Le ultime scoperte di LazioWiki sui Fondatori e su quattro Pionieri
In questa pagina pubblichiamo le ultime notizie trovate sui nove Fondatori e su alcuni Pionieri della S.P. Lazio. Ulteriori schede completamente inedite su altri 60 Pionieri saranno pubblicate prossimamente.
Cliccando sul nome indicato nella sottostante tabella si raggiungerà la sezione relativa allo stesso.
I Fondatori:
Odoacre Aloisi [modifica | modifica sorgente]
Nato a Roma il 20 gennaio 1881 da Ercole ed Ernesta Amici, Odoacre, che nel gennaio 1900 è ancora un giovane studente che lavora anche come impiegato della Regia Prefettura ed abita al Flaminio in Via Luigi Canina, è uno dei nove soci fondatori della Società Podistica Lazio.
Gioca come portiere. Nel 1914 risulta ancora come dirigente della società con il ruolo di vicepresidente della sezione Atleti. Tale ruolo lo manterrà anche durante il 1° conflitto mondiale, in quanto fu dispensato dal servizio militare proprio per il suo lavoro prefettizio. Diviene in seguito Commissario di Polizia. Muore a Roma, dove risiedeva in Via della Giuliana, il 25 maggio 1942 e le sue spoglie riposano nella tomba di famiglia al cimitero del Verano a Roma.
Era alto m. 1,75, con una circonferenza toracica di m. 0,95, i suoi capelli erano castani, lisci e gli occhi erano anch'essi castani.
Arturo Balestrieri [modifica | modifica sorgente]
► La scheda di Arturo Balestrieri
Nato a Roma il 1 marzo 1874, da Simone e Regina Levi.
Statura: m. 1,60, colorito: roseo, capelli: rossi, lisci, occhi: grigi. Professione: ragioniere. N. matricola 2.759 della leva 1874. Soldato di leva 3^ categoria del distretto di Roma. In congedo dal 3 ottobre 1894. E' stato allievo ufficiale nel Reggimento di Cavalleria Catania.
Fa parte delle primissime formazioni della Lazio e viene schierato sia nel ruolo di portiere che in manovra. Nel 1900 ha 26 anni ed è sottotenente di cavalleria. Conquista il Titolo Italiano di Marcia nei 10.000 m. nel 1907, primo italiano a fregiarsi di questo primato. Stabilisce il record italiano nella marcia dei 1.500 m. impiegando 6 minuti e 48 secondi. A partire dal 1913 collabora con una serie di periodici sportivi tra cui il quindicinale "Lo Sport Illustrato" e la Gazzetta dello Sport. Inoltre fu giudice di gara ed arbitro internazionale di boxe. Scrisse anche un manuale sull'allenamento podistico che ebbe un notevole successo. Morì nel 1945 a Cremona.
E' stato vicepresidente della Federazione di Atletica. Fu il primo che tradusse dall'Inglese un libro sulla Pallacanestro, facendo conoscere questo sport in Italia.
Luigi Bigiarelli [modifica | modifica sorgente]
► La scheda di Luigi Bigiarelli
Luigi Bigiarelli fondò la Lazio. Purtroppo non sono molte le notizie biografiche su questo personaggio e ciò rende complessa una ricostruzione esaustiva delle vicende umane e sportive dell'uomo che ebbe "l'idea".
Nato a Roma il 20 agosto 1875, figlio di Mariano, 1° Sergente della Guardia Pontificia, e Rosa Manni. Deceduto a Bruxelles il 16 febbraio 1908. Residente a Roma, alla nascita, in Borgo Vecchio n. 16, piano 2°. Anche lo zio paterno Pio era sergente della Guardia Pontificia. Il 28 giugno 1895 risulta già al servizio quale volontario ordinario nel 12° Bersaglieri con matricola 2.279. Il cognome "Bigiarelli" in Italia non è molto diffuso, ma si ritrova con una certa frequenza in una "enclave" delle Marche compresa nella zona tra Tolentino e Fabriano. E' probabile che gli avi di Luigi fossero quindi, come tanti romani, originari di tale regione. Ma tale ascendenza è molto remota se si pensa che il bisnonno, il nonno e il padre erano nati a Roma. Sappiamo anche che aveva un fratello minore di nome Giacomo e due sorelle più grandi, Pia e Anna. Risulta che da sottufficiale dei Bersaglieri del 14° Battaglione di Fanteria Africa prese parte alla tragica battaglia di Adua dell'1 marzo 1896 in cui furono uccisi, dagli Etiopi del Ras Maconnen, più di 5.000 soldati italiani del corpo d'armata del Gen. Oreste Baratieri, lì inviato dal Governo Crispi in un'illusoria ottica di espansionismo coloniale.(*)
(*) Il 1 marzo 1896 ad Adua sono presenti due battaglioni di Bersaglieri per un totale di 773 uomini. A causa di problemi topografici i Bersaglieri, dopo una lunga marcia di avvicinamento, giungono in linea in ritardo sulle pendici del monte Zeban Daro, posizione che gli era stata affidata. L'occupazione viene perciò completata solo sulle pendici poiché l'ascensione presenta le difficoltà di una vera scalata alpina. Nonostante questo alcuni vi si accingono, ma trovano la vetta già occupata dal nemico e comunque riescono a farsi largo alla baionetta. La situazione si fa difficile per un continuo afflusso di soldati abissini che in questo settore sono in rapporto di 1 a 20 e che riescono a sfondare presto il reparto sul loro fianco. I Bersaglieri, presi d'infilata, per non finire accerchiati debbono retrocedere, ma lo fanno con ordine e sempre tenendo testa al nemico. Chi si salva deve sostenere violenti corpo a corpo. Dei 10.226 soldati bianchi impegnati ne morirono 4.050, oltre agli indigeni che combattevano al nostro fianco; molto più gravi le perdite subite dal nemico. Il nostro Fondatore era lì.
