Domenica 26 gennaio 1930 - Roma, stadio Rondinella - Lazio-Livorno 3-1
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26 gennaio 1930 - Campionato di Serie A - XV giornata - inizio ore 14.30.
LAZIO: Bonadeo, Tognotti, Bottacini, Caimmi, Furlani, Pardini, Ziroli, Malatesta, Pastore, Rier, Cevenini V. All. Piselli.
LIVORNO: Lami, Paolini, Innocenti III, Cucciolini, Giraldi, Baldi, Breviglieri, Alberti, Palandri, Magnozzi, Silvestri. All. Rady.
Arbitro: sig. Gama di Milano.
Marcatori: 30' Pastore, 61' Malatesta, 79' Malatesta, 89' Magnozzi.
Note: al 78' Magnozzi ha tirato alto sulla traversa un calcio di rigore. Terreno ottimo.
Spettatori: 7.000.
Partita e risultato regolari. La Lazio ha marcato in ognuno dei due tempi una lieve ma netta superiorità di attacchi che, man mano che i minuti scorrevano, diventava sempre più notevole e difficile da contenere. La Lazio è in ripresa: ma anche oggi l'eccellente lavoro svolto dalla sua mediana (eccellente tanto come rendimento complessivo e impostazione di gioco che come valore di atleti) le ha dato in mano le redini di una partita che all'inizio si presentava assai ardua. Ma se la mediana ha dato una buona prova della bontà del suo stile e del suo impianto, se la difesa dopo qualche smarrimento iniziale ha trovato il giusto schieramento da contrapporre alla concezione offensiva degli amaranto, la nota confortante all'incontro è stata data dall'attacco azzurro.
Pastore, tornato al suo ruolo di condottiero della linea ha coperto il suo posto con una finezza, una sagacia ed un altruismo mai sfoggiato finora, pur senza perdere le sue qualità realizzatrici e tutto l'attacco ha risentito i benefici effetti di una siffatta guida. Altra felice sostituzione quella di Cevenini nel ruolo di Sbrana all'estrema sinistra. Il milanese, accanto a Rier cui è affine come temperamento e come stile, ha trovato subito il pieno accordo: e da essi sono partite le azioni più pericolose mentre il duo di destra: Malatesta-Ziroli, era oggi un po' in ombra. In complesso la linea d'attacco, pur senza mostrare nulla di trascendentale ha funzionato con una saldezza ed una pericolosità cui il pubblico romano non era abituato. Il Livorno è sceso a Roma tutt'altro che battuto: anzi le sue prime azioni, sorprendendo la difesa romana, diedero la sensazione del buon momento che attualmente i toscani stanno attraversando. Gli amaranto non hanno sostanzialmente mutato il loro tipo di gioco. Traversoni alti ed esatti eseguiti e raccolti per lo più a volo; ampi spostamenti di fronte, velocità, impeto sui difensori opposti, tiri in rete poderosi anche se non sempre precisi: uno stile un po' scheletrico ed elementare se vogliamo, ma che non perde un istante in inutili accademie e punta diritto sul goal. Il taurino Magnozzi raccolse applausi a più riprese per la sua tenacia e per qualche efficace dribbling: Silvestri lo coadiuvò con la consueta astuzia e tutta la linea eseguì con decisione e notevole velocità i temi proposti. I sostegni si batterono con risolutezza in difesa, ma naufragarono come lavoro organico e di costruzione: robusta e sicura apparve la difesa. Dall'inizio alla mezz'ora la Lazio attacca con lieve prevalenza di azioni, come si è detto. Ma il gioco dei livornesi riesce bene spesso a tagliare via i difensori creando paurose situazioni. Alla fine Bottaccini ed i suoi comprendono la tattica da adottare chiudendo all'inizio ogni tentativo di gioco d'ala e Pastore torna a cozzare contro la difesa amaranto mentre Lami ha non poco lavoro. Al 30.o minuto si ha il primo punto azzurro: Rier passa a Malatesta che allarga, scarta due difensori e porge ancora al compagno. Il modenese manda a Pastore che segna da due metri. Effimera reazione livornese e poi gli azzurri tornano sotto Lami fino al termine. Nella ripresa, dopo una sfuriata amaranto, la Lazio impone nuovamente l'efficienza della sua mediana. Al 16.o minuto Ziroli, spostato al centro, inganna il terzino e lancia in profondità a Malatesta, il cui tiro batte nel palo e va in rete. Il Livorno trascorre un quarto d'ora di vera prevalenza, ma la saldezza dei difensori azzurri, e un po' la sfortuna, impediscono agli amaranto di segnare. Al 33.o minuto Magnozzi calcia alto un penalty. Gli amaranto cedono un poco e la Lazio si stabilisce definitivamente nella metà campo avversario. Al 35.o Cevenini supera con brillante azione un avversario ed opera il centro: Pastore inganna Lami e manda di testa il pallone in rete. L'unico goal amaranto è segnato al 43.o opera personale di Magnozzi. Su un calcio di punizione dal limite il nazionale fa muovere i laziali schierati davanti a lui con una finta e calcia imparabilmente sotto la traversa.
Fonte: La Stampa