Domenica 11 novembre 1979 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Pescara 2-0
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11 novembre 1979 - 2018 - Campionato di Serie A 1979/80 - IX giornata
LAZIO: Cacciatori, Tassotti, Citterio, Wilson, Manfredonia, Zucchini, Garlaschelli (46' D'Amico), Montesi, Giordano, Nicoli, Viola. A disp. Avagliano, Todesco. All. Lovati.
PESCARA: Pinotti, Chinellato, Prestanti, Boni, E.Pellegrini, Negrisolo, Cerilli, Repetto (66' Di Michele), Silva, Nobili, Cinquetti. A disp. Piagnerelli, Lombardo. All. Giagnoni.
Arbitro: Paparesta (Bari).
Marcatori: 11' Giordano, 82' D'Amico.
Note: Giornata fredda, campo in discrete condizioni. Ammoniti Montesi e Negrisolo per gioco scorretto. Esame doping per Wilson, Giordano, Viola, Di Michele, Pellegrini. Prestanti. Repetto è uscito con una sospetta distorsione alla caviglia per uno scontro con Montesi. Angoli 5-3 per il Pescara.
Spettatori: 25.000 circa (8.342 paganti per un incasso di £. 30.814.900 e 13.114 abbonati per una quòta partita di L. 72.169.000).
► Il Corriere dello Sport titola: “E adesso la Lazio è quarta in classifica”. “Che fenomeno questo Viola”.
Roma – Nando Viola in copertina. È stato l’applaudito protagonista di una partita entusiasmante. Ha ravvivato da campione una recita che rischiava di scadere nel monotono dopo il vantaggio conquistato dopo 10 minuti dalla Lazio. Con Viola hanno lavorato molto bene altri cospicui attori, da Giordano a Cerilli, da D'Amico (entrato nel secondo tempo) a Nobili. Sicché alla fine la gente ha sfollato divertita e soddisfatta.
Peccato, però, che il pubblico fosse scarsissimo, da record negativo per la Lazio. D'accordo, il Pescara non era di gran richiamo, nonostante i numerosi “ex” romani delle sue file. Ma ciò non basta a giustificare tanta diserzione.
All'Olimpico c'è aria nuova, il tifo è ordinato e corretto, sono riapparsi solo gli striscioni con i nomi dei club, l'operazione “arcobaleno” è stata avviata in clima idilliaco. Ma la gente rimane a casa. Ha paura di rimetter piede in uno stadio profanato da un tremendo delitto? Non crede nella possibilità di ritrovare un divertimento libero da pericoli?
Speriamo che sia stato il maltempo della mattinata a scoraggiare molti. Perché, altrimenti, ci sarebbe da preoccuparsi. La crisi di disaffezione dopo la morte di Vincenzo Paparelli è enorme. 8.342 paganti sono il minimo stagionale della Lazio, ricordano squallidi appuntamenti di lontane serie B.
Il protagonista - Gli assenti si sono perduti lo straordinario "show" di Nando Viola, evidentemente miracolato dal lieve intervento chirurgico (gli sbloccarono un importante muscolo) dello scorso anno. Questo Viola ha calcato per anni i campi di A, guadagnandosi fama di solista estroso e alterno. Ha stentato a rifarsi una reputazione anche alla Lazio, tanto che in estate (a malgrado del bel finale nel torneo precedente) stava per essere inserito nel listone dei trasferendi. Ma una volta entrato in squadra, quasi per necessità, nella Coppa Italia, ha imbroccato una, due, cinque, dieci partite una migliore dell'altra.
Conservando il proprio repertorio di stilista. Viola ha acquistato altruismo, continuità, vigore atletico. Adesso spazia dalla sua area a quella avversaria con il passo, il fondo e la lucidità di un centrocampista classico. Un formidabile pivot dotato d'estremo dinamismo. E non prendeteci per esagerati perché, quando in passato si è trattato di criticare (per motivi reali) Viola, questo giornale (e chi scrive) non s'è mai tirato indietro.
La lotta di Giordano - Giordano voleva intanto riprendere la marcia di goleador interrotta da due settimane e c'è riuscito. Ha segnato dopo 10 minuti con una pronta, precisa e potente incornata su angolo di Viola. Bruno, “Rugantino” di Trastevere, voleva poi staccare Rossi tra i cannonieri, per avvalorare presso Bearzot il proprio buon diritto a qualcosa di più di venti minuti sabato prossimo a Udine contro la Svizzera.
La sua lotta a distanza con il perugino, scandita dai boati del pubblico che aveva la radiolina all'orecchio, è stata piena di colpi di scena. Alle 14.40 Giordano staccava Pablito con la citata prodezza. Alle 14.52 si sentiva raggiunto dal primo gol di Rossi alla Roma. Alle 14.53 tentava di piantare nuovamente il rivale con un tiro leggermente alto, dopo velocissimo triangolo con Garlaschelli-Citterio. Alle 15 un altro suo tentativo di fuga, con stupenda girata al volo a conclusione di uno scambio Montesi-Viola, falliva d'un soffio.
