Domenica 30 dicembre 1973 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 1-0
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30 dicembre 1973 - 1.795 - Campionato di Serie A 1973/74 - XI giornata - inizio ore 14.30
LAZIO: F.Pulici, Petrelli, L.Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico (69' Franzoni). A disposizione: 12 Moriggi, 13 Facco. Allenatore: Maestrelli.
MILAN: Vecchi, Sabadini, Zignoli, Anquilletti, Turone, Biasiolo, Sogliano (63' Bergamaschi), Benetti, Bigon, Rivera, Chiarugi. A disposizione: 12 Pizzaballa, 14 Dolci. Allenatore: Maldini; D.T. Rocco.
Arbitro: Sig. Ciacci (Firenze).
Marcatori: 90' Re Cecconi.
Note: giornata piovosa, terreno in ottime condizioni. Espulsi al 68' Petrelli e Benetti per reciproche scorrettezze.
Spettatori: 80.000 circa di cui 18.315 abbonati per un incasso di £. 186.815.900.
Sono le 16.20, quando un boato scuote il quartiere Monte Mario propagandosi fino a Prati e al Flaminio. E' in questo preciso istante che Re Cecconi insacca a tempo scaduto la rete che permette alla Lazio di battere il Milan tra il tripudio generale della folla impazzita di gioia per la prodezza del biondo centrocampista biancoceleste. Sono corsi in 84.000 per il big match dell'Olimpico, sfidando la temperatura rigida di fine anno e la pioggia battente che accompagna la partita. La Lazio vince in virtù di una grande affermazione corale, fatta da uomini determinati a centrare l'obbiettivo tanto ambito: lo scudetto. Di fronte un grande Milan, combattivo e compatto che dà tuttavia filo da torcere ai biancazzurri per tutta la gara. Partita dal ritmo vertiginoso, con le squadre che si affrontano a viso aperto. E' Garlaschelli ad impegnare subito Vecchi con un tiro respinto oltre la traversa. Poco dopo Nanni tira da fuori area, ma il portiere rossonero sventa di pugno. Al 28' un gol è annullato giustamente a Garlaschelli su cross da calcio d'angolo: il numero 7 capitolino tocca la palla con la mano. La Lazio continua a macinare gioco ed azioni con veemenza impressionante: al 30' una punizione di Chinaglia rimpallata in area non viene sfruttata da Petrelli che, da un metro, liscia la sfera a porta vuota. Solo verso la fine del primo tempo il Milan si affaccia in area laziale e, proprio allo scadere, va in gol con Bigon ma l'arbitro Ciacci annulla perché ha appena fischiato la fine del primo tempo. La ripresa inizia col Milan in avanti. Pulici sventa in uscita un tiro di Bigon.
Capovolgimento di fronte, ed è Chinaglia, su punizione, ad impegnare Vecchi che sventa sopra la traversa. Al 61' su cross di D'Amico, Petrelli tocca la palla sporcata da Zignoli; questa arriva a Nanni che tira al volo ma Vecchi si supera alzando sulla traversa un gol fatto. Al 64' punizione per il Milan battuta da Rivera sotto la Tribuna Tevere, sponda di Bigon, ma Biasiolo manca la palla a porta vuota. Subito dopo, su cross da sinistra di Garlaschelli, D'Amico prende la palla ed effettua un paio di finte prima di scoccare il tiro sul quale Vecchi si oppone deviando in angolo sulla sua sinistra. Due minuti dopo l'arbitro Ciacci espelle Benetti e Petrelli per reciproche scorrettezze e Maestrelli sostituisce D'Amico con Franzoni. Al 75' Bigon, scappato alle maglie della difesa, si presenta davanti a Pulici che gli para un tiro in uscita. Quando la partita sembra avviarsi verso il pareggio, ecco la svolta. E' in tempo di recupero che l'arbitro concede una punizione alla Lazio dalla trequarti: batte Nanni che passa a Frustalupi; questi aspetta il piazzamento dei compagni ed imbecca Re Cecconi in area che tira al volo ed insacca in rete. Lo stadio esplode, Re Cecconi corre incredulo verso la Monte Mario assieme a tutti i giocatori, raccattapalle e panchinari. All'arbitro non resta che fischiare la fine della gara. La Lazio ha così vinto e si porta a 17 punti, davanti a Juventus e Napoli a 15. Sembra la fuga buona, ma la strada è ancora molto lunga.
