanti abbiamo un avversario in lotta per la salvezza, non sarà facile ma queste partite devono essere vinte e basta". Così è stato. La Lazio ha agganciato la Roma a quota 35 punti ed è rimasta incollata all’Atalanta, vincente a Cagliari. Battendo nell’anticipo l’Empoli, si porterebbe (almeno temporaneamente) al quarto posto. La corsa è appena cominciata.
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:
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