Domenica 18 settembre 2022 - Cremona, stadio Giovanni Zini - Cremonese-Lazio 0-4
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18 settembre 2022 – Cremona, stadio Giovanni Zini - Campionato di Serie A, VII giornata - inizio ore 15.00
CREMONESE: I. Radu, Aiwu, Chiriches (28' Bianchetti), Lochoshvili (46' Vásquez), Sernicola, Meite (63' Pickel), Escalante (46' Ascacibar), Valeri, Zanimacchia (80' Milanese), Okereke, Dessers. A disposizione: Saro, Ciezkowski, Hendry, Baez, Ciofani, Buonaiuto, Ghiglione, Afena, Quagliata, Tsadjout. Allenatore: Alvini.
LAZIO: Provedel, Hysaj, Patric (78' Gila), Casale (57' Romagnoli), Marusic, Milinkovic (78' Basic), Cataldi, Vecino (67' Luis Alberto), Felipe Anderson, Immobile, Zaccagni (57' Pedro). A disposizione: Maximiano, Adamonis, S. Radu, Kamenovic, Bertini, Marcos Antonio, Cancellieri, Romero. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Sig. Orsato (Schio - VI) - Assistenti Sigg. Di Vuolo e Laudato - Quarto uomo Sig. Felicianii - V.A.R. Sig. Abisso - A.V.A.R. Sig. S. Longo.
Marcatori: 7' Immobile, 21' Immobile (rig), 45'+2' Milinkovic, 79' Pedro.
Note: osservato un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime dell'alluvione che ha colpito le Marche nelle precedenti giornate. Ammonito al 38' Casale ed al 73' Vásquez entrambi per gioco falloso, al 79' Sarri per comportamento non regolamentare. Angoli 8-6. Recuperi: 4' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 12.991 di cui 7.353 abbonati e 5.638 paganti.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► Il Corriere dello Sport titola: "Immobile e Milinkovic risposta immediata. Doppietta di Ciro, mentre Sergej domina a centrocampo: gol e assist da campioni. Alla fine anche Pedro dà il suo contributo. Dopo il flop in Europa League a Cremona la Lazio torna a correre e vede di nuovo la Champions".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un poker per attutire gli effetti della manita danese. La Lazio, dopo il tonfo con il Midtjylland, s’è rialzata a Cremona. Doppietta di Immobile, sigillo di Milinkovic e Pedro per chiudere il conto. Primo successo esterno della stagione. Sarri, segnato dalla debacle di Herning, ieri faticava ancora a distendersi. Si è augurato consapevolezza da parte dei suoi giocatori. Cerca costanza, continuità, mentalità da squadra vera. Una reazione nervosa, ha spiegato, significherebbe ricadere nel solito black out mentale dopo la sosta, quando riprenderà la girandola ogni tre giorni tra Europa League e campionato. La figuraccia in Danimarca resta, ma di più e di meglio era complicato pretendere dopo tre giorni. La Lazio ha risposto sul campo, persino riagganciando la zona Champions. Ha staccato la Juve e scavalcato la Roma. Non è stata una vittoria banale, forse neppure semplice come racconta il risultato. La Cremonese è rimasta viva anche quando era sotto di tre gol: 18 tiri, 8 angoli e quattro occasioni costruite nella ripresa (due fallite da Bianchetti, una sventata da Patric, l’altra da Provedel su Valeri) testimoniano idee, gioco e corsa. È mancata totalmente la fase difensiva. Alvini s’è infuriato, avrebbe voluto vedere un altro tipo di aggressività. Dietro, invece, si sono aperte le praterie. Esposizione fatale con la tattica uomo contro uomo a tutto campo, gli stessi principi ispiratori che guidano Gasperini, Juric e Cioffi. È la nuova moda del calcio italiano. Complicato resistere al palleggio della Lazio.