Scampato alla morte, Luigi tornò a Roma ed essendo un giovane pieno di energia suggestionato dal racconto delle gesta degli atleti che avevano partecipato alle Olimpiadi di Atene del 1896 organizzate conformemente alla visione sportiva del barone De Coubertin, decise di cimentarsi in prove sportive di vario genere, ma con una certa predilezione per il podismo. Da alcuni documenti sembra che l'attività sportiva fosse stata intrapresa da Luigi per distrarsi dal ricordo assillante e doloroso di una storia d'amore finita male. Il luogo di Roma dove più si praticava lo sport era sicuramente quello compreso tra la sponda destra del Tevere e la collina di Monte Mario in cui vi era l'ampia spianata della Piazza d'Armi che ogni mattina vedeva le esercitazioni militari, ma di pomeriggio, era in uso agli atleti di varie discipline sportive.
Qui il giovane Bigiarelli, insieme al fratello, si cimentava in allenamenti atletici di resistenza allo sforzo, di velocità e nel nuoto in cui aveva vinto delle gare. Il Tevere con i suoi aristocratici circoli natatori e di canottaggio, inavvicinabili dai più, era comunque il luogo per fare amicizia con altri sportivi e iscriversi alle varie gare che si organizzavano a Roma soprattutto per celebrare con l'esercizio fisico alcuni importanti avvenimenti cittadini. Alcuni di questi sportivi, tra cui Luigi e Giacomo, facevano parte di un gruppo non ufficiale chiamato "Liberi nantes" che faceva base su un barcone ancorato proprio sotto ponte Margherita che possedeva qualche scafo scartato dai circoli più ricchi e risistemato dal gestore. Nel periodo più caldo invece si appoggiavano al galleggiante del "Bagno Talacchi" che si trovava sull'altra sponda. Il nome di questi atleti appassionati è stato tramandato dalla tradizione orale e da qualche documento e risultano essere stati nove e più precisamente: Luigi Bigiarelli, Giacomo Bigiarelli, Odoacre Aloisi, Alceste Grifoni, Galileo Massa, Arturo Balestrieri, Giulio Lefevre, Enrico Venier, Alberto Mesones.
Costoro sono ricordati come i Fondatori ma sicuramente vi erano altri giovani che facevano parte del gruppo come Olindo Bitetti, Tito Masini, Tullio Mestorino, Giuseppe Valle, Rinaldo Fortini. Il più determinato era sicuramente Luigi. Costui aveva già partecipato a gare di podismo e aveva coperto la Roma-Firenze in 67 ore facendosi conoscere negli ambienti sportivi nazionali. Inoltre, nel 1899, aveva vinto una gara sui 120 m a Villa Pamphili che gli aveva permesso di divenire Campione del Lazio di corsa veloce. Di lui abbiamo la descrizione fisica che ci è stata tramandata dai suoi amici: era di media statura, begli occhi azzurri e sinceri, lineamenti regolari e carnagione bruna. Era soprannominato, con tipica ironia romana, "er puntale" a causa di una barba che finiva con un angolo molto aguzzo.
L'idea di formare una Società Sportiva venne a Luigi a cagione del fatto che il gruppo desiderava partecipare al "Giro di Castel Giubileo" del 21 aprile (Natale di Roma) del 1900, ma ne era impedito dal regolamento che permetteva l'iscrizione solo agli atleti appartenenti a società sportive ufficiali e quindi l'unica possibilità fu quella di costituirne una. Si sa anche che questi amici si erano allenati duramente in previsione della gara. Fu proprio Luigi che ebbe l'idea di formare una società negli ultimi giorni del 1899 e lanciò la proposta ai compagni che l'accettarono entusiasticamente. Le strategie operative venivano studiate su una panchina dei giardini di Piazza della Libertà, sovrastante il barcone succitato che fu chiamato beffardamente, per la sua modestia, Pippa Nera forse come deformazione irriverente del nome del circolo remiero Nera che nel barcone aveva la sede. Dopo molte discussioni ed escludendo volutamente il nome di "Roma" in quanto già esisteva la "Ginnastica Roma" e volendo comprendere tutta l'area latina in cui era Roma, fu deciso di chiamare la nuova società come "Società Podistica Lazio" ed i suoi colori furono il bianco e celeste del vessillo della Grecia, nazione in cui era nato l'ideale olimpico e che aveva ospitato le prime Olimpiadi moderne del 1896.
