Lunedì 2 maggio 2011 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 0-1
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2 maggio 2011 - 3.420 - Campionato di Serie A 2010/11 - XXXV giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Muslera, Lichtsteiner, Biava (71' Scaloni), Dias, Garrido, Matuzalem, Ledesma, Brocchi (88' Kozak), Hernanes, Zarate (85' Bresciano), Floccari. A disposizione: Berni, Del Nero, Gonzalez, Rocchi. Allenatore: Reja.
JUVENTUS: Buffon, Motta (71' Salihamidzic), Barzagli, Chiellini, Grosso, Krasic, Melo, Aquilani, Pepe, Matri (71' Toni), Del Piero (92' Bonucci). A disposizione: Manninger, Sorensen, Traore, Giandonato. Allenatore: Delneri.
Arbitro: Sig. Mazzoleni (Bergamo) - Assistenti Sigg. Di Liberatore e Padovan - Quarto uomo Sig. Tagliavento.
Marcatori: 87' Pepe.
Note: gara disputata in posticipo di lunedì per motivi di sicurezza in quanto nella domenica precedente si è riversata su Roma una moltitudine di pellegrini per assistere alla cerimonia di beatificazione di S.S. Giovanni Paolo II proclamato Beato. Espulso all'81' Ledesma per doppia ammonizione. Ammoniti: Grosso, Ledesma, Pepe e Salihamidzic tutti per gioco falloso. Angoli: 6-3 per la Juventus. Recuperi: 3' p.t, 3' s.t. La Lazio ha giocato con il lutto al braccio per commemorare Luigi Polentes scomparso recentemente ed è stato osservato un minuto di silenzio in sua memoria.
Spettatori: 50.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Juve, colpaccio Pepe a Roma. Lazio beffata dopo gli sprechi. I bianconeri vincono all'Olimpico nella capitale grazie al sinistro vincente dell'esterno deviato nella sua porta da Scaloni all'87'. La squadra di Reja ha attaccato per 80' sprecando tanto, ma ha pagato l'espulsione di Ledesma per doppio giallo nel finale. Juve a -3 dall'Europa League e -4 dalla Champions".
Continua la "rosea": Il calcio è incredibile. E allora può succedere che una Juventus che si è difesa quasi ad oltranza per 80' vinca all'Olimpico contro la Lazio grazie ad un'autorete. E trovi così tre punti fondamentali, anzi di più. Perché il sinistro di Pepe che Scaloni, entrato per un'infortunio occorso a Biava, devia nella sua porta, spiazzando Muslera, significa Juve a -3 da un posto certo in Europa League e solo a -4 dalla Lazio, che resta al 4° posto. Ma che può recriminare di tutto e di più. Ha creato tanto, sprecato di più, non ha ottenuto un rigore solare, è rimasta con l'uomo in meno per una dabbenaggine di Ledesma è poi si è trovata a mani vuote dopo una prestazione indubbiamente positiva. Ci risiamo, peraltro. Era successo già la giornata prima: allora la vittoria beffarda ai suoi danni era stata firmata dall'Inter, che però perlomeno aveva mostrato fiammate di gioco. La Juve stavolta ha pescato un jolly da un mazzo con un centinaio di carte: del resto la fortuna gli aveva girato le spalle diverse volte in questa stagione, non ultima nella gara con il Catania, stavolta le ha restituito tutto con gli interessi. I bianconeri sono imbattuti da 7 partite, al di là di prestazioni modeste, i risultati adesso arrivano con continuità. Il primo tempo è bruttino. La Lazio fa la partita, spinge, ma fatica a concretizzare la mole di gioco in occasioni. I biancocelesti sfondano sulle fasce, con Zarate che si allarga sulla sinistra e mette in croce Motta, costretto a fare i conti con la vitalità di Brocchi, ignorato da Krasic, e a destra, con Lichtsteiner che fa più il tornante che il terzino ed ha un passo diverso da Grosso.
