Domenica 1 settembre 1974 - Roma, stadio Flaminio - Lazio-Genoa 2-2
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1821. Coppa Italia 1974/75 - Girone 5 - II giornata
LAZIO: Pulici F., Petrelli, Martini L., Wilson, Oddi, Badiani, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi (82' Franzoni), D'Amico. A disp. Moriggi, Polentes, Borgo. All. Maestrelli.
GENOA: Girardi, Mutti, Bittolo, Gregori, Mosti, Rosato (82' Della Bianchina), Mendoza, Bergamaschi, Pruzzo (72' Mariani), Arcoleo, Corso. A disp. Lonardi, Rossetti, Marchini. All. G.Vincenzi.
Arbitro: sig. Lazzaroni di Milano.
Marcatori: 13' D'Amico, 27' Mutti, 37' Pruzzo, 42' Petrelli.
Note: terreno in buone condizioni, serata piuttosto calda da scirocco pieno. Ammonito Corso per proteste. Angoli 10-0 (0-0) per la Lazio. In tribuna il Commissario Unico della nazionale.
Spettatori: 25.000 circa.
La Lazio ha giocato in Coppa Italia contro il Genoa la prima partita ufficiale davanti al suo pubblico con lo scudetto tricolore cucito sulle maglie. Finalmente per Chinaglia e compagni arrivano gli applausi, dopo tanti fischi rimediati durante la « tournée » d'agosto negli stadi dell'Italia dei Centro-Nord. La presenza del commissario unico Fulvio Bernardini in tribuna galvanizza gli azzurri di Maestrelli che si lanciano subito all'attacco, Imprimendo alla gara un ritmo elevatissimo. I genoani controllano abbastanza agevolmente l'offensiva e spesso riescono a replicare con una certa efficacia, ma mancano in fase di realizzazione. Tuttavia è la Lazio, al 13', a concretare la sua superiorità: per un fallo su Re Cccconi, l'arbitro Lazzaroni concede una punizione a favore della Lazio poco oltre la linea laterale dell'area. Batte Frustalupi, il cui spiovente viene raccolto con ottima scelta di tempo da D'Amico, che insacca di testa a fil di palo.
Il Genoa ha una discreta reazione. Si muove con ordine, guidato da un Corso un po' lento ma sempre lucido. Si mettono in luce anche Arcoleo e Gregori. Il ritmo del laziali non è più quello dell'inizio. Inoltre Martini e Petrelli spesso si sganciano insieme, contribuendo a creare una certa confusione a centrocampo. Si ha l'impressione che la squadra laziale sia troppo sbilanciata in avanti, soffocando in parte l'ottima vena del puntiglioso Chinaglia. I genoani non si fanno certo pregare nell'infilarsi velocemente nel larghi spazi lasciati dalla sguarnita difesa biancazzurra e al 28' riescono a rimettere in equilibrio la gara: batte una punizione dal limite Corso, dal contrasto tra Oddi e Pruzzo la palla schizza verso Mutti che infila la porta di Pulici con un'autentica cannonata.
Non è finita. Il Genoa, rinfrancato dal pareggio, affronta ad armi pari gli avversari, costringendoli ad affannosi recuperi in difesa, che appare il reparto di maggior fragilità dei campioni d'Italia. I rossoblu al 37' riescono addirittura a portarsi in vantaggio: Gregori batte una punizione laterale; Pruzzo, in perfetta elevazione, supera i difensori laziali e insacca di testa un preciso pallone. La Lazio rischia di cedere al nervosismo. Reagisce confusamente ed al 10' è Petrelli a segnare la rete del 2 a 2, riprendendo in spaccata un cross di Frustalupi. Con una traversa colpita da Garlaschelli alla fine del tempo, si chiudono i primi 45 minuti, che hanno riservato più di un'emozione al pubblico del Flaminio.
La Lazio ritorna in campo decisa a chiudere i conti con un avversario che si dimostra più ostico di quanto si prevedeva. Attacca con una certa insistenza, ma sono i genoani con pericolosi contropiedi a mettere in luce gli scompensi del campioni nelle loro retrovie.
Primi malumori alla Lazio. Pulici ha affermato di essere rimasto soddisfatto della manovra espressa dai suoi compagni, ma ha rischiato di cadere nel ridicolo quando ha aggiunto che il Genoa con due tiri ha segnato due gol. In attesa che i campioni, oltre ad un gioco più equilibrato, ritrovino anche la vena dell'obbiettività, c'è da dire che i rossoblu di Vincenzi hanno costituito un'autentica sorpresa. Superati i primi momenti, quando è sembrato che il vertiginoso ritmo della Lazio, con una rete all'attivo dopo appena 13 minuti di gioco, fosse in grado di spazzare via qualsiasi avversario, il nuovo Genoa ha fatto vedere il suo vero volto. Ai fischi dei tifosi laziali, che in questo modo cercavano di "vendicare" Chinaglia, la squadra rossoblu ha replicato con una dimostrazione di gioco e di carattere che le ha consentito di dare inizio ad un'entusiasmante sfida a viso aperto.
Ma il malumore che ha cominciato a serpeggiare fra i laziali, con notevole anticipo rispetto alle previsioni, si è intuito attraverso le parole di Pulici, imbarazzato portavoce dei suoi nervosi compagni. Il portiere ha riconosciuto che la Lazio avrebbe dovuto riservare una serata diversa ai suoi tifosi, che erano corsi ad ammirarla per la prima volta con lo scudetto sul petto. Dopo la prova di stasera — ha aggiunto Corso — possiamo dire di partire fra le squadre favorite della serie cadetta. Dobbiamo essere prudenti, evitare di cadere in facili illusioni. Però, se continueremo a giocare su questo livello, perché non credere ad un pronto ritorno in serie A ? Per quanto riguarda la Lazio, io penso che presto ritroverà il suo gioco, che le ha consentito di aggiudicarsi lo scudetto. Stasera ha avuto il torto di programmare troppo facilmente la vittoria contro una squadra di serie B che avrebbe dovuto fungere da materasso.
Corso ha visto giusto. L'umiltà è stata una delle armi migliori dei neo-campioni. Con la presunzione di superiorità dimostrata ieri sera rischiano di percorrere soltanto una minima parte della strada che porta alla riconferma del titolo. I campioni d'Italia ci sono rimasti male. Erano convinti di poter ingoiare con un solo boccone il Genoa e quando non ci sono riusciti hanno perso, come al solito, le staffe. Inutilmente i giornalisti hanno atteso davanti alla porta dello spogliatoio laziale il commento del giocatori biancazzurri. Maestrelli ha tentato di sdrammatizzare il pareggio con i rossoblu dicendo che la sua squadra era rimasta vittima dell'eccessiva voglia di vincere.
Con la Lazio in vena di strafare, sbilanciata pericolosamente in avanti, i vari Arcoleo, Bergamaschi, Pruzzo, Mendoza, Gregori, spesso anche i terzini Bittolo e Mutti, sono riusciti ad infilarsi a turno nei corridoi del contropiede, sorretto dal solito Corso con una precisione e un'assiduità che hanno finito per frastornare i campioni d'Italia. Al suo esordio in una gara ufficiale, lo stopper Mosti è stato quasi perfetto, contro un Chinaglia in gran vena. « E' stato un "test" utilissimo per noi - ha commentato pacatamente Vincenzi - non tanto per il risultato parzialmente positivo ottenuto contro la prima della classe, quanto per il carattere orgoglioso dimostrato dal Genoa. La squadra mi sembra già a posto atleticamente, si è visto anche il gioco ».
Fonte: La Stampa