Molto difficile risulta risalire a chi ebbe l'onore di scegliere il nome e i colori di questa Società. E' probabile che fu un'idea comune, nata dalle proposte di tutti sebbene la tradizione voglia che Luigi Bigiarelli abbia scelto i colori e il giovane Olindo Bitetti il nome. La Società nacque ufficialmente il 9 gennaio 1900, come riportato da un articoletto del "Messaggero" del giorno seguente. Sul luogo di nascita, come segno della nascita della nuova Società, fu scritto a lettere grandi con la vernice sul parapetto del fiume "S.P. Lazio". Che il fondatore più rappresentativo fosse proprio Luigi è testimoniato dal fatto che il giornale consigliasse di rivolgersi, per avere informazioni, all'indirizzo di Vicolo degli Osti 15 al 1° piano, che era l'abitazione, dietro Piazza Navona nel Rione Parione, dei fratelli Bigiarelli. Solo più tardi la Lazio poté ottenere in affitto la propria sede in Via Valadier n. 6 (oggi 21). E' simpatico ricordare che la nuova Società aveva persino un inno, intitolato "Inno alla Lazio", che Balestrieri eseguiva con la sua ocarina ogni volta che un nuovo atleta diveniva socio laziale.
Un discorso a parte si dovrà fare, una volta esperite ricerche più approfondite, sulle idee personali e le assonanze politiche e sociali intercorrenti tra i giovani fondatori. Tra di loro era presente ogni ceto sociale, ma appare significativo che la notizia della fondazione della Lazio apparve immediatamente sul "Messaggero" che notoriamente era schierato politicamente in senso molto laico e teso a illustrare e denunciare lo stato di disagio delle classi più basse della città, la corruzione dei poteri forti ed a sviare i tentativi dell'aristocrazia "nera", legata al Vaticano, di speculare sull'urbanizzazione della città capitale. Non si possono quindi sottacere le velate accuse di suggestioni massoniche che venivano rivolte alle linea politica del quotidiano. Bigiarelli comunque non volle che ci fosse un presidente in quanto lo sport da lui veniva inteso come assoluta uguaglianza fisica e intellettuale e quindi negava il concetto di "primus". Era un tentativo il suo, per lui che aveva conosciuto la violenza della guerra, di diffondere il più puro ideale sportivo in termini di fratellanza e di universalità.
Il 13 gennaio 1900 furono stabilite e pubblicate le ventuno regole dello statuto societario. Da quel freddissimo 9 gennaio, la Lazio ha cominciato quel percorso sportivo, sociale e culturale che non ha eguali a Roma e pochi rivali in Italia, in Europa e nel Mondo. Per pura informazione si ricorda che la corsa del 21 aprile di Castel Giubileo vide la Società Podistica Lazio vincere la medaglia d'oro a squadre. La Lazio nel frattempo era cresciuta come fama e come numero di soci e il potenziamento delle strutture si rese ben presto necessario. Le quote sociali che gli atleti potevano versare per la gestione erano sempre insufficienti e presto cominciarono a presentarsi gravi problemi finanziari. Si ritiene che furono venduti anche i trofei che erano stati vinti e questa probabilmente fu una decisione che Luigi non poté sopportare in quanto il suo idealismo e la sua concezione dello sport negavano qualsiasi commistione con il denaro. Nel frattempo capitò che il fratello Giacomo dovesse trasferirsi a Bruxelles per i suoi affari legati al commercio e Luigi fu costretto a seguirlo. La partenza avvenne nel 1902 ma Luigi volle portare con sé le magliette da gara biancocelesti con la scritta "S.P. Lazio" sul petto.