Ma l'assenza di Mauri si fa sentire, in fase di rifinitura manca qualcosa, e l'unica palla gol nitida è rappresentata da un bel sinistro di Floccari respinto di piede da un ottimo riflesso da Buffon. E la Juve? Non pervenuta. Tutta dietro, e dire che avrebbe un solo risultato per tornare in corsa per l'Europa senza contare sulle disgrazie altrui (del Palermo in Coppa Italia): vincere. E invece si limita a spezzettare il gioco della squadra di Reja. I limiti di manovra ormai sono noti e un tiraccio di Melo su assist di Del Piero ne sono lo specchio più fedele, ma dopo la beffa bruciante col Catania era quantomeno lecito aspettarsi una squadra con il sacro fuoco dentro. E invece niente. La fortuna - sotto forma di una svirgolata di Lichtsteiner - prova a dare una mano alla Vecchia Signora, ma Matri calcia su Muslera quello che era diventato il più ghiotto degli assist. All'intervallo è 0-0. Netta supremazia territoriale dei padroni di casa, ma un'occasione per parte. La Juve più volitiva a inizio ripresa, anche come linguaggio del corpo. Non che ci volesse molto. Ma dura poco. La Lazio cresce progressivamente. Il copione è il solito: finché il ritmo è basso c'è equilibrio, appena la Lazio lo alza, la Juve si schiaccia all'indietro, soffrendo l'inverosimile, dietro, e non per colpa dei centrali, anzi i meno peggio. Le occasioni per la Lazio si susseguono, adesso. Un sinistro di controbalzo di Brocchi, una botta di Hernanes, non un granché, stasera, una mancato appoggio di Zarate, a due passi da Buffon, Poi Mazzoleni non vede un rigore netto per la Lazio: evidente fallo si Chiellini in area su Floccari. L'attaccante evidenzia la caduta e non ottiene nulla. Delneri cambia Motta e Matri, qualcosa deve fare: dentro Salihamidzic e Toni.
Non succede nulla. Fino a quando Ledesma si fa cacciare per doppia ammonizione: plateale il fallo su Melo che gli costa la doccia anticipata. L'espulsione costa carissima alla Lazio. Perché la Juve al primo affondo della ripresa passa. Azione confusa: cross per Toni, che la "sbuccia", la palla finisce a Pepe, che trova un buon diagonale, deviato da Scaloni, che spiazza Muslera. La Juve - spesso beffata -, stavolta beffa la Lazio oltre i propri meriti. Roma e Udinese sono a -3, la distanza da un posto certo in l'Europa League, la Champions è poco più lontana, a 4 punti proprio dalla Lazio. Che deve andare a farsi benedire dopo le sconfitte brucianti con Inter e Juventus.
Il Messaggero titola: "Rabbia Lazio, Juve spietata: 0-1. Pepe fa un regalo alla Roma, ora a -1. I biancocelesti reclamano per un contatto tra Chiellini e Floccari. Espulso Ledesma. E ora arriva l'Udinese".
L'articolo così prosegue: Una sterile superiorità territoriale non basta alla Lazio, punita nel finale da una rete di Pepe, uno dei peggiori della Juventus fino a quel momento. Ed ora la rincorsa ad un posto in Champions si fa in salita per la squadra di Reja, che resta sì a 60 punti, ma sente sul collo il fiato della Roma (59). Ed a tre giornate dalla fine anche i bianconeri (56 punti) possono ancora sperare nell'Europa che conta, perché negli scontri diretti sono in vantaggio con le tre che li precedono in classifica: Lazio, Udinese e Roma. Il posticipo della 35/a giornata è amarissimo per la formazione di casa, colpevole di non riuscire a concretizzare in azioni da gol la supremazia di gioco. E, rimasta in dieci ad una manciata di minuti dalla fine per l'espulsione di Ledesma (doppio giallo), la formazione di Reja non riesce nemmeno a conservare quello 0-0 che sarebbe stato l'obiettivo minimo in una giornata che quasi obbligava alla vittoria. Ancora più amara pensando che la Juventus per lunghi tratti è sembrata una squadra dimessa, timorosa, per nulla convinta di poter chiudere l'incontro con un successo.
Il modesto Mazzoleni ci ha messo del suo a rovinare la serata laziale, non fischiando (21' st) un pestone in area di Chiellini su Floccari, parso rigore netto a Lotito e Reja, furiosi nel dopopartita, ma non tanto da prendersela con l'arbitro per l'espulsione ineccepibile di Ledesma, e facendo recriminare anche i bianconeri per un paio di episodi dubbi. Edy Reja rinforza il centrocampo con l'inserimento di Matuzalem ed affida a Brocchi il non facile compito di arginare le discese di Krasic. Floccari è in appoggio a Zarate. Delneri preferisce Barzagli al centro della difesa (al posto di Bonucci, in uno 4-4-2 speculare a quello biancoceleste), ritrova Chiellini (fuori da oltre un mese per infortunio) e promuove Pepe titolare. La Lazio sa di dover vincere, prende l'iniziativa e non la molla più per tutto il primo tempo. Ma quel 66% di possesso palla finale raramente si traduce in reali pericoli per Buffon. Che, di fatto, è chiamato ad una sola parata, al 33', quando Zarate trova un varco in area per Floccari. Sinistro velenoso che il numero 1 bianconero sventa di piede. Nel giro di tre minuti la riposta della Juve: Lichtsteiner "svirgola" di testa un cross innocuo e serve Matri solo davanti a Muslera che compie il miracolo (anche lui con il piedone) e si resta sullo 0-0. Tolte queste due emozioni i 50 mila dell'Olimpico assistono ad una prima frazione tattica, spezzettata da diversi falli e poco spettacolare.
