Mercoledì 8 febbraio 2006 - Palermo, stadio Renzo Barbera - Palermo-Lazio 3-1
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8 febbraio 2006 - 3.181 - Campionato di Serie A 2005/06 - XXIV giornata
PALERMO: Andujar, Zaccardo, Biava, Barzagli, Grosso, Barone, Corini (51' Tedesco), Mutarelli, Di Michele, Gonzalez (70' Brienza), Caracciolo (77' Godeas). A disposizione: Lupatelli, Terlizzi, Accardi, Rinaudo. Allenatore: Papadopulo.
LAZIO: Peruzzi, Belleri, Siviglia, Cribari (50' Stendardo), Zauri, Behrami, Mudingayi, Liverani, Mauri, Di Canio (58' Tare), Rocchi (75' Bonanni). A disposizione: Ballotta, De Silvestri, Pandev, Keller. Allenatore: D.Rossi.
Arbitro: Sig. Rocchi (Firenze).
Marcatori: 12' Gonzalez, 57' Tedesco, 65' Caracciolo, 84' Belleri.
Note: serata fresca, terreno in brutte condizioni. Espulso Behrami per somma d'ammonizioni (proteste e gioco falloso). Ammoniti Mutarelli e Caracciolo per comportamento non regolamentare, Barzagli e Liverani per gioco falloso. Angoli: 5-2 per la Lazio. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 27.000 circa con 2.204 paganti per un incasso di euro 29.988 e 24.870 abbonati.
La Gazzetta dello Sport titola: "Palermo ripassa la tabellina del 3. Papadopulo impone la sua regola di casa. Nuovo tris: dopo il Milan, tocca alla Lazio".
Continua la "rosea": Ricordate Speedy Gonzalez? Era sparito ed è tornato. Veste la maglia numero 19 di Mariano, un ragazzo argentino, timido fuori quanto aggressivo in campo. Le sue serpentine strette ieri hanno incantato e messo al tappeto la Lazio. Consegnando 3 punti importanti al Palermo, i primi in campionato della nuova gestione Papadopulo. Che per vincere sulla sua fresca panchina ha scelto un pezzo importante del suo passato remoto (da calciatore) e di quello più recente. Il tecnico toscano ha così incrementato il suo vantaggio sul collega Delio Rossi che contro di lui non ha mai vinto, al massimo pareggiato (6 volte), e con quella di ieri 4 volte ha perso. Ma tornando a Gonzalez, saremmo ingenerosi se dicessimo che è stato l'uomo solo di questo giorno. Il sudamericano era stato decisivo già contro il Milan in coppa Italia nella serata del debutto assoluto del nuovo tecnico, incastonando una doppietta nella semifinale conquistata. Ieri sera ha fatto diventar matti Behrami e Belleri con tunnel, fughe, gol e assist. Deliziando i trentamila del Barbera. Con questa vittoria il Palermo ha chiuso il cerchio: vendica la sconfitta dell'andata, dalla quale erano cominciati tutti i suoi guai, e intraprende nuovi itinerari. Turnover è un'espressione sgradita a Papadopulo. Il quale ha schierato la stessa formazione a cui si è affidato nelle prime 3 gare della sua gestione. La stessa che aveva strapazzato il Milan in coppa Italia (3-0) e impattato a Reggio Calabria (2-2).
Il tutto in una settimana. E altrettante partite lo attendono nei prossimi 10 giorni: sempre in trasferta (2 di campionato con l'intermezzo Uefa a Praga). Ma il rendimento ha confermato la bontà della scelta. Il Palermo ha perpetrato la sua attitudine in zona gol e anche contro la Lazio è riuscito a segnare con il suo uomo di maggior spicco del momento e poi ancora altre due volte. La porta di Peruzzi è stata scardinata dopo 213 minuti di imbattibilità: era chiusa dal 21 gennaio in occasione del pareggio casalingo contro il Cagliari (1-1). E si è interrotta anche la serie utile della formazione romana dopo 8 giornate che hanno prodotto 2 vittorie e 6 pareggi. Il Palermo di Papadopulo è diventato più cinico e cattivo, lo testimoniano i tantissimi falli di gioco (26 ne abbiamo contati alla fine). Probabilmente è stata questa la medicina che il tecnico di Cecina ha prescritto ai suoi per farli guarire dalla vecchia sindrome da rimonta avversaria. Con l'aggiunta di una cucchiaiata di fortuna. Come ha dimostrato il raddoppio del Palermo giunto in modo rocambolesco, ma meritato considerando anche l'incrocio dei pali colpito poco dopo da Barone. Il secondo gol è stato il suggello della favola che sta vivendo Giovanni Tedesco che fino a 10 giorni fa ha giocato in C1 con il Genoa: arrivato finalmente nella squadra della sua città, ieri ha festeggiato 500 gare fra i professionisti segnando anche una rete molto importante.
