Bigiarelli Luigi
► Il cimitero di Ixelles dove riposa Luigi Bigiarelli
► Articoli di stampa su Luigi Bigiarelli
► La lettera di Luigi Bigiarelli alla Gazzetta dello Sport dopo il record dell'ora
► L'area verde di piazza della Libertà intitolata a Luigi Bigiarelli
Biografia[modifica | modifica sorgente]
Luigi Bigiarelli fondò la Lazio. Fino al 2007 non erano molte le notizie biografiche su questo personaggio e ciò rendeva complessa una ricostruzione esaustiva delle vicende umane e sportive dell'uomo che ebbe "l'Idea". L'impegno di LazioWiki, a partire da quell'anno, fu focalizzato a portare alla luce quanto più materiale possibile di questo straordinario uomo e sportivo. Nel 2009 le ricerche poterono dirsi concluse con l'acquisizione di molti documenti e immagini inediti e pertanto, con orgoglio, LazioWiki può vantarsi di aver ricostruito, per prima in assoluto, il percorso umano del Fondatore della Lazio.
Nato a Roma il 20 agosto 1875, Luigi Bigiarelli muore a Bruxelles in Belgio il 16 febbraio 1908.
Figlio di Mariano, nato a Roma nel 1835 e deceduto a Roma il 6 luglio 1896 nella sua casa di Via degli osti n. 15 posta al 1° piano, 1° sergente della Guardia Pontificia e poi illustre botanico accademico, e Rosa Manni nata a Roma nel 1848 e deceduta di parto a Roma l'8 gennaio 1880. Luigi morì a Bruxelles il 16 febbraio 1908. Resideva a Roma, alla nascita, in Borgo Vecchio n. 16, piano 2°, anche se sull'atto di nascita risultava nato in piazza Santa Marta n. 6 in territorio vaticano, nell'edificio oggi occupato dal Pontificium Hospitium Sanctae Marthae, voluto nel 1891 da Papa Leone XIII. Anche lo zio paterno Pio era sergente della Guardia Pontificia. Il 28 giugno 1895 risultava già al servizio quale volontario ordinario nel 12° Bersaglieri con matricola 2.279. Il cognome "Bigiarelli" in Italia non è molto diffuso, ma si ritrova con una certa frequenza in una "enclave" delle Marche compresa nella zona tra Tolentino e Fabriano. E' probabile che gli avi di Luigi fossero quindi, come tanti romani, originari di tale regione. Ma tale ascendenza è molto remota se si pensa che il bisnonno, il nonno e il padre erano nati a Roma. Sappiamo anche che aveva un fratello minore di nome Giacomo e due sorelle più grandi, Pia nata a Roma il 18 ottobre 1872 e deceduta a Roma il 6 gennaio 1956 e Anna, nata a Roma nel 1886 e deceduta a Roma nel 1955. Più grandi di Luigi erano anche gli altri suoi fratelli Giuseppe, nato nel 1872 e morto giovanissimo e Camillo nato nel 1863 e morto a quasi 17 anni il 3 gennaio 1880, solo 5 giorni prima della morte della madre Rosa Manni. Una volta morta quest'ultima, Mariano prese in moglie in seconde nozze, 20 maggio 1882, la nobildonna Giulia Bellotti, nata a Roma nel 1832 e deceduta, sempre a Roma, l'11 giugno 1910. Luigi risulta che da sergente del 14° Battaglione di Fanteria Africa prese parte alla tragica battaglia di Adua dell'1 marzo 1896 in cui furono uccisi, dagli Etiopi del Ras Maconnen, più di 5.000 soldati italiani del corpo d'armata del Gen. Oreste Baratieri, lì inviato dal Governo Crispi in un'illusoria ottica di espansionismo coloniale. Il 1 marzo 1896 ad Adua sono presenti due battaglioni di Bersaglieri per un totale di 773 uomini. A causa di problemi topografici i Bersaglieri, dopo una lunga marcia di avvicinamento, giungono in linea in ritardo sulle pendici del monte Zeban Daro, posizione che gli era stata affidata. L'occupazione viene perciò completata solo sulle pendici poiché l'ascensione presenta le difficoltà di una vera scalata alpina. Nonostante questo alcuni vi si accingono, ma trovano la vetta già occupata dal nemico e comunque riescono