I fratelli Bigiarelli ampliarono il raggio dei loro affari in Belgio creando, grazie al credito concesso dalla Walter Barth & Cie dopo indagini quasi poliziesche sull'affidabilità dei due fratelli una florida Società per il commercio agroalimentare, la "Bigiarelli Frères". A Bruxelles la loro residenza era situata nella zona dei mercati, in Rue de Sainte Catherine n. 6. (v. foto di una lettera autografa originale della Ditta). Negli anni seguenti sia "Il Messaggero" che la "La Gazzetta dello Sport" riportarono i successi che Luigi coglieva in Francia e in Belgio in prestigiose gare podistiche internazionali in cui il fondatore partecipava iscrivendosi, sia pur lontano, come atleta della Lazio di Roma. Sappiamo che Luigi fece registrare il tempo di 2 ore 28 minuti e 32 secondi sui 30 km di marcia che costituì il record mondiale. La superiorità di Luigi era talmente netta che gli fu impedito di gareggiare in Belgio. Il vecchio ideale fu così eternato e propagato in Europa con infinito orgoglio di appartenenza e amore per quei due colori. Dopo appena un anno dal suo trasferimento, nell'aprile 1903 Luigi ritornò a Roma, forse per completare il trasloco, dove, come confermano i giornali dell'epoca, fu accolto con grande entusiasmo dalle società podistiche.
Luigi Bigiarelli morì giovanissimo, a 32 anni, a Bruxelles il 16 febbraio 1908 probabilmente per una polmonite trascurata e le sue spoglie furono tumulate nel cimitero di Ixelles. La Gazzetta dello Sport comunicò la notizia della scomparsa con accenti commossi, ricordando che Luigi, nel frattempo, come atleta della Lazio, era diventato Campione mondiale di marcia podistica. La Gazzetta dello Sport del 2 marzo (v. foto) ne dava così notizia: "Qui non si parla di una nuova vittoria del forte marciatore romano. Da molto tempo Luigi Bigiarelli aveva abbandonato il suo sport preferito, pur rimanendo un amico appassionato, non dimenticando anche, nei brevi momenti lasciatigli liberi dalla sua professione, la nostra Gazzetta alla quale spesso collaborò. Oggi il suo nome è unito all'angoscioso annuncio della sua morte. A Bruxelles, dove con la sua attività insaziabile era riuscito a far prosperare una buona azienda, il nostro povero amico è stato strappato alla vita nell'ancora giovanissima età di trentadue anni. La notizia commoverà quanti come noi avendo conosciuto Luigi Bigiarelli ne apprezzarono le doti e la sincera sua passione per ogni manifestazione sportiva e riuscirà non meno dolorosa per quanti ricordano ancora il marciatore elegante e veloce e le sue clamorose vittorie. Luigi Bigiarelli fu con Arturo Balestrieri l'entusiasta fondatore della Società Lazio".
La notizia giunse a Roma il 5 marzo e, qualche mese più tardi, a Natale, così come si legge sulla Gazzetta dello Sport di dicembre, la Lazio organizzò, in memoria e in nome del suo compianto fondatore, una gara di corsa di 1.000 metri che si svolse il 27 dicembre sul percorso di viale delle Milizie. Alla manifestazione parteciparono 38 corridori e il Gran Premio Luigi Bigiarelli fu vinto dal laziale Mario Azzali. Il Premio Bigiarelli fu ripetuto anche negli anni successivi: se ne trova infatti notizia anche nel febbraio 1912 quando la gara, svoltasi al Parco dei Daini, fu vinta da Costantino Crespi.
► Recentissime scoperte su Luigi e Giacomo Bigiarelli:
LazioWiki è lieta di rendere pubbliche alcune recentissime inedite scoperte (febbraio 2011) dei suoi redattori sulla famiglia Bigiarelli.
Il bisnonno di Luigi e Giacomo si chiamava Giuseppe. Suo figlio Vincenzo, nonno paterno dei due Fondatori, nacque a Roma nel 1811 ed era falegname. Si sposò con Margherita Festucci, nata a Roma nel 1814. Dal loro matrimonio nacquero due figli, Mariano e Pio. Mariano era il padre di Luigi e Giacomo, mentre Pio era lo zio. Mariano e Pio furono ambedue sergenti delle Guardie Pontificie. Si arruolò per primo Mariano e poi Pio, che abitava in Vicolo di Alibert (oggi Via degli Orti di Alibert) a Trastevere. Quest'ultimo, prima di arruolarsi, di mestiere faceva il calzolaio con bottega in Via della Lungara e realizzava gli stivali delle Guardie Pontificie. Mariano sposò Rosa Manni, romana e madre di Luigi e Giacomo, che aveva come padre Giovanni Manni. Pio sposò nel 1866 Regina Lorenzetti.
Luigi, nato a Roma il 20 agosto 1875, fu battezzato in San Pietro il 21 agosto 1875 e, oltre a Luigi, gli furono imposti i nomi di Bernardo, Maria e Saverio. Il padrino di battesimo fu Camillo Panzieri. Suo fratello Giacomo, nato a Roma il 25 luglio 1877, fu battezzato il 28 agosto 1877 e fu chiamato anche Agostino, Niccola, Antonio. Il padrino fu Pietro Magliocchetti. Rosa morì prima di Mariano che, ormai vedovo, si sposò in seconde nozze con una certa sig.ra Giulia Bellotti.
N.B. Mariano e Pio Bigiarelli firmano con due "g" nel cognome, mentre in tutti gli atti ufficiali risultano con una sola "g". Luigi firma sempre con una sola "g".