La Juventus lascia Del Piero molto solo, spesso vittima degli anticipi di Biava e Dias, preferendo aspettare la Lazio a ridosso della sua area per ripartire in contropiede. Ma la scintilla di Krasic non scocca mai, anche per l'imprecisione dei lanci di Aquilani. Sul fronte opposto, Brocchi gioca bene in copertura, e non ha certo colpa se le migliori occasioni toccano a lui. Come al 26', quando spedisce a lato, di testa, un preciso cross di Ledesma. Zarate sembra in serata di vena, corre e suggerisce, ma difetta in lucidità in un paio di conclusioni. La ripresa è la brutta copia del primo tempo, visto che la stanchezza appanna la già scarsa lucidità dei protagonisti. La Lazio arriva ancora al tiro con Brocchi (8') di controbalzo, palla alta di poco. Nella Juve Aquilani continua a "nascondersi", Del Piero è sempre spalle alla porta e la costruzione del gioco è lasciata a Melo. Proprio il brasiliano prova il tiro al 10' (debole e centrale, nessun problema per Muslera). Poi lamenta una trattenuta in area di Floccari, ma ben più evidente era apparso il fallo di Chiellini. Al 24' un gran tiro di Hernanes (per il resto in ombra) costringe Buffon alla deviazione in angolo. Delneri toglie Motta (spesso in affanno) e Matri per Salihamidzic e Toni. E proprio dal piede del bosniaco (42') parte il cross che permette a Pepe di riscattare una partita incolore ed alla Juve di sognare ancora in grande.
Tratte dal quotidiano romano, alcune dichiarazioni post-gara:
Lotito furibondo rievoca il tintinnio di manette di Tangentopoli. Reja: su Floccari era rigore nettissimo. Duro sfogo a fine partita di Reja e Lotito. Il tecnico: "Su Floccari era rigore nettissimo. Un episodio che può cambiare una partita. Non voglio fare alcuna polemica diretta, ma andare avanti così è difficile. Il gol di Pepe è stato deviato, altrimenti la palla finiva nelle braccia di Muslera. Un altro epidosio sfortunato".
Più polemico Lotito: "Avevo parlato di una task force per vigilare sul corretto svolgimento del campionato e stasera più che mai mi sembra un tema di grande attualità. I rigori possono decidere le partite e non va bene che decidano, al contrario, sempre quelle della Lazio". Un lungo discorso, quello di Lotito a Sky, con grandi giri di parole e un solo riferimento diretto, quello "alle partite di ieri", cioè alla vittoria della Roma a Bari. "Deluso o arrabbiato? Né deluso né arrabbiato - attacca Lotito - Quello che stiamo vedendo è scontato perché qualche tempo fa io dissi che era stata messa in piedi una task force e che questa task force sicuramente non era un'idea di Lotito, ma un'azione messa in piedi da una serie di istituzioni volte a far sì che le cose avvengano come devono avvenire".
Il presidente della Lazio riaccende la polemica sugli arbitri, pur non riferendosi a fatti particolari, e tira fuori dal cassetto l'era di Tangentopoli. "Ricordo un fatto molto semplice, al tempo di Tangentopoli, qualcuno diceva 'sento un tintinnio di manette'. Qui non si tratta più di verificare se ci sono errori, non errori, eccetera: qui si tratta di capire come avvengono certi fatti e se questi fatti sono determinanti ai fini del cambiamento delle situazioni. Se sono fatti non sporadici e non determinanti, per carità... Ma se sono fatti che poi costituiscono un cambiamento radicale di quelle che possono essere le prospettive, è chiaro che questo determina una situazione completamente diversa. Basta fare delle valutazioni, basta vedere quello che sta succedendo, basta vedere alcune partite e si possono fare delle considerazioni, che non sono considerazioni di opinioni, ma di riscontri. Mi riferisco a situazioni che hanno determinato un cambiamento sostanziale di quello che poteva essere, diciamo così, l'avvenimento. Una valutazione deve essere fatta all'interno di un sistema, questa valutazione deve essere fatta non solo su un episodio, ma deve essere fatto un excursus su tutto il campionato. Sulla base di questo, qualcuno farà le dovute deduzioni e adotterà quello che riterrà giusto adottare se ci sono situazioni patologiche. Fortunatamente credo molto nella giustizia e sono convinto che questo debba accadere fuori dal sistema".
La Repubblica titola: "Pepe beffa la Lazio. Lotta Champions riaperta. La Juve passa 1-0 all'Olimpico (decide Pepe a tre minuti dal termine) e si porta a -4 dai biancocelesti, che restano al quarto posto ma con un solo punto di vantaggio su Udinese e Roma. La squadra di Reja ha dominato a lungo, ma ha subito il gol dopo essere rimasta in dieci per l'espulsione di Ledesma".