a farsi largo alla baionetta. La situazione si fa difficile per un continuo afflusso di soldati abissini che in questo settore sono in rapporto di 1 a 20 e che riescono a sfondare presto il reparto sul loro fianco. I Bersaglieri, presi d'infilata, per non finire accerchiati debbono retrocedere, ma lo fanno con ordine e sempre tenendo testa al nemico. Chi si salva deve sostenere violenti corpo a corpo. Dei 10.226 soldati bianchi impegnati ne morirono 4.050, oltre agli indigeni che combattevano al fianco degli italiani; molto più gravi le perdite subite dal nemico. Il nostro Fondatore era lì. Era partito, per questa sanguinosa guerra, da Napoli con il piroscafo Singapore il 16 dicembre 1895 ed era sbarcato a Massaua il giorno di Natale. Da sottolineare che da notizie di stampa sappiamo che Luigi si era imposto in numerose prove atletiche militari che comprendevano la marcia, la corsa, il salto in lungo e il salto in alto.
Scampato alla morte, Luigi tornò in Italia partendo da Massaua il 23 aprile 1896 e giungendo a Napoli il 3 maggio 1896 a bordo del piroscafo Vincenzo Florio. Ammalato, fu ricoverato per diverse settimane in ospedale. Tornato a Roma, essendo un giovane pieno di energia, decise di cimentarsi in prove sportive di vario genere, ma con una certa predilezione per il podismo. Già nel periodo di leva, del resto, aveva preso parte a gare di ginnastica, vincendo nel 1894 il Premio di S.A.R. il Duca d'Aosta (cronometro d'argento). Da alcuni documenti sembra che l'attività sportiva fosse stata intrapresa da Luigi per distrarsi dal ricordo assillante e doloroso di una storia d'amore finita male. Il luogo di Roma dove più si praticava lo sport era sicuramente quello compreso tra la sponda destra del Tevere e la collina di Monte Mario in cui vi era l'ampia spianata della Piazza d'Armi che ogni mattina vedeva le esercitazioni militari, ma di pomeriggio, era in uso agli atleti di varie discipline sportive. Qui il giovane Bigiarelli, insieme al fratello, si cimentava in allenamenti atletici di resistenza allo sforzo, di velocità e nel nuoto in cui aveva vinto delle gare. Il Tevere con i suoi aristocratici circoli natatori e di canottaggio, inavvicinabili dai più, era comunque il luogo per fare amicizia con altri sportivi e iscriversi alle varie gare che si organizzavano a Roma soprattutto per celebrare con l'esercizio fisico alcuni importanti avvenimenti cittadini. Alcuni di questi sportivi, tra cui Luigi e Giacomo, facevano parte di un gruppo non ufficiale chiamato "Liberi Nantes" che faceva base su un barcone ancorato proprio sotto ponte Margherita che possedeva qualche scafo scartato dai circoli più ricchi e risistemato dal gestore. Nel periodo più caldo invece si appoggiavano al galleggiante del "Bagno Talacchi" che si trovava sull'altra sponda. Il nome di questi atleti appassionati è stato tramandato dalla tradizione orale e da qualche documento e risultano essere stati nove e più precisamente: Luigi Bigiarelli, Giacomo Bigiarelli, Odoacre Aloisi, Alceste Grifoni, Galileo Massa, Arturo Balestrieri, Giulio Lefevre, Enrico Venier, Alberto Mesones. Costoro sono ricordati come i Fondatori ma sicuramente vi erano altri giovani che facevano parte del gruppo come Aurelio Bastianini, Angelo Golini, Ugo Novelli, Guido Annibaldi, Olindo Bitetti, Tito Masini, Tullio Mestorino, Giuseppe Valle, Rinaldo Fortini ed è sicuramente tra questi che vanno identificati gli altri sei che nel giornale "La bicicletta" del 18 gennaio 1900 vengono aggiunti, senza indicarli con il nome, ai nove tradizionalmente ritenuti fondatori. Il più determinato tra tutti era sicuramente Luigi. Con le sue vittorie