Domenica 5 febbraio 2006 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 0-0
Turno precedente - Turno successivo
5 febbraio 2006 - 3.180 - Campionato di Serie A 2005/06 - XXIII giornata
LAZIO: Peruzzi, Oddo, Cribari, Stendardo, Zauri, Bonanni (46' Belleri), Mudingayi, Liverani, Mauri, Di Canio (63' Pandev), Rocchi. A disposizione: Ballotta, Giallombardo, Keller, Siqueira, Tare. Allenatore: D.Rossi.
MILAN: Dida, Stam (80' Cafu), Nesta, Kaladze, Serginho, Gattuso, Pirlo, Seedorf (83' Jankulovski), Kakà, Shevchenko, Gilardino. A disposizione: Kalac, Simic, Vogel, F.Inzaghi, Amoroso. Allenatore: Ancelotti.
Arbitro: Sig. Saccani (Mantova).
Note: serata fredda, terreno in buone condizioni. Ammoniti Oddo per gioco falloso e Kaladze per comportamento non regolamentare. Angoli: 9-4 per il Milan. Recuperi: 1' p.t., 2' s.t.
Spettatori: paganti 11.338 per un incasso 258.044 euro, abbonati 18.618 per una quota di 230.313,19 euro.
La Gazzetta dello Sport titola: "Ancelotti, ora è allarme Champions. Il Milan costruisce quando corre, ma il fiato è poco: 0-0 con la Lazio. E tra 15 giorni il Bayern".
Continua la "rosea": Avviso ai naviganti: se tra quindici giorni a Monaco di Baviera scende in campo "questo" Milan, il Bayern che sta dominando la Bundesliga ne fa polpette e anche la Champions saluta e toglie il disturbo. È questa l'impressione che si ricava dal brutto 0-0 dell'Olimpico, il primo in campionato dei rossoneri, a dimostrazione d'una sopraggiunta e inquietante idiosincrasia al gol. C'è una traversa di Shevchenko, il più vivo della compagnia, e la consacrazione di Peruzzi quale migliore in campo, a rendere appena meno amara la serata di Ancelotti. Ai punti, di stretta misura, il Milan questo match lo avrebbe anche vinto. Ma si tratta pur sempre di Milan contro Lazio e dunque c'è proprio poco di cui sorridere. Guardando poi al campionato, con la Fiorentina di nuovo a un punto e la straripante Roma a sei, sarà utile tenere gli occhi bene aperti anche lì. Si fa presto ad arrivare quinti. Qual è il male del Milan? Diagnosi difficile ma non impossibile da tentare. La squadra è in evidente debito di ossigeno. Corre poco, una manciata di minuti sul finire del primo tempo, altrettanto nel mezzo della ripresa quando sono arrivate le uniche quattro occasioni da rete del match, di Gila (impreciso), Sheva (legno con l'aiuto di Peruzzi), Kakà e Sheva (ancora Peruzzi).
Non ha più l'ombra di un gioco sulle corsie esterne. Stam e Serginho fanno il loro, anche benino, fino a metà campo, ma la altrui linea di fondo non sanno proprio cosa sia. Ancelotti ha inserito Cafu (per Stam) e Jankulovski (per lo spento Seedorf) nelle fasi finali della partita: o sa di poter chiedere loro pochissimo, oppure si è mosso tardi coi cambi. Il logorio maggiore si avverte a metà campo, dove Gattuso continua miracolosamente a moltiplicarsi, ma senza trovare Pirlo. Il duello dei registi è stato vinto da Liverani, che insieme al gran correre di Oddo ha tenuto in piedi una Lazio troppo lunga ed evidentemente stanca per l'impegno di coppa Italia di giovedì, due giorni dopo quello del Milan. A cui attualmente manca il vero Kakà. Un primo tempo anonimo, il suo, un secondo con un paio di lampi, ma le accelerazioni che lo hanno reso celebre sono solo un pallido ricordo. Al Milan restano dunque Sheva e Gila, due che hai la netta sensazione potrebbero procurare sempre grossi danni, se solo venissero messi in condizione di essere finalizzatori di un gioco. Che oggi, diciamocelo francamente, non c'è. La storia del match dice di un primo tempo orribile e di una ripresa appena più movimentata. Delio Rossi schiera otto dei reduci di San Siro, due dei quali, Rocchi e Bonanni, erano stati utilizzati part-time. Le assenze di Behrami, Manfredini, Dabo e dello squalificato Siviglia impongono l'uso sulle corsie esterne degli ultimi arrivati del mercato di gennaio, entrambi mancini. Così Bonanni va a destra e Mauri a sinistra, mentre Stendardo fa le veci di Siviglia. Anche Ancelotti si affida a otto dei responsabili della disfatta di Palermo, tre dei quali, Kaladze, Serginho e Pirlo, disputarono solo una porzione di partita. Sarà per questo, sarà per il fatto di aver potuto riposare due giorni in più, fatto sta che il Milan trotterella e la Lazio cammina. La trovata tattica (si fa per dire) di Ancelotti è quella di invertire le tradizionali posizioni di Seedorf e Gattuso, quest'ultimo è così alla sinistra di Pirlo e si suppone che la scelta dipenda dal rispetto che Ancelotti nutre nei confronti della verticale Oddo-Bonanni, di sicuro più aggressiva e pungente di quella, dalla parte opposta, formata da Zauri e Mauri. Sono precauzioni superflue, perché, della bella Lazio cui Rossi ha abituato il pubblico infreddolito dell'Olimpico, non vi è la minima traccia.