Giacomo Bigiarelli [modifica | modifica sorgente]
► La scheda di Giacomo Bigiarelli
Socio fondatore e fratello di Luigi Bigiarelli. Essendo titolare di un'attività commerciale si trasferì, probabilmente nel 1902, a Bruxelles dove fu presto raggiunto dal fratello Luigi. Nato a Roma il 25 luglio 1877, figlio di Mariano e Rosa Manni. Statura: m. 1,68, colorito: roseo, capelli: castani, lisci, occhi: castani. Professione: possidente. N° 2. 742 d'estrazione nella leva 1877. Mandamento di Roma. Soldato di leva di 3^ categoria, distretto di Roma e lasciato in congedo illimitato il 25 giugno 1897. Di Giacomo non erano noti, però, oggettivi risultati sportivi. Solo il giorno 8 febbraio 2012 LazioWiki, per prima, ha finalmente scoperto la partecipazione di questo Fondatore ad una gara di podismo. Essa si svolse il 6 gennaio 1901 ad Albano e vide parteciparvi con i colori biancocelesti, oltre a Giacomo, suo fratello Luigi e l'altro podista della S.P. Lazio Crespi. Si trattava di una gara di marcia di fondo.
Alceste Grifoni [modifica | modifica sorgente]
► La scheda di Alceste Grifoni
Nuotatore e podista di valore, è ancora uno studente quando, il 9 gennaio 1900, si unisce ad altri giovani atleti per dar vita alla più gloriosa società sportiva di Roma, la Società Podistica Lazio.
Nato a Roma il 22 settembre 1882, figlio di Antonio e Prosperina Isidori. Deceduto a Roma l'11 giugno 1958. Statura m. 1,72, colorito: bruno, capelli: neri, lisci, occhi: neri. Studente. Soldato di leva di 1^ categoria, distretto di Roma, quale mandato rivedibile per deficienza toracica della classe 1882 e per debole costituzione della classe 1883 dal consiglio di leva e lasciato in congedo illimitato. Diviene calciatore e gioca da difensore sinistro nelle prime partite che si svolgono a Piazza d'Armi. E' in campo nel primo derby romano contro la Virtus (vinto per 3-0) e in tutti gli incontri che si organizzano in città. Con il suo entusiasmo svolge un'utilissima azione di proselitismo e di organizzazione societaria. Pur restando sempre fedele alla Lazio e ai suoi principi ispiratori, a causa della carriera militare che ha intrapreso nella Regia Marina, deve progressivamente diradare il suo impegno in seno alla società.
Nella Regia Marina raggiungerà il grado di Ammiraglio. Nel 1936 risulta a disposizione del Ministero delle Colonie e capo della segreteria particolare del sottosegretario della Marina mercantile.
Giulio Lefevre [modifica | modifica sorgente]
Nato a Roma il 31 marzo 1876, figlio di Luigi e Rosa Andreani. Residente alla nascita in Via Bocca della Verità. Deceduto a Roma il 30 aprile 1953, quando abitava in Via Giacinto Carini, 66.
Statura: m. 1,69, colorito: chiaro, capelli: neri, ondulati, occhi: grigi. Segni particolari: lentiggini. Professione: agronomo. Soldato di leva 1^ categoria. Distretto di Roma, quale mandato rivedibile per deficienza toracica della classe 1876 e 1877 dal consiglio di leva e lasciato in congedo illimitato il 31 agosto 1898. Ascritto alla ferma di un anno. Giunto alle armi per anticipazione il 31 ottobre 1898. Allievo ufficiale nel 10° Reggimento Bersaglieri dopo essere stato caporale e poi sergente. In seguito divenne capitano. Sottotenente di complemento dell'esercito nell'arma di fanteria al Deposito Bersaglieri in Roma e assegnato al 5° Reggimento Bersaglieri.
Era geometra capo al catasto e per questo fu mandato ad Udine dopo il 1918 per valutare i danni di guerra. Fu decorato con due medaglie di bronzo e, dopo il conflitto, si dedicò al recupero di numerosi cimeli di guerra, ora custoditi nel Museo dei Bersaglieri di Porta Pia.
Galileo Massa [modifica | modifica sorgente]
Socio fondatore. Dedito soprattutto al nuoto e iscritto alla Rari Nantes fu, oltre che atleta, organizzatore e giudice di gare natatorie.
Nato a Roma il 12 settembre 1882, figlio di Antonio e Maria Cremmini. Deceduto a Nemi (RM) il 29 maggio 1972. Statura m. 1,73, torace cm 86. Scultore. Numero d'estrazione alla leva militare: 4155/1153.
Alberto Mesones [modifica | modifica sorgente]
► La scheda di Alberto Mesones
Nato a Roma il 5 febbraio 1882, figlio di Emanuele Maria e Maria Iacobini.