si fece presto conoscere negli ambienti sportivi nazionali. Inoltre nel maggio 1899 aveva vinto una gara sui 120 m a Villa Pamphili che gli aveva permesso di divenire Campione del Lazio di corsa veloce. Insieme al podismo Luigi praticava con grande successo anche il nuoto e i giornali dell'epoca lo citavano sovente come specialista delle gare di fondo. Il 31 luglio 1898, ad esempio, si piazzò al secondo posto nel Campionato Roma su un percorso di m 7.500 che si sviluppava dalla foce dell'Aniene allo scalo della casina sociale della Rari Nantes in Riva Albero Bello, 22A. Erano convenuti i migliori specialisti romani e Bigiarelli fu battuto soltanto dal fortissimo Leonardo Forlivesi che impiegò 59 minuti contro i 70 di Luigi. La gara era stata organizzata del giornale "La Tribuna" e valeva per il titolo di campione romano del 1898. Il 14 agosto dello stesso anno Bigiarelli partecipò ad una grande gara di campionato ad Anguillara e si misurò con i ventotto migliori nuotatori italiani giungendo nelle prime posizioni. Di lui abbiamo la descrizione fisica che ci è stata tramandata dai suoi amici: era di media statura, begli occhi azzurri e sinceri, lineamenti regolari e carnagione bruna. Era soprannominato, con tipica ironia romana, "Er Puntale" a causa di una barba che finiva con un angolo molto aguzzo. L'idea di formare un sodalizio venne a Luigi a cagione del fatto che il gruppo desiderava partecipare al "Giro di Castel Giubileo" del 21 aprile (Natale di Roma) del 1900, ma ne era impedito dal regolamento che permetteva l'iscrizione solo agli atleti appartenenti a società sportive ufficiali e quindi l'unica possibilità fu quella di costituirne una. Si sa anche che questi amici si erano allenati duramente in previsione della gara. Fu proprio Luigi che ebbe l'idea di formare una società negli ultimi giorni del 1899 e lanciò la proposta ai compagni che l'accettarono entusiasticamente. Le strategie operative venivano studiate su una panchina dei giardini di Piazza della Libertà, sovrastante il barcone succitato che fu chiamato beffardamente, per la sua modestia, Pippa Nera forse come deformazione irriverente del nome del circolo remiero Nera che nel barcone aveva sede. L'imbarcazione era già appartenuta a un celebre traghettatore chiamato Toto Bigio, vero nome Luigi Del Bigio, e ceduto poi a tale Gambadilegno di cui nel 2022 LazioWiki ha scoperto il vero nome: Giovanni Santafede. (cfr. "Lì dove la Lazio nacque - Dal barcone di Luigi Del Bigio alla panchina di Piazza della Libertà" di Fabio Bellisario - Edizioni Eraclea - Roma 2022). Dopo molte discussioni - escluso volutamente il nome di "Roma" perché si desiderava comprendere tutta l'area storica latina circostante la Capitale - fu deciso di chiamare la nuova società "Società Podistica Lazio". Un'altra vulgata vorrebbe che non fosse stato scelto il nome Roma in quanto già esistente la Ginnastica Roma, ma ciò contrasta con l'evidenza storica che alla fine dell'800 già esistessero decine di società che portavano il nome Roma nella ragione sociale e non fosse quindi impensabile poterne aggiungere un'altra. Lo stesso grande presidente Fortunato Ballerini, nel suo "discorso di commiato" del 22 febbraio 1922 ritiene che la scelta del nome "Lazio" fosse stato dato ...forse come auspicio a conoscerne il territorio in tutta la sua ampiezza geografica, panoramica e storica come le glorie del passato richiedono.. E' curioso evidenziare come un battello da trasporto passeggeri e merci di nome "Lazio", proprio dalla fine del 1899 solcasse il Tevere e transitasse due volte al giorno davanti al Pippanera. Una suggestione per la scelta del nome?
