Massa Galileo

Da LazioWiki.

Galileo Massa
Questa foto è ritenuta da LazioWiki molto significativa. Risale al 1921 e mostra l'inaugurazione di un impianto sulla sponda sinistra del Tevere. Si intravedono Massa, probabilmente sua moglie Anna Tobia, e altri personaggi. Sul fondo è identificabile una delle pile di Ponte Risorgimento. La topografia del luogo, la coincidenza dell'anno, il profilo di Monte Parioli e la posizione delle costruzioni coperte da tetti a falde, fanno ritenere che si tratti dell'inaugurazione del Circolo Canottieri Lazio all'Albero Bello
Da La Stampa Sportiva del 27 agosto 1905 un'immagine di Galileo Massa (identificato dal numero "5") insieme a Enrico Venier (n. 1) erroneamente indicato come "Wenier"
In questa sbiadita foto del 1903 che rappresenta un match di water-polo alla piscina delle acque Albule, l'arbitro era Galileo Massa. Lo si vede sulla destra con l'abito bianco
Il Messaggero del 30 dicembre 1903 riporta la notizia di "un bagno a mezzanotte" che sarà compiuto la notte di Capodanno da Galileo Massa
La tomba di Massa al Verano
Questa medaglia, di tema sportivo, è opera del figlio di Galileo Massa, Ermanno
Necrologio su Il Messaggero del 1 giugno 1972

Socio fondatore, nato a Roma l'11 settembre 1882 e deceduto a Nemi (RM) il 29 maggio 1972.

Dedito soprattutto al nuoto e alla water polo fu iscritto alla Rari Nantes, fondata il 7 settembre 1891. Nel 1899 disputò alcune gare con i colori della sua scuola, il Regio Istituto Tecnico. Ebbe la tessera n. 2 di socio anche della Rari Nantes di Ostia. Fu, oltre che atleta, organizzatore e giudice di gare natatorie e frequentatore assiduo delle rive del Tevere. Fu anche ottimo sciatore e marciatore. Con la Lazio partecipò con successo alla marcia ufficiale dell'Audax di Km 75 del 23 aprile 1900. Nato a Roma, in Via della Polveriera nei pressi del Colosseo, figlio di Antonio, nato a Roma nel 1847, e Maria Cremini. Statura m. 1,80, torace cm 86, occhi grigi. Scultore o, più propriamente, fonditore artistico. Purtroppo era aduso a non firmare le opere eseguite e ciò rende complessa una esauriente ricerca in merito alla sua produzione artistica. Era sposato con Anna Tobia dalla quale ebbe due figli maschi Massimiliano ed Ermanno. Entrambi i figli intrapresero il mestiere paterno e divennero noti medaglisti e fonditori. A 22 anni viveva da solo in via Alessandrina n. 98. Dopo il matrimonio visse in Via F. de Calboli n. 60 al Quartiere Prati. Galileo ebbe il numero d'estrazione 4155/1153 alla leva militare e fu aggregato al 1° Reggimento di Artiglieria di Campagna nella 1^ Batteria.

Risulta essere giunto 3° in un'importante gara criterium di fondo Albero Bello-Porto fluviale del 5 giugno 1904. Prese parte alle prime partite di water polo, valide per il 1° campionato ufficiale, che si giocavano alla piscina delle Acque Albule. Terminata l'attività rimase nell'ambiente sportivo come organizzatore di gare, soprattutto di nuoto. Nel 1908 produsse nel suo laboratorio la targa in onore di Luigi Bigiarelli in cui il Fondatore è indicato come colui che introdusse il podismo a Roma. Purtroppo di tale targa si sono perse le tracce. Il 27 luglio 1919 è segnalato come presente e ospite di riguardo alle gare del Campionato del Tevere. Muore nel 1972 penultimo dei nove fondatori a lasciare la vita terrena (1). Probabilmente già da moltissimo tempo non frequentava più gli ambienti sportivi. Oltre alla sua professione di fonditore artistico Galileo aprì un importante ed elegante negozio di antiquariato in Via del Babuino. Fu viaggiatore instancabile e visitò gli angoli più remoti del pianeta. Cavaliere del lavoro fu socio del Circolo canottieri Roma.


(1) Al riguardo LazioWiki ha chiesto nel 2014 al giornalista Mario Pennacchia il perché, quando scrisse la sua Storia della Lazio tra il 1968 e 1969, non lo avesse intervistato. Il giornalista ha affermato che non sapeva che Galileo fosse ancora in vita, così come non lo sapevano neanche gli altri grandi personaggi del mondo biancoceleste allora viventi (Olindo Bitetti, Sante Ancherani, Giorgio Vaccaro). L'ultimo Fondatore a scomparire fu Alberto Mesones, pressoché centenario, nel 1982.



Il ruolino militare di Galileo Massa
(Archivio di Stato)





Torna ad inizio pagina