Alla notizia del secondo gol di Rossi, Giordano non si perdeva d'animo. Il suo rivale diretto Prestanti lo marcava decisamente, ma senza cattiveria. Si poteva, insomma, giocare. Ed ecco altri tentativi personali di Bruno al 41‘, al 70', ai 77'. Niente da fare. Giordano si ritrova inseguitore, ma la sua forma è eccellente, Bearzot ne terrà debito conto.
Ed il Pescara? - Ma il Pescara non c'era? La faceva da spettatore? Niente di tutto questo, è vero semmai il contrario. Perché, sullo 0-0, il Pescara ha fatto tremare due volte la Lazio ed in entrambe le occasioni Wilson ha dovuto sfoderare tutto il suo mestiere per salvare la Lazio. Al 3' atterrava Nobili nella lunetta, al 6' fermava con una mano, quasi nello stesso punto, un tocco di Silva allo smarcatissimo Cinquetti.
Preso il gol di Giordano — Viola rubava di forza la palla a Repetto a metà campo, puntava deciso verso la rete, evitava tutti gli interventi, ma non quello di Pinotti che gli mandava la palla in angolo, da cui la rimessa già descritta — il Pescara si è riversato nella metà campo laziale. Al 14' Cacciatori è dovuto volare su un bolide angolato di Cinquetti su punizione. Al 25’ (dopo che Garlaschelli aveva corretto malamente un tiro sbagliato di Giordano, trasformatosi in incredibile passaggio smarcante per l'ala destra laziale) era Cerilli a fallire tutto solo davanti a Cacciatori su invito di Repetto dalla fascia destra. Al 44' Nobili sbagliava una seconda occasione da pochi metri su errore di Tassotti e passaggio di Citterio. Al 54' Silva mancava una girata di testa da posizione favorevole. All'81’ Negrisolo mandava fuori di poco una potente zuccata su punizione di Nobili.
Alla fine, come quasi sempre accade, la Lazio raddoppiava in contropiede. Scendeva Citterio sulla sinistra e rimetteva ciabattando sul fronte opposto. Sembrava una palla persa, pescaresi e laziali restavano fermi. L’unico a catapultarsi nella zona morta era Zucchini, cui non andava di chiudere la partita senza neanche una cosa buona. L'ex pescarese, che non aveva dato molti dolori ai suoi vecchi amici, raggiungeva la palla ad un metro dall’out e rimetteva per D'Amico. Questi superava in dribbling Chinellato, anticipava l'intervento a chiudere di Pellegrini e Negrisolo e da pochi metri faceva secco Pinotti.
Situazione difficile — Mentre la Lazio veleggia verso le prime posizioni della classifica, il Pescara conferma tutti i suoi limiti: è (con il Catanzaro) la squadra che non ha mai vinto; non ha mai fatto gol in trasferta; ha la peggior difesa del campionato. Giagnoni s’è preso un bel gruzzolo di milioni, ma ha una gran brutta gatta da pelare. Comunque, è giusto non disperare perché il Pescara, pur con tanti limiti offensivi e difensivi, ha mostrato d'esser vivo. Altrimenti non avrebbe sfiorato tante volte il pareggio. Cerilli, Nobili e Pellegrini sono stati i suoi migliori.
Mossa astuta - Lovati temeva le sollecitazioni del pubblico pro D'Amico panchinaro. Approfittando di un colpo subito da Garlaschelli, ha preso tutti in contropiede ordinando la staffetta nell'intervallo. Gli è andata bene. Grandissimo Viola, grande Giordano, bene D'Amico, Wilson, Manfredonia, Cacciatori, sufficienti gli altri. Inferiore ai suoi standard Montesi cui la sosta ha fatto male. Zucchini, sempre un po' spaesato e timoroso, s’è parzialmente riscattato con il passaggio del secondo gol. Di Paparesta in passato s’è detto tanto male. Ieri non s'è fatto notare. È un elogio.
► La Gazzetta dello Sport titola: "Giordano-D'Amico niente da fare per il Pescara". "La squadra di Lovati ha dominato l’incontro trovandosi di fronte ad una formazione che in una sola occasione ha impegnato Cacciatori".
Staccatissimo sul piano del gioco, sfiduciato e demoralizzato il Pescara perde la sua funzionalità dopo undici minuti di gioco quando Giordano con un limpido, perentorio stacco di testa porta in vantaggio la Lazio. Da quel momento il Pescara scompare, si disintegra a centro campo nonostante i generosi sforzi di Negrisolo e di Repetto, evidenzia imperdonabili incertezze e sfasature in difesa.
Insomma, non c'è proprio nulla da tirar fuori per poter alimentare le speranze degli abruzzesi, almeno sulla falsariga di quanto ha fatto vedere all'Olimpico. I valori singoli del Pescara sono quelli che sono, per di più ha dovuto remare controcorrente nel tentativo di rimontare il gol di svantaggio e così facendo ha messo in gravi difficoltà la difesa.
