Domenica 6 aprile 2003 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Como 3-0
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6 aprile 2003 - 3042 - Campionato di Serie A 2002/03 - XXVII giornata
LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Negro, Mihajlovic, Favalli (70' Chiesa), Fiore, Giannichedda, Stankovic (47' Liverani), Cesar, Corradi, C.Lopez (78' Castroman). A disposizione: Concetti, Fernando Couto, Simeone, S.Inzaghi. Allenatore: Mancini.
COMO: Ferron, Juarez, Padalino, Tomas, Cauet, Corrent, Pecchia (11' Binotto), Allegretti (57' Anaclerio), Music, Amoruso, Carbone. A disposizione: Brunner, Gregori, Stellini, Benin, Caccia. Allenatore: Fascetti.
Arbitro: Sig. Tombolini (Ancona).
Marcatori: 6' Fiore, 17' Corradi, 66' C.Lopez (rig).
Note: Ammoniti Tomas e Cauet per gioco scorretto, Corrent per proteste. Calci d'angolo: 9-7. Recuperi: 1' pt e 4' st.
Spettatori: paganti 5.183 per un incasso di 112.408 euro, abbonati 28.435 per una quota di 514.807,49 euro.
La Gazzetta dello Sport titola: "Questa Lazio è bella e buona. In 17 minuti schianta il Como, nella ripresa Mihajlovic denuncia un mani e fa annullare il 3-0 di Corradi. Dopo i gol di Fiore e Corradi il tris lo firma Lopez su rigore. Como fragile in difesa, ma davanti impegna Peruzzi, tra i migliori".
Continua la "rosea": Poco più di un allenamento. Durata giusta, venti minuti, visto che col caldo che c'è di questi tempi a Roma, il rischio era quello di cuocersi. La Lazio va di fretta, fa due gol, prima Fiore e poi Corradi, quindi si limita a contemplare sé stessa e il Como che dalla metà campo in su qualcosa sa fare. Così, c'è modo per testare a fondo anche Peruzzi, fresco reduce da influenza, uno che a Oporto giovedì notte dovrà presumibilmente fare gli straordinari. Amoruso, Padalino, Music e Corrent non sono esattamente paragonabili a Deco, Derlei, Capucho ed Helder Postiga, ma il daffare per il portierone è davvero grande, al punto da farlo figurare alla fine tra i migliori in campo. La palma d'oro del protagonista assoluto, se la prende tuttavia Corradi, uno che in Coppa Uefa non può giocare, avendo speso spiccioli di Champions d'agosto con la maglia dell'Inter. E' lui che disarticola la (mediocre) difesa dei lariani, dall'alto di un confronto impari anche fisicamente con Juarez, che gli si aggrappa per ogni dove ma viene spazzato via dalla strapotenza atletica del centravanti. E' lui che apre la strada al gol di Fiore, facendo velo (o meglio barriera) al cross di Favalli sul quale irrompe sottomisura Fiore. E' sempre lui che sugli sviluppi di un corner schiaccia in rete un traversone di Mihajlovic, smarcato di tacco da Stankovic. Sono passati appena 17 minuti e la partita è già finita. Ci sarebbe ancora Corradi nel tabellino dei marcatori se dopo un'ora di gioco e subito dopo avere colto anche una traversa il gol numero tre non venisse annullato dall'arbitro Tombolini, uno bravo e fortunato nel trovare all'Olimpico sempre l'aiuto di qualcuno.
Il primo febbraio (Roma-Bologna 3-1) fu il guardalinee Mitro a soccorrerlo segnalandogli il clamoroso fallo di mani di Paramatti in area per un rigore decisivo, qui è Mihajlovic che gli confessa l'uso improprio degli arti superiori da parte di Pancaro, buono per smorzare sui piedi di Corradi il pallone del 3-0. Gol prima concesso e poi annullato, bella pagina di calcio, ma solo quando accadrà sullo 0-0 ci sarà davvero da stappare champagne. Sugli spalti il curioso teatrino, sfuggito in special modo ai beceri, provoca aspre contestazioni, spente sei minuti dopo dal rigore ingenuo e netto che Padalino provoca sgambettando maldestramente Cesar quasi sulla linea di fondo. Dal dischetto gloria (numero tredici, sempre più record) anche per Lopez, uno che questa domenica ha deciso di trascorrerla in santa pace e col minimo impegno. La Lazio sta bene e se l'Uefa se la giocherà fino in fondo ma con l'handicap del non disporre di Corradi, in campionato, obiettivo Champions, l'impegno si preannuncia altrettanto tosto nonostante la presenza del gigante senese, vero snodo tattico della squadra. Non capita infatti tutte le settimane d'incontrare avversari così rassegnati e disponibili come il Como, e Parma e Chievo hanno tutta l'aria di non voler mollare. I tre punti di vantaggio ripristinati nel giro di ventiquattro ore sugli emiliani sono un piccolo tesoro. Per tenerselo stretto Mancini dovrà vedere di recuperare al più presto Stam, la cui importanza in difesa sembra testimoniata anche dal notevole numero di palle-gol concesse da Pancaro e Negro agli avanti del Como.
Fascetti, vecchio amico della Lazio non solo per via di quel memorabile salvataggio da meno nove quando l'allenava in B, ma anche per averla affrontata undici volte senza riuscire a cavar fuori altro che due pareggi, ha cercato di opporre quel poco di calcio ragionato che possiede a metà campo. Ma il progetto, tutto imperniato sulla regia di Pecchia, è saltato dopo una manciata di minuti, causa infortunio del regista. Inserito Binotto a destra, accentrato Cauet e proposto Allegretti come mente, il Como per proporre qualcosa di concreto si è dovuto affidare agli estri ancora vivi di Carbone e alla sindrome da sazietà della Lazio. Nella quale, tenuti a riposo Couto e Simeone, due combattenti che torneranno utili in Portogallo, e risparmiato all'acciaccato Stankovic (sostituito da Liverani) il secondo tempo, tutti o quasi hanno mostrato buona condizione fisica e voglia di fare. A Lopez la giornata a scartamento ridotto si perdona volentieri: se la poteva permettere, anche se la buona vena di Mihajlovic e i suoi lanci millimetrici avrebbero potuto in diverse circostanze trovare un destinatario più attento. Mancini ha sfruttato Chiesa, l'uomo di coppa, per soli venti minuti e c'è stata passerella anche per Castroman. L'idea di centellinare le risorse di tutti è condivisibile: al ritorno da Oporto la Lazio andrà direttamente a Modena (via Bologna), nella tana di una provinciale che non ha ancora la certezza di essere salva. Quel giorno il Parma sarà all'Olimpico. Per la Lazio, una buona occasione di tifare Roma, prima di affrontarla, tre giorni dopo, nel decisivo retour-match di Coppa Italia.