Mercoledì 9 giugno 1976 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Inter 1-0
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Coppa Italia - Girone Semifinale A - gara 2
LAZIO: Pulici, Ammoniaci, Ghedin, Wilson, Polentes, Badiani, Garlaschelli, Re Cecconi, Giordano, D'Amico, Lopez. A disp. Moriggi, Di Chiara, Brignani, Borgo, Ferrari G.C. All. Maestrelli.
INTER: Bordon, Oriali, Fedele, Bertini, Gasparini, Facchetti, Pavone, G.Marini, Boninsegna, Mazzola I, Libera (70' Cerilli). A disp. Busi, Canuti, Acanfora, Roselli. All. Chiappella.
Arbitro: F. Panzino (Catanzaro).
Marcatori: 61' Re Cecconi.
Note: ammoniti Marini, Oriali e Re Cecconi.
Spettatori: 38.335 paganti per un incasso di lire 106.062.000.
La Lazio si concede una parentesi strettamente calcistica, nel clima piuttosto preoccupato per il processo che l'attende domani, originato dai fatti di Cesena, affrontando l'Inter all'Olimpico » per il turno di Coppa Italia. Gli uomini di Maestrelli non nascondono l'ambizione di poter giungere in finale per cancellare il ricordo del loro deludente campionato. Tra i biancazzurri è assente Martini, squalificato. Nell'Inter mancano Vieri e Giubertoni. Quando l'arbitro Panzino dà il segnale di inizio, sono presenti sugli spalti circa 50 mila spettatori. Alla manovra dell'Inter che appare più ordinata, la Lazio replica con un ardore agonistico creando qualche difficoltà alla difesa nerazzurra. Tuttavia, il tiro più pericoloso è degli interisti al 5' di gioco con Oriali, che sfiora il palo della porta difesa da Pulici, imitato all'11' da Boninsegna su calcio di punizione. Tra i laziali si mettono in luce D'Amico e Giordano per i loro vivaci affondi. Mazzola è ancora una volta il migliore dei milanesi per acume tattico e per una sorprendente autonomia che gli consente di spaziare a tutto campo.
Al 22' l'Inter sfiora il bersaglio ancora con Boninsegna, che aveva ricevuto un prezioso invito da Pavone. Replica un minuto più tardi Garlaschelli, che si fa precedere dalla coraggiosa uscita di Bordon. La partita è abbastanza vivace. Non mancano scontri decisi anche se non cattivi, che tuttavia il pubblico molto nervoso e mal disposto verso un'avversaria che viene da Milano, considerata la città dove si accusa con maggiore assiduità la Lazio per gli episodi di Cesena, protesta rumorosamente. I biancocelesti si lasciano sfuggirò una grossa occasione per andare in vantaggio al 29' con Polentes, che spedisce alto da felicissima posizione. Sei minuti più tardi alla ribalta ancora D'Amico, protagonista di un'applaudita iniziativa personale che si perde con un tiro sull'esterno della rete interista.
La Lazio preme maggiormente, costruisce più gioco, ma difetta nelle conclusioni a rete. L'Inter si affida al contropiede, che appare però scarsamente efficace per l'inconsistenza di Boninsegna, ma soprattutto del deludente Libera. Nella ripresa la partita cala di tono. Il gioco è caotico e frammentario, tuttavia la Lazio sembra animata da una maggiore volontà. Stringe i tempi impegnandosi in una pressante offensiva e al 61' si porta in vantaggio: batte una punizione dalla linea di fondo D'Amico, la sfera rimpalla tra Facchetti e Ghedin, schizza verso Re Cecconi, che con un abile pallonetto scavalca Bordon in uscita e insacca. D'Amico continua a dare spettacolo. L'Inter appare frastornata, soprattutto perché non riesce a infondere consistenza al suo attacco, con un Libera sempre più deludente. Chiappella si decide a sostituire la punta-fantasma con Cerilli, ma ormai i nerazzurri non sembrano più avere sufficiente lucidità. A dieci minuti dalla fine i milanesi, proiettati nell'area laziale, sfiorano ripetutamente il gol, ma si fanno sfuggire l'ultimo tocco per battere a rete. In questo frangente emerge la bravura di Wilson, che spezza inesorabilmente ogni tentativo avversario.
Fonte: La Stampa