Giordano ha effettuato otto tiri contro la porta difesa da Pinotti: due volte è stato bravo il portiere a salvare, tre volte li pallone ha sfiorato i pali, le altre volte il pallone ha sorvolato di poco la traversa. Con un Giordano più preciso o più fortunato nel tiri il Pescara avrebbe subito una pesante punizione; c'è da dire comunque che Giordano insieme a Viola è stato iI protagonista principale della giornata assistito peraltro dalle marcature discutibili o tutt'altro che assillanti attuate dal Pescara, che ha adottato una tattica di contenimento a zona nella fascia centrale ed una blanda copertura a uomo in difesa, un modulo di gioco ibrido che ha permesso alla Lazio di disputare più che una partita ”vera” una specie di allenamento.
Il Pescara ha avuto qualche lampo all’Inizio della ripresa quando la Lazio, per l'uscita di Garlaschelli, era alla ricerca di un nuovo assestamento, poi, inseritosi D'Amico nel vivo del gioco e ritrovata la geometria, per la squadra di Giagnoni non c'è stato più nulla da fare.
Tutto comodo dunque per la Lazio il cui portiere Cacciatori ha effettuato un solo intervento di una certa difficoltà all’89' su una punizione “tagliata” di Nobili; tutto grigio per il Pescara, abulico, moscio, bloccato psicologicamente dal tarlo della rassegnazione.
Molto belio il primo gol di Giordano messo a segno con uno splendido colpo di testa su caldo d'angolo battuto a rientrare da Viola. Giordano si inseriva fra Prestanti e Negrisolo; perfetto lo stacco, forte ed imprendibile la deviazione. Nulla da fare per Pinotti.
Il secondo gol lo realizzava D'Amico entrato nella ripresa a rilevare Garlaschelli (zoppicante per un dolore ad una caviglia}, quando mancavano otto minuti alla conclusione; parte del merito va attribuita a Zucchini che si lanciava caparbiamente all'inseguimento di un pallone che sembrava destinato al fondo campo su tiro cross di Citterio. Zucchini raggiungeva la palla proprio sulla linea, l'appoggiava corta a D'Amico il quale attraverso una serie di fortunati ed indovinati rimpalli batteva da distanza ravvicinata Pinotti.
Nel contesto del racconto ci sono per la Lazio quattro palle gol: 18’ (Garlaschelli), 30’ (Giordano), 38' (Giordano), 74' (Giordano); una per il Pescara (colpo di testa di Negrisolo al 71’ uscito di poco a lato).
► La Stampa titola: "Al 10' Giordano infrange le speranze del Pescara". "Saltati quasi subito i dispositivi di difesa, la squadra di Giagnoni è sempre stata in balia della Lazio. - Secondo gol di D'Amico. - Cacciatori una sicurezza".
I primi episodi di cronaca della partita fra Lazio e Pescara, creavano un certo allarme nei padroni di casa. Al 2' e al 5', Nobili veniva faticosamente bloccato al limite dell'area mentre era lanciato pericolosamente a rete. Uno dei due calci di punizione, battuto dallo stesso Nobili, sfiorava il palo della porta difesa da Cacciatori.
Ma mentre gli abruzzesi stavano cercando di intimorire gli avversari, cadeva su di loro la doccia gelata del primo gol biancazzurro. Al 10' Viola batteva un calcio d'angolo che Giordano, con un guizzo, riusciva a deviare di testa nella porta pescarese. Nell'occasione è sembrato che la retroguardia ospite avesse più di una colpa da farsi perdonare. Tuttavia non vanno sottovalutati i meriti di Giordano. Tre minuti più tardi il portiere Cacciatori respingeva in volo un pericoloso tiro di Cinquetti.
Sarà questo l'unico tentativo del Pescara scaturito da una manovra. Al 18' Giordano serviva alla perfezione Garlaschelli, completamente smarcato davanti alla porta di Pinotti. Ma l'attaccante biancazzurro riusciva a fare la cosa più difficile spedendo alto sopra la traversa. Ancora Giordano alla ribalta al 30' e al 35' con tiri finiti di poco a lato. La stessa cosa era capitata a Viola al 31'. In chiusura il Pescara si faceva vivo con Nobili che però veniva bloccato in extremis al momento del tiro.
Nella ripresa il Pescara si lanciava in pressing nel tentativo di rimontare. Ma le sue iniziative, discrete a centrocampo, si esaurivano regolarmente in fase conclusiva. Venivano ammoniti prima Montesi e poi Negrisolo per gioco falloso. La Lazio continuava a rendersi pericolosa in contropiede con il solito Giordano. Al 81', però, un pallone colpito da Negrisolo, che raccoglieva di testa una punizione calciata da Nobili, per poco non centrava il bersaglio. Un minuto dopo D'Amico, con i difensori abruzzesi fermi come statue di sale, raccoglieva un cross di Zucchini, dribblava un paio di avversari e insaccava imparabilmente il pallone del secondo gol.