l'Unità titola: "La domenica di fine d'anno riconferma le tre prime della classifica mentre il Milan (sfortunato) cade all'Olimpico all'ultimo minuto. I 30 secondi più belli della Lazio. Premiato il miglior gioco collettivo della squadra di Maestrelli (1-0). Sul Milan che pregusta il pari la doccia fredda di Re Cecconi. La rete vincente scaturita da una discutibile punizione fischiata dall'arbitro Ciacci. I rossoneri vanno vicinissimi al gol con Bigon dopo che Vecchi aveva compiuto eccezionali parate. Benetti e Petrelli espulsi per reciproche scorrettezze".
L'articolo così prosegue: La Lazio brinda alla vittoria di fine d'anno in serena letizia, per merito di Re Cecconi che ad appena sei secondi dal termine della partita con il Milan — partita che si stava avviando verso il risultato di parità —, ha imbroccato la stoccata buona del gol vincente, su punizione concessa da Ciacci per un discutibile fallo su Chinaglia, e servita con furbizia da Frustalupi. Sintesi arida di 90' che in realtà non hanno lesinato emozioni tanto su un fronte che sull'altro. Le premesse della vigilia erano indicative per uno scontro ad alto livello, ma dove la paura di perdere giocava il suo ruolo determinante. La Lazio aveva alle spalle quattro turni positivi (Cagliari, Roma, Napoli e Verona) e vantava il primo posto in classifica in solitudine, con 2 punti di vantaggio sulla "troika" Juve, Napoli, Fiorentina e tre su Inter, Milan, Foggia. Inoltre si presentava con la migliore difesa, insieme con la Fiorentina (soltanto 5 gol al passivo); ma è certo che non si nascondeva la difficoltà del compito ed un pareggio sarebbe stato sottoscritto ad occhi chiusi. Dal canto loro i rossoneri, usciti freschi da una possibile crisi grazie alla vittoria in trasferta sul Napoli (crisi più societaria che di gioco, dopo il "caso" Buticchi-Sciuto, per il quale è in piedi un'inchiesta) non nascondevano le loro mire di ripetere il "colpaccio". Il realismo di Rocco, però, aveva avvertito i suoi di non montarsi la testa, perché la Lazio era avversario temibile e per averne ragione era necessario giocare meglio degli avversari. Non è poi un mistero che anche il "paron" si sarebbe accontentato di un pareggio. Un punticino sarebbe stato il primo gradino verso la risalita; avrebbe ulteriormente ribadito che di crisi non era proprio il caso di parlare e che Maldini in panchina era pur sempre una garanzia. Queste premesse si arricchivano poi vieppiù dei mille motivi di rivalsa, strascico dell'aprile scorso quando, a cinque giornate dalla fine del campionato, la Lazio ebbe ragione del Milan in virtù di un gol annullato da Lo Bello a Chiarugi per un fuorigioco discutibilissimo che, se convalidato, avrebbe voluto dire il pareggio. Polemiche a non finire, a quel tempo: espulsione di Rocco, richiamo a Rivera e squalifica per ambedue.
