Domenica 27 novembre 2005 - Empoli, stadio Carlo Castellani - Empoli-Lazio 2-3
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27 novembre 2005 - 3.166 - Campionato di Serie A 2005/06 - XIII giornata
EMPOLI: Berti, Raggi (46' Pozzi), Coda, Pratali, Bonetto (85' Serafini), Buscé, Ficini, Almiron, Vannucchi, Tavano (78' Moro), Riganò. A disposizione: Balli, Lucchini, Gasparetto, Lodi. Allenatore: Somma.
LAZIO: Peruzzi, Oddo, Siviglia, Cribari, Zauri, Behrami, Dabo, Liverani, Manfredini (63' Pandev), Di Canio (67' Tare), Rocchi (76' Cesar). A disposizione: Sereni, Stendardo, Belleri, Baronio. Allenatore: D.Rossi.
Arbitro: Sig. Tagliavento (Terni).
Marcatori: 28' Dabo, 55' Bonetto, 58' Tavano (rig), 77' Tare, 80' Liverani.
Note: pioggia battente, terreno allentato. Espulso Ficini all'80' per doppia ammonizione. Ammoniti: Behrami e Liverani per comportamento non regolamentare, Cesar per gioco scorretto. Calci d'angolo: 5-10. Recuperi 0' p.t, 3' s.t.
Spettatori: paganti 1.733, incasso di 31.590,00 euro; abbonati 4.557, quota di 45.783,00 euro.
La Gazzetta dello Sport titola: "Liverani, il tiro è da 3 punti. Il regista torna e firma il 3-2 a Empoli: dopo 8 mesi la Lazio vince fuori casa".
Continua la "rosea": Questo è calcio. E questa è la Lazio. Bentornati sul pianeta che fa divertire attori e spettatori: sembrava un gioioso Luna Park con dentro il senso del gioco, dell'idea-calcio, su un campo fradicio dalla pioggia di due giorni eppure incapace di frenare tecnica, voglia di darsele e di prenderle, anche di sbagliare, di provarci comunque, di sgommare, di sfinirsi dietro a una vittoria che poteva stare di qua o di là. Empoli e Lazio hanno giocato a calcio. Punto. E al giorno d'oggi è tanta roba, anche e soprattutto per chi questo show lo guarda dagli spalti. Alla fine Mario Somma ha reso involontariamente felici i suoi parenti laziali, oltre che l'ex arbitro Collina: ha fatto di tutto perché non accadesse, ha messo in piedi un Empoli bellino ma non spietato e varato in corsa un 4-2-1-3 efficacissimo solo per 20' della ripresa, ma in verità è pervenuto per più tempo il collettivo roccioso di Delio Rossi. Che ha sì goduto di due deviazioni empolesi sulle punizioni di Dabo e Liverani, ma che ha soprattutto sfatato una serie di tabù da trasferta con forza sempre lucida, gioco corale, cambi giusti, un primo tempo perfetto, un super-Peruzzi e un geniale Liverani che bisognerebbe tener nuovamente presente per quel famoso ruolo di vice-Pirlo in Nazionale. Sì, Lazio che vince dopo otto mesi fuori casa: nel giorno dell'ultimo grido c'era lo stesso arbitro, Tagliavento, era il 17 aprile, Bologna-Lazio 1-2, Tare era dall'altra parte e invece oggi ha dato l'impulso alla rimonta con una zuccata ruvida, silenziosa e decisiva. E poi: questa Lazio ritrova il gol lontano dall'Olimpico dopo 298', torna a vincere dopo 5 giornate, a segnare dopo 3 di astinenza, a convincere come mai.
