Sabato 11 marzo 2000 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Inter 2-2
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11 marzo 2000 - 2.888 - Campionato di Serie A 1999/00 - XXV giornata
LAZIO: Marchegiani, Negro (75' S.Inzaghi), Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Stankovic, Sensini (64' Conceição), Simeone (46' Ravanelli), Nedved, Veron, Salas. A disposizione: Ballotta, Couto, Gottardi, Mancini. Allenatore: Eriksson.
INTER: Peruzzi, Simic, Blanc, Cordoba, Panucci, Cauet (75' Colonnese), Di Biagio, J.Zanetti, Seedorf, Zamorano (85' Mutu), Recoba (46' Serena). A disposizione: Ferron, Georgatos, Moriero, R.Baggio. Allenatore: Lippi.
Arbitro: Sig. Braschi (Prato) - Guardalinee Sigg. Mazzei e Puglisi - Quarto uomo Sig. Cerofolini.
Marcatori: 19' Recoba, 79' Di Biagio, 83' S.Inzaghi, 88' Pancaro.
Note: serata fresca, terreno in buone condizioni. Espulso al 40' Cordoba per fallo da ultimo uomo su Salas. Ammoniti: Mihajlovic per comportamento non regolamentare, Cauet per gioco falloso. Angoli 12-1 per la Lazio. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 66.491 di cui 36.757 abbonati per un incasso di £. 2.869.570.284.
Il big-match dell'Olimpico vede i biancazzurri affrontare l'Inter terza in classifica. Già dall'avvio i laziali si portano in avanti impegnando non poco il portiere Peruzzi. Solo grazie all'abilità dell'estremo difensore nerazzurro la Lazio non passa in vantaggio. Ma come spesso accade nel calcio, è la squadra che si difende a realizzare e l'Inter ci riesce grazie ad un potente sinistro di Recoba che non lascia scampo a Marchegiani. La Lazio, ferita, si porta in attacco con più veemenza ma in modo confusionario. Al 40' Cordoba viene espulso per un fallaccio su Salas lasciando l'Inter in dieci per il resto della gara. Prima dello scadere un rigore netto per atterramento di Negro da parte di Peruzzi non viene concesso dall'arbitro. Lippi nel secondo tempo corre ai ripari e sostituisce Recoba con Serena. Arriva poi una rete per i biancazzurri ad opera di Salas, ma l'arbitro annulla per fuorigioco. Eriksson butta così nella mischia Simone Inzaghi ma il pareggio non arriva, anzi sono i nerazzurri a raddoppiare con l'ex Di Biagio. Sembra ormai tutto perduto quando all'83° Simone Inzaghi riapre la gara siglando da pochi passi la rete dell'1-2. I biancazzurri a questo punto sono indemoniati ed attaccano con 4-5 giocatori senza pausa ed all'88' vengono premiati grazie a Pancaro abile a sfruttare una ribattuta in mischia di Peruzzi. Da segnalare che anche nella gara di andata il giocatore aveva regalato alla Lazio il pareggio sempre allo scadere. A fine gara si conteranno 28 tiri in porta da parte della Lazio contro i 5 dell'Inter, con almeno 15 pericolosi. La classifica vede però la Juventus allontanarsi a quota 56 punti, la Lazio segue a 50 ed il Milan a 47.
La Gazzetta dello Sport titola: "Pancaro è l'incubo dell'Inter. L'Inter in 10 si fa rimontare due gol nel finale: il difensore colpisce ancora. La Lazio domina, ma al 19' Recoba porta in vantaggio i nerazzurri. Alla fine del primo tempo Braschi espelle Cordoba per un discusso fallo su Salas. Peruzzi però è insuperabile, e quando Di Biagio realizza il 2-0 la gara sembra chiusa. Ma prima Inzaghi e poi Pancaro agguantano il pari: anche all'andata il difensore aveva segnato allo scadere il gol dell'1-1".