Ovvio, quindi, che non mancassero motivi di rivalsa, soprattutto da parte dei rossoneri, anche se i laziali non riuscivano a celare il ghigno di soddisfazione per le traversie fino a quel momento incontrate dal Milan e che avrebbero potuto pesare a loro favore sul piatto della bilancia. Insomma un incontro da prendere con le molle, una "patata" bollente che poteva bruciare più di un sogno. E se il pareggio, alla fine dei 90' all'"Olimpico", non avrebbe fatto gridare assolutamente allo scandalo, la "patata" bollente ha finito per risultare indigesta proprio al Milan che, dopo l'espulsione di Petrelli e Benetti, si era vista spalancata la porta ad un possibile successo su azione di Bigon (al 30' della ripresa), sfuggito al "placcaggio" di Wilson-ultima barriera, e trovatosi a tu per tu con Pulici che però è stato bravo a bloccarli tra le gambe il tiro. Ma forse, più che sul piano del gioco, indubbiamente quasi sempre in mano dei biancazzurri che però trovavano in Vecchi il vero protagonista della partita, i rossoneri sono stati superati sul piano della mentalità. Rocco aveva predicato troppa modestia, aveva insistito troppo sul possibile pareggio, tanto che ha finito per suggestionare Rivera e compagni e la sconfitta è un vero boccone amaro che, diciamolo francamente, gli stessi rossoneri, pur se con la complicità della sfortuna, hanno voluto ingoiare di loro stessa volontà. La Lazio, alla fine, non ha "rubato" nulla e può legittimare il suo primo posto in classifica con questa vittoria che è un premio al suo gioco collettivo. Infatti mai come oggi si è visto quanto i Martini, i Nanni, i Frustalupi, i D'Amico, i Re Cecconi contino, nel momento in cui Chinaglia viene contrato, senza l'ausilio di scorrettezze, da un vero mastino quale si è dimostrato Anquilletti. Sul piano dei duelli diretti, c'è da dire che Oddi ha cancellato un Chiarugi in giornata "no", tutto teso alla ricerca della prodezza personale, forse per rivalersi del gol annullatogli da Lo Bello ad aprile. Re Cecconi ha sofferto con Benetti ma ha giganteggiato con il giovane Bergamaschi, tanto da arrivare al gol. Nanni su Rivera (che era alla sua quattrocentesima partita) non ha figurato molto. Martini non ha faticato con un Sogliano tenuto in retrovia, poi ha penato con Bigon, che aveva già messo in difficoltà Petrelli.
Frustalupi è andato bene nel primo tempo, poi è calato nella ripresa. Nel Milan, Vecchi ha giganteggiato e nulla da rimproverargli sul gol. Di Anquilletti abbiamo detto. Sabadini ha fronteggiato il "baby" D'Amico con autorità mentre Zignoli ha faticato un po' con Garlaschelli. Turone "libero" è stato all'altezza del miglior Schnellinger. Ma ora veniamo ad alcune note di cronaca. Il primo affondo serio, in contropiede, è del Milan con Sogliano e palla che sbatte sull'esterno della rete dal lato sinistro. Un minuto dopo (6') risponde la Lazio con Garlaschelli ma Vecchi devia in angolo. Al 19' cross di Rivera (un Rivera non certo al meglio), rimpallo a Sabadini e tiro che Pulici para. Al 22' prima grossa prodezza di Vecchi su gran tiro di Nanni. Al 29' la rete annullata ai laziali giustamente: cross di D'Amico per Garlaschelli che tira, la palla gli ribatte sulla mano (il fallo si vede che è volontario) e gli permette di piazzarsela sul piede. Il gol viene invalidato da Ciacci. Al 43' punizione di Chinaglia, con rimpallo che favorisce Petrelli, che però non può approfittarne. Al 45' angolo calciato da Chiarugi, fischio dell'arbitro (qualcuno sostiene che mancassero ancora alcuni secondi al termine del tempo) e difesa della Lazio ferma, palla nel sacco su ultimo intervento di Bigon, ma gol irregolare. Al 5' della ripresa brivido per la Lazio: Bigon sfugge a Wilson, poi Pulici è bravo a togliere dai piedi del centravanti il pallone. Al 15' gran tiro al volo di Nanni e nuova prodezza di Vecchi che devia in angolo. Al 19' nuovo pericolo per la Lazio: punizione e carambola di Rivera che colpisce il palo destro, Biasiolo è a due passi ma fallisce l'aggancio. Al 20' nuova prodezza di Vecchi su gran tiro di D'Amico. Al 23' l'espulsione di Benetti e Petrelli per reciproche scorrettezze. Al 30' l'azione già descritta di Bigon e a sei secondi dal termine le punizione-beffa che permette a Re Cecconi di centrare il bersaglio.