Socio fondatore. Nel 1903, come nuotatore della R.N. Roma, giunge 3° in una gara di fondo sul Tevere. Fu anche giocatore di Water Polo e capitano della R.N. Roma. N° d'estrazione militare: 3904. Renitente alla leva alla chiamata del 1902.
Enrico Venier [modifica | modifica sorgente]
Nato a Roma il 23 luglio 1882, figlio di Eugenio e Fosca Chili. Deceduto a Roma il 3 agosto 1934.
Statura: m. 1,58, colorito: bruno, capelli: neri, lisci, occhi: castani. Professione: possidente. Sa leggere e scrivere. N° 1152 d'estrazione di leva 1882. Servizio negli Aerostieri.
Nuotatore. Nel 1901, come pallanotista, vince il 1° Campionato italiano di questa disciplina sportiva con i colori della Rari Nantes.
I Pionieri:
Tito Masini [modifica | modifica sorgente]
Tito Masini, detto "er Pizzarda", nato a Roma il 24 marzo 1876, da Girolamo e Regina Paccagnella è deceduto a Roma l'11 febbraio 1966.
Nella celebre foto scattata a Piazza d'Armi nel 1904 vi sono quasi tutti i soci fondatori della S.S. Lazio; non c'è Bigiarelli, già partito per Bruxelles, ma sono presenti Ancherani, Baccani, Valle e, ultimo a destra in piedi, un giovane molto alto che è Tito Masini. Egli non è tra i 9 fondatori ufficiali della S.S. Lazio, ma è uno dei primi che ha gareggiato con i suoi colori sin dal febbraio 1900. Masini era un podista di valore ma, quando Bruto Seghettini portò il primo pallone a Roma, si trasformò in calciatore e non ci fu formazione che non lo vide schierato in campo.
Inoltre questo spilungone, era alto 190 cm, aveva l'incarico di scoprire nuovi talenti e, fra i tanti, fece tesserare per la Lazio un sedicenne robusto e orgoglioso di nome Olindo Bitetti. La prima partita di calcio (mai fino ad allora giocata a Roma), la famosa partita Lazio-Virtus vinta per 3-0 dai biancocelesti del 15 maggio 1904 sul campo di Piazza d'Armi, vide Tito giostrare in campo nel ruolo di difensore. Il primo presidente della Lazio, Giuseppe Pedercini, che nel 1902 promosse la prima riunione di consiglio della Società, aveva inserito di diritto tra i componenti Masini insieme a Sante Ancherani, Guido Baccani e Olindo Bitetti. Masini era uno sportivo a 360° e approfittando della presenza a Roma di alcuni famosi nuotatori inglesi, capitanati dal famoso Billington, apprese le regole di un nuovo sport chiamato pallanuoto e introdusse questa disciplina a Roma insieme a Olindo Bitetti, Romeo Tofini, Guido Ottier, Remo Forlivesi e Tullio Mestorino e il campo di allenamento fu quello della piscina delle Acque Albule, proprio sotto Tivoli.
Naturalmente il primo amore di Masini, l'atletica, era sempre nel suo cuore tanto che nel 1908 divenne segretario della Federazione Italiana Sport Atletici (FISA). Da quell'anno Masini, diplomato in Ragioneria, alternò l'impegno agonistico con il ruolo dirigenziale, dimostrando così le sue doti sportive ma anche le sue grandi capacità organizzative. Nel biennio 1911/1912 fu anche segretario della Federazione Podistica Italiana. Nel 1907 vinse per la seconda volta la prestigiosa Coppa Tosti battendo insieme ai suoi compagni l'eterna rivale Virtus per 5-0. Nel 1908 vinse invece la prestigiosa Coppa Baccelli. Ancora nel 1910 fece parte della formazione della Lazio che partecipò al primo campionato ufficiale organizzato dal comitato romano della Federazione Calcio. Pian piano l'attività puramente agonistica si diradò ma Tito rimase sempre come dirigente nell'ambito societario. Egli infatti ha attraversato, nelle vesti direttive, molta parte di storia laziale e sempre con immutata fede e amore per i colori biancocelesti. Nel tremendo 1943, sotto la presidenza di Remo Zenobi, la Società, con la città occupata dai nazisti e vista la situazione di estremo disagio che la Nazione e lo Sport stavano vivendo, decise di sciogliere il Consiglio Direttivo e affidò la propria sopravvivenza ai fondatori tra cui ovviamente Tito Masini.
Costoro riuscirono nell'impresa di gestire la società in quegli anni turbolenti fino a quando, ristabilita la normalità, ritornarono compostamente tra i ranghi. Ogni 9 gennaio Masini partecipava alle celebrazioni organizzate per festeggiare l'anniversario della fondazione della Lazio. Nel 64° anniversario ricevette una medaglia d'oro per gli enormi meriti acquisiti al servizio della Lazio. Nel 1963, per la sua figura solenne e ieratica, fu scelto dal grande regista Federico Fellini per interpretare il ruolo di un cardinale nel famoso film "8 e 1/2" (v. foto).
