Domenica 8 gennaio 2006 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Ascoli 4-1
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8 gennaio 2006 - 3.172 - Campionato di Serie A 2005/06 - XVIII giornata
LAZIO: Peruzzi, Oddo, Siviglia, Cribari, Zauri, Manfredini, Liverani, Mudingayi (78' Baronio), Pandev, Di Canio (54' Belleri), Rocchi (68' Tare). A disposizione: Ballotta, Stendardo, Giallombardo, S.Inzaghi. Allenatore: D.Rossi.
ASCOLI: Coppola, Comotto, Paci, Domizzi, Tosto, Foggia, Guana (82' Biso), Parola, Fini (79' Cariello), Bjelanovic, Quagliarella (79' Ferrante). A disposizione: Zotti, Carbone, Adani, Guglielmello. Allenatore: Giampaolo.
Arbitro: Sig. Stefanini (Prato).
Marcatori: 14' Guana, 28' Di Canio, 34' Mudingayi, 73' Pandev, 80' Tare.
Note: pomeriggio sereno, terreno in discrete condizioni. Ammoniti: Comotto e Pandev. Angoli: 5-4 per la Lazio. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 30.000 circa con 6.567 paganti per un incasso di euro 114.595, abbonati 18.607 per una quota di euro 230.305,90.
La Gazzetta dello Sport titola: "Questa Lazio è speciale. L'allenatore Rossi travolge in una mossa l'Ascoli, che si conferma spuntato".
Continua la "rosea": Imbattuta in casa al pari delle sole Juventus e Milan, la piccola Lazio di un sempre più grande Delio Rossi doveva per forza di cose vincere contro un avversario come l'Ascoli, tra i pochi (insieme a Reggina, Cagliari e Parma) a non avere mai conquistato i tre punti in trasferta. E tuttavia, il modo con cui i biancocelesti hanno prima rimontato e poi spazzato via i marchegiani ha qualcosa di speciale. 1) Mai l'Ascoli aveva subìto più di due gol: 4-1 è risultato severo, ma onesto. 2) Con Mudingayi, autore sul finire del primo tempo della rete del sorpasso dopo quelle di Guana e (bellissima) di Di Canio, sono 12 i giocatori della Lazio ad essere andati in gol in questo campionato. Record diviso con Milan, Roma e (grazie a Guana) Ascoli. 3) Rossi non finisce di stupire: sa motivare, preparare atleticamente, far fronte alle emergenze (mancavano Dabo, Behrami e Cesar), e soprattutto gestire tatticamente il match. Come ieri. E' infatti racchiusa in una mossa, all'apparenza semplice, la svolta della partita maturata dopo una ventina di minuti iniziali in cui la parte del leone l'aveva fatta l'Ascoli.
I 4-4-2 abbastanza speculari, con reciproco doppio centravanti (Bjelanovic e Quagliarella da una parte, Di Canio e Rocchi dall'altra) finivano con l'esaltare il gioco sulle corsie esterne, ed era la verticale di destra dell'Ascoli, un cocktail tra l'esuberante muscolarità del terzino Comotto e la classe purissima del centrocampista Foggia, a fare la differenza. Pandev era saltato con puntualità e Zauri messo sempre in inferiorità numerica. Da lì, da un cross di Comotto, nasceva il gol dell'effimero vantaggio di Guana, preciso di suo. Rossi ha capito che andava fatto qualcosa: via col ribaltamento degli esterni. Manfredini, più mediano, a tamponare davanti a Zauri. Pandev a destra, protetto da Oddo e pronto ad asfaltare la zona presidiata da Tosto e Fini, troppo compassati. Il match cambiava subito indirizzo, anche perché la Lazio dei Di Canio, Liverani e dell'esordiente a tempo pieno Mudingayi (un mediano dal piede un po' ruvido ma dalle indubbie doti atletiche) mostrava il suo lato temperamentale, che coniugato alla tecnica superiore faceva la differenza. Pandev] non trovava ostacoli per i suoi cross e Liverani ne esaltava le qualità con verticalizzazioni esemplari. Bellissimo l'1-1 (Di Canio-Liverani-Pandev-Di Canio) sul filo del fuorigioco e cinico il 2-1 col tap in un po' sporco di Mudingayi dopo che Rocchi aveva addomesticato il cross di Pandev scaricando il pallone su Coppola. Preso in mano il match, la Lazio non se lo sarebbe più lasciato scappare, anche se all'inizio della ripresa un blackout di Cribari avrebbe consentito a Quagliarella lo "a tu per tu" con Peruzzi, sfruttato malissimo.