E il suo Signore del Gioco è appunto Fabio Liverani: il regista che rientra dopo 23 giorni dall'operazione al menisco traccia semplicemente il solco, guarda il gioco e la dà via di prima, sempre in profondità, ragiona in verticale e mai in orizzontale, vede e crea calcio, infila i corridoi, ha imparato anche a farsi un po' di mazzo, prova ne sia che alla fine mostra maglia e calzoncini e calzettoni color fango, più di tutti. La sua punizione che dà il 2-3 finale e che porta mezza squadra sotto la curva dei circa 2000 tifosi laziali è la sintesi di un giocatore che non deve mancare, è la risposta di chi nonostante abbia un contratto in scadenza non fa bizze o musi lunghi ma gioca, è che quando c'è lui in mezzo qualcosa succede, è che se la Fiorentina lo vuole, beh, Lotito deve fare di tutto per trattenerlo. Trattenersi: verbo che oggi non ha trovato campo. Perché tutti hanno dato tutto, e non con furia cieca, ma organizzandosi. La Lazio ha fatto quel che ha voluto per tutto il primo tempo, Di Canio a giostrare da centravanti arretrato, poi Oddo e Behrami a lottare contro Almiron e Tavano su quella fascia, una Lazio con sereno possesso-palla e un Empoli che la palla la vedeva poco e per pochissimo. Empoli che ha sognato per un po' di ripresa con un modulo forzatamente offensivo: fuori Raggi, Buscé va a fare il quarto di destra e Vannucchi si mette dietro a Pozzi, Riganò e Tavano per quel 4-2-1-3 che sembrava poter fare storia. E invece la storia, per sé stessa, la fa la Lazio. Mai così Lazio come oggi.
Il Corriere della Sera racconta così la gara:
Alla Lazio bastano tre minuti per togliersi di dosso quella specie di allergia alle partite in trasferta che sembrava averla contagiata. Tanto che aveva rimediato quattro sconfitte e due pareggi. Tre minuti in cui prima realizza il gol del pareggio con Tare, al 32' , e poi quello della vittoria con la deviazione sulla punizione di un grande Liverani al 35'. Così la squadra di Delio Rossi porta a casa i primi tre punti conquistati in trasferta. Mentre all'Empoli non resta che rivedere i tanti, troppi errori, che adesso lo fanno precipitare in una piccola grande crisi. È una Lazio molto pratica che può contare sull'affidabilità di Peruzzi, impeccabile in ogni uscita, e su un centrocampo con Liverani, giocatore capace di fare la differenza rientrato contro l'Empoli dopo un'intervento al menisco. E pazienza se poi l'attacco non è in giornata, se Di Canio al 3' si trova il pallone sui piedi e rimane incantato lasciando alla difesa toscana il tempo per intervenire. E nulla può fare il povero Rocchi che ritorna nella città dove ha giocato 119 partite realizzando 30 reti e prova una certa emozione. Per una giornata gli attaccanti possono prendersi una vacanza. Tanto da prima ci pensa Dabo a colpire gli avversari: è il 28' del primo tempo quando su punizione, deviata - anche questa - da Tavano, sorprende il portiere Berti. Sino a quel momento si era visto soltanto l'errore di Di Canio e al 16' uno scivolone di Riganò solo davanti a Peruzzi. In vantaggio, la Lazio si è preoccupata soltanto di amministrare il risultato e giochicchiare. La conferma viene anche da Delio Rossi: "Abbiamo regalato il primo quarto d'ora della ripresa all'Empoli. Non capisco cosa ci è successo".
Un errore che poteva pagare a caro prezzo: infatti l'Empoli, davanti ad un avversario remissivo ha trovato coraggio. Somma si è deciso a cambiare tatticamente la squadra togliendo un difensore (Raggi) per inserire un attaccante (Pozzi). Ci ha provato la squadra: ha saputo rimontare il momentaneo svantaggio con un gran gol al 9' di Bonetto poi ha trovato un rigore per fallo di mano di Cribari al 14' che Tavano è riuscito a trasformare. Ma il vantaggio deve aver dato alla testa a Riganò e compagni che hanno avuto la presunzione di voler strafare. Un Empoli impeccabile nel costruire azioni offensive ma altrettanto bravo a sprecarle. Riganò sbaglia parecchio sotto porta, Tavano è troppo impreciso e se non sono gli attaccanti a farsi del male c'è Peruzzi che non sbaglia un intervento. Ma c'è soprattutto Liverani che prende per mano la squadra. Dalla panchina Delio Rossi ha azzeccato le mosse vincenti: dentro Pandev per Manfredini e Tare per il fantasma Di Canio. Anche l' attacco ritrovava così un certo peso. E proprio Tare, al 32' della ripresa con un colpo di testa preciso ha riacciuffato il pareggio. A far sognare la squadra ci ha pensato Liverani, un giusto premio personale di una bella giornata. "È un gol che mi rende felice perché ci permette di portare a casa tre punti. È il primo che segno dopo la scomparsa di mia madre e voglio dedicarlo a lei".