Pardini Odoacre
Pioniere
Difensore-centrocampista, nato a Pietrasanta (Lu) il 14 gennaio 1905 ivi deceduto nel dicembre del 1977. Inizia con la Lucchese con cui milita dal 1920 al 1924. Nell'estate 1924 si trasferisce alla Lazio con cui gioca una stagione e alcune amichevoli pre-campionato di quella successiva prima di ritornare alla Lucchese, presumibilmente in prestito. Nel 1926 è infatti nuovamente alla Lazio dove si ritaglia uno spazio importante per sette stagioni fino all'estate 1933. Passa quindi al Pisa per disputare il campionato di 1^ Divisione 1933/34. Un anno con i toscani e quindi il ritorno a Roma dove, in attesa di nuovo contratto si allena con la Lazio. A dicembre del 1934 sembra trovare una sistemazione prima con il Livorno e poi con il Bologna. Con i felsinei prende parte anche ad un provino in una amichevole contro l'Imolese ma poi l'accordo non si concretizza. Accordo che invece trova nuovamente con la Lazio dove gioca per altri due anni, prima di chiudere con il calcio giocato. In seguito, dal 1938 al 1941, allena il Pontedera.
Disputa 10 stagioni in maglia biancoceleste. Soprannominato a Roma "Morbidone". Con la Lazio colleziona 107 presenze in serie A e 1 in Coppa Italia, alle quali vanno aggiunte al 59 presenze nei campionati antecedenti l'istituzione del girone unico. Al suo attivo con la maglia biancoceleste anche la vittoria nella Coppa Fornari, competizione in cui prende parte a tutti e tre gli incontri disputati dalla Lazio.
Oltre che ottimo calciatore fu forte velocista, valido nuotatore e alpinista e persino buon pugile.
Un articolo estratto da "Il Littoriale" del 18 dicembre 1930 delinea la figura di Pardini nello scenario calcistico dell'epoca:
"A Roma Pardini è idolatrato e tutti ben conoscono oltre il suo valore, la sua lealtà e la sua esemplare correttezza. Questo modesto atleta, che ormai con i propri mezzi è riuscito a imporsi all'attenzione di tutti, da adolescente giocava in II^ divisione con la squadra del Massa e sin da allora cominciava ad entusiasmare gli appassionati, non solo della Versilia, che già era orgogliosa di un così promettente figlio, ma di tutta la Toscana. Gli stessi avversari lo apprezzavano e, non a torto, lo temevano. Più tardi la sua Pietrasanta lo reclamava in difesa dei propri colori e fu appunto quando giocava in III^ divisione che, in una partita di selezione per formare una rappresentativa toscana da opporre al miglior 11 del Lazio, fu rivale di Colombari per essere prescelto al ruolo di centromediano: quel giorno, a Prato, Pardini giocò meglio dell'antagonista il quale tuttavia fu preferito, soprattutto per la maggior esperienza ed anzianità. Da militare riuscì ad entrare nelle file della Lazio e da allora solo una breve parentesi (infatti giocò ancora una stagione per i biancocelesti pietrasantesi) e non è stato più lasciato dalla Lazio che ha anche il merito grande di aver fatto di questo giocatore uno dei più apprezzati mediani laterali che possegga l'Italia calcistica. L'eco delle sue imprese ha fatto sì che in Toscana tutta la massa degli sportivi appassionati e competenti guardi a lui come ad uno dei più valorosi campioni di quanti attualmente calcano i terreni di gioco. Su di lui converge la generale attenzione e non ingiustamente, perché l'eclettico Pardini ha saputo davvero rendersi degno dei suoi grandi predecessori regionali."
Da un articolo de "Il Tirreno" del 17 ottobre 2007:
... c'è poi tutto il calcio, dal pietrasantino Odoacre Pardini, che Fulvio Bernardini definì uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi ...
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