Di lì alla fine l'Ascoli avrebbe messo insieme solo una conclusione di Foggia, il più bravo dei suoi, denunciando un problema punte che conferma l'anemia di un attacco migliore solo di quelli di Lecce e Treviso. La Lazio, per contro, è andata via sulle ali di un entusiasmo contagioso. Di Canio, impareggiabile anche nel sottrarsi saggiamente ai richiami fascisteggianti della nord, ha sfiorato il raddoppio e subito dopo Pandev ha centrato il palo. Poi Rossi s'è blindato con Belleri, terzino prestato alla metà campo, davanti a Oddo, con Pandev seconda punta al posto dell'escluso (e non proprio entusiasta) Di Canio. Così Pandev ha potuto apporre anche la sua firma, sul cross di un festeggiatissimo Mudingayi, e Tare, subentrato a Rocchi, ha potuto siglare il poker con una rovesciata d'autore. Settimo posto ed Europa a portata di mano, tanto più che davanti ci sono ancora Livorno e Chievo. Due, almeno teoricamente, abbordabili.
La Repubblica titola: "Ascoli in vantaggio all'Olimpico dopo 15' grazie a Guana. Poi le reti di Di Canio, Mudingayi, Pandev e Tare. Lazio, prova di forza e carattere, grande rimonta con poker finale".
Continua il quotidiano: Anno nuovo, Lazio vecchia. Il 2006 non poteva aprirsi meglio per la formazione biancoceleste, che si impone in rimonta per 4-1 sull'Ascoli fornendo una splendida prestazione non solo dal punto di vista del gioco ma anche sul piano del carattere. Mentre la Lazio ritrova la vittoria dopo oltre un mese (3-2 sul Siena lo scorso 4 dicembre), l'Ascoli lascia l'Olimpico a mani vuote. La formazione marchigiana era partita benissimo, ma ha poi subito il ritorno dei padroni di casa e ora in classifica sente il fiato sul collo di Messina e Cagliari. Nella Lazio Delio Rossi fa esordire dal primo minuto il congolese Mudingayi, mentre sulla sinistra tocca a Pandev prendere il posto di Cesar. In avanti rientra Paolo Di Canio dopo la squalifica per il saluto romano di Livorno. Nessuna novità invece tra i bianconeri, che scendono in campo con l'undici annunciato, con Parola preferito a Biso a centrocampo. Il ritmo iniziale è buono anche se la partita stenta a decollare. L'Ascoli, però, sembra più intraprendente dei biancocelesti e al 14' passa in vantaggio: cross dalla destra di Comotto, Fini rimette al centro per Guana che dal limite scaglia uno splendido tiro a giro che si insacca alle spalle di Peruzzi.
La Lazio sicuramente non è una squadra che manca di carattere e la reazione è immediata. I biancocelesti, però, fanno girare la palla troppo lentamente e l'Ascoli non solo riesce a difendersi bene, ma riesce anche a ripartire in contropiede. Ma quando Rossi inverte gli esterni, con Manfredini a sinistra e Pandev a destra, la Lazio cambia volto e al 29' arriva il pareggio. Lo firma Di Canio che, servito dalla destra da Pandev, conclude nel miglior modo possibile l'azione avviata da una grande invenzione di Liverani, bravo a servire di prima il macedone. Cinque minuti dopo i biancocelesti completano la rimonta con Mudingayi, pronto a ribattere in rete la respinta di Coppola sulla conclusione ravvicinata di Rocchi. L'Ascoli accusa il colpo e la fine del primo tempo permette ai marchigiani di andare negli spogliatoi a riordinare le idee. E al ritorno in campo, dopo appena venti secondi, un errore di Cribari quasi permette a Quagliarella di siglare la rete del pareggio. Ma a fare la partita è la Lazio, che sfiora il terzo gol prima con un colpo di testa di Di Canio, salvato sulla linea da Coppola e Domizzi, e poi con Pandev, che colpisce il palo con un gran tiro da fuori.
Col passare dei minuti l'Ascoli cresce ma riesce a farsi vedere solo con qualche fiammata, come quella di Foggia al 15' che costringe Peruzzi alla deviazione in corner. La Lazio si limita a controllare la partita e al 28' chiude i conti con Pandev, bravo a mettere dentro di testa su cross dalla sinistra di Mudingayi. Otto minuti dopo Tare chiude la festa biancoceleste con una rovesciata da cineteca che merita gli applausi del pubblico dell'Olimpico.