Augusto Faccani [modifica | modifica sorgente]
► La scheda di Augusto Faccani
Centrocampista, nato a Roma il 31 maggio 1891 da Ernesto ed Angela Albonetti. Deceduto a Roma il 17 giugno 1944. Statura: m. 1,70, torace: 92 cm, capelli: neri, lisci, occhi: castani, colorito: bruno. Meccanico.
Soldato volontario nel 24° Reggimento di artiglieria di campagna il 12 dicembre 1909. Matricola n. 50311. Partito per la Tripolitania e Cirenaica il 21 ottobre 1911. Durante la permanenza in Tripolitania viene incarcerato per abuso di autorità, ma nel relativo processo viene assolto. Promosso caporale. Nel 1912 torna in patria e viene assegnato al 13° Reggimento artiglieria di Roma e quindi congedato. Richiamato alle armi il 2 agosto 1914 giunge al reparto in ritardo, l'8 agosto, e viene degradato a soldato il 10 settembre 1914. Il 31 ottobre dello stesso anno viene posto in congedo militare illimitato. Richiamato per mobilitazione il 7 maggio 1915 raggiunge il 13° Reggimento di artiglieria di campagna in territorio di guerra. Ebbe in seguito un riconoscimento per aver partecipato alla guerra italo-turca. Nel 1910 era puntatore scelto.
Proveniente da una famiglia di grossisti di frutta e verdura della zona di San Giovanni, approda alla Lazio per caso nel 1907, giusto in tempo per essere protagonista della storica vittoria di Pisa, quando in 8 ore, la Lazio sconfisse nell'ordine il Lucca (per 3-0), la Spes Livorno (per 4-0) e la Virtus Juventusque Livorno (per 1-0) conquistando la Coppa Interregionale. Era lui che aveva avuto l'idea di portare con sè una macchinetta da caffè che fu di grande conforto durante il lungo viaggio in Toscana. Non sapendo come fare il fuoco, usò del legno trovato nel vagone e rischiò di provocare un incendio. Il suo ruolo era quello di mediano ma in talune circostanze giocava al centro della difesa. Uomo dalla grande personalità e dalla volontà di ferro, era ritenuto un modello dai propri compagni. Dotato anche di grande sportività faceva delle qualità fisiche il proprio punto di forza. Con il suo calcio pulito e potente sapeva lanciare alla perfezione i compagni del reparto offensivo. Si distinse anche nel nuoto e nel 1907 giunse 3° nella Traversata di Roma gareggiando per la Lazio. La sua carriera fu interrotta dalla prima guerra mondiale a cui partecipò come soldato semplice del 18° Fanteria. Le sue ultime apparizioni nella Lazio risalgono al 1923. Cessata l'attività agonistica, continuò quella di commerciante all'ingrosso, raggiungendo una posizione economica agiata. Muore il 17 giugno 1944 investito da una camionetta militare americana.
Mario (II) Levi [modifica | modifica sorgente]
Nato a Roma il 20 febbraio 1893, da Antonio ed Eleonora Rospi. Residente in Via Alessandrina n. 119, Roma.
Statura: m. 1,66, capelli: castani, lisci, occhi: castani, colorito: roseo. Studente. Soldato volontario nel 9° Reggimento Bersaglieri, Battaglione Ciclisti. Giunto in territorio in stato di guerra il 25 agosto 1915. Il 21 ottobre è ricoverato in un ospedaletto da campo per ferita. Trasferito all'ospedale di Legnago e poi nell'ospedale territoriale della Croce Rossa Italiana di Roma. Il 25 ottobre 1916 è dichiarato idoneo ai soli servizi sedentari nell'ospedale Militare di Livorno. Frequenta la scuola militare di Modena per istruzione obbligatoria. Cessa nella qualifica di Allievo Ufficiale perché dichiarato permanentemente inabile alle fatiche della guerra e viene trasferito al deposito del 9° Reggimento Bersaglieri nel giugno 1917. Il 9 giugno 1918 è in territorio di guerra come volontario del 6° Reggimento Bersaglieri nel battaglione complementare ciclisti.
L'8 agosto 1918 è mobilitato nel 4° Reggimento Bersaglieri ciclisti. Il 4 novembre 1918 è in zona d'armistizio del fronte italiano. Viene esonerato il 12 dicembre 1918 e lasciato a disposizione come impiegato dell'Esercito. Riportò ferite da pallottole alle gambe, al volto e alle braccia combattendo il 21 ottobre 1915 a Selz. Gli fu concessa la Croce al merito di Guerra e fu autorizzato a fregiarsi della Medaglia di benemerenza istituita per i volontari della guerra italo-austriaca.