Doppietta. Significativo lo sviluppo del primo gol con il movimento di Immobile, seguito fuori zona da Chiriches. Quando Ciro ha servito Milinkovic, davanti si è aperto un corridoio in cui si è infilato per andare a chiudere il triangolo, battendo Radu in uscita. Il centrale della Cremonese lo stava inseguendo dopo aver compiuto un girotondo. Immobile ha firmato e conquistato anche il rigore del raddoppio, provocato dal braccio largo di Lochoshvili e concesso dopo lungo esame al Var. Così, in appena venti minuti, ha spianato la strada alla Lazio. Il modo più bello per riabbracciare il ct Mancini e ripresentarsi in azzurro sei mesi dopo l’onta di Palermo e l’eliminazione dal Mondiale in Qatar. Oggi è ancora il miglior centravanti italiano in circolazione, Numeri da paura: 187 gol in Serie A. Gliene manca uno per agganciare Del Piero, Signori e Gilardino entrando nella top ten di tutti i tempi. Ha corso e s’è sfiancato, finendo esausto, altrimenti non avrebbe fallito la tripletta a porta vuota, quando Felipe ha deciso di servirlo piuttosto che tirare.
Regale. Se Ciro è stato decisivo, Milinkovic ha danzato in campo con la solita classe. Il terzo gol in tap-in e il quinto assist in campionato restano nel tabellino, ma è stato fondamentale il suo dominio a centrocampo. La Lazio, a partire da Provedel e dai difensori centrali, si appoggiava al serbo per uscire comoda dal pressing. Non ha perso un pallone o quasi, è stato regale nel modo di aprire il gioco. Alvini aveva costruito la partita con palla lunga nel tentativo di sorprendere Casale e Patric. Cremonese diretta e verticale, non facile da prendere. Escalante si abbassava per impostare, Okereke e Zanimacchia tra le linee, Valeri e Sernicola altissimi per andare all’uno contro uno, portando quattro o cinque uomini in attacco. La difesa biancoceleste, per un tempo, ha retto benissimo. Rapidità e attenzione, tenendo d’occhio Dessers. Nella ripresa ha sofferto di più, perché è affiorata la stanchezza e la Cremonese non mollava. Casale e Patric sono usciti per fastidi muscolari. Cataldi, più libero di palleggiare, e Felipe animavano le ripartenze. Sarri ha saccheggiato la panchina. Pedro, sfruttando l’altruismo di Ciro, non ha sbagliato e ha calato il poker.
► Il Messaggero titola: "La Lazio c'è. E' Immobile l'antivirus. Cremonese travolta in casa, Ciro e Milinkovic protagonisti con gol e assist, Pedro firma il poker. La crisi è alle spalle, del "germe" non c’è traccia".
Prosegue il quotidiano romano: Certificato: Immobile e Milinkovic sono l’anti-virus della Lazio. Ancora loro affondano la Cremonese in un tempo, illuminano il riscatto dopo il tracollo europeo. Avevano suonato la carica in ritiro a Piacenza, stretto un patto nello spogliatoio: in coppia tornano a guidare i compagni in campionato. Doppietta di Ciro, Sergej lo assiste subito, e poi lucida il suo primo timbro. La Lazio controlla il risultato (ieri contava solo questo), resta sempre sul pezzo, anche quando la Cremonese scova un buco. Non si passa di nuovo: dopo l’imbarcata di Herning, nemmeno un gol subito e un netto 0-4. Nella ripresa Pedro fissa il punto esclamativo. Primo successo in trasferta quest’anno, allo Zini mancava dal 6 marzo 1983, dall’1-0 firmato Giordano. Immobile ha da tempo superato Bruno: 187 reti in A, ne manca solo una per raggiungere il trio composto da Signori, Del Piero e Gilardino. Re Ciro guida la riscossa della Lazio, anche di fronte al suo popolo: tutti sudati sotto il settore Ospiti, stavolta per ricevere l’applauso dei 2500 al seguito. Sarri rivede un ottimo ruolino (2 punti a incontro, la classifica che sorride e il sorpasso sulla Roma), allontana al momento i cattivi pensieri d’addio e torna battagliero: quinto giallo in sette giornate, era diffidato e salterà il lunch match con lo Spezia all’Olimpico dopo lo stop.
