Il "caso doping" Morrone
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Da La Stampa del 10 marzo 1968:
Il laziale Morrone accusato di doping perché ha fatto una cura dimagrante. Il calciatore può subire una squalìfica di sei mesi; la società, un'ammenda fino a 10 milioni - Morrone sostiene di non aver fatto uso di sostanze proibite, ma soltanto di medicine prescrittegli dal medico personale.
L'articolo prosegue: La segreteria della Federazione italiana gioco calcio ha dato comunicazione ufficiale alla Lazio sull'esito positivo dell'analisi antidoping compiuta sul prelievo del giocatore Giancarlo Morrone, al termine della partita Lazio-Genoa del 25 febbraio scorso. E' il primo caso di "doping", da quando è stata ripresa in campionato la serie dei controlli dopo le partite. I dirigenti della società romana e lo stesso giocatore si sono detti comunque fiduciosi sull'esito della controperizia che sarà compiuta martedì prossimo alle 18 a Roma nella sede della Commissione scientifica. Il controllo antidoping, comè noto, prevede il prelievo di due flaconi di liquido organico appunto per permettere la controperizia. Il presidente della Lazio, rag. Umberto Lenzini, si è detto "incredulo" e costernato per la notizia, che è stata accolta con sorpresa da tutti i giocatori bianco-azzurri, ed in particolare da Dolso e Zanetti che, con Morrone, erano stati sottoposti al controllo antidoping dopo Lazio-Genoa (0-0). Malgrado il clamore suscitato da questo improvviso "caso" l'allenatore laziale Lovati intende utilizzare regolarmente Morrone domani nell'impegnativa partita interna con il Livorno. Le nuove disposizioni della Figc per le infrazioni alla disciplina antidoping prevedono, com'è noto, una ammenda fino a 10 milioni di lire alla società e fino a 6 mesi di squalifica al giocatore, ed una dura sospensione anche al medico sociale e all'allenatore.
Come si difende Morrone. L'amfetamina ingerita dal giocatore della Lazio, Morrone, e denunciata in occasione di un recente controllo antidoping, non sarebbe dovuta all'uso di eccitanti ma semplicemente ad una violenta cura, fatta dall'atleta italo-argentino per calare di peso. Si tratterebbe di una cura grazie alla quale Morrone sarebbe dimagrito di quattro chili in pochi giorni e i cui preparati contengono amfetamina in quantità tale da risultare visibile all'esame chimico dell'antidoping. Risulta con certezza che Morrone ha ingerito i confetti dimagranti alla vigilia della partita in casa col Genoa, su prescrizione del suo medico curante e senza informarne il medico sociale dr. Ziaco. Che si tratti di una iniziativa personale di Morrone sarebbe dimostrato dalla ricetta con data e timbro della farmacia presso la quale la medicina è stata acquistata. Il dott. Ziaco, da noi interpellato, si è dichiarato tranquillo professionalmente e sicuro dal lato sportivo dell'esito del caso, per la società e per il giocatore. Il medico della Lazio fu il primo ad accorgersi, nell'intervallo della partita col Genoa, che il giocatore non era in condizioni fisiche normali e che qualcosa non funzionava. Gli chiese chiarimenti, ma la prima risposta non fu esauriente.
Dal Corriere dello Sport dell'11 marzo 1968:
All'Istituto di Medicina Legale alla presenza dei periti biancazzurri. Domani per Morrone verifica dell'analisi. Domani, presso l'Istituto di Medicina legale, avrà luogo l'analisi della seconda provetta contenente il liquido organico di Morrone, incriminato dopo la prima analisi che ha dato, com'è ormai noto, esito positivo. Martedì scorso il prof. Michele Montanarp, vicepresidente della Federmedici sportivi, in qualità di membro della commissione esecutiva per l'antidoping ha proceduto per ben 7-8 volte all'esame gascromatografico, riscontrando forte positività dovuta alla presenza di amfetamine contenute nel Preludin ingerito dal giocatore. Che si trattasse di Preludin (preparato farmaceutico contenente anche amfetamine) era stato possibile affermarlo in quanto, prima ancora dell'esame, al prof. Montanaro, così come al presidente della Federmedici, prof. Venerando, e al presidente della Federcalcio, dott. Franchi, era pervenuta una lettera del medico della Lazio, dott. Ziaco, nella quale si portava a conoscenza che Morrone aveva ingerito Preludin a scopo dimagrante. Domani, quindi, sapremo l'esito della seconda decisiva analisi. Come da regolamento, a questo secondo esame la presidenza federale - che aveva ricevuto lettera riservata dal prof. Montanaro relativa al risultato della prima analisi - ha invitato le parti interessate. Se l'infrazione fosse confermata, la presidenza federale trasmetterà gli atti alla commissione disciplinare della Lega. In questo caso, mentre Morrone rischia una squalifica non inferiore a quattro giornate, la Lazio può essere colpita da una sanzione pecunaria variante tra i 5 e i 50 milioni.
