Sabato 15 settembre 2007 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Empoli 0-0
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15 settembre 2007 - 3.241 - Campionato di Serie A 2007/08 - III giornata - inizio ore 20.30
LAZIO: Muslera, Behrami, Stendardo, Cribari, Zauri, Mudingayi, Ledesma, Mutarelli, Del Nero (46' Meghni), Rocchi (78' Tare), Pandev (70' Makinwa). A disposizione: Ballotta, Scaloni, De Silvestri, Manfredini. Allenatore: D.Rossi.
EMPOLI: Balli, Raggi, Marzoratti, Vanigli, Tosto, Buscè, Giacomazzi, Moro, Marchisio, Vannucchi (78' Giovinco), Saudati (74' Volpato). A disposizione: Bassi, Piccolo, Antonini, Abate, Rincon. Allenatore: Cagni.
Arbitro: Sig. De Marco (Chiavari) - Assistenti Sigg. G.Rubino e Altomare - Quarto uomo Sig. Russo.
Note: serata fresca, terreno in buone condizioni. Ammonito all'85' Ledesma per comportamento scorretto, all'87' Balli per proteste. Angoli: 4-5. Falli commessi: 17-20. Tiri in porta 5-1. Tiri fuori 2-1. Fuorigioco 2-5. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t.
Spettatori: paganti 5.282 per un incasso di 97.106 euro, abbonati 14.178 per una quota di 183.602,18 euro.
All'Olimpico la gara finisce con uno scialbo 0-0 avaro di emozioni, illuminato a tratti solo da qualche iniziativa personale poco convincente. La Lazio è parsa poco concentrata, forse con la testa proiettata all'esordio contro l'Olympiacos nella fase a gironi di Champions League, mentre per l'Empoli questo pareggio rappresenta il primo punto in campionato. Rossi ha scelto il "rombo" (4-3-1-2): in porta debutta il 21enne uruguayano Muslera; in difesa trovano spazio Behrami, Stendardo, Cribari e Zauri; a centrocampo Mudingayi, Ledesma e Mutarelli; Del Nero, trequartista al posto di Mauri, alle spalle della coppia offensiva composta da Rocchi e Pandev. Gigi Cagni ha risposto con il 3-5-1-1: Balli in porta; Raggi, Marzoratti e Vanigli, dopo l'infortunio di Adani nel riscaldamentopre-partita, in difesa; Tosto, Buscè, Giacomazzi, Moro e Marchisio, preferito in extremis, a centrocampo; Vannucchi alle spalle della punta avanzata Saudati. Al 10' si assiste alla prima azione pericolosa: Tosto entra in area con decisione, ma il destro di prima intenzione è da dimenticare. Al 15' Muslera, che forse paga l'emozione del debutto, sbaglia il tempo dell'uscita su Giacomazzi ma la difesa laziale riesce ad arginare. La gara procede senza troppe emozioni perché le squadre si studiano a vicenda senza idee chiare di gioco.
Sulla destra la velocità di Tosto mette in difficoltà la Lazio che però, con Mutarelli e Del Nero che dettano i tempi per gli inserimenti di Rocchi e Pandev, affronta i toscani a viso aperto. Al 28' un tiro di Buscè dai trenta metri non preoccupa Muslera che para facilmente. L'Empoli tesse una manovra d'attacco molto rapida alla quale la Lazio risponde un po' impacciata nelle ripartenze. Al 37' Mudingayi ci prova da fuori area di piatto destro ma Balli è pronto alla presa a terra. Errori da una parte e dall'altra rendono i primi 45 minuti privi di grandi spunti di cronaca. Nella ripresa La Lazio si presenta con Meghni al posto di Del Nero. Al 4' la difesa laziale compie un intervento in extremis anticipando Saudati. Al 5' è Rocchi a preoccupare gli ospiti: l'attaccante gira di destro in porta chiamando Balli alla presa in due tempi. Al 10' assist di Rocchi per Pandev, ma il macedone manca la deviazione da distanza ravvicinata. Al 25' cross dalla destra per Saudati, forse trattenuto in area da Cribari. Al 26' Rossi inserisce Makinwa per Pandev, decisamente non in giornata, nel tentativo di vivacizzare la manovra d'attacco. Al 30' il destro in corsa del nigeriano non impensierisce però l'attento Balli. Al 33' un cambio per parte: nella Lazio dentro Tare per Rocchi, nell'Empoli Cagni richiama Vannucchi e inserisce l'Under 21 Giovinco. Gli ultimi 10 minuti dell'incontro non hanno nulla da annotare e legittimano il pareggio a reti bianche.