Record. Solite sorprese di formazione a inizio gara. Sarri ferma Romagnoli, schiera Casale con Patric in difesa, l’equilibratore Vecino rimanda l’anarchico Luis Alberto in panchina. E c’è il convalescente Zaccagni a scorazzare sulla fascia sinistra. Alvini risponde con un 3-4-1-2, che difendee attacca a intermittenza: l’ex Escalante si abbassa, ma restano comunque quattro controllori in mediana. Meité fisso su Milinkovic, è la sua ombra. La Lazio riparte dal possesso palla, ma la Cremonese cerca di respingerla col pressing nella sua area e di colpire con una fiammata di Valeri sopra la traversa. Spavento e sveglia: Milinkovic inventa il quinto filtrante, il quarto solo per Immobile, che si sfila da Chiriches e non sbaglia. Ciro è una sentenza contro ogni neopromossa, ma la 24esima assistenza di Sergej (su 42 passaggi decisivi dal 2016) è pura poesia. Il bomber si sblocca e raddoppia dal dischetto, in questa stagione per la prima volta. Lochoshvili è maldestro col braccio su un tiro senza pretese della punta partenopea, Orsato assegna il rigore dopo un prolungato consulto al Var. Da regolamento ci sta. La Cremonese resta viva, ma la Lazio ha tutt’altra qualità. Si scrolla i fantasmi dalla testa, tornano sprazzi di Sarrismo, anche perché i ragazzi di Alvini sono parecchio imprecisi in uscita. Peccato che a Felipe Anderson manchi sempre un po’ di cattiveria per essere di un altro pianeta: sgomma, ma poi colpisce Bianchetti a due passi dalla porta. Diventa un assedio biancoceleste, la Cremonese si schiaccia, ma in contropiede Dessers non sfrutta due ghiotte chance né una carambola Patric-Provedel in uscita. Altro campanello d’allarme, altra sveglia: allora Cataldi recupera palla, Zaccagni non ci pensa due volte e tira, Milinkovic sfonda Radu sulla respinta. Esultanza col ciuccio, auguri papà. Guai comunque a dare la gara per finita. In due mesi forse la lezione è servita. E infatti la ripresa si apre con un parata pazzesca di Provedel da terra su Sernicola.
Dal cilindro, una magia. Su un errore di Vásquez, invece, Felipe Anderson serve Immobile, che si divora la tripletta a porta quasi sguarnita. Le squadre sono già lunghissime, lo spettacolo avanza, ci sono errori e ripartenze da una parte e dall’altra: la Cremonese sfiora la traversa dal corner con un’incornata di Bianchetti, un’altra fiammata di Felipe Anderson rimette Immobile invano davanti alla porta. Soprattutto Sarri si infuria perché Ciro stavolta è egoista, non la passa a Pedro tutto solo sulla linea. Serve un’altra zampata. La Lazio non infierisce, c’è il timore possa tornare a scherzare con la fortuna. E allora Sarri inserisce Luis Alberto per approfittare della stanchezza avversaria. Inizialmente, i biancocelesti si abbassano con il fantasista in mediana, Provedel si tuffa su Valeri in rovesciata e poi su Bianchetti di testa. Quindi però è proprio il Mago a tirar fuori dal cilindro il coniglio: tacco per Immobile, che fa proseguire per Pedro, poker servito. Il numero 10 continua a mostrare ancora che, quando i ritmi si abbassano, la leggerezza di un genio può servire tanto. Germe momentaneamente debellato, ma deve durare a lungo questo vaccino.
