Domenica 29 aprile 2001 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 2-2

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29 aprile 2001 - Roma, Stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXVIII giornata


ROMA: Antonioli, Zebina, Samuel, Aldair, Cafu, Tommasi, C.Zanetti (90' Guigou), Candela, Totti, Batistuta, Delvecchio (90' Mangone). A disposizione: Lupatelli, Rinaldi, Di Francesco, Balbo, Bonanni. Allenatore: Capello.

LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, Poborsky (64' Castroman), Baronio (46' Stankovic), D.Baggio, Simeone (55' C.Lopez), Nedved, Crespo. A disposizione: Orlandoni, Colonnese, Negro, Ravanelli. Allenatore: Zoff.

Arbitro: Sig. Braschi (Prato).

Marcatori: 48' Batistuta, 54' Delvecchio, 78' Nedved, 95' Castroman.

Note: ammoniti Totti, Pancaro, Crespo, Castroman, Zebina. Calci d'angolo: 5-12.

Spettatori: 78.000 circa


Il biglietto della gara
Il vantaggio romanista con Batistuta
Il raddoppio di Delvecchio
Pavel Nedved accorcia le distanze
Il pareggio di Martin Lucas Castroman
La gioia di Castroman
Martin Castroman circondato da avversari
Il gesto di Diego Pablo Simeone dopo il pareggio verso la curva avversaria

Non calcio, ma chirurgia. Non potenza, né agilità. Solo freddezza e tempismo: due colpi. Il primo (Batistuta) traccia la strada. Il secondo (Delvecchio) butta fuori l'avversario. Questa è la Roma e così sembrava avere vinto il derby ed essersi defitivamente annessa lo scudetto. Ha cominciato a pareggiare la partita e a rimettere in discussione tutto quando, anziché affondare in contropiede riaffilando il bisturi, si sprecava in eccessi di ricercatezza. La Lazio è riemersa senza quasi avere il tempo di crederci: 18 minuti tra un fendente (Nedved) e l'altro (Castroman). Mancavano 20 secondi alla conclusione del quinto minuto di recupero e l'argentino ha scovato un pertugio ad un'unghia dal palo di Antonioli. Finale palpitante di una partita sinceramente brutta, soprattutto per l'intero primo tempo e per buona parte della ripresa. Può essere che la tensione per ciò che il derby rappresenta e, soprattutto, per quanto i tre punti pesavano, abbia imposto un macigno sul cuore del confronto. Tuttavia sia a livello estetico, sia per quanto riguarda le intenzioni, c'è stato davvero poco da registrare almeno fino all'intervallo. La Lazio, per venti minuti, ha fatto girare la palla con maggiore fluidità: la circolazione era migliore perché migliore lo scaglionamento degli uomini e più veloce l'esecuzione.

Dopo un discreto inizio, i biancazzurri hanno perso compattezza e misura. La Roma, invece, ha prodotto un calcio troppo elaborato e statico. Non molto dissimile da quello che sempre pratica, però stavolta assai meno redditizio. E' vero che fino alla pausa Batistuta ha avuto pochi palloni giocabili, ma è vero anche che nel tentativo di servirlo le traiettorie romaniste finivano inevitabilmente per congestionare il centro. La ricerca di allargare il fronte era una necessità che Capello avvertiva e che la squadra non riusciva a cogliere. Zoff aveva certamente sbagliato ad affidarsi a Baronio. Non perché il giocatore demeriti, ma perché non gli si può chiedere qualità e rendimento se poco o mai lo si fa giocare. Più sbagliato che schierare Baronio è stato poi sostituirlo con Stankovic e non, piuttosto, subito con una punta, come Claudio Lopez, entrato solo sullo 0-2. Decisivo, al contrario, l'ingresso di Castroman che forse non doveva sedere in panchina. A parte il 2-2, l'argentino ha sventrato la Roma sul fianco sinistro dei giallorossi. Dieci minuti della ripresa e tutto sembrava compiuto: dopo due minuti e qualche secondo è andato a segno Batistuta, in anticipo e di destro. Al 9' Delvecchio, in spaccata sinistra, raddoppiava.

In entrambi i casi vanno notate parecchie analogie. Per cominciare gli assist, davvero preziosi. Il primo dello stesso Delvecchio che guadagnava il fondo prima di tagliare in mezzo per la perfida unghiata di Batistuta, una scultura percorsa dall'elettricità. Il secondo di Cristiano Zanetti, un suggerimento centrale sul movimento in profondità di Delvecchio che allungava il sinistro come un cucchiaio domestico. Due gol e altrettanti protagonisti negativi: Pancaro nel primo, perché consente il cross a Delvecchio avendo il tempo per chiuderlo; Pancaro nel secondo, perché si fa sorprendere sempre dallo scatto di Delvecchio. Oltre a Pancaro, l'altro responsabile è Mihajlovic che lascia a Batistuta ben più dei venti centimetri che, comunque, all'argentino basterebbero. Davvero Zoff aveva rimesso Mihajlovic in squadra al posto di Negro per sfruttarne l'abilità nei calci da fermo? Per fortuna dell' ex c.t. un episodio fuori contesto e l'exploit di Castroman, la sua mossa azzeccata, hanno riaggiustato un derby ormai del tutto consegnato alla Roma. La quale, commossa e attonita ha preferito condividerlo con la Lazio, riaccendendo perfino le speranze della pallidissima Juve.

Fonte: Corriere della Sera