Alfredo Torchio [modifica | modifica sorgente]
► La scheda di Alfredo Torchio
Nato a Roma il 12 dicembre 1887, da Luigi e Augusta Rossetti. Cognato del fondatore Giulio Lefevre. Statura: m. 1,66, capelli: castani, lisci, occhi: castani. Gioielliere.
Soldato volontario di 1^ cat. nel 23° Reggimento Cavalleggeri Umberto I nel 1906, matricola n. 37869. Congedato nel 1909. Richiamato alle armi il 22 aprile 1915 per mobilitazione nel 13° Reggimento artiglieria. Denunciato al Tribunale Militare di Roma per insubordinazione e messo nella prigione del Corpo. Condannato alla pena di un anno e sei mesi di reclusione militare. Sospeso il procedimento penale fino al cessare dello stato di guerra. Dichiarata estinta l'azione penale per amnistia il 2 settembre 1919. Inviato in congedo assoluto il 21 dicembre 1926. Autorizzato a fregiarsi del distintivo della 18^ Divisione di fanteria in data 18 agosto 1916. Storico massaggiatore della Lazio degli anni '20 e per parte dei '30. Amico, confidente e massaggiatore di tutti i calciatori biancocelesti di quegli anni. Calciatore della Lazio nel 1905.
Poiché i biancocelesti non avevano avversari, considerato il rifiuto posto dalla Virtus ad incontrarli dopo la batosta subita nel 1904, si erano suddivisi in due formazioni, chiamate "partiti", contraddistinte dai colori bianco e celeste. Torchio faceva parte del partito celeste. Nel 1914 figurava anche nei quadri dirigenziali con il ruolo di segretario della sezione Nuoto, dopo esserne stato anche uno dei migliori atleti nei primissimi anni del novecento.
Le tombe dove riposano i Fondatori [modifica | modifica sorgente]
Le nostre ricerche hanno riguardato anche l'individuazione dei luoghi dove i Fondatori riposano. Non siamo riusciti a trovare le tombe di Luigi e Giacomo Bigiarelli, che sono deceduti a Bruxelles agli inizi del 1900, e quella di Arturo Balestrieri. Tenteremo ancora. In questa sezione vi presentiamo ciò che abbiamo scoperto.
La tomba di Odoacre Aloisi
La tomba di Giulio Lefevre
La tomba di Alberto Mesones
La tomba di Enrico Venier
La tomba di Alceste Grifoni
La tomba di Galileo Massa
Il cimitero di Ixelles dove riposa Luigi Bigiarelli [modifica | modifica sorgente]
Di seguito pubblichiamo le foto del cimitero di Ixelles a Bruxelles scattate in esclusiva per LazioWiki da Federico Tarantini.
Ixelles è un comune belga di 78.088 abitanti, situato nella Regione di Bruxelles-Capitale. È situata a sud-est del comune vero e proprio di Bruxelles, nella prima cintura di comuni che circondano la capitale. Confina con i comuni di Bruxelles, Etterbeek, Forest, Auderghem, Uccle, Saint-Gilles e Watermael-Boitsfort. Lavenue Louise, parte del comune di Bruxelles divide in due il territorio della municipalità. Ha una superficie di 6,34 km² e agli inizi del 2005 contava circa 78.000 abitanti. Si caratterizza in particolare per la presenza di una notevole comunità nera, originaria della Repubblica Democratica del Congo, antica colonia belga. In riferimento al quartiere popolare di Kalamu (Kinshasa), il quartiere dove attualmente si ritrova questa comunità, nei pressi della Porta di Namur, è conosciuto dagli abitanti di Bruxelles come "Matongue (si pronuncia « Mato'ngué »).
Sul piano culturale si ricorda: Museo comunale di Belle Arti di Ixelles. Museo Constantin Meunier. Abbazia della Cambre, sede della "Scuola nazionale superiore di arti visive" (École nationale supérieure des arts visuels). Casa della Radio (Maison de la Radio) in stile art Déco. Numerosi sono gli edifici in stile Art nouveau, di cui diversi sono opera dell'architetto Victor Horta. Il comune inoltre ospita i due principali campus dell'Università libera di Bruxelles (ULB), Université libre de Bruxelles, e il campus della Vrije Universiteit Brussel (VUB). Di conseguenza la zona vicina al Cimitero di Ixelles (Cimetière d'Ixelles) è considerato il quartiere universitario per eccellenza.
Il Cimitero di Ixelles (francese: Cimetière d'Ixelles, neerlandese: De Elsense begraafplaats) è uno dei più importanti cimiteri del Belgio. È situato a Ixelles (Elsene), nella zona sud di Bruxelles e presenta catatteristiche storiche importantissime in quanto sono presenti, tra le altre, le tombe dell'architetto Victor Horta, del premio Nobel per la medicina Jules Bordet, dello scienziato Ernest Solvay e dello scrittore Charles de Coster.
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