Dal Corriere dello Sport del 6 aprile 1968:
Disciplinare: mezzo milione di multa alla Lazio, centomila a Lovati. Morrone-doping 4 giornate. Giancarlo Morrone è il primo giocatore italiano squalificato per doping nel campionato 1967-68. La Commissione disciplinare, riuntasi oggi, gli ha inflitto quattro giornate di squalifica in base all'articolo 29 del regolamento, e cioè il minimo della pena. Il suddetto articolo, infatti, prevede che i giocatori responsabili delle infrazioni anti-doping siano puniti, secondo la natura e la gravità delle infrazioni commesse, con la squalifica a tempo determinato, decorrente dalla data della decisione e la cui durata non può essere inferiore a quattro gare ufficiali. Morrone era stato deferito alla "Disciplinare" della Federcalcio giacché l'esame antidoping, al quale era stato sottoposto il 25 febbraio dopo la partita Lazio-Genoa, era stato rilevato positivo. L'attaccante laziale ha spiegato - e lo ha ripetuto oggi dinanzi ai membri della commissione - di aver fatto uso di un preparato (il Preludin) che gli era stato prescritto come cura dimagrante dal suo medico di fiducia e non già dal medico della società, che è il dott. Ziaco. In effetti, l'esame clinico ha riscontrato tracce di Preludin, ma il preparato, che fra l'altro contiene sostanze amfetaminiche, è tra i farmaci messi al bando nell'elenco che fa parte della regolamentazione antidoping. Quindi Morrone, nella sua veste di tesserato, era tenuto a conoscere i tipi di farmaci proibiti e avrebbe dovuto astenersi dal fare uso del prodotto prescittogli dal suo medico personale. Ad ogni modo la Commissione ha riconosciuto la buona fede dell'"imputato" come lo comprova il fatto che gli ha comminato il minimo della pena. Quella di oggi è stata una seduta dedicata in gran parte alla Lazio che si era affidata alla difesa dell'avvocato Aldo Pannarin. Infatti, oltre a Morrone, come "imputati" figuravano la società stessa, il presidente Lenzini, l'allenatore Lovati e i giocatori Zanetti e Dolso.
Alla Lazio è stata comminata la pesante ammenda di mezzo milione per aver diramato un comunicato polemico a proposito della partita con il Livorno. Il presidente Lenzini, invece, ha visto archiviare la denuncia che lo riguardava personalmente mentre Bob Lovati è stato multato di 100 mila lire per dichiarazioni non troppo protocollari. Per quanto riguarda Zanetti e Dolso, i due giocatori sono stati deferiti alla commissione disciplinare perché al termine della partita con il Genoa, si sono presentati per effettuare l'esame anti-doping in abiti civili, mentre il regolamento prescrive che i calciatori debbono presentarsi indossando la tenuta sportiva o l'accappatoio. Zanetti e Dolso si sono difesi asserendo che, avendo freddo e dovendo attendere a lungo, si sono lavati e vestiti, tanto, sempre in base al regolamento, avrebbero dovuto successivamente spogliarsi dinanzi al medico. Il fatto che nel comunicato diramato dalla "disciplinare" non si parli minimamente di Zanetti e di Dolso sta a dimostrare che i due calciatori laziali sono stati prosciolti. Oggi, la C.D. ha avuto molto lavoro da svolgere, e si può ben dire che per gli "imputati" alla sbarra sia stata una giornata poco favorevole. Infatti, eccezione fatta per il predidente Lenzini e per i giocatori Zanetti e Dolso, tutti gli altri sono stati condannati o hanno visto confermata la precedente condanna inflitta dal giudice sportivo. Cadè, l'allenatore del Mantova, alla pari del suo collega Lovati, è stato multato di 100 mila lire per dichiarazioni anti-regolamentari. Inoltre sono state respinte le opposizioni del Catania avverso la squalifica per due giornate a Vitali, del Venezia avverso la squalifica per due giornate Nanni e del Modena avverso la squalifica per una giornata a Camozzi.
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