Continua la "rosea": Vince la Juventus. Lazio e Inter, così diverse e così ugualmente eroiche, finiscono col pareggiare (2-2) una partita bellissima e con mille veleni nella coda. Braschi, l'arbitro che a Torino sullo 0-0 di Juventus-Roma non vide un netto rigore per fallo di Tacchinardi su Delvecchio, è al centro di diverse decisioni sulle quali si potrà discutere all'infinito. Decisioni che hanno tuttavia la caratteristica di essere tutte in danno dell'Inter: dall'espulsione di Cordoba per presunto fallo da ultimo uomo su Salas sul finire del primo tempo, ai due gol del rocambolesco pareggio biancoceleste dopo l'uno-due di Recoba e Di Biagio, quando la partita è agli sgoccioli. Sul gol di Inzaghi c'è Salas in fuorigioco (più passivo che attivo), su quello di Pancaro c'è uno scontro sospetto fra Inzaghi e Peruzzi, mattatore della serata con i suoi prodigiosi interventi. Finisce con Nesta e Panucci che fanno quasi a capocciate, un peccato. I primi diciotto minuti della Lazio sono fantastici. Eriksson schiera Veron appena dietro Salas, unica punta, in pratica sui piedi di Di Biagio, e l'argentino straripa distribuendo gioco ovunque, bene assecondato sulle corsie laterali da Stankovic e Nedved, sui quali Zanetti e Simic (più di Panucci) hanno il loro daffare. Ne scaturiscono sei occasioni da rete, che non sono chiarissime solo perché la difesa dell'Inter, da Peruzzi al lucido Blanc per finire coi due piè veloci Cordoba e Simic, è bene affiatata, così da metter sempre in difficoltà chi è chiamato a concludere, sia esso Nedved, Stankovic o Veron. Peruzzi deve opporsi due volte al ceko, ma non sono miracoli. E' comunque un'Inter che subisce, perché Seedorf è nella morsa di Sensini, Cauet e Simeone si fronteggiano in un rotear di bulloni, a Zamorano e Recoba, che svaria da una fascia all'altra, non arriva un pallone giocabile. Diciotto minuti. Poi arriva il diciannovesimo, che sarebbe piaciuto a Helenio Herrera, tanto è letale il contropiede dell'Inter.
La verticalizzazione è di Di Biagio, per una volta uscito dalle spire di Veron, ma il gioco di prestigio è tutto di Recoba, che ruba il tempo a Negro e Nesta facendosi scorrere il pallone sul sinistro. E' un tiro forte ma non irresistibile, sul quale Marchegiani ci mette del suo. La Lazio accusa talmente il colpo dello 0-1 che per venti minuti non succede niente. Lippi ha proceduto ad arretrare subito Seedorf sulla linea mediana e poco dopo a spostare Cauet su Veron, così che Di Biagio, con propria soddisfazione, può incrociare il motivatissimo ma meno devastante Simeone. Per tornare in partita, la Lazio deve aspettare il primo fattaccio. Lancio di Simeone, Blanc è scavalcato, Salas e Cordoba a contatto, il mestiere del cileno contro l'ingenuità del colombiano: ne viene fuori una strattonata certo fuori area, forse più colpevole che innocente, anche se le opinioni in materia si dividono. Per Braschi è fallo da ultimo uomo e Cordoba va fuori, quando c'è ancora più di un tempo da giocare. All'inizio del secondo tempo Eriksson] e Lippi giocano le carte di riserva: entrano Ravanelli per Simeone e Serena per Recoba, sacrificato illustre all'inferiorità numerica. Quella di Lippi è un'autentica rivoluzione: Panucci scala terzino su Ravanelli, Simic passa alla sinistra di Blanc su Salas, Zanetti cambia fascia e va a incrociare Nedved, mentre Serena si cura di Stankovic. E' chiaro che è un'altra partita, segnata dall'episodio Cordoba. Una sorta di assedio a Fort Apache, ribattezzato nella circostanza Fort Peruzzi: quattro parate straordinarie, con l'Inter che non esce più dall'area e i biancocelesti che moltiplicano le occasioni. Eriksson spara nuove cartucce, dentro Conceiçao e poi anche Simone Inzaghi, che sarà decisivo per la gioia del fratello Pippo, fuori prima Sensini e poi Negro.
Lippi risponde col terzo marcatore, Colonnese, per l'esausto Cauet. Prende fiato la Lazio alla mezz'ora, e l'Inter dalle sette vite sembra chiudere il match nell'unica circostanza in cui si riaffaccia nell'area di Marchegiani. Il gol è di Di Biagio, ex romanista come Peruzzi, l'assist di Seedorf. Tutto finito? Nemmeno per idea, perché la rabbia della Lazio è grande e la fatica dell'Inter enorme. La diga nerazzurra si apre sul fronte destro, dove Pancaro, di fatto l'uomo in più della Lazio, affonda come la lama nel burro. Prima ci pensa ancora Peruzzi con l'aiuto di Simic, poi, in cinque minuti, la rimonta si materializza insieme a una valanga di polemiche. L'1-2 nasce dal cross corto di Pancaro, la deviazione di Stankovic sulla traversa mentre Salas è in fuorigioco, Inzaghi lesto a ribadire in gol. Il 2-2 divide ancor di più: ancora Inzaghi a tu per tu con Peruzzi che lo anticipa deviando sulla destra, mentre Inzaghino gli rovina addosso (fallo o non fallo? Mah!) e Pancaro arriva come una locomotiva. Due a due. A guardar bene, giusto. Soprattutto per la Juventus.