Sabato 7 dicembre 2002 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Inter 3-3
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7 dicembre 2002 - 3019 - Campionato di Serie A 2002/03 - XIII giornata
LAZIO: Peruzzi, Stam, Negro, Fernando Couto, Pancaro (82' Liverani), Fiore (89' Oddo), Simeone (66' Giannichedda), Stankovic, Cesar, Corradi, C.Lopez. A disposizione: Concetti, Colonnese, S.Inzaghi, Chiesa. Allenatore: Mancini.
INTER: Toldo, Zanetti, Cordoba, Cannavaro, Pasquale (85' Gamarra), Okan (31' Recoba), Almeyda, Emre, Sergio Conçeicão, Vieri, Crespo. A disposizione: Fontana, Adani, Beati, Farinos, Kallon. Allenatore: Cuper.
Arbitro: Sig. Rosetti (Torino).
Marcatori: 10' C.Lopez (rig), 31' C.Lopez, 37' C.Lopez, 38' Fernando Couto (aut), 67' Emre, 76' Emre.
Note: ammoniti Stankovic, Simeone, Corradi, Vieri e Cordoba per gioco falloso, Liverani per proteste. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 33.356 per un incasso di € 1.094.870; abbonati 27.433 per una quota di € 494.726,56.
La Gazzetta dello Sport titola: "Piccolo grandissimo Emre. Tre gol di Lopez fanno traballare l'Inter. Poi il turco si scatena e ferma la fuga Lazio".
Continua la "rosea": Cambia la data e cambia la musica. Non diciamo che il 5 maggio, che ha fatto svanire il sogno di uno scudetto accarezzato per l'intera stagione, possa essere mai riscattato, ma il 3-3 realizzato dall'Inter ieri sera ha il sapore di un'impresa che può dare l'impronta ad un campionato diverso. Riuscire a rimontare tre gol ad una Lazio che aveva dato ancora una straordinaria prova di forza e concretezza e che in 37' aveva messo in ginocchio per ben tre volte Toldo, è da non credersi. Proprio perché il pari è stato realizzato contro un avversario nel pieno della sua condizione e che era sicuramente in palla. Ora è persino difficile distinguere i meriti dell'una contendente dai demeriti dell'altra e viceversa, tanto il ribaltamento della situazione è stato repentino: primo tempo di totale supremazia laziale al quale l'Inter ha saputo rispondere solo con una fortunata deviazione nella propria porta di Fernando Couto sulla cui testa sbatteva il pallone rimbalzato dalla traversa su incornata di Crespo. Sembrava un episodio occasionale che non poteva scalfire la superiorità dei padroni di casa. Invece era l'inizio di una clamorosa rimonta sviluppatasi nel secondo tempo di totale dominio nerazzurro, anche se la Lazio ha avuto le sue buone occasioni per assestare il colpo decisivo all'Inter. C'è stato un episodio che può aver inciso sulle sorti della partita ed è stato l'ingresso in campo di Recoba sul 2-0 per la Lazio. Non si è avvertita subito l'efficacia di questa mossa, tanto dilagante era il gioco di biancazzurri. Ma pian piano l'Inter si è dimostrata più incisiva, meglio messa in campo, con Coinceiçao riportato nel suo ruolo preferito di ala destra e soprattutto con un Recoba che teneva sotto pressione i difensori avversari. Ciò ha permesso al centrocampo interista di avanzare ed essere più efficace.
L'Inter non ha incantato con triangolazioni volanti, con passaggi in verticale, con scambi di posizione come aveva saputo fare sino a quel momento la Lazio, che con Fiore e Lopez e lo stesso Stankovic non dava mai punti di riferimento fissi ai difensori nerazzurri. L'Inter però ha cominciato a far venire avanti Javier Zanetti sulla destra e Emre a centrocampo con azioni palla al piede sempre più incisive perché favorite dal movimento frenetico delle punte in una squadra finalmente compatta e accorciata. E così la splendida partita di Lopez, autore di una tripletta, è diventata la straordinaria partita di Emre che ha segnato due gol uno più bello dell'altro. Un pallonetto incantevole e geniale da fuori area, appena il turco si è accorto che Peruzzi era uscito di porta per chiudere lo specchio al tiro, e poi la bordata ancora da lontano sul quale il portiere laziale nulla ha potuto. È possibile che la Lazio abbia sottovalutato le capacità di riscossa dell'Inter, è possibile che una certa stanchezza abbia attanagliato le gambe di Simeone e compagni, ma non bisogna sottovalutare i meriti di un'Inter che ha giocato una grande ripresa, fatta di orgoglio, di grinta e anche di finezze tecniche. Poi, nella girandola continua di occasioni su un versante e sull'altro (la Lazio non ha mai rinunciato al contropiede e quando è entrato Liverani ha trovato l'uomo dall'assist geniale), entrambe le rivali hanno avuto l'occasione buona per far bottino pieno. Un palo di Crespo, una traversa di Corradi, un colpo di testa uscito di poco a lato da parte di Vieri, un colpo di tacco volante di Stankovic parato d'istinto da Toldo: sono state le tante altre emozioni di una gara che sembrava non avesse mai fine e che ha avvinto la vastissima platea dell'Olimpico. Alla fine crediamo che il 3-3 sia risultato giusto e che abbia accontentato sia la Lazio, sia l'Inter anche se è ovvio che il rammarico dei padroni di casa è grande dopo un 3-0 che sembrava aver chiuso definitivamente la gara. Ma i nerazzurri non hanno rubato nulla e semmai sono loro che possono recriminare per qualche decisione dubbia di Rosetti, il quale ha optato per la volontarietà di Almeyda sul colpo di mano che ha causato il rigore dell'1-0, ma non ha ritenuto di punire il colpo di Stankovic al piede di Conceiçao caduto appena dentro l'area laziale.
Erano due decisioni difficili e lui ha deciso sempre a sfavore dei nerazzurri. Ma anche l'Inter è più che contenta per questo pareggio che, a parte il modo avventuroso con cui si è concretizzato, ha confermato il carattere della squadra di Cuper. È scesa due volte all'Olimpico e per due volte ha saputo reagire e conquistare due utili punti, mostrando anche chiari progressi in fatto di gioco. Soprattutto l'Inter ha acquisito ormai in pianta stabile un campioncino come Emre che, da ieri sera, è diventato uno dei punti di forza fondamentali di questa squadra. Un centrocampista di corsa e di talento che ha anche il dono del gol. Non è facile trovarli in giro. Per conto suo la Lazio non esce ridimensionata dal primo grande esame di questo suo straordinario campionato e domenica prossima, in casa della Juventus, saprà sicuramente farsi rispettare. Quella sera ne sapremo di più sul ruolo della squadra di Roberto Mancini nella lotta per lo scudetto. Le premesse sono ottime.