In un altro articolo è riportato: "Amarezze polemiche del dopopartita all'Olimpico. Rocco si ripete: "Questi arbitri vi vanno bene". La gioia della vittoria ha mandato Maestrelli in infermeria".
Difficile il lavoro dei cronisti negli spogliatoi della Lazio e del Milan. Maestrelli colpito da stress emotivo, è costretto a sdraiarsi nel tettino dell'infermeria e le cure del dott. Ziaco che gli ha somministrato alcuni cardiotonici, non sono sufficienti a rimettere in sesto il tecnico biancazzurro. Soltanto dopo circa un'ora Maestrelli, con il viso bianco e gli occhi affossati, ha lasciato lo stadio Olimpico, salutando con un braccio gli amici e i giornalisti, ma non ha detto una parola. Anche in casa rossonera silenzio assoluto. - La doccia fredda del gol laziale alla fine della partita ha avuto l'effetto di provocare un completo mutismo. Vane sono state anche le sollecitazioni dei radiocronisti e degli operatori della televisione per portare ai loro microfoni i tecnici e i giocatori rossoneri. Soltanto Rocco non è riuscito a tenere la bocca chiusa e mentre frettoloso lasciava gli spogliatoi ha detto: "Questi arbitri vi vanno bene. Barbaresco no!". Per paron Rocco è sempre colpa degli arbitri, ma proprio non riusciamo a capire quale addebito si possa fare al signor Ciacci che è stato in ogni momento della partita all'altezza della situazione commettendo soltanto pochissimi errori di poco conto. Il più festeggiato in casa biancazzurra (e non poteva essere diversamente) è Re Cecconi, l'autore del gol della vittoria. Il biondo centrocampista ha pianto di gioia non appena il pallone ha varcato la linea bianca e il signor Ciacci ha indicato il centro del campo. "Non mi vergogno di ammetterlo — dice Re Cecconi — è questa la prima volta che mi sono emozionato da quando gioco al calcio". "Ci tenevamo a questa vittoria — ha proseguito il biancazzurro — e segnare alto scadere del tempo è stato veramente entusiasmante".
Re Cecconi poi commenta l'andamento dell'incontro: "Abbiamo attaccato e costretto il Milan in difesa fino alla metà del secondo tempo, poi l'espulsione di Petrelli e l'infortunio di D'Amico hanno scombussolato l'impostazione della squadra. Il Milan ha avuto un paio di occasioni da gol ma Pulici è stato molto bravo a scongiurare una sconfitta che forse non meritavamo". "Non è stata una vittoria stentata — aggiunge Chinaglia che sta seguendo il discorso del suo compagno — abbiamo attaccato di più ed abbiamo dimostrato un gioco superiore a quello dei nostri avversati. Soltanto la bravura di Vecchi ci ha impedito un bottino più cospicuo". Il portiere rossonero indubbiamente è stato uno dei migliori in campo e le sue ottime e molteplici parate vengono commentate da Lovati, ex portiere della Lazio e braccio destro di Maestrelli. "Non riesco proprio a capire — dice il popolare "Bob" — come mai il Milan durante la campagna acquisti cercasse un portiere. Vecchi oggi ha dimostrato di essere un ottimo difensore e alcune sue parate sono state veramente eccezionali". Petrelli non si dà pace per l'espulsione e invita tutti i giornalisti a vedere la moviola per rendersi conto di come sono accaduti i fatti: "Mentre stavamo per battere un corner e mi ero portato nell'area rossonera — dichiara il terzino biancazzurro — sono stato spinto più volte dal difensori milanisti, ho restituito una spinta e Benetti che veniva dal centro mi ha rifilato un pugno in bocca". Petrelli mostra una ferita all'interno del labbro inferiore e prosegue: "La decisione dell'arbitro di espellermi è stata quanto mai ingiusta".