Studi attendibili, del socio di LazioWiki Marco Impiglia e della stessa LazioWiki, hanno messo in dubbio una ricostruzione molto fantasiosa, seppur acriticamente dai più accettata, circa la scelta dei colori sociali e della loro ispirazione alla bandiera greca, patria delle Olimpiadi. Fino al 1904 in alcun documento e in alcun giornale viene infatti accennato a tali colori come quelli sociali e neppure il materiale fotografico sembra supportare tale tesi. Si ha ragione di credere che il bianco-celeste sia stato adottato ufficialmente nel 1904. Da smentire decisamente anche la vulgata secondo la quale il simbolo dell'aquila fosse nato contemporaneamente alla creazione della Società. La prima immagine dell'aquila sul proprio stemma appare il 1 ottobre 1905, sotto la presidenza di Fortunato Ballerini. Molto difficile risulta risalire a chi ebbe l'onore di scegliere il nome di questa Società*. E' probabile che fu un'idea comune, nata dalle proposte di tutti nel gennaio 1900, sebbene la tradizione voglia che il nome si debba proprio al giovane Olindo Bitetti. La Società nacque ufficialmente il 9 gennaio 1900, come riportato da un articoletto del "Messaggero" del giorno seguente. Sul luogo di nascita, come segno della nascita del sodalizio, fu scritto a lettere grandi con la vernice sul parapetto del fiume "S.P. Lazio". Che il fondatore più rappresentativo fosse proprio Luigi è testimoniato dal fatto che il giornale consigliasse di rivolgersi, per avere informazioni, all'indirizzo di Vicolo degli Osti 15 al 1° piano, che era l'abitazione, dietro Piazza Navona nel Rione Ponte, dei fratelli Bigiarelli. Solo più tardi la Lazio poté ottenere in affitto la propria sede in Via Valadier n. 21. E' curioso ricordare che la nuova Società aveva persino un inno, intitolato "Inno alla Lazio", che Balestrieri eseguiva con la sua ocarina ogni volta che un nuovo atleta diveniva socio laziale. Un discorso a parte si dovrà fare, una volta esperite ricerche più approfondite, sulle idee personali e le assonanze politiche e sociali intercorrenti tra i giovani fondatori. Tra di loro era presente ogni ceto sociale, ma sembra significativo che la notizia della fondazione della Lazio apparve immediatamente sul "Messaggero" che notoriamente era schierato politicamente in senso molto laico e teso a illustrare e denunciare lo stato di disagio delle classi più basse della città, la corruzione dei poteri forti ed a sviare i tentativi dell'aristocrazia "nera", legata al Vaticano, di speculare sull'urbanizzazione della città capitale. Non si possono quindi sottacere le velate accuse di suggestioni massoniche che venivano rivolte alle linea politica del quotidiano. Molto interessanti, a tal proposito, sono alcune recenti (gennaio 2012) notizie reperite su "Il Messaggero" del 1898. Luigi, insieme al fratello Giacomo anch'esso ottimo nuotatore e ad altri futuri cofondatori della Lazio come Galileo Massa e Alberto Mesones, si appoggiava e apparteneva ad un'organizzazione chiamata "Gioventù Cristiana" che possedeva delle strutture sportive nella città. Ma, contrariamente a quanto potrebbe far immaginare il nome, essa aveva un'ispirazione fortemente liberale e anticlericale, legata com'era a movimenti evangelici protestanti e alla massoneria (**). Bigiarelli comunque non volle che ci fosse un presidente della S.P. Lazio: lo sport da lui veniva inteso come assoluta uguaglianza fisica e intellettuale e quindi negava il concetto di "primus". Era un tentativo il suo, per lui che aveva conosciuto la violenza della guerra, di diffondere il più puro ideale sportivo in termini di fratellanza e di universalità. Il 13 gennaio 1900 furono stabilite e pubblicate le ventuno regole dello statuto societario. Da