La Lazio a mezzora dalla fine è rimasta in 10 perdendo Behrami, espulso per doppia ammonizione. Ed è stato il buio. Non che prima avesse saputo fare granché. Il dimenarsi di Di Canio e lo svariare di Rocchi hanno prodotto poco o nulla. Così come le sostituzioni operate da Rossi. È in mezzo al campo che i siciliani hanno vinto la loro battaglia contro le streghe del passato. Ma solo dopo il 3 a 0 hanno potuto tirare un bel sospiro di sollievo. Da quel momento la Favorita si è goduta la sua quasi tiepida serata di un inverno che forse ha annunciato la partenza da Palermo. Perché prima o poi la nottata doveva passare.
La Repubblica titola: "I siciliani battono i romani che interrompono la serie positiva. In panchina dei rosanero l'ex allenatore dei biancocelesti. Il Palermo travolge la Lazio. Papadopulo si prende la rivincita".
Continua il quotidiano: Il Palermo, rigenerato dalla cura Papadopulo, ritrova la vittoria in campionato e interrompe la serie positiva della Lazio che durava da otto giornate. Ed è proprio l'ex tecnico biancoceleste, da sempre tifoso laziale, a dare un dispiacere a Delio Rossi. Il Palermo passa presto in vantaggio, contiene le sfuriate di Di Canio e compagni, e poi dilaga nella ripresa, sfruttando soprattutto le giocate di un eccezionale Gonzalez. La Lazio gioca un discreto primo tempo, ma poi crolla alla distanza. Papadopulo conferma la stessa formazione iniziale già schierata contro il Milan in Tim Cup e a Reggio Calabria in campionato. L'argentino Santana resta fuori causa, anche se in via di recupero. Rossi preferisce Behrami all'ex di turno, Massimo Bonanni nel ruolo di esterno destro. Liverani e Mudingayi sono al loro posto al centro del campo anche se un po' affaticati. Ritmo elevato sin dalle prime battute. La prima palla gol arriva dopo pochi secondi a Di Michele, che solo davanti a Peruzzi manda incredibilmente alto. La Lazio tiene più la palla, mentre il Palermo cerca di sfruttare le azioni veloci. Al 12' i rosanero passano in vantaggio con Gonzalez che in area riceve palla da Caracciolo in posizione centrale e infila Peruzzi.
La partita si mantiene bella, Di Canio e compagni provano a bucare la difesa di casa con azioni manovrate, mentre l'undici di Papadopulo può sfruttare gli spazi in contropiede. Al 26' la migliore occasione per la Lazio con Rocchi, che servito dalla destra da Di Canio, di testa manda un soffio sopra la traversa. Si combatte in ogni parte del campo. Il Palermo costruisce gioco, ma c'è imprecisione nell'ultimo passaggio. Il duo Di Canio-Rocchi torna a farsi pericolso al 36' ma questa volta la mira è imprecisa. Poi al 46' la difesa del Palermo viene colta dalla sindrome del recupero (2 gol subiti a Reggio), ma Rocchi sbaglia una ghiotta occasione. Dopo 5' della ripresa i primi cambi: nella Lazio Stendardo rileva Cribari, mentre nel Palermo Giovanni Tedesco entra al posto di Corini. Il centrocampista, palermitano di nascita, colleziona le sue 500 presenze nel calcio professionistico che festeggia con il gol del raddoppio all'11': Gonzalez mette in mezzo, la deviazione di Stendardo favorisce Tedesco che infila Peruzzi. Di Canio lascia il posto a Tare, ma è il Palermo a sfiorare il tris con una gran conclusione di Barone che si stampa sulla traversa.
Al 16' la Lazio resta in dieci per l'espulsione di Behrami, già ammonito, per un fallo su Gonzalez. Al 20' il 3-0 di Caracciolo, servito al centro dell'area ancora da un super Gonzalez. La Lazio non ha la forza di reagire. Spazio anche per Bonanni che viene salutato dagli applausi del suo ex pubblico. Al 38' accorcia le distanze Belleri di testa su azione di calcio d'angolo. E' troppo tardi, i tre punti vanno al Palermo.
Nota[modifica | modifica sorgente]
Ha trovato ad accoglierlo qualche decina di tifosi a Fiumicino. Giorgio Chinaglia, arrivato dagli Usa, ha ribadito che ci sarebbe un gruppo del campo chimico-farmaceutico interessato alla Lazio, che avrebbe fatto alcuni tentativi per convincere Lotito a cedere il pacchetto di maggioranza. Ma la proprietà sostiene che non ci sono trattative in corso e che, comunque, non vuole vendere.