Domenica 15 gennaio 2006 - Parma, stadio Ennio Tardini - Parma-Lazio 1-1
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15 gennaio 2006 - 3.174 - Campionato di Serie A 2005/06 - XIX giornata
PARMA: Guardalben, Bonera, Cardone, F.Couto (72' P.Cannavaro), Contini, Dessena, Grella, Simplicio, Bresciano (69' Morfeo), Marchionni, Corradi. A disposizione: Bucci, Mattiuzzo, Cigarini, Paponi, Ruopolo. Allenatore: Beretta.
LAZIO: Peruzzi, Oddo, Siviglia, Cribari, Zauri, Pandev, Dabo, Liverani, Manfredini, Rocchi (85' Tare), Di Canio (60' Mudingayi). A disposizione: Ballotta, Stendardo, Giallombardo, Baronio, S.Inzaghi. Allenatore: D.Rossi.
Arbitro: Sig. Dondarini (Finale Emilia).
Marcatori: 6' Rocchi, 39' Corradi.
Note: pomeriggio freddo, terreno in buone condizioni. Espulso al 44' il tecnico della Lazio Delio Rossi per proteste. Ammoniti: Cribari, Manfredini, Corradi, Liverani e Dessena. Calci d'angolo: 4-11. Recuperi: 3' p.t., 4's.t.
Spettatori: 15.000 circa con 2.340 paganti per un incasso di euro 37.010 e 10.639 abbonati per una quota di euro 127.675,98.
La Gazzetta dello Sport titola: "Il Parma si consola in attesa di Sanz. Il pari punisce la Lazio. Proprietà: oggi si decide".
Continua la "rosea": Oggi è il giorno decisivo per la cessione del Parma, forse il giorno decisivo numero venticinque, abbiamo perso i conti. Magari sarà davvero quello buono. Nel caso, Valenza ha già preannunciato reclamo, perché il termine per l'acquisizione da parte di Sanz scadeva ieri. Intanto i tifosi hanno chiesto chiarezza con un comunicato e i più scalmanati hanno protestato a lungo, urlando e minacciando. Intanto la squadra ha fatto un passetto in avanti in classifica e un passetto indietro a livello di gioco, se lo confrontiamo con quello espresso contro l'Inter in coppa Italia dai baby. E a questo punto, fossimo in Beretta, un Rossi in difesa e un Cigarini o un Savi (quando guarirà) al centro li utilizzeremmo più spesso. Il fatto è che il Parma non riesce a uscire dal bozzolo, come se per diventare grande sia indispensabile la risoluzione societaria. Il Parma resta nel bozzolo di squadra titubante, sull'altalena degli umori, con poca personalità. Detto che il pari è tutto sommato equo, la Lazio qui al Tardini ha dimostrato più carattere, più grinta: ha giocato meglio e ha cercato più dei padroni di casa il risultato pieno. Se ha commesso un errore, è stato quello di non inseguirlo fino in fondo, con cattiveria. Ovvio, c'è una chiara differenza tecnica a favore dei romani, però conviene ribadire che anche i gialloblù hanno gente del calibro di Marchionni, Morfeo, Bresciano, Bonera, solo che tranne il primo gli altri non stanno rendendo come dovrebbero.