quel freddissimo 9 gennaio, la Lazio ha cominciato il proprio percorso agonistico, sociale e culturale, scrivendo pagine indelebili di storia sportiva a livello locale, nazionale e internazionale. Per pura informazione si ricorda che la corsa del 21 aprile di Castel Giubileo vide la Società Podistica Lazio vincere la medaglia d'oro a squadre. La Lazio nel frattempo era cresciuta come fama e come numero di soci e il potenziamento delle strutture si rese ben presto necessario. Le quote sociali che gli atleti potevano versare per la gestione erano sempre insufficienti e presto cominciarono a presentarsi gravi problemi finanziari. Si ritiene che furono venduti anche i trofei che erano stati vinti e questa probabilmente fu una decisione che Luigi non poté sopportare in quanto il suo idealismo e la sua concezione dello sport negavano qualsiasi commistione con il denaro.
Nel frattempo il fratello Giacomo dovette trasferirsi a Bruxelles per i suoi affari legati al commercio e Luigi fu costretto a seguirlo. La partenza avvenne il 1 dicembre 1901, con tappa intermedia a Parigi, città in cui Luigi volle battersi con i più forti marciatori del tempo. Egli volle portare con sé le magliette da gara con la scritta "S.P. Lazio" sul petto. Da notare che nel 1900 Luigi assunse il ruolo di Direttore Generale dell'Audax Podistico Italiano la cui sede da Milano fu trasferita a Roma sotto l'egida della S.P. Lazio, ritenuta garante dei valori costitutivi di questo ente. L'A.P.I. era infatti un'Associazione nazionale che organizzava cimenti pedestri e ciclistici di lunga durata come mezzo di formazione fisica e morale. Nonostante la partenza dall'Italia molti furono i periodici ritorni di Luigi in patria, per visitare i parenti e gli amici nonché partecipare a gare di sicuro prestigio. A prova di ciò (cfr. ritaglio in "Galleria immagini"), ai primi di agosto 1901 Bigiarelli aveva battuto il record di marcia della Roma-Firenze (300km) con il tempo di 2 giorni e 20 ore. L'eccezionalità della performance fu tale che anche alcuni giornali francesi ne diedero notizia. Non va dimenticato che il 16 febbraio 1902 Luigi aveva battuto a Parigi al Parc des Princes il record europeo dilettanti dell'ora di marcia con km 11,742. I fratelli Bigiarelli nel frattempo ampliarono il raggio dei loro affari in Belgio creando, grazie al credito concesso dalla Walter Barth & Cie dopo indagini quasi poliziesche sull'affidabilità dei due soci, una florida azienda per il commercio agroalimentare, la "Bigiarelli Frères". A Bruxelles la loro residenza era situata nella zona dei mercati, in Rue de Sainte Catherine n. 6 (cfr. foto di una lettera autografa originale della Ditta). Negli anni seguenti sia "Il Messaggero" che "La Gazzetta dello Sport" riportarono i successi che Luigi coglieva in Francia e in Belgio in prestigiose gare podistiche internazionali, in cui il fondatore partecipava iscrivendosi, sia pur lontano, come atleta della Lazio di Roma. Quando, invece, per gareggiare era necessaria l'affiliazione ad una società ufficiale francese, Bigiarelli si iscriveva come appartenente all'Union Sportive dell'Ouest. Sappiamo che Luigi fece registrare il tempo di 2 ore 28 minuti e 32 secondi sui 30 km di marcia che costituì, sia pur mai omologato, il record mondiale. La superiorità di Luigi era talmente netta che gli fu impedito di gareggiare in Belgio. Il vecchio ideale della S.P. Lazio fu così eternato e propagato in Europa con infinito orgoglio di appartenenza e amore. La fama di uomo di sport di Luigi intanto aumentava. Accettò la proposta di divenire il rappresentante delle società "rari nantes" italiane in Belgio ed era tra gli ospiti di prestigio nelle più importanti manifestazioni natatorie.
