Domenica 9 ottobre 1966 - Roma,stadio Flaminio - Lazio-Atalanta 1-3

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9 ottobre 1966 - 4 - Campionato di Serie A 1966/67 - IV^ Giornata

LAZIO: Cei, Zanetti, Castelletti, Marchesi, Carosi, Dotti, Bagatti, Bartu, D'Amato, Mari, Morrone. All. Mannocci.

ATALANTA: Cometti, Poppi, Nodari, Pelagalli, Gardoni, Pesenti, Danova, Salvori, Savoldi, Cella, Nova. All. Angeleri.

Arbitro: Sig. Di Tonno (Lecce).

Marcatori: 12' Pelagalli, 13' Morrone, 48' Savoldi, 53' Danova.

Note: pioggia per tutto il primo tempo, terreno molto pesante.

Spettatori: 18.000 circa con 9.600 paganti per un incasso di £. 12.000.000.

Brutto scivolone per la Lazio al Flaminio (l'Olimpico è impegnato per un meeting di atletica leggera) contro un'Atalanta che conferma ancora una volta di essere una "bestia nera" per i biancocelesti. Da nove anni, infatti, gli orobici non perdono a Roma e in questo caso arriva un successo che non fa una grinza. Superiore sotto l'aspetto atletico, tecnico e tattico, la squadra di Angeleri schianta alla distanza l'undici di Mannocci che rimane in partita solamente fino alla mezz'ora di gioco. Al 12' la prima marcatura degli ospiti. Punizione per fallo di Carosi battuta da Nova. Gran botta sulla barriera e pallone ripreso da Pelagalli che dai 25 metri sorprende Cei un po' coperto dai suoi difensori. Trenta secondi dopo arriva il pareggio della Lazio. Cross di Mari dalla sinistra che Cometti respinge corto: Morrone di testa insacca agevolmente. I romani insistono, ma in maniera oltremodo confusa, e per i lombardi è facile bloccare gli attacchi e ripartire in contropiede. "Pantera" Danova è in uno stato di grazia e le sue serpentine fanno venire il mal di testa al suo controllore Castelletti. Anche il giovane Savoldi ha vita facile con Carosi, ancora una volta stopper d'emergenza. A centrocampo, poi, non c'è partita. Pelagalli sovrasta Bartu, Salvori ha una marcia in più del compassato Marchesi e anche Mari, malgrado l'impegno, vaga per il campo non trovando punti di riferimento in avanti. L'Atalanta domina in lungo e in largo giungendo ad un soffio dal goal al 35' con Savoldi e al 40' con Danova. Dopo l'intervallo il motivo conduttore del match non cambia e al 48' i neroazzurri passano. Danova supera in slalom Castelletti, Dotti e Carosi e calcia a rete: Cei respinge fiacco e per Savoldi è un gioco da ragazzi spedire il pallone nel sacco. Quattro minuti dopo arriva la terza segnatura. Danova, sempre lui, allarga per Nova che restituisce lesto il pallone al numero 7 che, approfittando di una dormita generale della retroguardia laziale, mette dentro da pochi passi. Lazio incapace della pur minima reazione e ospiti che giocano sul velluto. Ci vuole un super Cei affinché il risultato non assuma alla fine le dimensioni di un "cappotto". Nell'ultima parte dell'incontro gioco d'accademia per gli ospiti e fischi e ululati dei tifosi biancocelesti all'indirizzo dei propri beniamini.





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