L'impostazione della partita già dava nutrite informazioni. Delio Rossi aveva la squadra monca delle sue ali titolari, Behrami e Cesar, ma piuttosto che snaturarsi ha usato Manfredini da un parte e un mezza punta, Pandev, dall'altra. Dunque ha rischiato di sbilanciarsi, pur di fare la partita. Il Parma invece ha preferito non spendere subito Morfeo, di rientro dalla lunga squalifica, e mantenere il gioco ad albero di Natale stile Milan (Marchionni e Bresciano mezze punte dietro a Corradi) praticato dall'assenza dello stesso Morfeo. La classifica detta prudenza, comprendiamo Beretta. Ma con questo modulo ha favorito la Lazio. Con due laterali che non spingono (Contini lo ha fatto raramente, Bonera in involuzione non lo fa più), ha rinunciato a mettere in difficoltà Pandev, ha concesso alla freccia Oddo di prodursi in infinite galoppate e ha regalato libertà a Zauri. I tre centrocampisti erano troppo impegnati a fronteggiare i fraseggi creati da Liverani per curarsi dei lati. L'intento gialloblù era di colpire tra le linee, ma solo l'ottimo Marchionni è stato in grado di creare difficoltà alla difesa, mentre Bresciano sembrava spaesato, come talvolta gli capita. Con la Lazio passata subito in vantaggio, grazie all'errore di Couto in rinvio e con Bonera che ha tenuto in gioco Rocchi, il Parma è riuscito a rendersi pericoloso solo nel finale del round. Al primo tiro nello specchio ha pareggiato: un gol contestatissimo per il grave errore del guardalinee Titomanlio.
Sul lancio di Grella per Marchionni, scattato in posizione regolare, lui ha alzato la bandierina e la difesa biancoceleste s'è fermata. Dondarini giustamente ha fatto proseguire perché l'unico in fuorigioco, passivo, era Corradi, che poi è scattato ed è andato a raccogliere l'assist di Marchionni. Da nuovo regolamento, tutto lecito. La cosa ha fatto infuriare anche Delio Rossi che alla seconda protesta (giusta, peraltro, per gomitata di Contini) è stato cacciato. Beh, nel secondo round un Parma atteso a ben altra grinta è mancato, ha fatto ancora gioco la Lazio creando occasioni, una d'oro sul cross di Oddo dove nessuno ci è arrivato. Nemmeno l'entrata di Morfeo, e una variazione di schemi con Marchionni più vicino a Corradi, ha cambiato l'andazzo. La speranza, è che oggi cambi nel conto in banca.
Il Corriere della Sera racconta così la gara:
La Lazio, causa del proprio male, non deve far altro che piangere sé stessa se torna da Parma solamente con un punto in tasca. È colpa sua se non è riuscita a vincere: troppa imprecisione al tiro, nelle tante azioni pericolose create, e troppa ingenuità in occasione dell'episodio che è costato la rete del pareggio emiliano. Finisce quindi senza vincitori il match del Tardini, ed il Parma tira un bel sospiro di sollievo aspettando con trepidazione la partita più importante, quella che si dovrebbe giocare oggi pomeriggio a Collecchio dove è atteso Lorenzo Sanz junior. Si erano messe male le cose per gli emiliani, che dopo appena sei minuti si sono ritrovati sotto per colpa di Rocchi, il migliore in campo. Su un tiraccio sbilenco di Oddo, infatti, l'attaccante laziale si è ritrovato la palla sui piedi a tu per tu con Guardalben ed ha avuto gioco facile nel portare in vantaggio la Lazio.
La reazione del Parma, presentato da Beretta senza Morfeo, è stata volonterosa quanto inconsistente, almeno fino a sei minuti dal termine del primo tempo. In quel momento, infatti, Grella ha pescato Marchionni sulla sinistra ed il piccolo centrocampista esterno si è involato mentre tutti i biancazzurri, ingannati dalla bandierina sventolata da Titomanlio, si fermavano convinti dell'irregolarità dell'azione. In realtà in fuori gioco era Corradi, estraneo in quel momento allo svolgimento del gioco, e bravissimo è stato Dondarini ad ignorare la segnalazione errata del collega facendo segno ai giocatori di non fermarsi. Troppo tardi, però, per i laziali, e troppo facile per Corradi (rientrato nel frattempo in gioco) appoggiare in rete l'assist di Marchionni. Nella ripresa la Lazio ha continuato ad attaccare, ma Rocchi e Di Canio non hanno trovato lo specchio, mentre sul fronte opposto Peruzzi salvava la porta con un grande intervento sul "quasi autogol" di Siviglia e Morfeo, inserito da Beretta, lisciava una golosissima palla gol in piena area.