Il Milan cercherà di approfittarne solo nel secondo tempo, quando però Rossi avrà con un paio di correttivi (Belleri subito per Bonanni, ancora troppo estraneo alla manovra, e poi Pandev per l'esausto e poco incisivo Di Canio) reso più da corsa la sua Lazio. Il Milan sparerà le sue cartucce in rapida successione, sfruttando anche un timido ingresso in partita di Kakà. Ma sarà la Lazio, dopo il muro Peruzzi, ad avere l'ultima parola. La verticalizzazione di Liverani arriva a Mauri sul piede sbagliato, il destro, e Dida, è salvo. Ma per restare a galla tra due settimane ci vuole altro.
La Repubblica titola: "Il posticipo finisce 0-0, ottavo risultato consecutivo dei biancazzurri. Primi 45' senza emozioni. Nella ripresa il match si è acceso. Lazio insuperabile all'Olimpico, il Milan fermato sul pareggio. Traversa di Shevchenko, Mauri fallisce il gol-vittoria nel finale. Si allunga il distacco dei rossoneri dalla Juve: 14 punti".
Continua il quotidiano: Nella roccaforte imbattuta della Lazio, il Milan non è andato oltre una traversa colta da Shevchenko nella ripresa e lo 0-0 ha così portato a 14 punti di distacco i rossoneri dalla Juve, mentre i biancocelesti hanno fatto un piccolo passo avanti, ma senza gradi prospettive. La partita, molto tattica, ha faticato a decollare per le attente marcature allestite dai due allenatori. La Lazio, schierando i nuovi acquisti Bonanni e Mauri da esterni, costringendo i rossoneri a un attento controllo delle fasce. Da parte sua, Delio Rossi ha cercato di mettere la museruola al playmaker rossonero Pirlo, mettendo sulle sue piste [[Di Canio Paolo|Di Canio], sacrificandolo nel ruolo di cerbero del cervello milanista. Questo atteggiamento prudente dei due tecnici ha reso la partita piuttosto farraginosa, impedendo al Milan, che ha tentato di fare la partita, di esprimersi in fase offensiva. Per contrappasso la Lazio è rimasta bloccata e la lotta per la conquista del centrocampo ha impedito alle due squadre di giocare, con risultati negativi sull'aspetto spettacolare della gara. Solo dopo la mezzora il Milan è riuscito a tentare qualche sortita in avanti. Un intervento di Zauri al 34' ha impedito a Kakà di andare al tiro; il brasiliano e Shevchenko sono riusciti a concludere in qualche occasione, ma Peruzzi non ha faticato a parare. Anche Seedorf ha tentato di destro al 38', chiamando in causa il portiere biancoceleste.
La Lazio, governata da Liverani in fase di impostazione del gioco, non ha trovato molti sbocchi: ha tentato Oddo, a forzare l'apparato rossonero, ma senza apprezzabili risultati. Insomma, un primo tempo non certo spettacolare fra due squadre che evidentemente hanno soprattutto tentato di non cedere spazi all'avversario. D'altro canto, se ci si mette nei panni di Delio Rossi si può capire il suo tentativo di non far ragionare i rossoneri, in attesa di trovare lo spazio per un'iniziativa offensiva. Quanto ad Ancelotti, confermato da Berlusconi ma scottato dalle recenti esperienze e dotato del "tutore" Braida, non vuol costringere i suoi dirigenti ad accogliere il suggerimento di chi ha parlato di Van Basten e Donadoni per la panchina rossonera. Delio Rossi nell'intervallo ha chiamato in causa Belleri al posto di un Bonanni apparso in difficoltà. La squadra biancoceleste ha cominciato in modo promettente la ripresa; Mudingayi e Di Canio hanno cercato di mettere in difficoltà Dida, sperando in una delle sue papere per sbloccare la partita. Ma il portiere, dopo l'errore con la Samp, non ha ripetuto la svista e così il Milan ha avuto l'opportunità di distendersi in avanti, ma non hanno funzionato sugli esterni Serginho e Stam e quindi l'azione offensiva dei brossoneri è rimasta solo una pia intenzione.
Una grande occasione l'ha avuta Gilardino che al 14' ha ricevuto ai limiti dell'area piccola, ha ben protetto la palla dal tentativo di intervento di Stendardo, si è girato e di piatto destro ha messo fuori. Dopo un'ora Di Canio ha lasciato il posto a Pandev. Rocchi al 18' ha effettuato un bel tiro, fuori di poco. Insomma, la partita si è un po' animata. Shevchenko ha servito una buona palla a Kakà il cui tiro, al 21', ha costretto Peruzzi a una difficile deviazione. Poi Stam da destra, al 25', ha trovato la testa di Shevchenko: palla deviata da Peruzzi provvidenzialmente ad incocciare la traversa. La pericolosità del Milan è stata confermata poco dopo quando l'ucraino ha chiamato ancora Peruzzi a una deviazione. Serginho al 32' ha centrato per Gilardino che non ha chiuso da due passi. Ancelotti ha inserito Cafu al posto di Stam per tentare il tutto per tutto negli ultimi minuti. Ma di fatto ha attaccato la Lazio che tuttavia, sbagliando con Mauri un'ottima occasione al 42' (tiro fuori) è rimasta all'asciutto.