La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio-Empoli da primato. È la più brutta del mondo. Orribile pari. Gli uomini di Rossi pensano alla Champions e rinviano l'appuntamento con i tre punti. I toscani lasciano lo zero in classifica".
Continua la "rosea": Si pensa sempre di averla già vista. E invece, oplà, eccola che si materializza, ogni volta sorprendendoti. La più brutta partita del mondo va in scena all'Olimpico e, credeteci, non rammentiamo precedenti simili. Lo 0-0 tra Lazio ed Empoli è fatto di un tiro in porta di Rocchi all'inizio della ripresa, l'unico momento in cui la Lazio cerca di vincere la partita, e di un successivo cross di Tosto, sul quale l'esordiente portiere uruguagio Muslera leva il pallone dalla testa di Saudati. Tutto qui. Partita orrenda, fischi a volontà e risultato che naturalmente fa la gioia dei toscani, che abbandonano lo zero in classifica, anche se Cagni, ripensandoci, converrà che forse valeva la pena osare un po' di più. Quanto a Delio Rossi, la Champions è l'alibi suo e di una squadra troppo brutta per essere vera: giudizio sospeso, dunque, fino a martedì notte. Scottato dalle sconfitte con Fiorentina e Inter, Cagni vuole assolutamente sdoganarsi dalla coda della classifica. Studia allora un modulo alternativo al tradizionale 4-4-2, un 3-5-1-1 nel quale il superaffollamento a metà campo è solo una delle strade per spegnere la Lazio. Le altre sono consegnate alla marcatura ad personam di Marchisio, che alla fine risulterà il migliore per sapienza tattica, centrale basso su Del Nero, e all'uso di un trequartista solitamente talentuoso come Vannucchi quale guastatore sui piedi di Ledesma. Con Buscè a destra e Tosto molto alto a sinistra per contrastare le avanzate di Zauri e Behrami, con Moro a incrociarsi con Mutarelli e Giacomazzi con Mudingayi, il match da no contest è completato dal Saudati abbandonato là davanti e da tre stopper, Raggi, Vanigli e Marzoratti, che si dividono equamente su Pandev e Rocchi. È un buon cocktail per arginare un avversario che ha gamba e voglia di giocarsela. Figurarsi una Lazio come questa.
Già, perché i biancocelesti proprio non ci stanno. Con la testa e anche con la corsa. Sarà l'imminenza della Champions vera, anche se martedì ad Atene si comincerà a porte chiuse contro l'Olympiacos, fatto sta che una squadra che pure si presenta in formazione tipo (Mauri e Siviglia sono ormai dei lungodegenti), non mostra nulla, ma proprio nulla delle sue qualità. Il fatto è che la Lazio se non fa le cose in velocità diventa una squadra men che normale: e questo accade, fatte salve un paio di verticalizzazioni di Del Nero, il meno peggio della compagnia, che un Rocchi dal piede freddo non si mostra in grado di sfruttare. Nella ripresa Rossi decide (non può essere altrimenti) di preservarlo per Atene, ma la scommessa sul subentrato Meghni è nuovamente perduta, complice anche l'efficienza di Marchisio. Arrivano le due-occasioni-due del match, e subito dopo sia Rossi che Cagni provano a rivoluzionare i rispettivi (si fa per dire) attacchi: Makinwa, Tare, l'interessante Giovinco e Volpato non cambieranno il corso della storia. Non sembra male il lungo e giovane portiere Muslera, nazionale dell'Uruguay, chiamato a raccogliere la pesante eredità di Peruzzi. Mai impegnato in modo serio, Muslera mostra una certa personalità. Esce con disinvoltura, e questo per l'Europa che verrà è già qualcosa. L'Olimpico laziale lo ha già adottato, mentre i rapporti con Lotito sono i soliti: "A Valmontone vacce te" ha intonato a lungo la curva nord sul tema nuovo stadio. Raccogliendo questa volta unanimi consensi.