I risultati ottenuti e la conseguente fama acquisita portano Luigi Bigiarelli ad essere considerato un importante podista nel panorama sportivo italiano. Una riprova di ciò la possiamo trovare in un articolo de "La Gazzetta dello Sport" del 3 marzo 1903 (cfr. foto pubblicata) nel quale è riportata la notizia della visita di Luigi presso il Club podistico "Libertas" di Milano dove, acclamato e festeggiato, viene nominato socio onorario del sodalizio meneghino. Dopo appena un anno dal suo trasferimento, nell'aprile 1903 Luigi e Giacomo Bigiarelli ritornarono a Roma, forse per completare il trasloco, dove, come confermano i giornali dell'epoca, fu accolto con grande entusiasmo dalle società podistiche. Ad agosto Luigi e Giacomo partecipano ad un match di waterpolo ad Anzio (cfr. foto del ritaglio de "Il Messaggero"). Luigi Bigiarelli morì giovanissimo, a 32 anni, a Bruxelles il 16 febbraio 1908 probabilmente per una polmonite trascurata. La Gazzetta dello Sport comunicò la notizia della scomparsa con accenti commossi, ricordando che Luigi, nel frattempo, come atleta della Lazio, era diventato Campione mondiale di marcia podistica. La Gazzetta dello Sport del 2 marzo (cfr. foto) ne dava così notizia: "Qui non si parla di una nuova vittoria del forte marciatore romano. Da molto tempo Luigi Bigiarelli aveva abbandonato il suo sport preferito, pur rimanendo un amico appassionato, non dimenticando anche, nei brevi momenti lasciatigli liberi dalla sua professione, la nostra Gazzetta alla quale spesso collaborò. Oggi il suo nome è unito all'angoscioso annuncio della sua morte. A Bruxelles, dove con la sua attività insaziabile era riuscito a far prosperare una buona azienda, il nostro povero amico è stato strappato alla vita nell'ancora giovanissima età di trentadue anni. La notizia commoverà quanti come noi avendo conosciuto Luigi Bigiarelli ne apprezzarono le doti e la sincera sua passione per ogni manifestazione sportiva e riuscirà non meno dolorosa per quanti ricordano ancora il marciatore elegante e veloce e le sue clamorose vittorie. Luigi Bigiarelli fu con Arturo Balestrieri l'entusiasta fondatore della Società Lazio". La notizia giunse a Roma il 5 marzo e, qualche mese più tardi, a Natale, così come si legge sul La Gazzetta dello Sport di dicembre, la Lazio organizzò, in memoria e in nome del suo compianto fondatore, una gara di corsa di 1.000 metri per giovanissimi al loro primo cimento sportivo . Il 25 dicembre sul percorso di viale delle Milizie parteciparono alla manifestazione 38 corridori e il Gran Premio Luigi Bigiarelli fu vinto dal laziale Mario Azzali. L'anno seguente fu primo al traguardo Francesco Giuseppe De Vito. Nel 1910 il campo di gara fu spostato al Prato dei Daini e Armando Marcucci si classificò al primo posto. Il Premio Bigiarelli fu ripetuto anche negli anni successivi: se ne trova infatti notizia anche nel febbraio 1912 quando la gara, svoltasi al Parco dei Daini, fu vinta da Costantino Crespi. Nell'agosto 1908 una lapide in memoria di Luigi fu donata, in una commovente cerimonia, dal Collegio Italiano dei Pionieri del Nuoto alla società Virtus, società nata da una costola della Lazio e con diversi atleti che si erano affermati con il sodalizio laziale (cfr. ritaglio de "Il Messaggero" del 20 agosto 1908).