► Il Tempo titola: "Lazio pazza, poker a Cremona. Doppietta di Immobile e gol di Milinkovic e Pedro. Sarri sarà squalificato. Avversario troppo modesto per capire se la mini-crisi è superata. Riscatto immediato. Dopo il tracollo in Danimarca la squadra biancoceleste si rialza e vola in zona Champions".
Prosegue il quotidiano romano: ... articolo in fase di trascrizione ...
► La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio ripartenza vincente. La Danimarca è lontana, la squadra di Sarri schianta la Cremonese e ritrova gli uomini chiave. Immobile doppietta e super Milinkovic così il ko in Europa è già dimenticato".
Continua la "rosea": Il peggio e il meglio nell’arco di 72 ore. La Lazio è questa. Sempre esageratamente imprevedibile, nel bene e nel male. Così, tre giorni dopo la disfatta di coppa con il Midtjylland, e le conseguenti polemiche, inventa una prestazione pressoché perfetta con cui annichilisce la Cremonese e si rimette in marcia. Quattro reti, un palo, almeno altre 3-4 nitide palle-gol e una sensazione di superiorità quasi imbarazzante. Questo il menù della giornata offerto dai biancocelesti. I sarriani aggrediscono partita e avversario sin dalle prime battute, senza fronzoli e senza tentennamenti. E, soprattutto, senza la presunzione e la sufficienza con cui sono scesi in campo in Danimarca. Il risultato è una vittoria larga (la prima in trasferta della stagione) ed una partita che dopo 20 minuti è già chiusa. Anche perché la Cremonese non oppone alcuna resistenza e non fa nulla per reagire, consegnandosi agli avversari.
Vittoria storica. Successo atteso da quasi un secolo, quello della Lazio. Già, perché la sua ultima (e unica) vittoria in Serie A sul campo della Cremonese era datata 1930. Una eternità che Milinkovic e Immobile cancellano in un attimo. Il tempo di guardarsi negli occhi e realizzare in coproduzione il gol che spacca la partita dopo 7 minuti. Solito geniale assist del serbo, solita esecuzione perfetta del cannoniere. Sono loro (Ciro raddoppierà su rigore, il Sergente farà tris prima dell’intervallo, poi nella ripresa il poker di Pedro) l’immagine di una Lazio che volta pagina e si rimette in marcia. Perché a loro Sarri aveva chiesto di prendere per mano un gruppo uscito scosso dalla debacle danese e, sempre a loro, aveva chiesto di inventarsi qualcosa per tornare immediatamente a galla. Detto, fatto. I due leader (tecnici e non solo) non tradiscono. Ma, attorno a quei due, è tutta la squadra che stavolta funziona. Sarri ne cambia cinque rispetto a giovedì. Fa nuovamente accomodare Luis Alberto in panca (entrerà nella ripresa) e propone un centrocampo più funzionale con Milinkovic, Cataldi e Vecino. Importante anche il recupero di Zaccagni, le cui accelerazioni sono ormai un elemento imprescindibile della manovra. Che scorre fluida grazie a ritmi tenuti sempre alti, alla giusta pressione sui portatori di palla, a un fraseggio stretto in fase di impostazione che tocca momenti di puro spettacolo.
Cremonese attonita. Di fronte ad una prova corale di tale spessore la Cremonese resta senza parole. Alvini a fine partita sarà molto severo con i suoi. È vero, soprattutto in fase difensiva, la squadra di casa dovrebbe fare di più, applicarsi con maggiore ferocia agonistica, mantenere meglio le distanze. Però quando una formazione di caratura tecnica superiore decide di giocare non è che ci sia molto da fare. Forse, i complimenti per le belle prove fin qui fornite - sublimate dal pari in casa dell’Atalanta - hanno un po’ rilassato le menti dei grigiorossi. Errore che quando lotti per la salvezza non ti puoi permettere. Anche nella giornata più nera, però, l’impianto dei lombardi si conferma interessante, specie sulle fasce, dove Sernicola e Valeri fanno vedere le cose migliori. Da loro, e non solo, Alvini potrà ripartire. Previa doverosa strigliata alla squadra, però. Volendo, può chiedere al suo maestro Sarri come si fa.
► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Sempre pronti a ingrandire la leggenda di Ciro Immobile, signore degli Slam da record, 187 gol in serie A, meno 1 da Signori, Gilardino e Del Piero (188). Si prepara ad entrare nella top ten. Di più, sta organizzando una nuova spedizione ad altissima quota, sulla vetta della classifica marcatori all time del campionato. Lui può. Comanda re Piola a 290 reti, segue Totti a 250: "Raggiungere Totti? È lunga, sì. Io guardo poco i numeri, una volta raggiunti me li ricordate voi. Sono belli - ha detto Ciro - i miei figli sono piccoli, da grandi capiranno cosa ha fatto il papà e questo mi rende orgoglioso. Ma quando sono solo penso alla prossima partita, al prossimo gol". Sembrano tutti dovuti, i gol di Immobile. Quelli di ieri erano stati promessi a Herning giovedì, dopo la disfatta. Si va a Cremona per comandare, aveva assicurato capitan Immobile. Così è stato: "Nella mia testa c’è sempre la voglia di migliorare, di andare avanti, di cercare di fare il massimo in ogni partita, in ogni campionato, in ogni stagione. Vado avanti e grazie ai miei compagni sto raggiungendo cifre importanti".
Il leader. Ha qualcosa di mistico, Ciro. Ogni suo gol ha la sua storia, il suo fascino, il suo significato. Quelli di ieri, conditi dall’assist per Milinkovic, sono serviti per fare uscire la Lazio dal solito gesso psicologico, a osare, a reagire: "C’era tanta delusione nei due giorni dopo l’Europa, dopo quella partita sottovalutata. Questa non era la gara della riscossa, era una partita per far vedere che la squadra è cresciuta. Anche l’anno scorso abbiamo avuto defaillance. Quella di Herning è stata diversa, c’è stato un calo di concentrazione che non deve accadere. Non era semplice reagire, avevamo poco tempo, per giorni siamo stati lontani dalle coccole di casa", ha detto Immobile col sorriso. Era stato l’unico a metterci la faccia, aveva parlato a nome di tutti professando il più temerario degli atti di fede. Ha garantito ai tifosi la reazione e da capitano ha lavorato dentro lo spogliatoio per far sì che le accuse di Sarri di giovedì (poi smorzate) non diventassero un boomerang: "Sarri ha parlato a caldo dopo la partita, non si riferiva a nessuno in particolare, credo. Il germe sono questi cali di tensione, quando si perde è colpa di tutti. Da capitano ci ho messo la faccia, ho parlato a nome della squadra, aveva la mia stessa convinzione".
I numeri. Ciro non si nega niente, nessun traguardo, nessun primato. Ha segnato e servito un assist, non gli capitava dal maggio 2021 contro il Genoa. La doppietta la aspettava dal 15 gennaio scorso (due gol alla Salernitana). Ha segnato su rigore il secondo colpo, il 45º dei 55 battuti in serie A: "Quando la squadra gira ti mette nelle condizioni di avere 4-5 palle gol, ti agevola nel risultato. Tu devi essere bravo a buttarla dentro. Mio padre dice sempre che è difficile fare gol in tutti i modi, in tutti gli stadi, in tutte le categorie". Ciro ha chiuso stremato. Su Dazn gli è stato chiesto se l’assenza di un vice puro sia penalizzante. Sarri stava facendo entrare Cancellieri, poi si è fatto male Patric: "Negli ultimi venti minuti mi sarebbe piaciuto che ci fosse, avrei potuto fare più gol, ma nel finale la porta era diventata così piccola... Avevo le gambe pesanti, ci sta. Il primo tempo è stato straordinario, il campo era bello ma un po’ secco, la gamba fa fatica ad alzarsi dopo le fatiche europee. Mi rode, potevo portare il pallone a casa con il tris, vale per la prossima". Ciro si prepara a tornare in Nazionale, non si è arreso: "Ho sentito Mancini un paio di giorni fa, è tutto a posto. Sono contento per la chiamata di Provedel".
