Sabato 29 marzo 1986 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Catania 1-0

Da LazioWiki.

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29 marzo 1986 - 2273 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie B 1985/86 - XXVIII giornata

LAZIO: Ielpo, Podavini, Calisti, Galbiati, Calcaterra, Magnocavallo, Torrisi (57' D'Amico), Toti, Dell'Anno (79' G.Corti), Caso, Garlini. A disp. Salafia, Filisetti, G.Damiani. All. Simoni.

CATANIA: M.Onorati, Picone, De Simone, Maggiora, Canuti (73' Mandressi), Polenta, Puzone, Pedrinho, Borghi, P.Braglia (46' Longobardo), Picci. All. Mazzetti.

Arbitro: Vecchiatini (Bologna).

Marcatori: 49' Garlini.

Note: espulsi Calcaterra e Borghi all'82' per reciproche scorrettezze. Ammoniti Maggiora, Garlini, Polenta, Caso.

Spettatori: 25.000 circa di cui 10.504 paganti.


D'Amico in azione
Garlini, autore del goal decisivo
Da Paese Sera
Il diagonale decisivo di Garlini
Da Il Tempo
Duello tra Dell'Anno e Maggiora
Da La Gazzetta dello Sport
I disegni del gol di Garlini e dell'occasione di Torrisi
Da Paese Sera
L'esultanza di Garlini
Da Il Messaggero
D'Amico saluta i tifosi
Da Il Messaggero
Duello tra Calcaterra e Borghi, entrambi espulsi
Da Paese Sera

Almeno sarà una Pasqua serena questa della Lazio. Intesa come squadra stavolta perché la società continua a essere in balia delle onde con spostamenti repentini e incontrollati di quote di pacchetti azionari. Comunque sia, basta un gol di Garlini, più efficace in azione che dal dischetto, al 4' della ripresa per aver ragione di un Catania modesto, come recita del resto la sua magra classifica.

Eppure per tutto il primo tempo il bravo Onorati aveva resistito senza neanche sporcarsi troppo i guantoni ai tiri di Toti e Caso, di gran lunga i migliori, e a un paio di colpi di testa di Garlini mentre poco aveva inciso Dell'Anno. Etnei chiusi a riccio a cercare di rintuzzare le avanzate laterali di Podavini e Magnocavallo, quest'ultimo vicino a procurarsi un rigore in avvio di ripresa.

Ovvero poco prima del gol che Garlini ha realizzato con una stupenda volée dopo un batti e ribatti in cui ci avevano provato prima Torrisi e poi Caso. Da quel punto in poi la Lazio ha controllato il match senza rischiare nulla, con Ielpo inoperoso e un solo tentativo extemporaneo del brasiliano Pedrinho. Dopo quasi un'ora di gioco lussazione alla spalla per Torrisi ben rimpiazzato da un voglioso D'Amico ed espulsione per Calcaterra e Borghi, sorpresi dall'arbitro a sgomitarsi al limite dell'area biancoceleste.


Il Messaggero titola: “BASTA UN BOOM. Garlini salva la Lazio”. “Catania KO all’Olimpico. Una sola azione, un solo tiro, e la crisi va. Partita pessima, ma l’1-0 è importantissimo per i romani, ora in acque molto più tranquille. Espulsi Calcaterra e Borghi”.

Solo il gol di Garlini. Poco? Punti di vista. Quel gol vuol dire tanto per la Lazio. La serie C si trova a una distanza di sicurezza e se non si verificano fatti nuovi (ma non per questo imprevedibili), la squadra romana può apprestarsi a vivere una mediocre, ma serena, pensione.

Si chiudono qui le note squillanti della giornata. In quei due punti in classifica che fanno balzare, si fa per dire, la Lazio in avanti, piazzandola a quattro punti dal Catania, sino a ieri rivale diretto e pericolosissimo. Domenica c’è Ascoli, ma vogliamo rovinarci la Pasqua pensandoci sin d'ora? Restiamo in tema, sottolineando comunque tutti gli errori commessi dagli scolari biancazzurri. Nervosi (un altro espulso...), incapaci di fare gioco, poche idee in testa, un calcio da moviola.

In novanta minuti i laziali hanno messo insieme un colpo di tesa di Garlini al primo minuto, un tiraccio di Caso al ventesimo e, appunto, la rete della vittoria, giunta al quarto della ripresa. Molto bella e meritevole di passare in prima fila. Cross di Calisti, testa di Caso, respinta, appoggio elegante e preciso di Torrisi a Oliviero Boom (l’altro Boom sarà per la prossima vola), sinistro carico di rabbia e palla sotto la traversa con Onorati tuffatosi, chissà perché, un paio di metri al di là del palo. Garlini urlando si mangia mezzo campo, centrando in pieno le braccia di Simoni. Quadretto familiare da incorniciare e appendere nel salotto buono della Lazio.

Garlini ha segnato dopo quattro minuti della ripresa ed erano esattamente quattro minuti che la curva nord faceva festa, trascinando quasi la squadra al gol. Cera un motivo: Simoni aveva chiesto a Vincenzo D'Amico di scaldarsi.

D’Amico è entrato poi a cose fatte e ha recitato dignitosamente la sua parte. I tifosi stravedono ancora per lui, ultimo brandello di una bandiera strappata in più parti. I laziali hanno bisogno di vedere volti noti, facce di vecchi amici, persone di cui fidarsi. E non c'è da stupirsi. Attorno alla Lazio ballano esibizionisti di ogni specie, gente che si affaccia su questo palcoscenico perché nessun’altra compagnia la ingaggerebbe. Strani personaggi in cerca di un riflettore e facile pubblicità. Con D’Amico, ultimo dei moicani, non ci si può sbagliare. È lui, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Vincenzo ha capito e ringraziato giocando qualche delizioso pallone.

La stiamo tirando per le lunghe con il troppo evidente scopo di rimandare le critiche. Ora, però, ci siamo. La squadra sembra la società e in questo non c'è niente di nuovo, trattandosi dei due volti di una stesa cosa. E’ una squadra divisa in mille correnti, ognuna delle quali porta acqua al proprio mulino, disinteressandosi di quello del compagno di cordata. I difensori difendono male, i centrocampisti si affidano a Caso che avrebbe invece bisogno di un sostegno per non cadere, in avanti c'è (per fortuna) solo Garlini, visto che Dell'Anno come punta non vale niente. Ieri si è rivisto Torrisi e dobbiamo dire che non è stata una sgradita sorpresa. Va sempre piano, ma se non altro ha dato l'impressione di avere qualora da dire. Da lode il suggerimento in occasione del Garlini Boom.

Calcaterra ha fatto collezione di belle parole in avvio di stagione. Ora su ridiscendendo precipitosamente i gradini della notorietà. È nervoso e fa innervosire, compagni e avversari. Il suo duello con Borghi è stato irritante. I due si sono picchiati per tutta la partita, sino a quando l'arbitro non ne ha potuto più, pescandoli in peccato volante: Calcaterra e Borghi se le davano in corsa!

Il Catania è messo proprio male. Visto più volte Mazzetti con le mani nei capelli. Aveva un solo giocatore vero, Braglia, e ha giocalo solo un tempo. Molti da suoi non sanno nemmeno controllare la palla. Eppure la Lazio la faticato anche contro un avversario dei genere. Simoni, a vittoria consumata, se l'è presa con la società. Già, ma quale?