Pastore Pietro Mario
Attaccante, nato a Padova il 3 aprile 1903 e deceduto a Roma l'8 gennaio 1968, al Policlinico per un'insufficienza cardio-respiratoria. Spesso viene riportato come Piero Pastore.
Inizia a giocare a nove anni nell'Aurora di Padova assieme al fratello, deceduto a seguito di uno scontro di gioco. Nel 1914 passa nelle giovanili del Padova per poi passare, dopo la guerra, in prima squadra, giocando a mezzo sinistro. Nel 1920 viene ceduto alla Juventus dove trascorre 6 stagioni vincendo lo scudetto nel 1925/26, realizzando 20 reti. La stagione successiva lo vede coinvolto nella "scandalo Allemandi" che provocherà la revoca dello scudetto al Torino. Colleziona due presenze nella Nazionale B, il 17 aprile 1927 ad Esch sur Alzette contro il Lussemburgo 5-1 dove realizza una doppietta ed il 24 aprile 1927 a Dublino contro l'Irlanda (Stato Libero) 1-2. La Juventus lo cede quindi al Milan nel 1928. In quell'anno partecipa alle Olimpiadi di Amsterdam. Nel 1929, prestato per una tournée americana al Brescia, viene notato per la sua somiglianza con l'attore Rodolfo Valentino e sottoposto dalla casa cinematografica Paramount ad un provino.
Recita in due film muti: "La Leggenda di Vally" e "Ragazze non scherzate". Nella stagione 1929/30 viene tesserato dalla Lazio, dove gioca per due stagioni realizzando 24 reti in 57 partite. Dopo aver trascorso la stagione 1931/32 di nuovo al Milan (30 partite 13 reti), per divergenze di carattere finanziario con la società decide di puntare alla carriera cinematografica. Torna alla Lazio nel 1932/33. Il suo interesse però è principalmente rivolto ormai al cinema: in due stagioni gioca soltanto 18 partite segnando 9 reti. Nel 1933 Benito Mussolini commissiona a Luigi Pirandello un soggetto cinematografico. La sceneggiatura viene scritta da Mario Soldati, amico di Pastore dai tempi della Juventus, che lo sceglie per il ruolo di protagonista del film "Acciaio" interamente girato nelle accaierie di Terni. Il debutto di Pastore, ribattezzato "il nuovo Valentino", viene unanimemente elogiato dalla critica cinematografica. Dopo una stagione a Perugia, torna nel 1935/36 a Roma, questa volta però sulla sponda giallorossa.
Termina così la sua carriera da calciatore e dopo una breve carriera da allenatore/giocatore con Vigili del Fuoco e Tivoli, prosegue quella da attore: compare in una sessantina di film, tra i quali La corona di ferro con Gino Cervi, Giarabub con Alberto Sordi, 11 uomini e un pallone con Carlo Dapporto, Ulisse con Kirk Douglas, Arrangiatevi con Totò, Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini con Vittorio De Sica, Barabba con Anthony Quinn, Silvana Mangano e Vittorio Gassman.
Con la Lazio colleziona 75 presenze e 33 reti.
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