Tratte da "Il Messaggero", altre dichiarazioni post-gara:
Accenna un leggero sorriso Sarri dopo le riflessioni dei giorni scorsi. Il tecnico cercava una risposta e la Lazio l’ha data eccome contro la Cremonese. Difficile digerire quanto visto in Danimarca, ma meglio chiarire il concetto di "germe": "È la motivazione. Non si può fare tanto casino per una parola. Può essere lo staff tecnico che trasmette involontariamente un qualcosa di negativo alla squadra, o un giocatore, o l’ambiente. Oppure l’incapacità di tenere le energie nervose a livelli elevati per periodi prolungati. Bisogna mettere tutto in discussione per arrivare a capo di questa cosa". L’importante però per il tecnico è che la vittoria dello "Zini" non sia "di reazione, ma di consapevolezza". A risollevare gli animi ci ha pensato come al solito la premiata ditta Milinkovic-Immobile: "Sergej è un talento che non si è ancora espresso al massimo. Ciro in area è fenomenale". Dall’asse tra i due gioielli sono nati ben 24 gol dal 2016, una garanzia. Il tecnico si gode il poker concluso da Pedro, ma la notizia più bella è il terzo clean sheet: "Sono contento del fatto che non abbiamo preso gol perché sul 4-0 un calo di attenzione anche minimo è prevedibile". Solo passi in avanti, tranne per le ammonizioni, ormai tallone d’Achille del Comandante che salterà lo Spezia per squalifica: "Non so neanche dire perché ho preso il giallo. Stavamo cambiando disposizioni perché all’improvviso Patric ha chiesto il cambio. Forse Orsato l’ha interpretata come una perdita di tempo, ma il quarto uomo sa com’è andata". Per la terza volta sarà Martusciello a dirigere le operazioni dalla panchina. Prima ci sarà la sosta per rifiatare, anche se Sarri preferirebbe altro: "Faremo un lavoro fisico e tattico. Col ritmo degli ultimi tempi è dura giocare sempre, ma le soste non mi piacciono. Meglio due settimane con una gara l’una". Spazio poi a un primo bilancio, positivo per l’allenatore: "Abbiamo allargato la base dei giocatori su cui fare affidamento. In campionato abbiamo fallito solo col Napoli e in coppa abbiamo fatto una cazzata".
Coppia d'oro. Intanto la vecchia guardia spiana la strada a Cremona: "Sono davvero contento per i miei compagni – rivela Immobile – perché li ho visti davvero giù di morale. Non ci aspettavamo una debacle del genere, siamo stati presuntuosi". Parla da capitano vero Ciro: "Abbiamo parlato poco e lavorato tanto, imparando la lezione", senza dimenticare mai il sostegno dei tifosi: "La vittoria va dedicata a tutti quelli presenti qui, ma soprattutto a Herning". Ora testa alla maglia azzurra, spesso sinonimo di critiche, ma il bomber non ci pensa: "Ci vado sempre a testa alta". Nazionale che toccherà anche a Milinkovic, in attesa della cena pagatagli dal capitano: "A Piacenza non abbiamo avuto tempo, vediamo se me la offrirà dopo". Primo centro in Serie A quest’anno per il Sergente con una dedica speciale: "Il gol mi era mancato. Con la mia compagna, che sposerò, stiamo aspettando una bambina. L’esultanza era per lei". Infine l’analisi: "Giusta la risposta data, ma non possiamo giocare partite come giovedì".
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
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