Mercoledì 20 agosto 1980 - Pescara, stadio Adriatico - Pescara-Lazio 0-2

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Coppa Italia 1980/81 - Gara 1 - Pescara-Lazio 0-2. Ore 21.

PESCARA: Piagnerelli, Chinellato, Santucci, Di Renzo, Prestanti, Romei, D’Eramo, D’Alessandro, Cinquetti (63' Livello), Nobili, Silva. A disp. Pirri, Tontodonati, Perinelli, Pucci. All. Agroppi.

LAZIO: Moscatelli, Spinozzi, Citterio, Perrone, Pighin, Simoni, Viola, Mastropasqua, Garlaschelli, Bigon, Greco. A disp. Nardin, Pochesci, Ghedin, Cenci, Albani. All. Castagner.

Arbitro: Lanese (Messina).

Marcatori: 42' Spinozzi, 80' Garlaschelli.

Note: serata calda, terreno in ottime condizioni. Ammoniti Santucci (23') per ostruzione, Greco (30') per gioco scorretto, Simoni (72') per gioco scorretto. Esami antidoping per Piagnerelli, Chinellato e Di Renzo del Pescara; Spinozzi, Perrone e Garlaschelli della Lazio. Angoli 5-4 per la Lazio.

Spettatori: 15 mila circa, di cui 12.200 paganti per un incasso di £. 56.000.000.

Un tiro di Viola

La cronaca della partita tratta da l'Unità del 21 agosto 1980:

"Di buoni motivi per infiammare d'agonismo questa prima partita di Coppa Italia non ne mancavano di certo. Tanto per cominciare (ironia della sorte) la nuova Lazio di Ilario Castagner fa il suo esordio ufficiale della stagione '80-'81 proprio dall'Adriatico di Pescare, in quello stadio cioè dove il blitz dei carabinieri e della guardia di finanza sembrò porre fine ad un intero ciclo, e seppellire per sempre i propositi della gloriosa società biancoazzurra. Ma come la mitica fenice, la nuova Lazio pare risorgere dalle proprie ceneri, ricostruita in umiltà ma piena di buona volontà e di buoni propositi. Altro motivo interessante, tra i tanti che si potrebbero citare, è il fatto che sulla panchina siedono Castagner ed Agroppi, il maestro e l'allievo: il primo alla guida della rinnovata Lazio, il secondo al suo esordio come allenatore. Tra i due c'è stima reciproca ma anche un po' di ruggine. C'è da sconfiggere anche la tradizione avversa in questa specie di derby biancoazzurro, che vuole la società romana sempre soccombente: la prima sconfitta risale proprio ad un incontro di Coppa Italia, quando la Lazio dello scudetto perse per 2 a 1 in un caldissimo pomeriggio di agosto di cinque anni fa. Le altre due sconfitte le rimediò in campionato ad opera di un Pescara derelitto, che sembrava esaltarsi e dare il meglio di sé soltanto quando aveva di fronte i laziali.

Ma questa la Lazio ce l'ha fatta. Ha vinto con il più classico dei punteggi, ed il risultato non fa una grinza. La squadra si è comportata abbastanza bene, con una prestazione tutto sommato accettabile, se si tiene conto che questa è la prima partita e che naturalmente c'è ancora qualcosa da rivedere. Ma questa prima vittoria pone la squadra biancoazzurra nella giusta luce. L'impatto con la realtà degli incontri che contano, dei due punti, è stato superato, se non di slancio quantomeno con un gioco razionale e con un assetto tattico ben orchestrato. Naturalmente qualche sfasatura, molta approssimazione in avanti, un ritmo decisamente blando, una difesa ancora da assestare e da rivedere. Il pacchetto difensivo, infatti si è trovato spesso a malpartito di fronte all'aggressività degli avversari. Comunque sempre attento Moscatelli sulle punizioni di Cinquetti e Nobili, buona anche la prova di Pighin alle prese con Silva, mentre Spinozzi ha un po' sofferto per le veloci incursioni di Cinquetti che partiva da lontano. Senza infamia e senza lode Perrone mentre Citterio, Simoni e Greco si sono visti a tratti. Gran lavoro sulla fascia centrale di Mastropasqua: qui la manovra laziale si è espressa a buon livello, soprattutto per opera di Viola fulcro di tutte le azioni. Purtroppo veniva spesso a mancare l'appoggio a Garlaschelli, che si ritrova sempre un po' troppo isolato in avanti. Questo è forse uno dei problemi da risolvere, specie quando si entrerà nel clima infuocato del torneo di serie B. La vittoria, come si è già detto, non fa una grinza. La prima rete al 42' del primo tempo ad opera di Spinozzi che raccoglie una punizione battuta da Viola e spara da fuori area un gran tiro che sorprende il portiere avversario. Il raddoppio ad opera di Garlaschelli che approfitta di un malinteso della difesa avversaria per entrare in area e calciare al volo di destro a mezza altezza. Poi è la volta della difesa a mettersi in evidenza nei dieci minuti finali, per respingere i confusi assalti degli avversari: Moscatelli se la cava da campione e la prima vittoria va in porto senza grossi affanni.

Ma non è tutto oro ciò che riluce: l'avversario di turno è ben poca cosa, ancora alle prese con i problemi più elementari di preparazione senza contare le varie assenze. Vittoria quindi da prendere con le molle, senza troppi entusiasmi se non si vogliono coltivare illusioni e svegliarsi poi con l'amaro in bocca".