L'articolo prosegue: Una vittoria fondamentale in chiave Europa che rilancia le ambizioni della Juventus e rischia di compromettere quelle della Lazio, al secondo ko di fila, il primo in casa nel girone di ritorno. I bianconeri escono dall'Olimpico più forti dopo l'1-0 ottenuto al termine di una gara giocata al risparmio e nella propria metà campo. Il gol di Pepe punisce forse troppo una squadra, quella biancoceleste, padrona del campo fino all'espulsione di Ledesma. Una rete che pesa come un macigno sulla classifica della Lazio con Roma e Udinese distanti solo una lunghezza e con la Juventus lontana 4 punti, ma propensa a sognare in grande. Al di là del risultato finale la Juventus vista oggi all'Olimpico non fa ben sperare nell'eventuale rimonta in chiave Europa. Il sesto posto difeso da Roma e Udinese o addirittura il quarto posto occupato dalla Lazio (sarebbe chiedere troppo!) non sono poi così distanti a tre giornate dal termine e con nove punti ancora in palio. Con l'Udinese in caduta libera non è vietato sognare nella sesta piazza e il calendario non particolarmente facile dei friulani, della Roma e della Lazio, potrebbe far pensare a qualcosa di impossibile solo un mese fa: la zona Champions. Il problema, però, era e resta il gioco. Oggi Del Piero e compagni sono andati solo due volte al tiro, di cui una grazie a un "assist" di Lichtsteiner, passando tutto il match a giocare nella propria metà campo rincorrendo il pallone sempre tra i piedi dei giocatori della Lazio. La stanchezza in questo finale di stagione che ha visto i bianconeri costretti a inseguire si sta facendo sentire, non tanto nelle gambe quanto nella testa dei giocatori. Delneri dovrà lavorare soprattutto su questo.
Su altro, invece, dovrà lavorare Edy Reja con i suoi sempre pronti a sprecare il match point per chiudere il discorso Champions. Sembra che i biancocelesti facciano di tutto per mettersi in difficoltà. Era successo a Milano contro l'Inter quando, con l'uomo in più e un gol da recuperare, Mauri si era fatto espellere ingenuamente. E' successo oggi sullo 0-0 con la Juventus alle corde quando Ledesma, già ammonito, si è fatto cacciare per un altro fallo a centrocampo. Un rosso che ha cambiato il volto della gara nei minuti finali e che adesso accende le speranze delle inseguitrici. Ingenuità pagata a caro prezzo dalla Lazio che ora rischia di compromettere una buona stagione nelle ultime tre giornate. Primo tempo di stampo biancoceleste all'Olimpico con i padroni di casa capaci di schiacciare nella propria metà campo una Juventus smarrita e priva di cattiveria. Ci provano da fuori Zarate, Hernanes, poi di nuovo Zarate, ma la mira non è delle migliori. Alla mezzora è Brocchi ad avere l'opportunità per il vantaggio, ma il colpo di testa dell'ex milanista termina a lato. Pochi minuti più tardi Buffon in uscita nega la rete a Floccari "lanciato" in area da Aquilani. Sul fronte opposto Muslera evita la beffa uscendo a kamikaze su Matri smarcato da un rinvio mal riuscito di Lichtsteiner. Nella ripresa la musica non cambia con i padroni di casa sempre a spingere sull'acceleratore senza, però, affondare il colpo. Così, dopo l'ennesima palla-gol sbagliata da Brocchi e una parata con i pugni di Buffon su Hernanes, alla mezzora arriva la svolta del match con l'espulsione di Ledesma. L'uomo in meno spaventa la Lazio e dà forza alla Juventus che al primo tentativo, il secondo in tutta la partita, passa con Pepe lesto nel battere Muslera con un sinistro a incrociare su assist di Salihamidzic. Inutile l'assalto finale confuso dei laziali che possono recriminare su un contatto in area tra Chiellini e Floccari non sanzionato dall'arbitro.
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Tratto da Il Messaggero online del 3 maggio 2011:
Chiellini e il rigore su Floccari: è vero, l'ho toccato. E’ bastato un po' di Pepe per rianimare una Juve sparagnina, provinciale, a tratti bruttina, ma vincente. Anche grazie ad un rigore non dato dall'arbitro sullo zero a zero. "E' vero l'ho toccato Floccari - ha ammesso Chiellini mentre lasciava l'Olimpico - era rigore". E forse pure espulsione. Delneri invece sull'episodio incriminato ha voluto glissare: "Ce n'era uno per noi su Felipe Melo. Comunque siamo stati bravi, abbiamo meritato di vincere. Nel primo tempo ci sono state due belle palle gol per noi, loro nemmeno quelle. Abbiamo contenuto bene il loro contropiede. Non dobbiamo dimenticare che la Lazio è quarta in classifica, è molto difficile pensare di venire qui e dettare legge".