(**) L'"Associazione Gioventù cristiana" si sviluppò in Italia nella seconda metà del 1800 nel contesto liberale e anticlericale che caratterizzava la politica italiana post-unitaria. Essa fece opera di proselitismo e fu vista negativamente dalle organizzazioni cattoliche. L'idea di base trovava fondamento nel liberalismo teologico di Adolf Harnack. Nei primi due decenni del '900 fu molto attiva anche grazie alla teorizzazione che ne fece il teologo e filosofo Karl Barth. Il movimento fu abolito sotto il Fascismo ma molti affiliati si aggregarono nelle fila dell'antifascismo e più tardi fecero parte della Resistenza. La formulazione di base trova riscontro nel pensiero di Max Weber, Ernst Troeltsch, Soren Kierkegaard.
► Recentissime scoperte di LazioWiki su Luigi e Giacomo Bigiarelli:
LazioWiki è lieta di rendere pubbliche ulteriori inedite scoperte (febbraio 2011) dei suoi redattori sulla famiglia Bigiarelli. Il bisnonno di Luigi e Giacomo si chiamava Giuseppe. Suo figlio Vincenzo, nonno paterno dei due Fondatori, nacque a Roma nel 1811 ed era falegname. Si sposò con Margherita Festucci, nata a Roma nel 1814. Dal loro matrimonio nacquero due figli, Mariano e Pio. Mariano era il padre di Anna, nata nel 1866 e morta nel 1955, Pia, Luigi e Giacomo, mentre Pio era lo zio. Mariano e Pio furono ambedue sergenti delle Guardie Pontificie. Si arruolò per primo Mariano e poi Pio, che abitava in Vicolo di Alibert (oggi Via degli Orti di Alibert) a Trastevere. Quest'ultimo, prima di arruolarsi, di mestiere faceva il calzolaio con bottega in Via della Lungara e realizzava gli stivali delle Guardie Pontificie. Mariano sposò Rosa Manni, romana e madre di Anna, Pia, Luigi e Giacomo, che aveva come padre Giovanni Manni. Pio sposò nel 1866 Regina Lorenzetti. Luigi, nato a Roma il 20 agosto 1875, fu battezzato in San Pietro il 21 agosto 1875 e, oltre a Luigi, gli furono imposti i nomi di Bernardo, Maria e Saverio. Il padrino di battesimo fu Camillo Panzieri. Suo fratello Giacomo, nato a Roma il 25 luglio 1877, fu battezzato il 28 agosto 1877 e fu chiamato anche Agostino, Niccola, Antonio. Il padrino fu Pietro Magliocchetti. Rosa morì prima di Mariano (che scomparirà nel 1896), il quale, ormai vedovo, si sposò in seconde nozze con Giulia Bellotti di famiglia aristocratica. N.B. Mariano e Pio Bigiarelli firmano con due "g" nel cognome, mentre tutti gli atti ufficiali riportano una sola "g". Luigi firma sempre con una sola "g". Sul retro della foto che LazioWiki possiede in originale e che lo ritrae vestito da bersagliere, il fotografo ha scritto, errando, il cognome del cliente con due "g".
► Il cimitero di Ixelles dove riposa Luigi Bigiarelli
► Articoli di stampa su Luigi Bigiarelli
► La lettera di Luigi Bigiarelli alla Gazzetta dello Sport dopo il record dell'ora
► L'area verde di piazza della Libertà intitolata a Luigi Bigiarelli
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